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nel novantaquattro

 

1 febbraio

 

 

Quando è stato il caso di discuterne il voto di condotta,

" Falcone , quello che ha causato tutti quei guai al collega d'Italiano" è tutto quanto i miei colleghi hanno detto del caso.

" Nove, otto, otto, ah, sarebbe sette, se fosse per l'insegnante di Italiano..."

Al che, a quelle luride viltà, ho replicato che sarei insorto se si fosse proposto di dargli sette in condotta.

" E a me non è ancora arrivato niente..." canticchiava l'insegnante di Educazione Fisica

Finalmente li riavevo intorno, come li avevo sempre subodorato e e sperimentato che erano, e il mondo mi arrideva ancora come ho imparato a conoscerlo.

Il "Solidarismo"...

La collega di Inglese, esorbitantemente pimpante, che faceva valere l'esigenza di tenere nel debito conto la nota del Preside, l' ultracomunista in tutto riconciliata con le Istituzioni scolastiche, dopo che un " affanculo" di cui è stata omaggiata, è costato cinque giorni di sospensione a chi glielo aveva inoltrato.

Quando l'anno scorso, invece questi miei colleghi

di corso, hanno preferito sostenere di fronte ai genitori che gli allievi che mi avevavo impedito anche di ultimare le valutazioni, disturbando e ritardando il rientro nelle mie lezioni, poichè erano tutti colpevoli, andavano  assolti tutti quanti,

Salvo ritrovarseli di fronte di nuovo imputati, dopo una settimana, poichè andati assolti avevano intimidito e sottoposto a ulteriori minacce, gli allievi che si erano dissociati e ne avevano smascherato i soprusi...

Il Preside ha dunque agito sapendo esattamente con chi ha a che fare, quando del fatto che l'allievo Falcone fosse stato tenuto in classe, ha colpevolizzato e punito solo il sottoscritto, per ciò stesso mandando assolti quella genia di colleghi...

E pur aveva mostrato in che basso conto avesse materia di tenere loro, anzichè me medesimo (chi parla), quando, negli scrutini finali sono stato l'unico a cui si è rivolto come fosse l'unico  della ciurma che meritasse la qualifica di insegnante...

Anche per questo, all' inizio dell'anno avevo tentato di reinstaurare con lui una cordiale intesa, sapendo di poter contare ancora di meno sui miei colleghi...

E anche per questo, per essersi affidato alla loro miseria per colpirmi più a fondo, è imperdonabilmente e irrimediabilmente esecrabile ....

Il mio collega di Fisica, tanto universalmente celebrato, come potevo pensare che non fosse anche in questo come l' Enrico Fermi del Nostro Istituto, un uomo che in vero vive ed esiste solo di Fisica?

Eppure, mi è voluto del tempo per risentirmene, per avvertire tutto quanto avevano perpetrato, pur se ho avuto la prontezza almeno di chiedere loro se quanto mi dicevano era da intendere sul serio o per celia.

Ma la cosa inavvertitamente mi ha lavorato a poco a poco di dentro, pur se il mio pensiero dominante era per Fred, mio cane adorato,- anche tale amore da me vissuto in quanto pudico segreto-, era il rimpianto inconsolabile che mai più, tornando dai miei, potrò lanciargli la pallina e vederlo fra l'erba ritornare di corsa, esaltato e più ancora frenetico di un'ulteriore rilancio.

Così stamane, quando mi sono risvegliato al più presto, riaccusando la dermatite che mi devasta l'ano e lo scroto, e mi è ripreso il furore per la sorveglianza assidua che mi ha montato il Preside, per potermi denunciare nelle sue controdeduzioni come negligente perchè arrivo puntualmente poco prima della seconda campana, quando non riesco mai a trovar sonno prima delle due o delle tre di notte, impossibilitato a un'esistenza artistica dagli scrupoli civici ed educativi dalla mia attività di insegnante e dall'assillo della vita domestica, e quando la nevrosi ossessiva che mi impone l'ordine domestico generale prima di potete attendere ad alcunchè di veramente mio,  nella lettura in ascolto di grandi voci o nella scrittura di opere, la stessa interiore ostilità sessuale che mi vescicola l'ano e la bocca e i genitali interrompendomi il sonno anche nei dì di riposo, tutto è allora emerso e mi è stato chiaro, e ho compreso che a scuola tagliati i ponti irreversibilmente con la Presidenza, mi ritrovavo allato la solita ciurma di topi.

