In Malta

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9 agosto 1994

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E' con l'azzurro solatio (incantevole) di Marsamxett Harbour negli occhi,  che tento di iniziare a scrivere del mio viaggio a Malta, sotto il pergolato del ritrovo, gestito da un nazista, del Gunpost, dove per l' ennesima volta mi sono sfamato solo di una tuna salad, per economizzare e smagrire la mia obesità incresciosa.  

 

Già ho pressocchè terminato di visitare La Valletta, e al termine di queste pagine mi dispongo a recarmi a Mdina.  

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Nella celestialità solare d'agosto immota d'intorno, l'entratura del porto di Malta è così incantevole, che non serbo più rimpianti di non essere invece tra gli sherpa e le nevi del Nepal, anzichè qui assorto  nella folgorante beatitudine del rispecchiarsi di Sliema, ove all'orizzonte meridiano di cielo e mare, nella alla fonda della baia sostano imbarcazioni biancoazzurre, altre filano e dispaiono in flutti di scie. impressvalletta.jpg (119841 byte)

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Quando invece Venerdì scorso, mentre quando ero ancora nella mia città, allorchè nell'ultimare i preparativi per il viaggio sono disceso a scaricare i rifiuti, e nella cassetta della posta ho rinvenuto la cartolina che mio fratello mi aveva inviato dall'Indonesia, avrei voluto disfare i bagagli e non partire più affatto, benchè per *intenzionarmi realmente e affascinarmi a un viaggio verso una meta così ravvicinata,  e nient'affatto esotica, nella Biblioteca Comunale avessi già ricercato e fatto fotocopiare gli estratti, e le incisioni annesse, delle relazioni del loro tour in Malta di viaggiatori illustri del passato, quali Brydon e l' Houel, ed avessi prelevato il volume di Emanuel Anati sui monumenti megalitici di Malta, e poi, in appartamento, mi fossi protratto ( nell' estrarre la sintesi) nella sintesi del sintetizzato i dossier di "Archeo" sui monumenti di pietra, e di quello più recente sulla fine dell' Impero cartaginese, nella prospettiva, dopo Malta, di seguitare il mio viaggio in Sicilia e in Tunisia, per vedervi le vestigia superstiti della civiltà fenicia al suo tramonto.

Ora invece, soggiornandovi, l'interesse a visitare Malta ha assorbito e vanificato anche il reale intento originario del mio viaggio, ch'era di abbinare l'escursione in una delle poche realtà del Mediterraneo e delle sue civiltà che ancora non ho visitato, al con il ritorno in un paese, la Tunisia, che mi calamitava con il miraggio di vivervi del turismo sessuale, e di avervi con dei fanciulli e dei ragazzi quei rapporti che mi è impossibile vivere in Italia.

Dove non ho altra esistenza fisica, sessuale, che non siano le riesumazioni masturbatorie delle mie occasioni perdute mancate, o dei rari rapporti manipolatori con partners indesiderati cui rassegnarmi.

Quando non s'instaura il lungo atto mancato dei miei flirt con questo, o quell'allievo, di relazioni irretite in tra ipocrisia e doveri inderogabili, presi entrambi, io e l'allievo,  nel timore di deteriorare carnalmente la idealità sublimità del rapporto.

E ho così intrapreso le vicissitudini di questo viaggio, avvinto dissociatone dal retropensiero con la remora che la esasperazione delusa della mia miseria sessuale, per la nullitudine in cui si era snervato il mio sfrenamento estivo, cessati i doveri, fosse il movente decisivo che mi aveva indotto ad indurmi inducendomi verso Malta e la Tunisia, in effetti mi avesse colpevolmente poichè era il solo che potesse dirottarmi altrove (altrimenti) dal viaggio ideale in Medio Oriente, come che mi era stato prefigurato dall'interruzione precoce del mio tour in Israele, l'anno scorso, il cui dal cui stroncamento, di cui mi sentivo in colpa, dal cui stroncamento mi ero sentito destinato ad mi ero riproposto quest'estate ventura di integrarlo nel Sinai e nel Negev, anche a titolo di risarcimento, quindi risalendo alla città talmudica di Safed e a Tell Hazor invisitate.

Ma da che sono a Malta le sono poi risolto a tal punto nelle vicende e nelle le escursioni del viaggio mi hanno coivolto a tal punto, che se ora soltanto intraprendo a scriverne, parlando di un'esperienza in cui si è venuta sedando la mia esagitazione sessuale, e perchè il rèportage forse non obbedisce allo scacco non è più soltanto il deflusso di un'ostinazione coatta, non è l'urgere, a un vuoto angosciante, dell' esigenza di saturare nella risarcimento nella sua trasfigurazione formale della la delusione che incombe incombente in ogni esperienza di visitatore, nè è il seguito di un esercitarsi obsoleto nella travel writing.., per l'incapacità di reiventare altrimenti le ragioni di scrivere ancora.

Scrivere in me ora è piuttosto può essere invece, nell'agitarsi confuso, l'attività di esprimere ancora il diagramma di un ordine coerente e di una coerenza di vita, tanto più vero e reale perchè mi si impone , nonostante tutto, nel suo ordirmi che mi acquieta. impress020674.jpg (63591 byte)

Dalle città ideali della Padania, trasferenendomi alle città ideali insediate nella della fortificazone di Malta contro i Turchi:impress020662.jpg (22839 byte) La Valletta, Cospicua, Senglea, Victoriosa...

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Appunti di viaggio

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Sabato: arrivo, nel British hotel

Domenica: in Valletta per Republic street, avanti indietro con i due giovani fratelli napoletani, finchè finalmente da solo lungo Marchant street, in piazza Castilla, nei giardini.

