una domenica sportiva

 
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Renato Guttuso, ritmi  di calciatore

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per le due immagini di Renato Guttuso si ringrazia il sito www.carabinieri.it/

 

Con due goal di scarto all'attivo, nel terminare di risciacquare i piatti si dice che è puramente scaramantico attendere ancora il novantesimo alla radio con tanta trepidazione, la vittoria del riscatto è certa, oramai, ed egli può tranquillamente iniziare a disincartare il panettone, e liberare già dal gancio il tappo dello spumante. Il giorno è un tiepido pomeriggio domenicale di febbraio, di un azzurro delicato e soave, tenerissimo, nel cui gorgo egli può pensare ora serenamente di ogni cosa la destinazione nel niente (tutta la trascendenza del niente), nessuna tenebra d'Orco potendo più divorare la sua esultanza sportiva, né alcuna considerazione della sua inconsistenza ontologica rispetto alla seriosità della vita,può più tenderle l'insidia, vanificante, che mira vanamente a recarle l'ultimo assalto della squadra avversaria.

E dire che ancora sul finire del primo tempo, quando la sua squadra era ancora in svantaggio, con animo già dimissionario dai patemi del campionato aveva lasciato la panchina del parco ove era in ascolto della radiocronaca, ripromettendosi di congedarsi definitivamente dal rito auricolare che lo appassiona ogni domenica alle vicende della squadra del cuore, consacrandosene immancabilmente indefettibilmente al seguito, in ascolto, quasi in tal modo per propiziarne il successo.

Ogni domenica sospeso in stanza alla radiocronaca delle sue gare, per esplodervi in un urlo represso al goal del vantaggio, patire la fitta di un'aspide se passa in svantaggio, da quel folgorante istante  palpitarvi nell'attesa che il cronista irrompa in cronaca ad annunciarne l'ottenuto pareggio, per riesplodere se la beneamata riottiene o incrementa il vantaggio, finché può levarvi  le mani nel giubilo liberatorio al triplice fischio della vittoria, o deve incapacitarsi, annichilito, se lo trafigge in extremis il gol che determina un'inevitabile sconfitta; al rovesciarsi incrociato dei destini sui campi, facendo e rifacendo i conti di classifiche e medie, appuntandovi consecutivamente gli esiti provvisori e i risultati finali.

Gli si dica pure che il calcio è l' oppio del volgo, a lui  basta  per certo che la solitudine del grigiore dei suoi giorni, per grazia del pallone diventa partecipe evento di gloria o disfatta, nella vicissitudine alterna per novanta minuti tesissimi di mutevoli sorti... l'acro amaro della sconfitta, o il godurioso sapore della vittoria, protraendosi poi per l'intera settimana nei battibecchi con le scolaresche, nei riti polemici della religione che è il solo fervore che lo accomuni ai suoi studenti, che altrimenti quanto da lui si distanziano incommensurabilmente diversi.

Per non dire dei Mercoledi di Coppa, quando in gioco è la vita o la morte dell'eliminazione o del superamento del turno...

Eppure, nel levarsi dalla panchina per fare rientro in  casa, sul finire del primo tempo,una segreta confidenza interiore presagiva, dalle occasioni mancate, che il ribaltamento della situazione era ancora possibile, suggestionandolo che con una diversa postazione in ascolto potesse favorire, nel secondo tempo, la captazione di un fausto ribaltamento del verdetto del campo. Doveva prima o poi sortire i suoi frutti, il tanto volume di gioco che la squadra aveva costruito...

Ed infatti, già nel quarto d'ora iniziale della ripresa, mentre tra le mura domestiche  nel chiuso del gabinetto egli evacuava, un uno due tre, formidabile ,sintonizzava in uno scoppio di gioia incredibile le sue aspettative con gli eventi reali, e la sua rassegnazione all'uscita dalla lotta del vertice diventava l'esaltazione comunque del proprio orgoglio di parte, se non già il riaccendersi di residue speranze di scudetto.

E domani a scuola, fra gli allievi, quanti sorrisi e ammiccamenti, e "non faccio per dire, ma...", e che  fierezza appagata potrà esibire in volto, mentre dei richiami insistiti a incauti sfottii precedenti, potrà frecciare agli allievi tifosi degli opposti colori soverchianti, i bianconeri affiancatisi per un turno e già distanziati... 

" Eh, non vedo più rettifili di ruolini di marcia sulla lavagna..."

O rivolti agli ulteriori rivali rossoneri, indirettamente favoriti nel sorpasso al vertice: " Naturalmente nessun ringraziamento, non è certo per favorirvi che abbiamo legnato il ciuccio..."

" Che abbiamo legnato il ciuccio..",  e si unisce all'urlo che intanto si leva dallo stadio, in radioascolto,  all'annuncio della fine vittoriosa...

quasi anch'egli fosse in campo o spettatore pagante... e non ne fosse partecipe che con le sue apprensioni esultanti od i suoi scoramenti depressi, con le sue domenicali euforie od emicranie  agli esiti alterni,

Eppure, eh!, si..., anch'egli un suo tributo così lo pagava ai colori sociali, un suo quanto mai sofferto dividendo nerazzurro, particolarmente per le sue espressioni di tifo accanito quanto equanimemente sportivo, se di conseguenza deve fronteggiare l'accanirsi a scuola della canea delle fazioni avverse, particolarmente di quella bianconera...

Per lui si era fatta particolarmente velenosa e temibile dopo la sconfitta nel derby, tanto, che per eluderla, per una settimana aveva anticipato di buonora l'arrivo in Istituto, od aveva reso concomitante al suo rientro in classe la necessità di dettare un compito di recupero, pur di sottrarre lo schermo della lavagna ai graffiti dei loro scherni...

Ma oggi, egli può stappare lo spumante che allora non bevve, ritagliare il panettone che nell'ira amara aveva riposto, invano avendolo tenuto in serbo per l'occasione sin dalle vacanze natalizie, e inebriarsi la mente leggera e brillante di idee gaiette, raccoltasi allora nella meditazione più cupa dell'etica stoica, quando se solo quel colpo di testa al novantesimo avesse pareggiato il loro goal, la cui validità è ancora talmente dubbia...

Oh, l'integrità supposita dei direttori di gara... La dirittura morale di arbitri e insegnanti...

Quali mai pressioni o condizionamenti di sorta... O sudditanza psicologica...

Ma via, ha vinto oggi, ha vinto, ed oggi per lui è vero, piuttosto, che sei forte ti guadagni i favori e la sorte...

Si spruzza la fronte di spumante, e per un giorno lascia ai perdenti le recriminazioni di rito, che sia il portiere della squadra vinta, che nel dopopartita si lamenta di un fallo sul primo goal subito, ed insinua su un goal annullato a un proprio attaccante...

" Diventa tu forte, et li arbitri et la fortuna ti volgeranno a favore le decisioni et il riso..."

Sei tu il vincente questa settimana, il sicuro vincente sino al prossimo incontro.

Eh, si, poichè lo sa che quand'anche si vinca, già non conta che l'esito del gioco seguente.