Il sonno inevitabilmente perduto, mi sono dato da fare per illudermi ancora, così ho riscritto il documento da inoltrare al preside a nome di quanti di noi hanno nei suoi riguardi un'ostilità implacabile, i soli in cui posso fidare, revisionandolo in modo che l'appello - da cui ho tolto la solidarietà nei miei confronti- da me stesso redatta!- che altri voleva firmare ma non voleva scrivere- potesse recepire i malumori e ricevere l'assenso dei rappresentanti degli allievi, risentiti con il Preside perchè ha tolto a ognuno di loro sei giorni di assenza possibile per giustificare quelli dell' autogestione, anche se so benissimo che così dissocierò da me quei nemici giurati del Preside, che nulla hanno appreso dal modo in cui li ha vessati, per intendere i modi in cui affliggiamo a nostra volta gli allievi.              

 

 P. S.  Non supporrebbero mai, i miei cari, che Fred che pure disdegnavo che mi leccasse e mi insalivasse, mi era talmente caro perchè era l'unico essere con cui pur avessi fisicità di rapporti.

 

 

6/7 febbraio

 

Quando ho letto la nota sul registro, il mio inconscio mi ha preceduto nell'intendere tutto.

Avevo fiutato giusto, quando avevo avvertito quell'allievo di prima, facile ai gesti osceni più esilaranti, come quando il compagno gli aveva detto che suo padre usava il profumo "Taurus", a contenersi con altri insegnanti.

Quando l'indomani ho aperto il registro, l'insegnante di Francese aveva quel pomeriggio inflitto una nota, perchè li aveva ritrovati a giocare a carte nella sua ora di supplenza.

La stessa mattina, durante l'intervallo, gli stessi non avevano opposto nessuna resistenza, quando li avevo invitati a giocare a carte in corridoio anzichè in aula, trasportandovi eventualmente un banco.

Doveva averli puniti senza averli neanche preavvisati...

E dire che lei si concede le più varie licenze gestuali e di linguaggio...

Che fare? La mia fantasia immaginativa e il mio cuore ne era già inquieto...

Sentivo che vi era un nembo gravido delle più insidiose conseguenze...

che quella nota poteva essere usata dal Preside per mettere in luce quanto inaffidabile fosse divenuta la classe, dopo che ne avevo lasciato inattuato una sanzione penale, che per questo non avrebbe esitato a criminalizzarla, e che non potevo difenderli, gli allievi, come era mio dovere, senza per questo mostrarmi renitente al principio di autorità, e quindi accreditare il sospetto che l'allievo da lui sospeso l'avessi accolto in aula perchè dissentivo sulla sua punizione.

E dunque non solo non avevano solidarizzato con me, i miei colleghi, e sarebbe bastato per questo che avessero chiesto al Preside spiegazioni delll'atteggiamento tenuto, ma mi compromettevano e mi esponevano ancora di più ai suoi colpi...

E infatti a tal punto per sventare la punizione degli allievi ed obbedire alla coscienza che mi restava da fare, che anticipare al preside che mi sarei comunque attenuto alle sanzioni, ma che ciò avrebbe chiamato in causa le mie responsabilità, per

cui avrei chiesto di essere sottoposto al loro medesimo trattamento?

Così materializzavo la mia apprensione astiosa per placarla in una prima lettera al Preside, quale segue ...

Sopravvenivano comunque sussulti d'odio e d'astio nella sera, mi placavo ed ero più quieto la domenica, il lunedì come mi risvegliavo, supponevo di poter cambiare linea di condotta, così cambiando la lettera al preside

.....................

Poi in fretta facevo la doccia e mi recavo a scuola, per avere notizie di come avesse già proceduto il preside, per dissuaderlo da qualsiasi sanzione con il sostegno autorevole dell'insegnante di Fisica che presiede il Consiglio della classe.

