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L'accusa |
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Redazione generale
Date le condizioni di grave difficoltà psicologica in cui attualmente verso, in quanto che a seguito degli eventi denunciati in quanto ho notificato sul registro, si è acutizzata la nevrosi depressiva che patisco da decenni, debbo affidare a questo testo scritto la giustificazione di quanto ho sostenuto in quella nota e le richieste che avanzo.
Le mie affermazioni che vi figurano che sia stato l'allievo Gollini Damiano a promuovere e a riproporre con accanimento ininterotto un attacco alla mia dignità personale e del mio lavoro in classe, e che egli stesse riassumendo atteggiamenti prevaricatori o offensivi nei confronti di altri compagni, si fondano su quanto segue. Già nella seconda metà di settembre era accaduto per due volte che non incidentalmente, ma per ridere della mia persona con uno scherzo irriguardoso, la cattedra fosse stata sbilanciata oltre il bordo della pedana, di modo che per due volte le cartelle e i libri che vi avevo appoggiato sono ricaduti in classe. Tale atto, che ho vissuto come uno affronto vergognoso e mortificante, singolarmente non si è più ripetuto dopo che uno degli ultimi sabati di settembre, entrando in classe prima dell' inizio delle due ultime ore di lezione, - ero di sorveglianza in corridoio- allo stesso tempo vi ho visto all' interno l'allievo Gollini, la cattedra pencolante in bilico, e il libretto scolastico o il diario personale di Rizzato Simone... Lo stesso giorno, o il sabato seguente, al centro commerciale la Favorita è poi successo che l' ex-allievo Mazzoni Simone, con il quale mi ero intrattenuto per dissuaderlo a fare rientro in un Istituto che non frequenta più, come si era già verificato, tanto più se doveva venirvi a parlare in termini offensivi e irriguardosi del preside, quando gli ho parlato dell' accaduto, mi ha detto, considerando la cosa niente più che un ameno scherzo, " Sono stato io il maestro in questo di Gollini". Se non ho fatto parola con Voi colleghi di questi fatti, nei C.d. C. precedenti, è perchè mi vergognavo e mi mortificavo, soprattutto con colleghi più giovani di me e che mi consideravano con riguardo e rispetto, che gli allievi si potessero consentire queste cose con me, e con se soltanto, fra i loro insegnanti. nonostante la
mia età e i miei anni di insegnamento Il fatto che non fossero trascorse nemmeno due settimane di scuola e che fossimo già a tanto, trova le sue ragioni, a mio giudizio, in tutto quanto è successo nella 1C l'anno precedente. Durante l'intero anno scolastico l' allievo di cui si discute la condotta già aveva avuto modo di esprimere la sua prepotenza nei confronti dei compagni, tormentando ora questo ora quell' altro compagno che non sapeva sopportare le sue prevaricazioni- ad esempio il furto reiterato di effetti personali come si assentava- mi riferisco in particolare all' allievo Zanetti Thomas-, assumendo parole e atteggiamenti aggressivi e insultanti nei confronti delle compagne, l'allieva Rodolfi Valentina in particolare, determinando chi era accettabile e chi era inaccettabile, un inferiore in classe. Non è un caso che il diario che figurava nel cestino dei rifiuti, fosse lo stesso dell' allievo Rizzato Simone, che aveva subito una rottura delle dita certo da parte dell' allievo Bocchi Antonio, colpevole di una confidenza in cui non si doveva attentare con uno che gli si presumeva superiore, ma secondo un codice del rango e della dignità degli allievi che lo stesso Gollini più di ogni altro aveva tracciato in classe. Quanto a me, devo pur mettere in conto la mia mancanza di formazioni reattive di difesa. Ma va considerato che il sottoscritto, piu che ogni altro insegnante ne è stato sottoposto a usura, dato l'orario scolastico cui vi ero tenuto, e che aveva avuto modo di individuare e di stigmatizzare per questo la condotta del medesimo, che come ha fiutato e capito che per fronteggiarlo non potevo rifarmi che a me stesso, che insomma ero uno sceriffo di latta, ha pensato bene di fare di me il suo bersaglio. In una lettera che non a caso ho rinunciato a inviare allora al nostro Signor Preside, denunciavo già l' anno scorso come mi svillaneggiasse e irridesse in classe con i compagni, fingendo di beffeggiare un Ludo o Nudo che altri non ero che io stesso. Ma seguitando con l'anno in corso, a ottobre l' iniziativa che è cresciuta in classe per....
