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diario

 

Lo scudo dei Sai

 

 

 

 Che calura in aula, quella mattina di giugno, l' afa stordente e i sensi spossati e ravvivati dalla solarità che già divampava più radiosa quando non erano che da poco passate le otto, il suo corpo essudato benchè avesse indossato la più fresca delle camicie di cotone e i suoi pantaloni più leggeri, intonati in nelle tinte coloniali più sabbiose o sfumate.

Era l' estate esplosa d' improvviso, anticipatamente.

E nel respiro che ansimava, madido egli della fatica di essere accorso in aula in ritardo, gravato dai libri per le lezioni raccolti alla rinfusa, un' apprensione vaga, indefinibile, il senso di un' inquietudine crescente, dell' insidia che ristagna in agguato nella bonaccia che ristagna.

E di bonaccia si poteva in effetti parlare, per il clima instauratosi finalmente in quella classe da una settimana, da che cessato lo svolgimento dei programmi, s'era concesso di divertirsi con loro nei giochi di parole dei limerick e dei nonsenses, che puntualmente essi avevano volto in senso licenzioso, forse con troppa licenza concessa da parte sua, che di fronte alle loro provocazioni esplicite verbali, si era limitato all' esercizio impassibile di un criterio superiore, dicendo che tanto gli bastava, se erano rispettate le regole formali nella formazione delle frasi.

" Mi.. Ma.. Me... Mo... Mu... si per me può andare, purchè le parole abbiano tutte i requisiti giusti, inizino ognuna per m e sia differente la vocale seguente...",

alla frase dell' allievo " Muta movimento mentre mi masturbi".

 

Altro che il clima di agitazione o di tensione nervosa che avevano supposto invocato i colleghi che lo osteggiavano avevano in odio,per attenuare la gravità del misfatto durante il Consiglio di classe riunito per decidere i provvedimenti da assumere a seguito dell' accaduto.

Avevano addirittuira invocato "l' impulso" per giustificare quell' atto, come  nelle loro ore di lezione non avessero avuto motivo di lamentarsi della condotta di quella classe ..."

Forse troppa cordialità e condiscendenza con la loro esuberanza carnale, piuttosto, in ciò di cui erano reticenti i gesti e le parole, troppa intimità sottesa con la loro natura di adolescenti, in ciò che per loro, come per lui, seguitava ad essere il fine della ricerca di sesso e di affetto, "ciò per cui sentono e avvertono, inconsciamente,  che io non sono a dispetto degli anni, e dei capelli brizzolati, ancora un uomo come non lo sono ancora loro... e mi mortifico e patisco, di mancare del solo contatto dei corpi e dello sfogo di venire l' uno nel corpo e tramite la manipolazione dell' altro, l'altro ragazzo o ragazzo che sia... come dettano le fantasie correnti, come il branco nega che sia altrimenti che nel modo normale .

Un po di brezza ora ventila le sue stanze, di solitudine e polvere e silenzio, non fosse per il cinguettio dei suoi due canarini cui si è ridotto il non resta più altro del loro canto, nell' approssimarsi della muta estiva.

Quelle stanze che nei deliri della sofferenza, estenuato dai calmanti, avevano immaginato che i più cari di loro potessero popolarla quell' estate, i loro corpi che si distendevano accanto al suo nella calura meridiana, le mani e i volti che si accostavano... la mano e la bocca che discendeva a sfogarli..

E la loro presenza fisica era pur stata nelle sue stanze, quando messosi finalmente a riposo, aveva telefonato all'allievo migliore dell' altra classe, che non abitava distante, perchè ritirasse l' esito delle loro prove che da oltre dieci ore era intento a correggere, e che non sapeva come altrimenti consegnare a loro di persona... dato che l' indomani sarebbe stato in  effetti il penultimo giorno di scuola... e interminabile era divenuto il tempo che gli occorreva per ultimare ogni incombenza scolastica, da che dopo l'esplosione di furore che lo aveva fatto degenerare in escandenze e sbriciolare come fosse senza spessore una vetrata della scuola, si era posto sotto l'effetto degli psicofarmaci.... nel portare a termine tutta la correzione dei compiti che aveva dovuto differire, per rimediare a quanto gli avevano *commesso, recuperando voto su voto e assenza su assenza, in un lavoro senza risarcimento di sorta estenuante, intento tutto il pomeriggio che aveva preceduto la sua esplosione, ad infilare la A delle assenze riquadro per riquadro e giorno per giorno, con gli occhi miopi che vi si erano affaticati come nell' infilare la cruna di un ago, per il sudore che gli colava negli occhi e gli impediva di usare gli occhiali...

Ma quella sera, anzichè il solo allievo che aveva interpellato, erano pervenuti in tre a recargli sollievo e refrigerio con la loro freschezza, come gli uccelletti al balcone su cui lasciava la semente, abbigliati in bermuda e magliette aperte sulle loro carni assolate.