Cfr. Today.

 

 


 

 

Nota a raffica

 

Al Preside dell' Itis "E. Fermi" di Mantova

 

Quanto alla nota a raffica della professoressa Montanelli nei riguardi di numerosi allievi di 1C, inflitta a loro Venerdì 5 febbraio 1994, intendo anticiparle che qualora da parte sua o del Consiglio di classe ne conseguissero sanzioni disciplinari superiori alla sola ammonizione, non solo , nell'assoluto rispetto del mio Superiore gerarchico e dei miei colleghi, dovrò prenderne doverosamente atto, e ad esse attenermi, ma dovrò ritenermi corresponsabile dell'accaduto, una volta che esso risulti inappellabilmente così severamente valutato, quale insegnante di Italiano e Storia ed Educazione civica degli allievi incriminati, e chiedere che  nei miei confronti si assumano, analogamente, le debite ed ulteriori sanzioni disciplinari, visto l'avvertimento precedente che già ho subito da parte Sua, per la mia condotta  tenuta sempre nella stessa classe, quando l'allievo Falcone si è ripresentato il primo giorno in cui è stato da Lei sospeso, e visto altresì che tale avvertimento non ha provocato che la riprovazione privata dei miei colleghi, della cui solidale inerzia, nei miei confronti, non è solo lei a non averne mai dubitato, il che rende tuttavia più ancora esecrabile e configura come una sua infamia la discriminazione, intollerabile, e insanabile, che ha perpetrato nei miei riguardi, infliggendo a me soltanto quella  abietta sanzione, quando i miei colleghi hanno tenuto lo stesso mio comportamento che per lei era a tal punto riprovevole.

Tant'è vero che a iniziare già oggi, dal registro di classe, mi autoaccuserò in ogni pubblico atto che mi sia possibile redigere, di tutto quanto riesca a rinvenire, nella mia condotta, che possa avere indotto quei miei allievi di prima ad atti così irrispettosi.

Comunque garantendole che le  preoccupazioni per la mia sorte

personale sono in me sopraggiunte, ma non sono affatto all'origine di questo intervento, determinato innanzitutto dalla volontà di salvaguadare dignità e diritti di allievi ai quali, innanzitutto, troppo si è già mancato di riguardo e di rispetto  

 E sia ben certo che avrò cura di renderne edotto in ogni modo che mi sarà possibile il Provveditorato agli Studi, affinchè lei sia indotto a procedere in tal senso o prenda corpo un'ispezione,  al fine mi si punisca, o si proceda farò il più gran chiasso e clamore sulla cosa, o altrimenti Le sia imputato di non avere proceduto come di dovere, tant'è vero che a iniziare già oggi, dal registro di classe, mi autoaccuserò in ogni pubblico atto che mi sia possibile redigere, di tutto quanto riesca a rinvenire, nella mia condotta, che possa avere indotto quei miei allievi di prima ad atti così irrispettosi(, come è certo il caso di un allievo particolarmente remissivo, tra quelli denunciati, or appena rimessosi da una lunga malattia, e del quale senza riceverne ascolto (credito), a quanto vedo, ho segnalato ai miei colleghi i gravi problemi familiari e di emarginazione sociale, ma del quale come posso ora dubitare, che sia giunto a mancare a tal punto di riguardo nei confronti della professoressa Montanelli, della quale pare che di tutto possa essere certo, tranne che abbia raggiunta la debita stima di se.)

Non posso comunque non felicitarmi con Lei, o mio Superiore gerarchico, che abbia ritrovato insospettabilmente la più preziosa alleata nella professoressa Montanelli e nel suo filisteismo, - mi motiva all'uso del termine il fatto che ella sembra arrogare a sé soltanto nei corridoi, se non in aula, l'uso di quei termini e di quegli atteggiamenti che tanto fieramente contrasta negli allievi, - visto che non solo non posso non considerarla dello stuolo delle convertite alla sua illuminatezza, se sulla Voce di Mantova ha celebrato apologeticamente il nostro Istituto come un'isola tanto serena felice, - ma Le offre ora il destro, che lei nella sua degnità morale non mancherà certo di sfruttare, nelle sue controdededuzioni al mio ricorso, è ovvio, per criminalizzare  quella mia classe in questione, e così esemplificare gli effetti devastanti che può avere avuto, su di loro, il fatto, come lei ha tristemente recitato- di avere io " reso inefficace un provvedimento del preside sanzionatorio di un comportamento indisciplinato"".

