all'indice delle cronache |
1schoolday |
|
Testo Ripone la bici all'ingresso della
scuola che l' ora di inizio è già cominciata, sa bene che oggi, ch' è
il primo giorno di scuola, per non accusare il ritardo può valersi del
fatto che il Preside tenga un discorso alle classi prime, che l'appello e
la consegna delle scolaresche debba ancora avere luogo, ma avrebbe voluto
e ci teneva il primo giorno ad essere puntuale, anzichè puntualmente in
ritardo, spezzare fin dagli esordi il suo fatalismo, quando è tutta la
sua vita che è in ritardo, che è una resa nello stesso sforzo, un
fallimento scontato nel cimento... Lo sapeva e presupponeva anche
ieri sera che non sarebbe servito a niente rinunciare alla lettura e alla
scrittura per predisporre ogni cosa, il sacrificio anticipato del suo
tempo alla sua vita scolastica, per non avere al risveglio, così, che da
alzarsi e rivestirsi ed andare... Sopraggiunge irresistibilmente
sempre, lo sa, l' impedimento, l' urgenza lo scrupolo imprevisti, il
ritorno suoi sui passi per riassicurarsi, l' inerzia letargica nell'
ultimare tutto, questo o quel sintomo di' un 'avversione irriducibile al
suo destino di spreco, Lo si rassicura, all' ingresso,
non è ancora la sua volta, eccoli, ancora intimiditi, nella mensa grande,
che si scrutano intorno, che ricercano riferimenti, con chi ritrovarsi,
le loro file che si diradano ad
ogni classe che si avvia. Chiamano ora la sua classe, avanza
verso il Preside, per raccogliere con il registro di classe i libretti e
le indicazioni da fornire agli allievi. Li guarda in volto, senza
fissarli, i nuovi allievi che si raccolgono al suo seguito, di dentro
cercando di imporsi sicurezza, non curanza, di fare attenzione a non
mostrarsi timoroso di sbagliare l' aula dove deve recarli. Anno scolastico, ...., alla
consegna del registro, come l' ha ricevuto in didattica, nel compilarne le
sole indicazioni di copertina, ha dovuto continua. Condoglianze Mi sono /Si è sentito farmi/si
ancora più gelido, quasi scostante, quando l' allievo del primo banco
mi/gli ha detto perchè la madre aveva chiesto che lo giustificasse. Quando avevo/a detto a loro, il
giorno prima, e già più di una volta lui aveva
sbagliato quale fosse la materia del giorno. Sua nonna era morta la sera
precedente. Non credo di essermi alterato in
alcun tratto del viso e della voce, quell' annuncio non mi è giunto di
dentro che come una contrarietà
che mi infastidiva, un contrattempo che ponendomi in difficoltà, per la
stessa ostilità pregiudizievole con la quale l' avevo prevenuto, mi
obbligava adesso a diffondermi sul regime delle giustifiche, a dovermi
spiegare, a motivare le ragioni della rigidità di posizioni che
prefiguravo, delle possibilità di farvi eccezioni, di consentire
discrezionalità. E per quanto cercassi di
ammorbidire, di attenuare, sentivo di dovere parlare e ancora parlare, per
giustificarmi a volta, di una durezza indifferente che peccava di
incomprensione. Per affidabili che si siano finora
mostrati, temevo ed è ancora il timore che solo che mi fossi / è il suo
timore che solo si mostri troppo disponibile, facile o ingenuo a crederli,
sia fatta perchè ne abusino, già ne approfittino. Non aspettano che di cogliere ogni
mia/ sua debolezza, perchè cada nella tagliola della sua umanità con
loro. Ah, il mio timore di parere
insensibile, questo usare comunque timorosi riguardi... per cui mi riferivo a un mio
allievo al quale l' anno scorso è morto il padre, insistevo che il
problema si pone, in simili circostanze., quando l' allievo che subisce un
lutto per farsi forte, riuscire a riaffrontare la vita, sente che è
meglio che ritorni a scuola, fra i compagni, anche se il suo profitto ne
risente, mentre potrebbe evitarle, le insufficienze, se seguitasse a
restare assente Perchè, anzichè rifarmi a tali
penosi casi estremi, poi alludere a quanto sia impietosa la scuola nei
riguardi del suo personale in tali circostanze, in cui è obbligatorio
chiedere il permesso per partecipare alle esequie dei nostri cari, senza
più appigli nella mia precarietà mentale, a disagio per le tante parole,
troppe, tante quanto era inopportuno e inappropriato ogni cosa che dicevo,
ogni tono che variavo, quando la giusta misura ne richiedeva così poche,
non ho detto del triste precedente della condotta della maggior parte
degli allievi della classe seconda del loro corso l'anno scorso, quando
hanno profittato delle esequie del figlio della loro insegnante di
Matematica, pur di perdere delle mie ore di lezione, per disperdersi nei
bar circostanti, anzichè presenziare ai funerali come si erano
giustificati Ho solo alluso, e fortunatamente,
-non avrei che divulgato cose
troppo segrete e dolorose senza che potessero comprenderle, a come io
invece non abbia trovato nella scuola, nelle sue maestranze presunte,
conforto e aiuto nei miei lutti recenti. Avrei dovuto loro dire,
altrimenti, che non ho fatto il mio dovere a fare il mio dovere di
insegnante, nel sottrarmi a mio padre morente per non farlo soffrire della
sofferenza che mi infliggevano degli stronzi di allievi, che mi infliggeva
la connivenza con loro della feccia dei miei colleghi di allora, e nel
venire comunque a scuola, or è quasi un anno, E avrei dovuto aggiungere, che
oramai, mentre soffro ad ogni fase di gioco delle partite cui assisto
della squadra per cui tifo, neanche più lo sento, il senso di colpa di
queste mie parole. " Le azioni salgono e
scendono in giornata...", diceva a un altro un mio collega che si è
convertito dall' ultrasinistra e dalle ragioni della politica al gioco in
borsa. " Salgono e scendono come
noi, esattamente - come si è allontanato ho soggiunto al suo
interlocutore.