Era ancora intento a cuocersi una frittata di porri intanto che erano sopraggiunti, dopo le dieci sera, la pietanza che si era imbandito per cucinare in fretta qualcosa da mangiare prima degli ultimi compiti cui accingersi ancora, e li aveva accomodati con gratitudine intorno alla tavola del soggiorno disponendosi a cenare in cucina, per poi lasciarli in compagnia dei suoi uccellini che invero li avevano snobbati nel loro involto di tulle, volgendosi al muro, loro tre che si guardavano tutto " Pulp fiction", nella videocassetta che uno di loro aveva intravisto sul televisore, per ritirarsi egli sino oltre mezzanotte in camera da letto a finire la correzione delle prove restanti, tanto che avevano dovuto telefonare a casa per comunicare che avrebbero ritardato il rientro...

Poi la calura e la solitudine inesausta, il contattamento l' indomani di altri due di loro davanti alla scuola,  prima della lezioni pomeridiane, perchè trasmettesero ai compagni anche i testi di quella prova riveduti e corretti, e il lavoro da egli così svolto non andasse perduto nei depositi della scuola prima del macero, talmente lo inibiva la vergogna ancora di farsi vedere a scuola dopo tutto quanto gli era successo e che aveva commesso.

Allontanandosene furtivo come un malvivente in quel caldo afoso implacabile, in giorni di splendore intenso, che avrebbero potuto essere altrimenti vissuti al fiume e tra i campi, raggiunto da questo o da quello o ritrovandolo là sulla spiaggia ...., per lui invece di ininterrotta pena nella solarità pervasiva, i nervi stremati nello sforzo di quel lavoro ingiusto a cui egli aveva dovuto sottoporsi per porre rimedio a quanto avevano commesso, tormentato dal ritornello di  quell' interrogativo ossessivo, predominante su tutto nella sua pena interiore: " Perchè farmi anche questo? E perchè a me? E a me soltanto e ancora di nuovo?

Per quanto cambino i tempi e le classi!..."

Disperandosi che era lui così, in effetti, che diventava il colpevole finale, " per il semplice fatto che tutto quanto accade e seguita ad accadere solo a me..."

Che importava, in definitiva, che fin da settembre avesse cercato di prevenire e troncare, quando avevano iniziato in quella classe a tormentare due di loro che erano degli inermi grassoni, a rubare e sottrarre o gettare via i loro libretti scolastici, sino a quello stesso sabato fatale, quando l' insopportazione del' afa sin dalla prima ora, in quella classe,  si era in lui trasformata in un' apprensione e in inquietudine  assillante, che si era quindi risolta determinata un' apprensione e un 'inquietudine, quel giorno, che era divenuta il nel timore ansioso di avere commesso una sventatezza, quando aveva ricorso ai profittato dei due allievi che dovevano recarsi a giustificare le loro assenze in Vicepresidenza, perchè gli andassero a prelevare i l testo dei Promessi Sposi che non aveva rilevato nell' aula insegnanti dove non l' aveva rilevato, dove si trovava in uno dei comparti vuoti accanto al suo stipetto. Ove incustoditi vi erano videocassette da registrare e dischetti non ancora formattati, e le pile dei compiti corretti e non ancora impacchettati...

Per questo, al loro ritardato rientro, a un certo punto non aveva più retto alla tensione, ed aveva interrotto improvvisamente il confronto la discussione di posizioni ch'era in corso in classe sul modo di vestire dei giovani, per andare a loro incontro, ritrovandoli imperturbati lungo il corridoio sulla via del ritorno , sulla via del rientro in classe in aula.

Senza che alcuna ombra o malizia, od oscura intesa, alterasse di con la sua reticenza la freschezza dei loro bei volti, l' uno delicato e fine, ed introverso, quanto l'altro era sensualmente vivace di fanciullesca esuberanza.

E quando nell' ora a disposizione aveva perscrutato gli stipetti, gli era bastata un'occhiata per tranquillizzarsi e ritrovare tutto a posto, e riprendere lena e slancio verso l'ultima ora, l'ultima del sabato, con la quale si concludeva la terzultima settimana dell' anno scolastico.

Stordito ed esaltato dall' afa di bonaccia, oramai, più di quanto non ne stesse in guardia, nella luce così viva da sembrare una vuota cava di ombre...

