Lo scoperchiamento del ponte del 1643

 

Così l'Amadei narra dello scoperchiamento del ponte nella sua Cronaca Universale, vol III p. 598

Nel 1643 " li 25 settembre comandò il Duca che da un capo all' altro si levasse via il tetto, il quale ricopriva il ponte di San Giorgio fino quando era stato la prima volta edificato , giacchè per ragione delle artiglierie nell' ultima guerra trovavasi in varie bande diroccato. e poteva col tempo nuocere a' passeggeri qualch'una di quelle rovine.

Tanto adunque fu eseguito e, coll'abbassamento delle muraglie che sostenevano il tetto., gli fu tolta quella oscurità che rendevalo simile a quello de' Mulini, onde poi divenne all'aria scoperta un dilizioso passeggio sul lago alla cittadinanza e d'ammirazione alli forestieri".

Così il ponte di san Giorgio appare ancora coperto nella incisione acquarellata della pianta prospettica a volo d'uccello della città di Mantova stampata a colonia nel 1575, così come la descrive Gabriele Bertazzolo intorno al 1600:

" Egli è ( E egli) delle notabili fabbriche al ( del)mondo, essendo dal fondo del lago fino al piano dove si cammina alto braccia 28, et, il coperto alto braccia 12 d'altezza che fanno in tutto braccia 40 d'altezza, et in ( di) longhezza, puoi, sino à due mila braccia, cosa che veramente tratta dell' incredibile in ( à) chi non l'ha veduto.

Ha nel mezzo una torre fondata sù gl'istessi volti del ponte accomodata per mettervi le sue porte castelli, et serracinesche per ovviare il passo ai nemici che si impadronissero di San Giorgio...Et ha dalla parte verso la città un ponte levattore per sotto il quale, essend' egli grandissimo, vi passano le barche cariche di che grandezza si vogliono et ivi vicino una molto Magnifica darsena sotto la quale stanno in acqua i bucentori, et altre barche di S. A. essendovi poi congionta à questa trà alcuni volti del ponte una grande peschiera, così bella appunto, buona et ammirabile circondata con reti di bronzo, che al sicura non può essere se non con grandissima difficoltà ad alcun'altra paragonata".

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Il ponte di San Giorgio appare invece scoperto in questa veduta a volo d'uccello, estratta dal libro Itinerario d'Italia di Francesco Scotto, edito nel 1761 dalla stamperia Generoso Salomoni, la quale corrisponde a come lo descrisse nello stesso secolo il Tonelli:

"Il Ponte esiste tuttora ed è lungo duemila settecento braccia incirca ed alto dal fondo del lago a dove si cammina circa 28 braccia. Ha circa la metà, una piccola Torricella per tenervi, in occasione, alcuni soldati (...)

 

 

 

Gli elementi del ponte sia coperto che discoperto, già individuabili nella descrizione del Bertazzolo- la torre di guardia, la darsena, il ponte levatoio, sono messi in differente rilievo nelle mappe del Settecento, accentuando od omettendo l'uno o l'altro di questi manufatti.

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Nella mappa sovrastante, stampata a Milano dalla ditta Agnelli verso la metà del XVII secolo ( incisione in rame, cm 190x325) - la mappa n. 95 della raccolta Mantova nelle stampe a cura di Daniela Ferrari-, il ponte è scoperto ed è messo in risalto il solo manufatto della torre difensiva.

Sono invece rilevabili sia la darsena che la torre militare nella seguente mappa dello Schenk edita ad Amsterdam nel 1702, ma essa non sembra aggiornata rispetto allo scoperchiamento del ponte

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Mantua vermaerde Stadt inItalien de Residenzie van der Vorst, pianta prospettica edita ad Amsterdam da Peter Schenk nel 1702

Incisione in rame bn. e col., 210 x255

Un secolo e mezzo più tardi, il ponte appare invece del tutto scoperto, con il ponte levatoio in evidenza, nella seguente famosa veduta a volo d'uccello presa dalla Cittadella di Mantova verso il 1849 da lfed  Guesdon, ( 1801-18769, architetto e pittore, sulla quale avremo modo di ritornare.

 

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