Diario indiano dell'estate 2010


He's God, é Dio la nostra amicizia, quante questa estate siamo stati l'uno contro l'altro, ma dopo pochi minuti ci ritrovavamo insieme,...”

( Kailash Sen)

La fedeltà è il segno del soprannaturale, poiché il soprannaturale è eterno” Simone Weil

28 giugno Bologna Istanbul Delhi

29 giugno Arrivo in Delhi. Nell'ufficio per viaggiatori stranieri della New Delhi Railvay station faccio il biglietto per Mahoba, dove Kailash verrà a raggiungermi. In Connaught Place compero i colori e gli album di immagini da dipingere per Poorti ( Purti)- in Pahargangi delle icone hindu per la casa di Kallu 8 kailash). Lo rivedrò già domani, dopo un anno di distacco dovrei esultarne in cuore, invece mi angustia che per non differire il nostro rivederci io non possa restare in Delhi ancora un giorno, per rivisitarla od inoltrarmi al di là di quanto già ne ho visto e ne conosco. Oggi ho sperimentato il piacere di ridurne a piedi alcune delle distanze percorse finora in riksciò, quale quella tra Connaught Place e Pahargangi, familiarizzandomi con la loro brevità La partenza è alle 21, 30, dalla stazione di Nizamuddin.

Il 30 giugno arrivo a Mahoba,a lle 7, 30. Alle 9, Kallu e Ajay! Solo alle 12, 30 è in partenza il locale per Khajuraho. Arrivo a casa dei miei cari alle 14,30. Chandu mi apparirà in un secondo tempo nella “television room”, meravigliosamente addormentato in momentanea solitudine..

Facciamo un sopralluogo nel negozio di barbiere e ne accerto lo stato, in internet trovo la lettera di Gotham Gosh, da Kolkata, che mi chiede un aiuto per il suo centro cinematografico, comunicandomi il lutto che sta soffrendo, a seguito della morte di sua madre tra le sue braccia, avvenuta il maggio scorso.

1 luglio In mattinata il taglio dei capelli, che è Kailash che porta a termine,- nel pomeriggio l'acquisto di una presa, che sia integra, per il computer ed il caricatore di pile, la spesa settimanale di verdura e di frutta al mercato del giovedi di Khajuraho, dove imparo a conoscere la natura ed il nome di alcun ortaggi che mi erano sconosciuti-il murar,il kata(k)hara,il guja-, prima del ritiro del quadretto riparato di Hanuman, tra quelli che ho acquistato in Delhi, e del convertitore di energia elettrica riparato anch'esso .

Kailash è in apprensione per il dimagrimento di Chandu, come per Sumit, quando già in estate accusò disturbi di umore, inizia ad appigliarsi a qualche sortilegio per farsene una ragione.

E nella notte già deflagra la mia crisi di adattamento alla realtà che ho riscontrato nella vita familiare di Kailash e dei nostri cari :tutto è a pezzi, tutto è disordine, tutto sembra finito e finire in nulla, …senza che di nulla Kailash si senta in dovere di rendermi conto, neanche dell'andamento della vendita delle lenticchie di cui ha condiviso con il proprietario la coltivazione di due campi, che deve presumere abbia deluso le sue attese. Ha preferito non parlarmene, od è stato elusivo quando gliene ho chiesto gli esiti, da che gliene chiesto nei paraggi della stazione di Mahoba. Il mio sconvolgimento mentale è stato innescato dalla supposizione che Kailash seguiti a salvaguardare con ostinazione calcolata quanto non ha speso del denaro che gli ho già inviato, e che dal mio sopraggiungere faccia ricorso per ogni nuova spesa a quello che nuovamente metto in comune. In tale suo modo di persistere che mi preclude una effettiva condivisione compartecipe dello stato delle cose in comune, mentre a tutto devo contribuire e sottostare di fatto, mi è stato ancora più intollerabile che persista retrivo in ciò che la sventura ha vulnerato, che si possa ancora affidare ad uno scongiuro, ad un jantar mantar, per contrastare il malocchio che spiegherebbe i malesseri di Chandu, come già l'estate scorsa accadde per Sumit, in una rassegnazione fatalistica al peggio anche per il suo ultimo nato, quasi che sia già succube a che di Chandu avvenga ciò che è successo di Sumit ( che sia di lui come è stato per Sumit).