Del resto a utilizzare il fatto che per insonnia, e sonno precario, e nevrosi ossessive, o perchè per lo più mi attardo nella notte nella correzione dei compiti, abbia difficoltà ad essere in scuola prima del suono della prima campana, lei non avrà certo mancato di attingere ampiamente, pur di scagionarsi, per raffigurarmi come il più indisciplinato e inattivo dei suoi docenti, in perfetto spirito di giustizia. O no?

Comunque garantendole che le  preoccupazioni per la mia sorte

personale sono in me sopraggiunte, ma non sono affatto all'origine di questo intervento, determinato innanzitutto dalla volontà di salvaguadare dignità e diritti di allievi ai quali, innanzitutto, troppo si è già mancato di riguardo e di rispetto  

         

 

 

Autonota

 

 

Si fa presente, per eventuali mie responsabilità, con riferimento alla nota della professoressa Montanelli, che il sottoscritto durante l'intervallo mattutino di Venerdì si è limitato a invitare gli allievi che in classe durante la ricreazione giocavano a carte, a seguitare in corridoio il loro gioco, eventualmente spostandovi provvisoriamente un banco. Al che essi si sono prontamente attenuti, desistendo tuttavia dallo spostarvi il banco, e seguitando in corridoio il gioco all'impiedi.

 

 

Lettera diffidatrice

 

Egregio signor preside,

Intendo farle presente che qualora la nota  a raffica della professoressa Montanelli sul registro di 1C, trovasse un qualsiasi seguito disciplinare, in forma di sanzioni avverse agli allievi incriminati assunte da parte Sua o del Consiglio di classe,  la cosa non potrebbe non risultare la riconferma che presso di lei e i miei colleghi attuali di 1c, esistono insegnanti di fiducia e di riguardo ed insegnanti che non lo sono, come il sottoscritto, dato che l'anno scorso, pur riconoscendo che era tutto vero quanto avevo denunciato, non è stata decisa nemmeno la semplice ammonizione da parte sua o dei miei stessi colleghi, allora in 2C, a seguito delle mie note che segnalavano condotte indisciplinate con una frequenza regolare, e non in una singola circostanza, all'interno di una classe, l'ex 2C, sulla cui condotta il giudizio di riprovazione degli insegnanti pur era collegialmente unanime, laddove invece la professoressa Montanelli nei recenti scrutini ha pur condiviso una valutazione positiva dell'atteggiamento scolastico dell'attuale 1C, non sollevando alcuna obiezione sui voti esemplari di condotta.

Inoltre le si fa presente che farebbe seguito a un suo avvertimento nei niei riguardi su cui pende un mio ricorso, ove si denuncia a rigor di logica come Lei discriminandomi in modi che offendono irreversibilmente la mia persona, abbia proceduto imputando al solo sottoscritto una condotta, quella tenuta nei confronti dell'allievo Falcone nei giorni di sospensione in cui si è presentato un classe, che è stata condivisa e compartecipata dai miei colleghi, senza tuttavia che ciò abbia dato luogo alla formalizzazione di una loro  solidarietà spontanea con il sottoscritto, nel Consiglio di classe del recente scrutinio.

Facendole presente che se le cose procedessro nel senso da me paventato, a tal punto, a tutela del sottoscritto e della classe, di cui risulterebbero penalizzati allievi di cui vanamente ho denunciato la grave condizione familiare e di emarginazione sociale, e più di una volta presso la stessa professoressa Montanelli, visto altresì che io conto e sono di riguardo, per i miei colleghi di corso, di certo solo quando debbo assumermi gli oneri- quali le gite scolastiche, da cui bellamente essi si esimono,- a tal punto non potrei che richiedere un'ispezione superiore, sullo stato più generale della giustizia scolastica in quest' Istituto, anche considerata l'impunità, a differenza del sottoscritto, di cui mi è giunta notizia che godono certi miei colleghi, di questo stesso Istituto, nell'insultare vergognosamente i propri allievi, laddove se a patire l'insulto è un' insegnante quale la professoressa Montanelli, lo studente incorre altrimenti in almeno cinque giorni di sospensione.        