Oh, verso ognuno di loro che incontrava lungo il corridoio, quelli di seconda che rientravano in classe dopo non essersi avvalsi dell' ora di Religione, o quelli di prima che ne uscivano finito il compito di Fisica, sapeva di dovere seguitare variamente a distrigarsi, anche solo non mancando di abbozzare il saluto, o con l'insistenza scherzevole a saggiarne se la contrarietà, che aveva avvertito in certuni, si era smussata o rimaneva aspra, ma verso la generalità di loro, di quelli di prima, che finalmente non recavano disturbo più di tanto e si prestavano alla sua ironia irrefrenabile irresistibile esilarata, l' ottundimento si era fatto tuttuno con la felicità di divertisi e di divertirli, con il piacere di stare e di essere del tutto a suo agio  insieme con loro, quasi senza più che l' età più non

facesse differenza di età, la in mente e il corpo esaltati e ringiovaniti, e senza che anche il richiamarli, pur sempre inevitabile, si acuisse come al solito in tensione,  si esasperasse alle strette in risentito monito; con la sbrigliata contentezza, piuttosto, di potersi finalmente lasciare liberamente andare, di potere consentire loro, cessando la sospensione, di terminare l' ora con la visione del seguito del filmato sui Greci in Occidente, nella sala audiovisivi lì poco distante, ove, nell' oscurità abbuiata, come il filmato vi aveva alluso, e non mancavano che un minuto o due, ne aveva colto l'occasione per involarsi nella celebrazione del nudo eroico che vi era illustrato, della maestà imperiale antica che si ostentava nella sola magnificenza delle forme del corpo, come l' Adriano di Side di cui aveva fatto menzione , a differenza, come accade tutt'oggi, di chi viene denudato per svergognarlo e fargli violenza...

Mentre nella sua mente, desunta dalla guerra civile in corso in Liberia, in un balenio corrusco, correva appariva l'immagine di un milite nemico catturato, e spogliato, per  farlo correre via e sparargli addosso e finirlo nudo e inerme del tutto, , e nei medesimi istanti, nell' oscurità coatta, per mano di chi ne era l'eminenza occulta si compiva il misfatto...  

Si sarebbe poi immediatamente accorto dell' accaduto Avrebbe poi immediatamente avvertito l' accaduto, avrebbe cercato invano di persuadere i superiori di quant' era successo, che con colleghi , o superiori, o il personale della scuola, doveva scontrarsi con gli stessi loro pregiudizi e le loro stesse aversioni, con il fatto che per amabile e intelligente e dotato di bravura che fosse, non era un uomo fatto e compiuto da prendere sul serio in considerazione...

" Controlla meglio, non è certo possibile, sei tanto distratto o confusionario...".

Ricorrendo al suo repertorio filosofico d'antan, di quando per come si è e si agisce, poer i propri bisogni o desideri occorreva ancora esibire una giustificazione teorica, un fondamento pensato, aveva definito la sua sorte sociale quale si configurava nel suo mestiere di insegnante, una riflessione reciproca dell' agire di chi gli era sottoposto e di chi gli era suo superiore, nel medesimo presupposto che una persona come lui fosse naturale che venisse attaccata e risultasse indefendibile, nella medesima prontezza a comprenderlo e simpatizzarne o prenderne le parti, in privata sede, con la quale si era riluttanti a difenderlo o determinati inesorabilmente ad aggredirlo.

Chi, meglio del suo Preside che ora doveva assumerne la difesa legale e d'ufficio, aveva modo di capire ed intendere perchè lo si fosse voluto in tal modo colpire lui, e lui soltanto, fra gli insegnanti vari di quelli classe, quando ve ne figuravano di ben più inetti e più incapaci e  degni di disistima, lui che aveva avuto più modo di intimidirlo e di discriminarlo nel suo attacco, come in quella circostanza che era ancora ben fissa nella risentita memoria di questi, quando per avere accolto un allievo in classe che era stato sospeso, il quale aveva fatto confusione di date e aveva anticipato il provvedimento restandosene a casa i giorni precedenti, accogliendolo solo per quell' ora e solo dopo averlo fatto scendere in Presidenza per ricevere direttive dal capo che gli erano state rifiutate, dato che " il Signor Preside non riceveva perchè aveva smarrito la voce", comportandosi, nell' accetarlo in classe, al pari di ogni altro suo collega quel giorno e quello seguente, si era visto infliggere lui soltanto un provvedimento punitivo, senza che alcuno di loro solidarizzasse doverosamente con lui, anzi, era stato il Presidente del Consiglio di quella classe che aveva messo tutti a tacere, dicendo lui professore di fisica, di sole sensate esperienze, che se il Preside aveva agiyto così, doveva pur avere avuto le sue inoppugnabili ragioni...

( Lo stesso che...*)

E quel sabato in risposta, facendosene beffe, il Preside gli aveva detto che pur esisteva una litania di Sant' Antonio, attaccandosi alla cui sequela ogni oggetto smarrito si sarebbe ritrovato...

" Ricordati sempre- gli aveva pur detto una collega che ora era in pensione, quando aveva avuto un crollo nervoso per gli ossessivi controlli cui ne era sottoposto,- che fra voi due tu sei il più intelligente... Non farti da Lui fregare..."