Lunedì: solo, partiti i due giovani fratelli napoletani, visitando l' Archeological Museum.

Per La Valletta che guarda su Marsamxett, anticipando nella sagrestia la decollazione di Caravaggio, rispetto alla visita della Cattedrale che stava chiudendo.

Martedì mattina, la Cattedrale, il Palazzo dei cavalieri.

Nel pomeriggio Medina.

Mercoledì Tarxien, gar Dalam, Borg in Nadir, da Burzebbugia sino a Marsascala.  

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Giovedì Hagar Qam

Venerdì Museo di Belle arti- Caravaggio, ancora un'altra volta.  

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La decollazione di Giovanni Battista

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La scena che esprime la solitudine tragica del Santo, al consumarsi dell'efferatezza della sua esecuzione animale.

La luce vi rischiara, delle tenebre universali, solo la dinamica dell'evento che ne compie il destino, il cui significato spirituale trascende ciò che vi si vede e che vi si rappresenta:

il carnefice che ultima con il coltello l'opera maleseguita dalla spada, ( malriuscita della spada), la sua massa muscolare integralmente investita, per lo stacco della testa, nell'atto di risollevare la livida vittima supina; intanto che il sovrintendente che assiste e comanda, impassibile, l'ultimazione dell'ordine impartito, e la vecchia che si raccoglie in un gesto di raccapriccio, più che di pietà, per l'orrore che le suscita la mattanza incombente, mentre la servente appronta il bacile per raccogliervi il capo come sia sbalzato ( spiccato), con un'energicità sollecita e intenta ch'è indifferente a quanto si consuma, al pari della curiosità di fondo degli astanti alla grata. 

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Teatro Manoel

 

Nella sua rigidità lignea attorniante, l'ellissi delle palchettature che si irradia sù negli spicchi del soffitto, manca della avvolgenza ovoidale, che si vorrebbe,  in cui abbandonarsi alle seduzioni sceniche allestite, benchè ogni delicatezza di motivi paesistici e floreali, a cornice di pitture e paraste, ne rendano dilettevole  l'assetto, in toni pastello e blù e verde cilestrino.

 

 

 

Medina

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Mdina

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In un'identica pietra silente, il fulgore arrosato di chiese e cappelle e palazzi, uniforme d'intaglio e di festoni floreali e fastigi di gloria, ove sovraornamentanti portali ed attici, in balaustrate e antecedendo terminali di coppe flammee, si affoltano scudi e affusti e colubrine, (e) atlanti e santi e dee di ( verità e di)  giustizia, a illustrare i portali di gloria e le santità trascorse.

 

 

Promemoria

 

Ieri domenica 14 agosto: la Villa Romana, le catacombe di San Paolo,la punta estrema dell' Ahrax di Melliea.

Antea:

Sabato Transfert a Medina; visita del Museo, incisioni di Durer***, le scogliere di Dingli.

Venerdì: Museo di Belle Arti di La Valletta. Caravaggio. Gli arazzi della cattedrale. Floriana. Cospicua, Senglea, Vittoriosa.

Postea:

Lunedì 15 Agosto: Blue Grotto, Mnaidra, beach under Mnajdra, Siggewi, la chiesa della Provvidenza.

 

 

 

Caravaggio

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Le mani inarcuate legate retrostanti alla vittima inerme, la mano del carnefice, alle spalle,  che appronta lo strumento terminale, l'altra che dopo avere esercitato tutta la pressione occorrente per atterrare il volto, esercita tutta quella che richiede l'azione del risollevamento e dello stacco della testa.

Il lividore carneo del santo, lo sguardo come bendato dalla violenza tenebrosa dell'atto che incombe, in stacco e contrasto con l'ammanto rosso sacrificale, nell'espressione aggrottata di un concentrato distacco dalla propria esecuzione fisica.

Sovrastante l'inflessibilità della figura dell'autorità preposta, nel suo bilanciamento che si risolve nell'apice inesorabile dell'indice volto al bacile, a che ogni prescrizione sia osservata senza deroga alcuna.

E anche il raccapriccio della fantesca, che si comprime il capo canuto fra le mani, è più inorridito che pietoso, intanto che la servente ci comunica quanto lo stacco della testa sia imminente, per l'attenzione con cui scruta l'operare del carnefice, tesa ad approntare il bacile come la testa sia stata spiccata. 

  

 

 

Dingli

 

Dingli: la celestialità del mare sconfina e si perde in quella del cielo, la sua infinitezza calma increspata di refoli, percorrendola solo una motovedetta che vi lascia traccia una scia che già si perde sfuma, intanto che il sole al tramonto (che) sfuma di rosa la chiaria diffusa, intorno a dove (proietta) traccia abbagliante la sua via di luce, sino all'imbarco oltre ogni orizzonte della nave che vi conduce.  

Al largo, controsole, lo scoglio insulare di Fifla, immoto regno di ( delle) lucertole, nella luce che ne incanta l'alterità a ogni tempo.

 

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Quando (Poi) si diffonde e adombra il limitare del mare, una sfumata cortina in direzione del sole: per l'audace è lì, (è) il varco per l'estrema avventura ...

Ove la cortina cede e sfuma in una celestialità rosea, la seguita la quiete sconfinata di un infinito placarsi, alta già la luna a spartiacque del cielo.

E' l'azzurria che sarà la tenebra calma di Fifla, la fine di ogni orizzonte, allorchè il Sole l'astro del Sole più s'infiamma, incandescente, e già s'asconde nella cortina della sua ri-velazione.

Quando (E già) nell'azzurro della coincidenza del cielo e dell'interminarsi del mare, non v'è più che un barbaglio cremisi- rosa, che si fa sera nella fissità lunare.

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