Nello Yemen

Sana'a, 

 

Sana'a


 

 

3 agosto 92

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Nell'antica Sana'a ho concluso furtivamente le pagine precedenti, in quanto il bambino cosi discretamente gentile che mi aveva offerto qualche ryal e una sua caramella, presso la scalea in discesa dell'hotel che fronteggia la sua dimora, con un nugolo di bambini e di bambine stava già attendendo che salissi a visitarne gli interni, dopo avere sorriso di un vecchio che dalla finestrella in alto della turrita casa prospiciente, si era sporto nel cortile interno dell'albergo a inveire contro un suo compagno di giochi, che seguitava a far ruzzolare un copertone contro la porta sottostante.

Ed è stato solo allorché sono giunto al termine della scala a chiocciola della sua dimora, quando dall'alto del terrazzo all'aperto ho rimirato Sana'a, che la sua bellezza mi si è tramutata in incanto.  

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Oltre il verde dei bustan, quale leggiadria di quinte sceniche di palazzi e palazzi, le loro scarpate, o le sommità turrite,  lievitate in (da) una trama di eteree trine e merlettature,

nelle orlature e dentellature (, di gessi e stucchi), della (di una) passamaneria ancestrale di maestranze immemoriali, mirabilmente continua nelle umili dimore e negli illustri palazzi, negli oculi visivi o nei florilegi delle aperture d'aria e di luce, nelle traforature dei pianerottoli come nelle feritoie di sporti e muliebri terrazzi, sovraergentesi, nelle incorniciature e finestrature così stupefacentemente variate, a luna crescente o a tutto sesto, archiacute o ribassate, in intrecci grigliati o serpentinature ascendenti, che rimodulavano interminabilmente (di rimodulazioni interminabili (infinite) degli) gli stessi motivi, secondo uno spirito architettonico che nella notte dei tempi sabei, od aksumiti, ha attinto tale variazione dell''uniformità mirabile di stile architettonico, che è la mirabilia favolosa dell'archetipo principe ( ultimo) della città islamica, sia l'esemplare di tale mirabilia la cubatura interminabile e monocroma di Fes o di Marrakesch,o la poliedria policroma della pentapoli di Ghardaia.

E di tale trama candita di case torri e palazzi turriti, i minareti medesimi erano intessuti quali mete celesti efflorescenti.

Erano i fratellini più piccoli, tramite una sorella maggiore, che mi distoglievano da tale incantesimo per ricondurmi quale ospite nell'interno del diwan, 11yemen.jpg (61578 byte) ove quindi erano la madre ed il fratello più adulto, in compagnia di un amico, ad accogliermi tra stuoie e cuscini su confortevoli poggiali, in un canto borbottante il narghilè nella sua fasciatura serpentinante, nell'altro troneggiante di fronte un televisore sovrastato di cassette, mentre fasci di qat erano sparsi al centro e dintorno per essersi masticati.

Tra i fratelli adolescenti uno, il più bello, si pavoneggiava del suo pugnale nella candida djellaba, riadattandosi la cintura trasversale della sua guaina, mentre un altro più estroso, sopraggiunto più tardi,  era l'unico della famiglia, in camicia e calzoni, a indossare in contrasto panni di tutti i giorni occidentali.

Alla domanda postami successivamente dal fratello maggiore, se gli fosse possibile venire a lavorare in Italia nel settore dell'Informatica,- lui è attualmente "operatore turistico"-, e se una volta in Italia gli fosse possibile sposarsi con un'italiana, n risposta non ho sottaciuto che più che l'acquisizione di un posto di lavoro, la riuscita di un suo eventuale matrimonio con una italiana era la possibilità più remota, poiché la fedeltà femminile si fondava nella nostra civiltà sulla fiducia e sulla libertà di vita concessa alla donna, cui si consente di uscire con altri uomini e donne.

" That is bad" si è contrariato in risposta, rannuvolandosi istantaneamente nel suo islamismo yemenita.