Sequela degli eventi
Sequela degli eventi
Si fa presente che tale sequela isola singoli atti dell' interessato, che restano avulsi dalla dinamica che innestavano coinvolgendo per diverse ragioni e in diversi modi la generalità della scolaresca. prima metà di settembre 98: per due volte la cattedra viene sbilanciata per far cadere con mia mortificazione le borse e i libri in classe. Un sabato di settembre rinvengo in classe durante l' intervallo in cui sono di sorveglianza, l'allievo Gollini, la cattedra è in bilico e il libretto personale o il diario di Rizzato Simone figura nel cestino. Lo stesso sabato o il seguente, ritrovo l' ex allievo Simone Mazzoni al centro commerciale La Favorita, ne parlo, e si vanta di essere stato lui in questo il maestro di Gollini. Ottobre: la classe, come non fa con nessun altro insegnante, tenta di fare del mio legalitarismo una camicia di forza per invalidare la mia possibilità di pretendere lo svolgimento dei compiti, con la giustificazione che non figurava indicata nel registro. La pretesa risulta successivamente scorretta e sostenuta in malafede, per il semplice fatto che è avanzata nei miei solo confronti, come risulta da un successivo controllo del registro. In tale " campagna di ottobre" lo stesso Gollini ha un ruolo preminente, anche se non posso sapere se l' ha escogitata o istigata, nell' arrogarsi, venuto il suo turno, di non essere tenuto a svolgere uno di temi che pur avevo dettato in classe perché i termini della consegna li avevo solo indicati a voce. Lo stesso allievo tra ottobre e novembre più volte mette a disagio il sottoscritto e lo svolgimento delle lezioni, abusando del diritto di uscire che gli è concesso, e sottraendosi alla lezione per decine e decine di minuti- sono costretto ad attenderlo in ansia nel corridoio-, una volta avvalendosi della giustificazione di dover fare delle fotocopie per la professoressa di matematica. Il giorno della prima prova scritta d' Italiano*, mentre altri suoi 10 compagni restano fuori l'intera mattinata per uno sciopero studentesco, egli e l' amico Savioli sono creduti dal Preside nella giustificazione singolare che adducono di un loro ritardo, che consente a loro di saltare solo le ore del mio Compito in classe preventivato. Tra ottobre e novembre per un acutizzarsi della mia otite cronica si acuiscono le mie difficoltà di sentire rumori quali il suono della campana mentre sono sempre più frastornato e disorientato dal brusio generale che si leva in classe. Vista l' impossibilità di mascherare oltre il mio handicap, faccio incautamente appello al senso di riguardo che mi è dovuto. Si scatena invece una provocazione di lezione in lezione sempre più frequente nell' umiliarmi e nell' esasperarmi con gridi e vocii animaleschi. Così, a quanto posso desumere dalle mie note personali accade ad esempio sabato 14 novembre, lunedì 16 novembre, nel corso della seconda prova scritta di Italiano, durante la quale essendo alle sue spalle sono io a sorprendere l' allievo Gollini Damiano in un verso animale una volta che ha consegnato le prove, finché la provocazione esplode nelle sue forme più clamorose giovedì 19 novembre la prima e unica volta che conduco la classe in sala audiovisivi, reiterata nel buio della sala più volte. Quando il sabato seguente stigmatizzo l'accaduto con veemenza, senza fare nome alcuno, singolarmente è l' allievo Gollini Damiano, che scavalcando i rappresentanti di classe, sfida il sottoscritto a fare nomi, il suo, se ne ho le prove. Secondo una strategia invariante, quella del rovesciamento delle parti, egli si è atteggiato costantemente a vittima, quasi che l'accanimento non fosse il suo, nel provocarmi, nel provocare i compagni a ad irridermi, e a farsi beffe, ma il mio persecutorio nei suoi, nei loro confronti, salvo poi in capo a un istante farsi beffe tra di loro di miei scrupoli e di cautele. Nella mia reprimenda di quel sabato io li invito sull' esempio dell' intervento di Scamardella, che ha segnalato un mio errore nella correzione del suo Compito, a una provocazione mentale, essa sì lecita, non fisiologica. Ed egli fa del mio invito, per il suo atteggiamento accanitamente oppositivo nei miei confronti, un obbligo compulsivo a sfidarmi, sulla formulazione di una mia prova, già il lunedì seguente, 23 novembre, quando consegno la prova scritta di Italiano. Ne ha mancato, poi, ad ogni mio svarione nella pronuncia dell' Inglese, di segnalarlo come gli era lecito ma offensivamente in classe, nei toni assunti, tali che nessun insegnante dovrebbe consentirseli con un allievo. Sortiti così tuttavia esiti dappoco o nulli nella provocazione mentale, persevera nella sola critica di cui è capace, ossia quella fisiologica. Annoto nel diario per una possibile nota, in data 24 novembre che è il giorno seguente-ne ho ancora la memoria visiva- Gollini Damiano. Si stira( enfaticamente) le braccia e sbadiglia sonoramente in classe, ad esprimere in modi non debiti il suo disinteresse per la prova in classe." Si fa presente che è avvenuto nel silenzio generale mentre stavo spiegando. e il 3 dicembre idem, Gollini si è profuso in versi animali. Il giorno della rottura della mia resistenza è il 14 dicembre lunedì, in cui è annotato sulla mia agenda: oltre ai consueti comportamenti di disturbo dell' allievo Gollini, si rileva un suo scambio di insulti pesanti con l'allieva Rodolfi Valentina, sulle qualità morali e le abitudini sessuali delle rispettive madri. Ricordo che ha fatto riferimento "a quella p. di tua madre". Il sabato seguente 19 dicembre nonostante la nota, anzi come se ne fosse stato immunizzato, l' allievo Gollini Damiano pur non assumendo alcun atteggiamento irriguardoso, si mostra irrefrenabile nel parlare e nel muoversi indisciplinatamente in classe. E lo stesso lunedì 21 dicembre debbo addirittura punirlo con un tema supplementare, così come gli allievi Gandolfi, Andreato Scamardella e Massignan, perché sull' esempio del suo interpellare irrefrenabilmente chi ha intorno, anche gli altri non smettono di farlo.
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