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Aya Sofia

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In Santa Sofia, analogamente a come il lume divino è paradisiaco trascendimento del lume naturale, l'antichità tardo romana è ripresa e trascesa  nell'immensità aurea della cupola, delle volte e nicchie che ad essa preludono, in quanto e per quanto l'empireo della cupola si eleva, quale loro ragion d'essere finale, oltre i paramenti marmorei dei suoi fondamenti nello spazio del transito terreno delle navate e delle gallerie, che per inflessi, e cavitati che siano, preservano, nonostante i filtri di luce, la grevità aulica delle città dell' uomo, di Atene e di Roma, nella sublimazione dell' ordo e della ratio pagana che promanano i colonnati e le specchiature parietali di marmo e di porfido, che furono appunto acquisite dai templi pagani, di più grandiosa fama, d'Egitto e di Grecia, come già Costantino, spogliando Delfi della colonna serpentinata che divenne parte del suo ippodromo, mutuò i culti solari per celebrare la propria divinità di vicario imperiale di Cristo.

 
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