Poi è stata accesa la televisione, e tra una masticatura di germogli di qat e una presa e l'altra dal narghilè, quel nugolo di fratelli e di sorelline si è raccolto unanimemente assorto nel riverbero sui volti delle immagini di cartoons, mentre nell'angolo alla mia destra il fratelo maggiore discuteva con l'amico della interpretazione delle note e delle parole di antichi canti di Sana'a, e la madre, ancora giovane e florida e bella, dall'altro canto sovraintendeva discretamente il tutto.

Quando il padre è sopraggiunto, un uomo alto e anziano furtivamente cordiale, si è apprestato alla preghiera nella sala accanto , dove i bimbi più piccoli l'hanno prestamente raggiunto con lui giocando e bisticciandosi, prima che si distendesse e li allontanasse per riposarsi.

Quando dall'ospitalità cordiale di tale famiglia mi sono congedato, facendomi accompagnare lungo le scale fino all'uscita dal giovane fratello più bello, con inusitato calore stringendogli la tenera (morbida) ( trepida) mano, il cammino casuale mi ha condotto nell'animazione dei suk, fra i banchi di aromi fragranti di profumi e di spezie, dove si cumulavano i coni di hennè e distese di foglie di tabacco, e ai negozianti di tessuti si alternavano i cambiavalute con i loro plichi di banconote, finché non sono giunto nel traffichio di bab el Yemen, dei suoi venditori di giacche e di otri di zucche, di accessori i più  vari e di pezzi di ricambio,.

Mi sono infine perso per la antica Sana'a notturna, mentre le sue finestre vetrate, su in alto, ovunque dintorno si accendevano nelle tenebre di florilegi policromi.

Ieri quindi mi sono trasferito nel'hotel dove scrivo, che è lo stesso hotel che fronteggia la dimora dove sono stato ospitato, e successivamente, dopo avere ricercato il C.T.O. per informarmi sulla durata del visto yemenita e sull'ubicazione della sede dell'Ambasciata Egiziana, all'insorgenza già dell'ansia del rientro, per sapervi se per farvi ritorno mi occorresse rifare il visto di transito, mi sono recato al Museo Archeologico Nazionale, particolarmente interessato ai reperti dell'arte preislamica dell'Arabia Felix.

E a dire il vero, (le antiche civiltà dei) i fortunatissimi signori dell'incenso ( nelle loro manifestazioni spirituali mi sono apparse alquante omologhe) mi sono apparsi omologhi ai Fenici, ricettori (ricettatori) di forme che non esprimono che tipi votivi, siano umani o animali o vegetali, senza originalità di intenti( differenziali,) che non siano il compendio sommario delle figure rudimentali, nei simulacri sabei per evidenziarne la (sola) stupefazione estatica degli occhi dilatati, secondo modelli felicemente subalterni a superiori standard nilotici o mesopotamici, e in seguito ellenistico-romani.

E pur tuttavia i vari reperti sembravano animarsi nel tempo per una destinazione più alta, verso un' astrazione sempre più assoluta delle forme animali e vegetali, in conformità a un'ispirazione preislamica che divenne antitetica al substrato delle coeve civiltà europee, quale venne ad espressione negli universi celtici, il cui ascendente celtico appare invece l'animazione animale, e vegetale, di libere astrazioni originarie.

(Tra i rilievi ornamentali dei reami preislamici mi hanno altresì particolarmente suggestionato, conclusivamente, le profondità prospettiche di simulate quinte parallepipede, secondo frames similari, è da supporre, alle suggestioni visive dei fondali dei pilastri di templi e palazzi dell'Arabia felix.)

Et ça suffit now.      

             

 

 

At home, again

 

Il mio alter ego, chissà, forse a giorni sarebbe pervenuto a Sana'a, o forse ora già ammirerebbe dal vivo, ciò che io riguardo su queste pagine.