2 luglio. Come il giorno precedente mi risveglio solo alle 10, a seguito dell'effetto degli psicofarmaci. Kailash dopo la prima colazione prepara il pic nic del viaggio nel suo villaggio, per un sopralluogo sui campi dove ha coltivato lenticchie. Gli confermo che per iniziare ad esercitarci nel fare economie non prenderemo un tuk tuk, ed arriviamo al villaggio con dei mezzi di trasporto collettivi fino a Chandranagar, seguitando a piedi io e Kailash, mentre su un ciclomotore che offre un passaggio salgono Purti ed Ajay e Ashesh, -il figlio della sorella di Kailash, che sta con la famiglia di Kailash aiutando Vimala ad accudire Chandu e a svolgere le faccende domestiche, il che ne solleva dal mantenimento la sua famiglia poverissima, il padre essendo un barbiere di casta e di fatto, -. Il picnic è consumato a casa di Kailash, per il sopraggiungere di una pioggia leggera, sotto la quale, in assenza di Purti e con degli altri ragazzi del villaggio, raggiungiamo i campi coltivati da Kallu, il capanno di appostamento del watchman, in prossimità di una radura ombreggiata da un mango, una pianta di limoni, alberelli di guava, al cui riparo era stato creato un sito di sosta e di riposo, attrezzato di un cumulo di pietre per accendervi il fuoco, presso il pozzo e la pompa che irrigavano i campi.

Prima del rientro chiedo di visitare la stalla con le due bufale e i loro bufalini. Un passaggio fino a Bamita ci allevia il ritorno. Ma Kailash è colto dal vomito. Chandu ha disturbi. Si tocca troppo il suo cosino.

3 luglio Sveglia mattutina precoce, mi divido tra le cure di Chandu, la pulizia del corpo e le pagine odierne della Messa che celebra la santità di Tommaso- Kailash è diviso invece tra la preparazione del breakfast ed il gioco in cui intrattiene Chandu, con la mestizia in cuore di chi l'ultimogenito gli rievoca ad ogni istante nella sua gioiosità, Preparativi e partenza per Gwalior con Purti ed Ajay. Prendiamo l'autobus che proviene da Rajnagar, e già a Chhattarpur insorgono le prime difficoltà. Gli autobus che recano scritto che vanno a Jhansi e a Gwalior sono in realtà diretti a Delhi senza soste intermedie, stracarichi di chi è in cerca di lavoro nelle costruzioni dei cantieri della capitale. A fatica e con una baksish, presumo, Kailash ci assicura un posto su un autobus diretto a Jhansi dove arriviamo sul tardi. Non proseguiamo per Gwalior, ma trovare da pernottare in Jhansi si fa un'impresa, dopo che ci siamo lasciati sfuggire, per il costo che giudicavamo troppo elevato di 700 rupie, l'unica camera doppia di cui disponeva il Samrat Hotel: Negli alberghi fervono ovunque feste di matrimonio.Troviamo dove riparare durante la notte solo nel remoto e fatiscente hotel Jhansi, quello del primo viaggio comune di me e di Kailash, nell'inverno fattosi così remoto del 2005,

4 luglio, domenica. Per Gwalior prendiamo l'autobus delle sette e vi arriviamo abbastanza presto, quando non sono ancora le dieci del mattino ed ha inizio una nostra odissea di ore e ore, di hotel in hotel, in cerca di una camera doppia. A Gwalior è stato indetto un concorso che assicura un impiego in banca a chi lo vinca, tra miriadi sterminate di concorrenti aspiranti, che con le valigie e i familiari al seguito stazionano in ogni possibile ricetto, affacciati al vani di ogni finestra e sporto di lodge od albergo cui ci dirigiamo in tuk tuk.