Come se ne bastasse la consapevolezza, di fronte all' arbitrio di cui l' altro poteva avvalersi per intimidirlo, tanto più provocato, a questo, quanto più ridurlo in stato di soggezione, renderlo perennemente grato alla sua superiore istanza, se non lo riprendeva per essere venuto a scuola in ritardo, di qualche minuto, per essersi attardato fino alle due o tre di notte nel correggere dei Compiti, era l' esercizio di un rapporto di forza che confermava il Preside nella presunzione che nessun suo sottoposto potesse essere più lungimirante e previdente e più mentalmente capace di lui.

Cosicchè snobbato anche in tal caso, poi una volta a casa, sgomento, indaffarato nel farsi da mangiare, e riordinare la casa, quanto era disperata l' angoscia che cercava negli atti così di occludere o di ottundere, non aveva  poi telefonato ai suoi,  come gli avevano chiesto interpellandolo al telefono lì in Istituto, nè l'avrebbe fatto i giorni e le settimane seguenti, da che divenuti più benestanti, aveva compreso che di fatto non solo non riuscivano a capirlo nella sua sofferenza, ma che non ne volevano sapere non appena vi accennasse, in un cortese rifiuto di ciò che egli era come uomo e della vita di pena che ciò costituiva, limitandosi, di lì a qualche giorno, quando sua madre aveva inteso telefonargli a scuola, dopo che avendola fatta lungamente attendere lei era rimasta cionostante in linea in attesa al telefono, a quelle poche battute che avevano fatto saltare ogni ripresa di contatti:

" Senti, se ho ricevuto la tua telefonata e non ti ho risposto ho le mie serie ragioni. Ti saluto e arrivederci".

 

E un simile atto, di tale gravità, veniva intanto in casa quel sabato ravvivando il dolore,  doveva patirlo in dirittura d'arrivo , già quasi al termine dell' anno, e proprio quel sabato, dio mio, che non avrebbe nemmeno dovuto essere a scuola solo per subirvi quel colpo, se avesse utilizzato il certificato medico che ora rigirava fra le mani, sconfortato, la cui diagnosi attestava le sue sindromi depressive, nemmeno il medico sapeva quanto acuitesi, se anche la settimana seguente, dopo che era trasceso in escandescenze ed aveva lasciato  la scuola gridando di non potere più essere un insegnante, di non avere più il modo di sopravvivere, il suo medico curante gli avrebbe prescritto quel farmaco del quale che gli era bastato leggerne le più inopportune precauzioni per l'uso, per apprendere che lo si sconsigliava a chi si sospettasse che come lui, tentasse o ideasse  quotidianamente il suicidio.

Egli si era deciso solo il mercoledì prima dell' accaduto a recarsi dal medico,  dopo che aveva trascorso larga parte dell' anno scolastico ad auspicare ogni mattina, sulla via della scuola, un infortunio incidente stradale che lo obbligasse all' ospedale e a rimanere immobilizzato infortunato a casa, quindi finendo in preda nel suo  appartamento a una crisi d'angoscia ogni volta che si avviava allla scuola, sicchè ritornava più e più volte indietro sui propri passi, con il pretesto della sua ossessione che l'uno o l'altro rubinetto o manopola fossero rimasti aperti, eppure dopo che li aveva controllati più di una volta ulteriore, e cosi potessero rimanere vittima della sua disattenzione gli inermi suoi canarini in gabbia. 

Peccato, che anche tra quelli dell' altra classe, ove per questo qualcuno lo irrideva con fischi animali od ostentandogli la sua virilità già acquisita, nessuno intendesse quanto giocava con la sua tragedia, nel parlare di continuo dei suoi uccellini, per esorcizzare almeno con loro che non erano suoi familiari, il fatto che fosse tanto attaccato alla vita quanto era attaccato ai suoi bei canarini, al punto che nella sua infinita debolezza avvertiva di non avere nella sua assenza di fede in se e nell' uomo, nei cambiamenti in corso, alcuna capacità di sopravvivere alla loro morte, sentendosi resistente attaccato alla vita per il filo sottile ed esiguo della loro vita in gabbia, spezzato il quale, si sarebbe spezzata anche il suo fatalmente.

"La loro gabbia è la mia gabbia toracica, si era venuto veniva dicendo ora nel dolore della ferita inferta che esasperava il suo attaccamento ad essi, e loro dentro vi sono il mio cuore..."

Nella cartella aveva ancora, disseccata reliquia, il solo involucro superstite della buccia di una fetta di arancia, che vi aveva riposto per mostrarla a quegli allievi prima o poi in classe, a testimonianza di come il secondo dei suoi uccellini, con sua soddisfazione, ne avesse succhiato integralmente tutta la polpa lasciando superstite tutta quanta e solo la crisalide di quello spicchio, a differenza di loro che non sapevano che farsene di quello che aveva da dire.