Per ore ne sarebbe rimasto di certo incantato, ma una città per lui non potrà mai essere la perfezione di un'opera d'arte; poiché l' ornamentazione più fantastica per lui non potrà mai costituire il riscatto dei suoi rifiuti e reietti, della miseria di malviventi e di storpi di cui brulica viva.

E anche l'architettura anonima di mirabili maestranze secolari, per lui si disincanterà all'istante in passamaneria, nell'affatturazione di una glassa candita con perizia incallita.

Così non avrà più sensi, che per il sentore del vero di ordure e sudore.

Le vie e i traffici, animantisi (pulsanti) sudici di madidi guadagni...

Purificatesi, sublimi, nel rimpianto  delle sole città mirabili che sono morte: Petra, Palmira, Djemila, Bulla Regia...  

 

 

Wadi Dar

 

13yemen.jpg (61789 byte)Il castello dell'Imam: contro le voragini rocciose vi si erge dal suo sperone, sullo sfondo del cielo, come la solidificazione aerea del fatato palazzo di un mago.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Sana'a 5 agosto

 

Ieri Shiban-Kawkaban, Tawilat.

Da Shiban , l'unica città dello Yemen che ricorra nelle Mille e una notte, dopo essermi aggirato intorno alla cinta muraria (dell'apadana) del cortile della sua moschea senza potervi entrare, mi sono inerpicato lungo l'erta scoscesa per raggiungere arroccati sù in alto i resti fortificati di Kawkaban;32yemen.jpg (37429 byte) ma a metà dell'ascesa ho smarrito stolidamente il sentiero, infastidito da alcuni giovani yemeniti, da cui ho voluto distogliermi, che vi si addestravano a caccia di corvi con i loro kalashnikov, cosicchè nell'evitarli mi sono inoltrasto in un agevole percorso lungo i crinali del monte di chilometri e chilometri,al termine del quale iniziava la carrozzabile sterrata per kawkaban, il cui inerpicarsi mi risultava interminabile.

Ma forse vi era in questo una concomitanza astrale, poiché il conducente del furgone che mi dava un passaggio lungo la carrozzabile non appena desistevo, mi riconduceva in Shiban in anticipo, rispetto ai tempi che avrei comunque impiegato a salire e discendere da Kawkaban a piedi lungo il sentiero originario, (ma) e appena in tempo per salire sull' ultimo  minibus per Tawilat.

Il paesaggio del territorio di Al-mahwit che mi si apriva davanti, già arioso e grandioso lungo l'erta interrotta per Kawkaban, proseguendo diveniva più ancora stupefacentemente impressionante, come se i frastagliati picchi e le rampe tra le cupe voragini, 22yemen.jpg (38502 byte) ergentisi da fondovalli verdeggianti e solidificati nelle ( in ) torri e palazzi dei  villaggi annidantisi, 35yemen.jpg (30180 byte) fossero fra le foschie (di nubi)le pietrificazioni fra le foschie di ridde di antichi maghi,  di cui, tra gli speroni delle cime quali bastioni, fossero le castellanie franate nel tempo le dirute rovine.  

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E Tawilat, con le sue fortificazioni tra le più crestate frastagliature, si è profilata come la drammatizzazione più acuta di tale paesaggio. 

In Tawilat, come nei villaggi circostanti, ogni dimora è di ruvida pietra sino ai piani più alti, il che ne impone più sobria e semplice l'ornamentazione, e ne solidifica austeramente la volumetria, che mi è risultata particolarmente appagante, dopo le miriadi di canditure di Sana'a.

Peccato, che le vie sterrate fossero la discarica di ogni rifiuto, che i passi e le ruote provvedevano a stritolare e ad interpenetrare.