Alle due del pomeriggio poniamo termine alla nostra vana ricerca in Gwalior, e in autobus andiamo a cercare un alloggio nella città più vicina, ch'è Morena, dove ugualmente non c'è albergo, od ostello, che non trabocchi degli studenti di cui è strapieno. A Kailash, la cui mente non funziona più, come mi dice, catatonico, dopo essersi visto scuotere davanti la testa di innumerevoli rèceptionist in segno di diniego, prima ancora che trovasse voce e parola per inoltrare la sua vana richiesta, propongo di tentare nella città ulteriore, Dolpur, sulla strada di Agra, se non nella stessa Agra: Dolpur è fuori del dipartimento di Gwalior e dello Stato del Madhya Pradesh, nel Rajasthan, possibile che gli aspiranti bancari anche in Dolphur abbiano occupato ogni stanza? La mia sacra famigliola vi trova infatti ospitalità nel confortevole Hotel Jagan, ben ristrutturato nel suo immacolato assetto antiquato, tutto pavimentato e rivestito di marmi verdastri, Al di là delle vetrate d'accesso il ristorante stesso è allettante . E i suoi thali si rivelano conformi alle aspettative. Che disturba il sollievo, ed il ristoro, sono moltitudini di grilli, che come si fa sera, invadono ogni vano e ti si appiglino dovunque tu vada.

5 luglio Oggi la Gwalior inospitale del giorno prima, da Dolphur sembra farsi irraggiungibile in tempi utili per essere visitata. Si fa l'errore di scegliere un minibus locale che si avvia solo quando ha fatto il pieno sino alla costipazione, per morire e rinascere a Morena chissà quando per giungere a Gwalior, un'ora e mezza per coprire nemmeno 30 Km.. Cambiamo miniautobus- quando resterebbero ancora solo 37 km per Gwalior-, ma dobbiamo attendere che si riempia, a sua volta, solo perché si verifichi una ripartenza mancata- la microvettura deve fornirsi di carburante ed entrambe le pompe sono in sciopero, a seguito della mobilitazione del Bjp contro l'aumento dei prezzi.

Non ci resta che scendere per un altro minibus – che ci lascia all'entrata in Gwalior, quando è già l'una,con Ajay e Porti stremati e delusi, quattro ore dopo la nostra partenza da Dolphur, ad una sessantina di chilometri appena di distanza.

Come se non fosse finita, ora i tuk tuk si rifiutano di caricarci per la qila ed il palazzo di Gwalior- sembra che siano a ciò refrattari per il timore delle dimostrazioni e dei blocchi in corso- io inizio a perdere il self control, ma conservo il lume sufficiente per indirizzarci alla vicina stazione degli autobus, dove solo la rapacità di due giovani tuk tuk men, per 150 rupie è disponibile ad attraversare un centro città che ci prefigurano in agitazione, ma che si rivela più tranquillo e calmo del solito, a causa della stessa serrata dei negozi e della chiusura al traffico di alcune arterie- e solo a tal prezzo siamo condotti nella città vecchia fino all'erta di ingresso alla qila.


6 luglio. Oggi, invece, a farci ritardare fino all'una pomeridiana la visita dei monumenti sepolcrali di Mohammad Gaus e di Tansen, è la necessità, come siamo in arrivo da Dolphur-, di depositare i bagagli alla stazione, dopo avere fatto la coda per un qualsiasi biglietto per una località qualsiasi perché il deposito ci sia consentito. Pranziamo nell'Indian Coffe House, dove già a suo tempo, nel 2005, ero stato servito da camerieri impennacchiati con le code a ventaglio. La Surasundari del Museo archeologico, finalmente, è la sola ammirevole vestigia di Gwalior che non mi sia toccato rivedere. Nuovo tentativo, fallimentare, di ritrovare un alloggio per la sera, al fine di poter visitare in escursione, l' indomani, Batheswar e altre località archeologiche contigue (adiacenti), - Ritiro dei bagagli e ripartenza per Jhansi, dove alloggiamo modestamente al Samrat hotel.