 

 

Today

 

Si sono confermati in tutto e per tutto, anzichè uomini dei topi.

Come squittivano spalleggiandola, le colleghe, nel difenderne improvvida nota:

" Ma lei che c'entra , se il Preside discrimina tra l' uno e l'altro insegnante? Che può saperne di quanto è successo in questi anni?

E poi, se giocavano a carte, ha fatto benissimo, scherziamo?"

Solo che io non mi sono dimenticato, sett'anni dopo,  di che cosa ebbe a subire dal Preside, quando dopo un aspro scontro personale, egli tentò di impedirle di guadagnarsi le vacanze estive come Commissario negli esami di licenza, designandola nella Commissione scolastica per gli esami interni di idoneità, e di come ebbi a rimproverarci, noi suoi collegghi,  di non averla debitamente difesa dalle sue angherie, benchè non condividessi lo sdpirito d'allora e quello attuale delle sue note, improntate alla sola difesa dello spirito gerarchico d'autorità.

Se giocavano a carte....

Vanamente, quel timido allievo, già aveva esposto le loro ragioni, con l'insegnante di Fisica:

"Eravamo con lei nella saletta audiovisivi, in un'ora di supplenza, e ci ha dato una nota prima ancora di chiederci di smettere a giocare a carte...

Gli altri insegnanti che ci hanno fatto supplenza, prima

ci avevano pur lasciato in classe a giocare a carte..."

L'insegnante di Fisica, quindi dopo avermi detto che aveva letto la lettera che avevo proposto di inoltrare al Preside, ma che non la condivideva, perchè sembrava  che lo rimproverassimo di alcunchè, quando vi avevo ripreso esattamente le stesse cose che lui mi aveva detto, oh, era in tutto e per tutto la larva geniale che supponevo, dapprima si dissociava, dal mio intento di richiedere al Preside come intendesse procedere, per evitare che una sanzione quale che fosse criminalizzasse ingiustamente la classe, e non pesasse su di me come un trattamento di riguardo di una collega che mi discriminava, ma finiva per trovarla sempre più giusta, secondo il solo principio efficiente della convenienza a ritrarsi sotto le ragioni del più forte.

Il fisico emerito, l'illustre scienziato...

" A dire il vero una punizione a loro fa bene conviene, giocavano a carte comunque, il fatto è incontestabile, è da giorni che vedo che fanno gruppo fra loro...

Poichè avevo tempo da perdere e gli dovevo riguardo, dato che  cercava comunque di spiegarsi e quali fossero le mie ragioni..., gli ho inutilmente rammentato che l'anno scorso anche i comportamenti che avevo denunciato sussistevano comunque, incontrovertibilmente, e che consistevasno nell'impedimento dell'esercizio stesso dell'insegnamento e della valutazione, ma che gli allievi non erano stati nemmeno ammoniti... risultando tutti innocenti perchè tutti colpevoli...

Oh, quant'era successo, non se lo ricordava nemmeno più...

Non dovevo prenderla comunque cosi, attorcigliarmici intorno alla cosa, esasperandomene così visibilmente...

I tipici discorsi, di chi è un uomo di riguardo... è in una situazione per la quale comunque non lo tocca la cosa...       

Una cosa comunque l'ha capita, nel suo tornaconto a non farne niente e a lasciare ogni cosa al suo corso, che non dovevo dare modo al Preside di credere che gli serbassi rancore per come dava diverso peso e credito a questo o a quell'insegnante, a dei danni materiali di suo riscontro che a quelli morali che gli denunciavo, per cui non facessi psarola di nulla...

Cosicchè delle due lettere riservate al Preside, l'una di diffida, l'altra di autoaccusa, era la seconda la sola agibile.