Al ripercorrerlo, al ritorno, il paesaggio dell'Al-Mahwit mi ha rievocato quasi ne fosse una riconfigurazione impressionante quello del Marocco, dell' Alto Atlante e lungo la via delle Kasbe, nei vividi contrasti  tra il verde dei fondovalle e le rocce, e tra le faglie ( gli sfasci) di queste e le scaturigini (delle conformazioni) turrite dei villaggi attinti dalle loro visceri, variando(ne) dalle Kasbe  nella petrosità dei villaggi, in luogo dell'argilla di cui le dimore dell'Atlante sono plasmate più arrotondate, e così nell'intensità più cupa e fosca, che ne deriva, nei contrasti dei toni degli abitati con il verdeggiare della natura.

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Da Ibb a Mareb

 

 

Verso Ibb

 

Credevo che oggi avessi a compiere solo una tappa di avvicinamento a Jbla.

Il paesaggio intermedio dell'altipiano, invece, ha animato straordinariamente il percorso, dapprima nella discesa verso il passo di Yslak, ove i sottostanti villaggi in argilla sono apparsi in un intenso chiaroscuro tra le dorsali dirupate e il fondovalle crestato di rilievi e rilievi; quindi, dopo chilometri e chilometri di arida altura, il paesaggio si è fatto sempre più verde e grandioso, lungo le rampe d'ascesa dell'ulteriore passo di Sumara, sino ad apparire, poi allo slargarsi giù in fondo fino all' estremità dell' orizzonte, nei terrazzamenti e nei riquadri di coltivi, un'infinita tavolozza di sterminati comparti di ogni coloritura di verde, per tramutarsi infine, nella discesa verso Ibb, nell'insorgenza sedatasi e antropizzata, in ogni sua prominenza, della drammaturgia naturale di ogni sorta di voragine e picchi, di strapiombi ed erose dorsali, allorché nel configurarsi insieme dell'acrocoro etiopico, le sommosse il distacco di Africa ed Asia ( allorché, conformando al contempo l'acrocoro etiopico, le sommosse il distacco di Africa ed Asia).

Eppure a perdita d'occhio, non v'era più alcuna ondulazione rafferma, delle scarpate laviche, che non fosse stata tramutata in terrazzamenti, cocuzzolo o scosceso declivio, che non fosse popolato di villaggi e casolari sparsi, cima che non fosse crestata di turriti manieri; tra cammelli e fichi d'India, nel più epico traslato arabo di un Medioevo Appenninico.           

 

 

All'atto di partire da Sana'a

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All'atto di partire da Sana'a, ho cambiato altri 50 dollari presso un botteghino privato. In ciò mi è occorso più tempo del previsto, poiché il giovane addetto, suffragato alle spalle da un anziano cambiavalute, ne ha tentate più di una (varie) per imbrogliarmi.

Dapprima, con la minicalcolatrice, ha cercato (cercando) di ripristinare gli importi di un cambio, a lui più favorevole, che con risolutezza avevo già vanificato (nel patteggiamento); poi ha provato a scambiarmi di meno dei 1500 ryals convenuti, pagandomi con una serie sfibrante di biglietti da 20, al fine di confondermi e farmi perdere (di modo che mi confondessi e ne perdessi) il computo manchevole, e quindi è ricorso a una serie alterna di banconote, del taglio di 50 oltre chè di 100 ryals, affinché confondendone l'importo almeno una restasse nella tasca del garzone; che dal suo interno doveva invece sfilarla contrariato e stizzito, mentre il gestore del banco, appresso a un cenno a desistere rivoltogli con la destra, mi ha lampeggiato con uno sguardo(,) di sottecchi, che ne attestava l'avvenuto riconoscimento, ch'eppure mi lusingava, della propria stessa sordidità accorta nella mia avvedutezza .  

Poi nel congedarmi dai cordialissimi e gentilissimi addetti dell'Hotel Al Dyafa, verso la cui generosità ospitale il mio animo è rimasto così avaramente diffidente e pusillanime, ho avuto modo di esilarali in virtù della mole immane del mio zaino.