7 luglio, Rientro in Khajuraho da Jhansi, con l'autobus, proveniente da Agra, in cui ci imbattiamo in tre insegnanti coreani, con i quali Kailash entra prontamente in rapporto, Egli confida che siano per lui una sorgente di profitto, quando all'arrivo in Khajuraho salgono sul nostro stesso tuk tuk, e così accettano di essere ospitati all'hotel Harmony. Riordino dei bagagli nel riordino generale del rientro a casa, fin oltre le ore cinque pomeridiane. Due successivi attacchi di diarrea ritardano la mia possibilità di gustare il lunch imbanditomi da Kailash

Uscirò di casa solo verso le nove di sera, per andare a prendere per l'indomani quattro uova e le fette di pane, Kailash ne farà dei toast, prima della cena di patate fritte e non ricordo più che altro. Quando Kallu vede che come una scimmia addento con la bocca dei biscotti che mi sono rimasti nello zaino dall'ascesa alla qila di Gwalior, si chiede che cosa possa cucinarmi ancora per potermi sfamare.


8 Luglio. Terminato il breakfast,- burro e marmellata ed omelettes-, con Kailash si va in Khajuraho per far riparare la cerniera dei jeans e la chiusura posteriore del berretto che l'inverno scorso avevo lasciato nella sua casa, ci si reca poi al post office per ritirare il primo dei tre pacchi in arrivo. Contiene i capi di abbigliamento, per Kailash, ancora odorosi delle fragranze antitarmiche in cui mio fratello che me li ha ceduti li ha preservati. Alla stazione adiacente degli autobus incontriamo i sud coreani con i quali Kailash è entrato in confidenza a iniziare dai parlottii intercorsi tra loro sull'autobus da Jhansi, e che hanno accondisceso ad alloggiare nell'hotel Harmony, Non fidandosi del biglietto elettronico che via internet un addetto dell'hotel aveva loro assicurato, ne avevano fatto emettere un secondo, cartaceo. Kailash, nel miraggio di chissà quale vantaggio, si prodiga per aiutarli ad annullare l'una o l'altra emissione, prima che ritiriamo il pacco all'ufficio postale. Urge l'acquisto della rete metallica da applicare al coleer ch'è nella mia stanza, che gli ho sollecitato per salvaguardare le manine di Chandu dal finirvi maciullate- come temevo che potesse accadere già per Sumit. Quando all'hotel Harmony Kailash ha riavvistato i turisti coreani, ha offerto loro un pranzo all'una. Sono venuti tra l'una e l 'una e trenta, mentre stavo iniziando la mia “doccia indiana”, una secchiellata dopo l'altra: ma il prodigarsi in cucina di Kallu, di Vimala e dei bambini, tutti quanti, per imbandire loro raitha e riso insaporiti di vegetali e di frutta, contorni e dolce di vermicelli dolcificati nel latte, nel gran calore della loro cucina, si è rivelato lo spettacolo, che mi strazia, dell'inutilità esemplare di ogni loro sforzo volto a un guadagno. Alla partenza dei tre coreani riprendo la lettura de “Il silenzio tra due onde” di Corrado Pensa “, e medito il lezionario della Messa del giorno.

Con Kailash vado verso sera ad acquistare i bicchieri e le stoviglie di cui il pranzo servito ai coreani ha rivelato la penuria, mi reco poi all'internet center dove posso farmi stampare copia della lettera di Gautam Gosh , e dove ricevo un biglietto di amorosa amicizia di Farhang, con il quale rientro in colloquio. Egli sa che cosa sono venuto a compiere in India,che vi devo ricomporre la vita della mia famiglia indiana dopo la disgrazia ch'è avvenuta, ma ciò non basta a lenirgli il rimpianto di non potermi rivedere. Kailash, che io ed Ajay raggiungiamo al mercato nel mela ground, mi ci compera un attaccapanni invertendo i ruoli di sas e bahu – di suocera e nuora-che il mio comportamento ha ritagliato per entrambi. Ma le acque poi non tardano a tornare ad agitarsi, quando scopro nel portafoglio quante poche rupie ancora mi restano, e Kailash preferisce fornirmi la lista delle spese del giorno, piuttosto che indicarmi semplicemente di quante rupie dispongano ancora lui e Vimala, che ci ha taciuto le spese mensili intercorse per il lattaio.