Ho comunque deciso in tal senso di muovermi: eviterò di rivolgermi al Preside, per non istigarlo contro gli allievi pur di accanirsi contro di me, mentre esorterò gli allievi a variare il loro comportamento verbale e gestuale sintonizzandolo sulla lunghezza d'onda diversa ( a seconda) dell'insegnante che hanno di fronte, usando un particolare ossequio alla professoressa Montanelli, ma qualora intervenga una sanzione del Preside, autoaccusarmi sul registro, come corresponsabile della infrazione degli allievi, e richiedere una conseguente sanzione.

  

 

 

 

 

 

 

Ad uso letterario

 

Tutto quanto vengo scrivendo istigato dai miei rapporti con il Preside ed i mie i colleghi, trova in me una giustificazione, per non placarsi, nell'esigenza di farne materiale di rielaborazione artistica, a perpetua infamia di una classe di topi anzichè di topi, e di una gentucca maldestinata a educare e a sovrintendervi.

Senza che vi sia alibi, di sorta, nel vederli preoccupati per ultima cosa di insegnare ed educare sul serio.

Come in sala insegnanti, ove l' istruzione e la cultura sono gli ultimi degli argomenti, e ci si scambia opinioni piuttosto sulla convenienza o meno di anticipare il pensionamento, o di avvalersi nel tempo dell'indennità di quiescenza.

 

" che piaga per allentar d'arco non sana."

 

 

Il mio collega di Fisica

 

Smascherare, da sottilissimo Jago, che per lui la ragione di un individuo dipende dal suo grado di autorità.

" A onore del vero, -il carognissimo vero!-  parlandone con un reverente- non è che io possa pienamente condividere la tua immagine ideale...

Certo, è molto cauto, ma che cosa detta la sua cautela,

non mi risulta che lo appassioni (ami di certo) uscire allo scoperto....

che il coraggio di porsi contro un'autorità superiore sia la sua qualità saliente...

a dire il vero tende un po troppo a dimenticare certe situazioni per lui non propriamente onorevoli...

come accade a ogni uomo di riguardo...

che ha un certo ossequio per la verità superiore di ogni superiore gerarchico,

diciamo, se devo dire ciò che penso, che poichè gli conviene, ciò che dice un 'autorità superiore per lui è anche una verità superiore, che il superiore di grado esprime sempre una verità di grado superiore, e che tra l'allievo e l'insegnante,  nonostante ogni obiezione evidente dell'inferiore di grado ha ragione sempre l'insegnante, basta che si sia accertato che è accaduto il fatto, e che tra l'insegnante e il Preside è il Preside di fatto che per lui la spunta, che ha comunque una ragione formale più alta superiore, che lui solo conosce, non dico che ciò non esprima anche una certa saggezza, una forma e una scelta di vita meno tesa e adirata, una certa qual forma di acquiescenza, arrabbiata, di certo non attua un 'etica del coraggio, è diciamolo pure, con franchezza,  una qual certa viltà strisciante...  

O, ma io non amo esprimermi in tali termini morali... se poi è un mio collega...

 

" Ragazzi, l'avete visto, che tra me e il mio Superiore gerarchico non corre di fatto buon sangue, qual'è il feeling tra me e i miei colleghi, siate studiosi e buonini, che vedremo di sbizzarrirci alle loro spalle... chi ha mai detto di sabotarli?

Dico solo che forse è il caso di patirne di meno e di divertirsi di loro....

 

 

Non dico, con questo, che tu debba chiedermi " Professore posso andare nel bagno a mandarla affanculo? basta che tu mi chieda di uscire fuori che non puoi contenerti...

 

 

Again

 

Poi, dopo l'eccesso solitario di euforia, rientrando tra i ranghi mi sono riadattato alla normalità di ogni giorno, che fa si che la preservazione dello status acquisito lenisca tutto nell'equivocità indaffarata.