" E' un'autentica farmacia e utensileria domestica, "a very drugstore and library, a kind ok souk and of bazar".

E a riprova ho estratto filo e refe, nastri e forbici e cordame, lo scatolame residuo, un mezzo sacco, delle cibarie che (di quanto) mi ero portato appresso dall'Italia"

" Ma credevi di venire nel Vietnam( nello Yemen )?- mi ha chiesto uno di loro divertito.

Intanto rievocavo loro come avessi fantasticato di venire nello Yemen in motonave, " from Italy to Grece, from Grece to Aegypt, from Aegypt to Gedda by the Red Sea...

mentre solo a tal punto ho realizzato appieno, quanto mi abbia segnato e provato l'esperienza della miseria socialista in Algeria, quando (dove) nel Sahara non si può trovare che nei migliori hotels l'acqua minerale, e( si deve riaccertare che) manca presso ché ovunque presso ché di tutto, sicché la volta seguente ho imparato a portarmi appresso in Algeria anche lo specchietto per radermi e una lampada frontale.

Al rientro a Sana'a, spero di poter fornire ( arrecare) a loro qualche esempio ulteriore, di come possano risultare oltremodo indispensabili(,) certi materiali e utensili, in determinate evenienze ed emergenze, e (così) come un foglio d'alluminio, la cosa mi è accaduto ieri sera nell'hotel di Ibb, se è disteso sul fondo possa servire da isolante, qualora l'ammattonato della doccia sia lo stesso del bugliolo adiacente, e avrò modo di illustrare anche quanto tornino utili un lenzuolo risvoltato con l'elastico, un materassino o il solo poggiatesta gonfiabile, nell'ovviare alle lenzuola e ai guanciali sordidi di un mancato ricambio, e i tappi acustici che in quella pensione, in Talaat Harb Street, mi hanno consentito di dormire in immersione totale nel traffico metropolitano della megalopoli del Cairo.

Eppure persiste sulle mie spalle un gravame eccessivo, irrefutabile, che è da addebitare unicamente alla mia indeterminazione: che è stato costituito, nell'alternativa bi-dilemmatica se rimanere in Grecia o proseguire per la Turchia, se non già per lo Yemen, dalle guide della Grecia e della Turchia, e una volta giunto in Egitto, nell'ulteriore dilemma ramificantesi se proseguire per lo Yemen o soffermarmi nel Delta, e una volta nel Delta, se dirigermi ulteriormente nel Sinai o ritornare in Giordania, che è stato ancor più appesantito dalle guide duplici d'Egitto, oltrechè dal libro in inglese sui monumenti islamici del Cairo, e dalla Guida della Giordania e dal volume su Petra. Nonchè dai volumetti delle opere di Kavafis e di Durrell, per onorare Alessandria e il suo cosmopolitismo... Etcetera, etcetera.

Anche se del mio scatolamento appresso, e di cucchiai e forchette e coltelli di plastica in serie plurima, vista la disusanza generale di ogni posata nello Yemen, e che i ristoranti di Ibb ieri sera non mi offrivano che uova e fasolya varie, ora dubito assai della esageratività.       


 

 

Ibla

 

7 agosto 92

 

E quando al termine dell'ulteriore viottolo sassoso mi sono ritrovato oltre le ultime dimore fra gli alti pascoli, sedutomi su di un masso ho respirato esausto come a una liberazione.

Dal souk che fiancheggia la moschea, avevo intrapreso a inerpicarmi in Jbla per scoscesi camminamenti, su di un fondo, sempre più arduo, costituito dalla sedimentazione di ogni sorta di ordura e di rifiuto, pregno del liquame che vi tracimava fra i ciotoli, mentre ne ammassavano ( franavano) le sponde, ai lati, i rifiuti delle discariche frananti (che parevano franarti) a ridosso.