9 luglio- L'intera giornata trascorre con i turisti coreani, nei villaggi tra Khajuraho e Chadnagar,a visitarvi le scuole, alle Pandava Waterfalls . Una meravigliosa esperienza, culminata nelle danze in cui si sono sfrenati i nostri ospiti con dei giovani e delle ragazze del villaggio natale di Kailash, al suono della musica della piccola banda che Kailash ha fatto riunire insieme, chiamando a raccolta dei suonatori suoi amici. Kallu elargisce, elargisce a mie spese, senza assicurarsi che i sud coreani saldino i conti... Cento rupie, per così tanto, è la miseria che gli riservano in compenso...Avviene l'incontro serale con il piccolo Jaijay, proprio mentre esco dall'internet center, e mi avvio al negozio di barbiere di Kailash, per poi acquistare uova e pan carré, Jayjay è figlio di un sarto, e mi dice di chiamarsi Pietro, Peter, Pavlov, Pedro, o Pierre, a seconda della lingua che parli il turista che incontra, ma una giovane bizzarra, mi confida, lo ha battezzato Chowmein. Quando ci ritroviamo a casa, ed è già sera fonda, Kailash mi fa presente la richiesta che gli ha inoltrato Ajay di poter cambiare scuola, al seguito dei suoi compagni di classe. In quella che frequentava, stamane ha ritrovato solo sei bambini piccoli. .

10 luglio Si va in cerca di una nuova scuola per Purti ed Ajay, giacchè quella che hanno frequentato l'anno scorso raccoglie in effetti solo pochi bambini, oltre alle due solite insegnanti ch'erano ad attenderci stamane. Prima di poterci muovere per raggiungere la nuova probabile scuola dei nostri bambini, che è stata edificata nelle vicinanze dei templi Jaina, sopraggiunge un assicuratore, cui il barbiere che gestisce il negozio di Kailash, ha lasciato intendere che io voglia fare un'assicurazione sulla vita- vedo Chandu presso gli anziani vicini, che lo intrattengono dilettandolo grazie a un biscotto, con la stesso cura affettuosa che riverserebbero sul figlioletto che non hanno potuto avere, entro nella casa soffocante, le mura senza calcinature, in cui Kailash pensava di trasferirsi...Il proprietario che ci accoglie e che è il caposala del ristorante dell' hotel Obra, può procacciare a Kallu un tirocinio gratuito presso le sue cucine. Mi trattengo poi a lungo in un internet center, per scrivere e-mails a Valentino Giacomin e a Ghotam Gosh. Al rientro, durante il lungo sonno di Kailash, seguito le mie letture de “Il silenzio tra due onde”, e intraprendo quelle di due sutta che vi sono commentate, il Dvedavittaka e il Baddekaratta cui mi volge il dover accettare la"inaccettazione occulta " di ogni presente, dello stesso vivere al presente presso Kailash., insoddisfatto della felicità che ne provo. Quando il mio amico si risveglia dal sonno in cui nella stanza del televisore è assopito insieme a Vimala ed ai nostri piccoli, Kailash, appare disponibile a lavorare gratuitamente per due mesi come cuoco presso l'Obra hotel. Ma preferisce affrontare più a fondo con Ajay il discorso della sua scuola futura. Ricorrendo al volume lasciatoci dal dirigente della scuola in cui il bambino probabilmente finirà, accertiamo le sue capacità di ingresso nella classe quarta. Il suo inglese è ancora lacunoso, non riesce a leggerlo e a pronunciarlo direttamente, mentre sembra andare bene in Matematica ...E i risultati dei test di fine anno? E l'attestato della sua promozione alla quarta? Ajay dovrà ritrovarsi ancora in seconda, mentre ha già dieci anni? Al bambino spieghiamo tutta l'importanza di apprendere l'inglese, di cui la sua dislessia gli pregiudica una lettura diretta. Ajay si impegna strenuamente in ciò che gli è richiesto, nell'accertamento confortante, tramite le lezioni che trasmisi a Kailash, delle sue potenzialità di recupero con un metodo di studio concepito innanzitutto per dislessici. Ma Kailash, al mio rientro dall'internet center, trae amare considerazioni dal raffronto del suo figlio maggiore con il nipote Ashesh, e propone di inviare questi, in luogo di Ajay, presso le scuole di Valentino, in Sarnat, senza adeguatamente considerare quanto dello stato di Ajay sia dovuto a lui, all'esteriorità velleitaria dei miei sforzi di insegnargli l0inglese e di aprirgli la mente..