E in tal senso si era giustificato un giorno del suo ritardo, dicendo che non poteva che concedersi, prima di tutto, a chi sa profittare e ed è in attesa da parte nostra di non aspetta che ciò che di vitale abbiamo da dargli.

Ma quel sabato, Piuttosto che restare ancora in casa fra i suoi uccellini incantevoli ma alsuo dolore remoti, magari col pretesto di pulire a loro la gabbia, aveva preferito, non appena gli era sto possibile, uscire in bicicletta, essere fuori dalla prigione della tana del suo appartamento, ove il colpo inferto avrebbe seguitato a tumefarne l'animo, ad acuirne sino a un esplosione eruttiva l' infiammazione dolorosa, ed aveva per questo sganciato dai sostegni la sua bici da corsa, dirigendosene in sella oltre la conurbazione e le sue officine ed ipermarket, ove la campagna, approssimandosi al fiume, sempre più s' inverdiva in aziende agricole e in larghe sempre più vaste , del quale aveva ripercorso ripercorrendo senza mete definite chilometri e chilometri di argini di golena, nel verde sconfinato delle distese di foraggio da una parte e dall' altra, ove i prati che si estendevano sino alle boschine di pioppi in riva al fiume,  che sull' altro versante, ove oltre le aziende cui riconducevano le carreggiate che solcavano la golena o ne discendevano dall' argine interno, avevano un seguito in un succedersi dei loro appezzamenti oltre ogni filare tra i coltivi in direzione della città, nella foschia vaporante della bruma azzurrina del cielo che volgeva al tramonto.

Solo la notte, dopo il rientro, l'aveva stretto alla gola la sua disperazione umiliata, lo aveva istigato all' abiezione reietta  quale reazione al ritorno a scuola, ad uscirvi uscendovi di testa nel dare in smania infuriando inconsulto, sicchè, così soltanto, cessasse irresponsabile e fuori della mischia e di ogni accanimento in ciò che si pretendeva da lui, in patimento e dovere, e non sui compisse l' epilogo , come presagiva, che all' atto gravissimo compiuto a suo danno,  il suo solo sacrificio dovesse porre misconosciuto rimedio.

Ma nel dibattersi verso l' intento di farla finita, era riuscito, già quella notte, ad avvertire l' argine che in lui resisteva e non si dava vinto all' onda nera di piena, quando credeva di non riuscire nemmeno più a restare esposto alla corrente come solo s' ingrossasse, e anche il giorno seguente, di domenica, si era addossato a quel suo riparo interno in se insospettato, ed  aveva provveduto a rinforzarlo sortendo dal condominio in un ancor più lungo itinerario ciclistico, ispiratogli dalla lettura, sul giornale locale, che quello sarebbe stato l'ultimo giorno di apertura della mostra dislocata in alcuni dei più importanti centri dei territori alti di provincia, di un importante movimento pittorico locale della prima metà del secolo, ispiratosi originalmente a tendenze nella pittura di paesaggio che erano emerse nei grandi centri metropolitani nazionali.

E si era avviato a pomeriggio già inoltrato, a compiere  quell' itinerario un itinerario ancora più lungo, sotto un sole che spopolava le vie  ed i paesi che attraversava, gli rendeva più gravosa e cocente l' assenza di ripari ombrosi lungo le strade spiantate,  fra le coltivazioni soleggiate di soli cereali e foraggi nei campi limitrofi, mentre la linea dei colli che iniziava a profilarsi a chilometri, sulla destra, gli offriva il solo conforto del suo ameno rilievo verdeggiante di boschi, prima che riuscisse a pervenire a due dei centri ove era situata la mostra, senza che purtuttavia l'anima in tanta beltà di profili di alture e di campi, di corti e villaggi turriti e di rogge d'acque sospinte al turbine di mulini dismessi, riuscisse a disintossicarsi di quel misfatto, e che nel turbine vorticante del sospetto, che ora era certo della colpevolezza di questo allievo ed ora lo proscioglieva per indiziarne altri, non tornasse a considerare con affetto grato, chi solo poco prima avrebbe fatto a brani a mani nude.