Come mi sono seduto sul masso, sorseggiando una Coca-Cola e sbocconcellando dei biscotti che avevo appena acquistato nel botteghino fra le ultime case, un nugolo di bambini mi si è fatto intorno, cinguettando le continue richieste deluse di Kalam e di Sura, che ti risuonano nell'aria come qui i piccoli ti vedono.

Ma io ero troppo intento a risostentarmi per dare a loro seguito, nel trarre conforto da quell'aria e da una vista intorno che più non mi ammorbava, slargandosi il petto nel respiro degli aperti spazi circostanti.

Quindi risalivo ancora più in alto, tra le condutture che dal culmine traevano le acque, in prossimità di cimiteri tra i cui tumuli sconfinavano le vacche, divagando con la vista ove Jbla giù dirupava con le sue moschee nel fondovale dell'uadi, e ove le dorsali verdeggianti intorno, a girapiano, si ammorbidivano in fondali ondulati in un ancora più tenero verde.

Quanto sia bella Jbla ( quant'è la bellezza dell'antica Jbla) non mi era apparso sino ad allora; se all'arrivo, nella mattinata piovigginosa, il minibus si era arrestato troppo a ridosso della moschea di Arwa, per poterne intravedere l'erta svariante delle case.

Le note assordanti di una festa di nozze, suppongo, la cui comitiva si era inoltrata tra i vicoli ostruendone l'accesso, il liquame nero che aveva tramutato in un rigagnolo (ruscellante) fetido l'erta sassosa dei souk, le carni macellate infestate di mosche e le banane annerite appese ai ganci intorno, e il timore che altrimenti l'ingresso nella moschea mi fosse interdetto, quindi mi avevano fatto accogliere con un sollievo la guida ad entrarvi, che mi offriva un vecchio rivelatosi un folle, dalla cui insistente molestia, acquisito l'accesso,(una volta addentratomi), nemmeno l'elemosina bastava a liberarmi.      

Ma nelle sue bianche mure scialbate, poi nel suo interno nitore gorgogliante di fontane, la fervida moschea della Regina Arwa mi era così il luogo di un ristoro d'intenso conforto, mentre cercavo di individuarvi nel mihrab, nei soffitti a cassettone e nelle ornamentazioni dei pilastri della sala di preghiera, gli influssi apportativi dall'Iran e da Samarra-( allorché la dinastia Sulah**ita, nell' ambito più largo dell' egemonia concorde fatimita, vi introdusse l'ismailismo scita, i cui simbolismi vi apparivano espressi dalla sublimazione del cubo di base dei minareti, per il tramite intermedio di un poliedro ottagonale, nella forma sferica delle cupole culminanti, e soggiacevano alla divinizzazione dell'imamato regale di cui erano le forme fenomeniche, e le ulteriori vestigia, le cupolette similari a quelle della moschea di Al-Alhazar, che sovrastavano la sepoltura della Regina Arwa, antecedente il Mihrab nel transetto centrale.

Così solo quando ne sono disceso, e mi struggevo ancora nel rimpianto di non avere fotografato tra gli altri piccoli, sugli alti pascoli, quelle bambine così precocemente dimesse nelle loro vesticciole nere, l'una così bella e già sensualmente votata, l'altra già così intristita ed imbruttita in un destino sacrificale, svoltando nella strada d'ingresso alla città, d' improvviso d'incontro oltre altre bellissime bambine dai luminosissimi occhi,9yemen.jpg (54298 byte) mi è apparsa dinnanzi quant'è la bellezza di Jbla, nel suo sovrergersi sullo sperone, alla confluenza degli uadi, tutta di sobri palazzi e di moschee scollinanti al cielo; i due minareti della moschea di Arwa, l'uno il pallore riflesso e luminescente dell'altro (variegato di rosso), tra il rinserrarli delle pareti austere degli erti palazzi svarianti in inclinazione; lungo le dorsali, su cui si soprelevavano, ornamenati di soli oculi sovrastanti le bifore, (di sole) e losanghe e rudi rudentature magnificenti.

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