E ho freddamente aggirato il Preside, nella sua rispettabilità  che ha la meglio su ogni senso della sua natura imbelle ed atroce, ho salutato ogni volta che l'ho reincontrato il collega di Fisica, elusivo e cordiale, mentre con la collega di Inglese ho addirittura attivato interscambi di idee, su come ricollegare tramite le videoregistrazioni la lettura del giornale in Italiano e in lingua straniera.

Ed è stato lettera morta del mio articolo sul giornale.

Quanto inferiori i soggetti reali, al loro ruolo letterario esercitatovi.

Eppoi, mi sono detto, nemmeno era smagliante nella sua foto, come mi era parso scrivendone, l'insegnante di religione apologeta della nostra scuola.

 Senonchè ieri l'altro, sabato, quando nonostante le mie avvertenze gli allievi credevano cessato il pericolo, dopo che per una settimana il registro era rimasto (seguitato a rimanere)  in bianco di sanzioni (richiami notarili) del Preside, il ragno è riapparso sull' uscio ed ha chiamato in disparte i sette inquisiti.

Ho chiesto al loro rientro l'esito dell'indagini.

" Ci ha detto che il fatto era lecito, ma che era stato compiuto nel momento sbagliato. Sapremo l'esito mercoledì."

Al rientro da carnevale.

Così è garantito che per le feste staranno in apprensione.

Ed io dopo essermi chiesto che mi convenisse fare, ho scartato l'idea di corresponsabilizzarmi del fatto, se il Preside li sospendesse.

Una mia autoaccusa potrebbe essere da lui affidata in esame (rinviata) al C.di Classe, dove riaffronterei i miei colleghi più ancora indebolito, e così a un grado più basso, ancora, di affidabilità solidale di quelli( a un grado più alto ancora di desolidarizzazione) 

 

Il giorno seguente

 

Stamane, (15/2/94), mentre in autobus da Modena ero diretto a Ferrara a vedervi la mostra sulla civiltà di Spina, nello sfogliare l'articolo di Glucksmann su S. Rushdie, vi ho rinvenuto un' asserzione dello scrittore indiano, le cui parole mi sono parse adattimissime per lo spazio riservato alle comunicazioni tra insegnanti e preside, successivamente ad un'eventuale sospensione dei sette allievi in prima che giocavano a carte nell'ora di Inglese, del mio Superiore gerarchico che così desse seguito alla nota della mia collega di Lingua Straniera:

"Gli uomini assolutamente sicuri di sé compiono cose spaventose. Anche le  donne."

Non vi sarebbe dubbio che ogni riferimento sia puramente intenzionale, laddove avrei modo di sostenerne inattacabilmente senza che tuttavia alcuno mi possa credere, la pura e semplice casualità, vista la concomitanza dell'accaduto con il rilancio della condanna di Rushdie da Theran , a cinque anni dalla prima Fatwa.   

 

 

Again 2

 

Poi, rifrequentandoli, il mio furore nei loro confronti si è lenito nella normalità quotidiana dei rapporti di ogni giorno,

nella acquiescenza che s'impone se si resta,  permanendo nell'equivocità che  non conosce mai chiarificazione o risoluzione.

" meglio una cattiva realtà che una cattiva letteratura" mi sono detto, quando ho riletto l'incattivire miserabile di quella mia lettera.

 

 

 

Ricordando Fred

 

Quando dopo cena ci siamo ritrovati soli, io e mia madre. non abbiamo fatto che parlare di Fred.

Così nuovi particolari si sono aggiunti, a quanto già sapevo delle sue ultime ore, o a quanto non ignoravo del suo carattere.

Come mio padre, di rientro a casa quando già nel pomeriggio il cane era stato condotto nell'ambulatorio, si è accorto della gravità dell'accaduto perchè nessuno era più in casa, e per avere riscontrato che un fiotto di urina del cane aveva inzuppato una coperta.

Ed è stato sepolto, nella tenuta di mio cognato, sotto un cumulo rivestito di lastre con alla testa un alberetto, dentro la sua coperta ma non già nella  branda come vaneggiava mia sorella.

 

E come nel disporsi a lato di mio padre, Fred nella branda comune aspirasse a un posto di tutto rispetto, ogni volta rognando affinchè ampia parte del capezzale gli fosse ceduta da mio padre.

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