Con che senso di vanità distaccata, all' uscita dall' ultima esposizione, con due neofiti appassionati della cultura figurativa locale che lo aveva intrattenuto, parlando delle visite o delle gite d' istruzione scolastica, memore di quanto potesse essere valso, averre condotto altre scolaresche sui resti di antiche ville romane sul lago limitrofo lì prossimo con le piante degli edifici stesse già predisposte, o a riesumare l' ornamentazione masoretica dei codici ebraici depositati presso la Biblioteca comunale della propria città, o con quella stessa sua classe avere lavorato al meglio sui tipi strani di paese da essi descritti, o nella realizzazione di documentari sulle civiltà fluviali locali, sulle orme letterarie verso la foce distante del gran fiume maestro, delle esperienze memorabili lette insieme di Gianni Celati, al contempo  ripercorrendo le sulle tracce delle immagini, fermate nello schermo, dei film più illustri girati girati in loco nei decenni precedenti, o ammaestrandoli a riprendere i paesaggi secondo la lezione visiva di documentari d'autore illustri che li avevano rappresentati.

Ma sulla via del ritorno, verso sera, come già all' andata, si era emozionato di poter essere visto da qualcheduno di loro al passaggio per i loro paesi, aveva incrementato la sua pedalata nell' attraversarli, e si era ripromesso di dirne in classe, l' indomani, celiando di come ad esempio, chissà perchè, al contatto della salubre loro aria di paese uno sternutio epilettico l' avesse ghermito...

E l' indomani, alle prime ore del lunedì, si era ripresentato in quella classe ostentandovi più del solito sicurezza di sè e nei propri mezzi valutativi, , quando cadute anche le ultime speranze che l' incidente fosse avvenuto altrimenti, non v' era più dubbio possibile che tra loro erano i colpevoli, e si era riofferto alla scherzo, e alla facezia, nell' insegnamento di come si anagrammino i nomi.

Poi nella lettura del brano di Joyce sulla punizione ingiusta del giovane Stephen, era rimasto sconcertato, nel farne il commento, della coincidenza tra ciò che aveva posto in programma e ciò che gli aveva riservato  l' esperienza scolastica, poichè a parti invertite, per una involontaria coincidenza degli opposti che ne risultava era risultata aveva prodotto,  considerava nel farne il commento che vi si riproduceca rappresentava la situazione che era in atto in quella stessa  classe, e l' allievo doveva assumere nel brano l' estremo coraggio di denunciare l' estremo sopruso patito dal padre guardiano, laddove l' estremo coraggio che a qualcuno di loro sapeva che era richiesto, era di denunciare gli autori del fatto perpetrato a suo danno...

Di cui non poteva fare menzione o ancora nessuna allusione diretta, per timore di mostrarsi al loro cospetto in clamoroso difetto.

Mentre già non questo, o quello soltanto, ma tutti loro quanti, come sarebbe stato si sarebbe accertato, già sapevano tutto e tutto tacevano, e stavano al gioco e quanto ridevano con lui come a chi ne fosse un amico adulto, quando non aveva cessato di magnificare lmprese di goleador di uno di loro, che aveva segnato tre reti in un derby locale, e aveva alluso all' aria di Carmen " toreador toreador", per celebrarne l' essere stato dell' " arena" del campo " vincitor".

E che divertito seguito, aveva rappresentato, il fatto che si fosse riproposto maliziosamente di insegnarle, per punirla, un'ulteriore ricetta squisita e ipercalorica al riso con le fragole*, a colei che ne era la capoclasse, e di cui la ghiottoneria in cucina era la causa devastante della obesità deformante, così come in un' altra circostanza le aveva trasmesso a titolo di premio, invece  quale ricetta dimagrante, quella rinfrescante dello zaziki, timoroso, in effetti, che fosse rimasto altrimenti già offesa giorni prima, quando parlando di biotecnologie in agricoltura aveva fatto cenno alle " mucche insaziabili" in cui è stato inoculato un promotore di crescita e il suo sguardo era corso a lei, prima che uno dei suoi compagni avesse mozzicato* una allusione esplicita zittito dal suo sguardo..            

E ridevano e anagrammavano i propri cognomi, e scherzavano, e non solo loto tutti sapevano tutto, ma insieme intrigavano intanto a che la colpa del fatto ricadesse su di lui, a che lui che avevano ridotto allo stremo delle sue forze, ne pagasse anche gli esiti e il conto dell' estremo affronto...

Perchè altrimenti se non per prendere in tal modo in questo ciò le loro misure, l' ora seguente avrebbero richiesto all' insegnante di Scienze, che presiedeva la classe, quali conseguenze ci fossero se lui, anzichè loro, fosse risultato il responsabile di un fatto del genere, nella sua distrazione divenuta leggenda?

E non solo; era bastato che il giorno seguente l' insegnante di Chimica chiedesse ragione dell' assenza prolungata di uno di loro, quello stesso, timido e introverso, che quella mattina lui aveva mandato in sala insegnanti a prelevargli i Promessi Sposi, perchè a lei insospettita del fatto che a ciò ridacchiassero, rivelassero subitamente tutto ciò che a lui avevano tenuto assolutamente nascosto, di che cosa quell' allievo fosse colpevole...