Cronaca Anche un giovane di Castelgoffredo
tra i termoinsofferenti che
protestano, al loro risveglio dopo un sonno
soffocante ENNESIMO LITIGIO IN UNA FAMIGLIA
MANTOVANA PER L'ECCESSIVO CALORE MATERNO " Come se non ci fosse già
l'effetto serra...", ha protestato il figlio all' indirizzo della
madre dopo una notte agitata, se non insonne, sotto il peso di una
termocoperta che puntualmente l' ha risvegliato, infastidendolo, ogni
volta che si è rigirato nel sonno. E come se non bastassero il peso e
il calore della termocoperta, " un ver stuin" ha polemizzato il
figlio, la camera era stata surriscaldata dalla madre sino a farle
sfiorare i 30 gradi di calore centigradi interni, per come costei aveva
regolato la sera precedente l'impianto di riscaldamento autonomo in
appartamento, secondo quanto hanno potuto accertare dallo stato radiante,
delle pareti interne, i periti sollecitati a un loro intervento da parte
di un anonimo, " Ti t' an se mia cus i è i
reumatism" alle rimostranze mattutine del figlio avrebbe ribattuto Il giovane così vibratamente
protestatario, di questo fatto di cronaca, è S. S., di anni 15, del quale
si tacciono qui le generalità, e la residenza, essendo Stefano Storti
ancora minorenne, anche se si è Qualcuno si è anche impermalosito,
qualcun altro ha supposto che "ce l'abbia su per questo con il
padreterno e che non sia di buoni sentimenti cristiani", sollevando
sospetti e allarmi sul suo spirito di sopportazione. Per questo pare che non sia il
caso di meravigliarsi, secondo qualcuno che ha raccolto le indiscrezioni
di sua madre al supermarket, se quel ragazzo se l'è presa tanto con lei
che ha ribadito, intervistata, -anche il Tgr regionale si è infervorato
al caso, ed è prevista inevitabilmente un' interpellanza parlamentare,
visto che puntualmente, all' arrivo dell' inverno, la vicenda si ripete e
torna a ripetersi in numerose famiglie-, di non volere che il bene del
figlio, e di averlo termoriscaldato
solo per evitargli quei benedetti reumatismi, non pensando nemmeno
lontanamente che la cosa potesse arrecargli tanto fastidio. " I è tuti stupidadi, in
ogni manera" ha concluso, quasi a volere con questo smorzare ogni
polemica sul caso. In ogni modo pare che non ci sia
materia d' intervento per l'autorità giudiziaria, anche se i fautori in
paese delle ragioni del figlio parlano di evidente abuso della propria
potestà materna da parte della signora, parlano addirittura di una sua
possibile incriminazione, per riduzione in stato di soggezione
termoambientale di un minorenne, mentre chi parteggia per la madre parla
invece di risibile montatura, di un normale dissapore tra madre e figlio
alimentato ad arte, non si sa da chi, che si sgonfierà ben presto, ne
sono sicuri, insieme con il clamore incredibile sollevato dal caso. Se il figlio non fa che riderci sù,
e qualcuno osserva " assai scioccamente", " E' proprio da
lui essere così, " Cusa voeut mai, con i fioei dal di d' incoeou",
pare che la madre , a dispetto delle apparenze, si sia visibilmente
risentita della imprevista termoinsofferenza del figlio. La prognosi delle vicine
competenti resta comunque riservata. Pare in ogni caso che la signora
ne avrà per qualche giorno, prima che possa tornare al suo abituale
buonumore con il figlio.
|