E di cui, quella collega, si sarebbe ben guardata dal fargliene parola e denuncia, benchè lui le fosse succeduto l' ora seguente...

Nè questo era stato il limite ultimo cui si era sospinti la loro condotta generale ignominia, perchè di quell' allievo assente avrebbero cercato, scoperti e messi alle strette, di farne il colpevole unico,  tacendo responsabilità che erano di gruppo, di branco...

Finchè uno di loro, il più estravagante, non aveva fatto il nome dell' ispiratore dell' atto, del responsabile primo, sollecitato da quel suo compagno di cui egli era consapevole dell' attaccamento e della considerazione mentale che gli riservava, e di cui ignorava quanto potesse corrispondere alla propria simpatia fisica, che la gratitudine e la stima aveva in lui intensificato dopo che aveva appreso che era l' unico rimastogli fedele, per cui ora che la scuola era finita, avrebbe voluto andarlo a trovare raggiungerlo dove abitava, esternargli con la riconoscenza la sua disponibilità a farne un amico in ogni senso che potesse interessarlo lo interessasse (sessuale, più desideroso ancora di prima di scoprirne e di esasperarne tramite i genitali il membro la sua bella virilità giovanile, di esserne penetrato e di raggiungerlo in gola ed esserne raggiunto irrumato...)

Al che, a rivelazione avvenuta, la generalità della classe come aveva già fatto in altre circostanze del genere, aveva reagito  screditando la attendibilità di testimone di quel loro compagno, presso gli insegnanti che ne avevano raccolto la confessione

" Sempre che sia vero quelche dice, potrebbe avere fatto quei nomi solo per mettersi in vista..."

gli aveva confidato perplesso il collega di Educazione Fisica.

Nelle cui parole, con inquietudine rabbiosa, egli aveva sentito alitare la loro ispirazione subdola, ogni qualvolta uno di loro aveva denunciato furto od ulteriori malefatto.

" E chi ci dice che * l' abbia portato in classe, il Walkmann che * sostiene che gli hanno rubato? Io non l'ho visto...." nelle settimane precedenti così aveva assunto le difese della classe uno dei turbolenti più riottosi, per osteggiare la sua proposta che il compagno che aveva denunciato il furto ne fosse risarcito da tutti, dividendone l' importo della refurtiva per il loro numero.

Mentre a lui non era bastato proclamare l' insussistenza del sospetto temerario formulato nei suoi riguardi, ed aveva dovuto farsi riprodurre dalla scuola i versamenti che aveva effettuato per potere  disporre di tagliandini di fotocopie per proprio uso personale, al fine di riuscire a stornare da se l' accusa di essersi appropriato indeditamente, per questo, di quelli della scolaresca classe che erano stati esauriti finiti.

E chi aveva insinuato l'accusa? L' allievo stesso cui giorni prima era stato sottratto il Walkmann, e che proprio a lui era ricorso, anzichè agli altri insegnanti, per avere giustizia, " perchè Lei è il solo che si prende a cuore le nostre cose..."

E che nel suo agire non avesse sbagliato per eccesso di difesa, glielo aveva confermato il fatto che la loro rappresentante di classe, la "mucca vorace" di prima*,  e colui che ne era il compagno di turno nel divagare di tutto durante le sue lezioni, li aveva visti due giorni dopo , che ancora rigiravano senza esserne stati convinti perplessi le copie dei suoi versamenti che aveva lasciato nel registro di classe...*** ( fine della revisione).

Era stato alla supposizione che le parole di quel suo collega riflettessero il discredito che la classe concorde aveva inteso gettare su chi ne aveva rotto l'omertà che cospirava a suo danno, che Egli discostandosi dalla linea di cautela impostagli dal Preside, che avrebbe sondato, - gli aveva assicurato, cercato le proprie gole profonde, quando si era reso conto di ciò che era successo- aveva rotto ogni indugio e iniziato a metterli alle strette, sino a che il giorno dopo aveva minacciato di fare quello che in tale situazione nel caso avrebbe effettivamente fatto.

" Mai e poi mai potrò consentire che posso essere promosso chi ne è stato una nullità nelle mie materie e si è sospinto voi lo sapete meglio di me fino a quanto.... mai e poi mai controfirmerò gli scrutini, invalidandone le operazioni..."

Al che, sgomento sotto la silenziosa pressione di tutta la classe, che ora per salvaguardare il salvabile tacita lo buttava a mare, l' ispiratore dell' atto aveva chiesto di uscire , colui nel quale ora poteva ravvisare e riconoscere il danneggiatore primo e ultimo di ogni sua attività scolastica, colui che non aveva saputo individuare nella sua pericolosità segreta, tanto si era celata sotto il suo disinteresse a figurare anche solo come un allievo nelle sue ore, accogliendo con allegria noncurante ogni pessimo voto che gli aveva inflitto.

Rovistando poi nel portafoglio, gli era capitato di ritrovarvi ancora il biglietto di ingresso gratuito che gli aveva offerto, insieme al suo compagno, ad un torneo giovanile di rugby che si era tenuto in citta...

Certo ne aveva avuto sin dagli inizi una certa avversione, all' estraneità soggiaceva una ributtanza che ne aveva per la bruttezza fisica e la indisponibilità mentale, ma mai v'era stato fra loro reale motivo di contesa, contrasto, talmente le evidenze erano innegabili ed era mancato qualsiasi appiglio in quel' allievo, perchè potesse pensare di potere esigere e pretendere alcunchè, e l' azione di disturbo e sabotaggio ne era stata più una suggerimento e un' istigazione tacita, di quanto non fosse stata svolta indirettamente...

Era rientrato dalla Presidenza in lacrime l' ora successiva, tra i sorrisi degli altri che aveva appagato, sistemandosi al suo posto con dignità disfatta, ma "piena e ampia confessione" l'avrebbe resa, messo alle strette solo il giorno seguente, il sabato dopo quello del suo crimine, quando nella ricostruzione ufficiale del misfatto tutto sarebbe venuto definitivamente sistemandosi, troppo tardi ahime, per potere recuperare ancora integro il corpo del delitto.

Quella mattina, quella della sua confessione definitiva, il ritardo abituale di qualche minuto con il quale era venuto a scuola, era stato dovuto a che non aveva dormito ancora che poche ore, spossato tutta la notte dall' essersi ostinato a  correggere, per porre rimedio, le ulteriori loro prove di cui disponeva, per integrarne le medie scolastiche che doveva ricostruire integralmente, e se lo era imposto con la forza residua della disperazione, perchè doveva pur farlo, e gli conveniva farlo, ad ogni costo, e aveva anzi da farlo assolutamente, prima che il rigetto dell' avversione di dannarsi per loro glielo precludesse.

E non era bastato che glielo avesse evocato, perchè uno di loro, il più irrrefrenato, lo stesso che a lui aveva fatto ricorso per i furti che pativa e che lo aveva diffamato di appropriazione indebita in capo a due giorni, di fronte a quel suo dovere adempiuto nonostante tutto , non avesse mancato di far ridere gli altri credendosi  da lui inascoltato, con la supposizione che il suo volto fosse impressionante per quante se ne era fatte...    

E il lunedì successivo, alla stazione seguente di quello interminabile Golgota, quando da colui che aveva compiuto il misfatto non occorreva sapere più niente, e tutto quello che aveva dire l' aveva detto o gli era stato fatto dire, egli l' aveva ritrovato ciononostante irriguardosamente in classe, che con il suo compagno più intimo  mentre egli teneva quella che sarebbe stata la sua ultima lezione, si consentiva di giocare a una battaglia navale.

Si consentiva? Era lui che glielo aveva consentito, che non aveva avuto il senso immediato dell' affronto che gli si faceva ancora, che così, per mancanza di spirito di reazione immediata, aveva aperto il varco ai loro attacchi, alla loro usura impunita della sua persona sino al colpo finale, che vi avrebbe posto  come sempre un rimedio ma tardivo, intempestivo,, proiettandosi in quella classe con una scusa un ' ora dopo, per intimargli di non essere più presente a una sua lezione

" Visto che la persona in questione non dimostra la sensibilità non dico di un animale comune, ma nemmeno quella di un vegetale...."

Stava già incubando così la sua reazione esplosiva senza vie di uscita, in quello che era la disperazione patibolare del suo lavoro, per ciò che poteva ripromettersene da se stesso e dagli altri, per il futuro di affronto e tormento che gli si prefigurava così interminabilmente davanti, seguitando cionostante ad attenersi ad ogni dovere e compito, a rimediare alla malefatta subita e pure a continuare le attivitò ordinarie senza risarcimento di sorta, incapace di sottrarsi al suo surplus dannato di lavoro che ne conseguiva, senza che per questo avvertisse riconoscimento o riguardo di sorta per vciò che tutti sapevano ormai che veniva patendo, anzi, nel seguitare della loro generalità, per parte loro, a mancargli come al solito del  doveroso riguardo; il Preside che non s' interessava che del danno che ne proveniva alla scuola e ai suoi documenti ed atti effetti, e che parlava e discuteva della condotta del caso, con tutti tranne con lui, liquidandolo quando accennava ad interpellarlo con le più sbrigative parole, sicuro che avrebbe comunque fatto tutto quello che gli restava si aggiungeva da fare, mentre tra il personale della scuola cresceva l' insofferenza , per i disagi che ne conseguivano a loro dal sovrappiù di lavoro che gli toccava accollarsi.   

 

                   

 

 

 

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