All'internet center, dove farò ritorno, troverò la calorosa lettera di assenso, di Valentino, a che lo raggiunga e dimori presso le sue scuole, ma prima che esca accade che Chandu, con cui è sopraggiunta nella stanza in cui alloggio l' intera famiglia Sen, standosene tra le braccia di Kallu, che volge disattento la schiena al cooler, avvicini pericolosissimamente le mani alla grata del mastodonte domestico, e io ne subisco uno shock da cui non mi sono ancora riavuto. Al mancato incidente insorge in me la collera contro Kailash, che a tutt'oggi si è dilungato in tutt'altro, anche questo pomeriggio sprofondandosi nel sonno, anziché provvedere a sistemare, all'interno del vano schermato del cooler, la jali che già avevamo comperato per evitare qualsiasi contatto di un nostro piccolo con le sue pale vorticanti, nonostante anche la stessa Purti vi abbia rischiato i suoi piedi.

Nel sonno notturno mi visita il sogno di un papa che muore soffocato vivo dentro un cubicolo, dall'angoscia delle cui strettoie mi risveglio per scrivere nel cuore della notte.

Domenica 11 luglio

Finalmente, con un' attrezzatura rudimentale e raccattata,- una pietra per martello-, Kailash ha ritagliato ed inserito una rete nella griglia del cooler ch'è nella mia stanza, ed avverte per davvero l' esigenza che sia schermato anche quello ch'è nella stanza del televisore. Ci rechiamo nel centro di Khajuraho per acquistare del nuovo reticolato, occorre inoltre fare restringere i bermuda che per posta aerea ho inoltrato a Kailash, e scegliamo il sarto ch'è il padre del bambino, Jayjay, che si è intrattenuto con me venerdì sera. In un negozio attiguo acquisto un mio paio di scarpe sportive, di cui non mi piace gran che la local quality -dispongo solo di un altro paio- e siamo di ritorno dal badali abituale per far riparare il poster del negozio di barbiere di Kailash, Egli è invece restio, quando nel gole Market lo sollecito a comperarsi le solette che servono a constatare quando possa calzare le scarpe che gli ho recato dall'Italia calzandole ai piedi.

E' festa di Shiva, e dal villaggio natale sono sopraggiunti i genitori di Kailash, con i quali si pranza insieme. Sussegue un pomeriggio di ininterrotta pioggia che mi trattiene in casa, dove con scoramento inizio a riordinare il caos in cui sono finite disperse le sparse e lacunose carte delle lezioni da me tradotte per l'apprendimento dell'inglese da parte di Ajay, che dallo scorso settembre avevo iniziato a trasmettere via internet, finchè non si è interrotto tutto con la morte di Sumit. Ma l'oscurità che è sopraggiunta mi impedisce di dargli lezione. Si fa oscurità anche nella mia mente, infelice del presente che vive, pur se lo vive stando accanto a Kailash, infelice della realtà insoddisfacente della sua presenza e dei frutti del nostro attaccamento, infelice, al tempo stesso, se pensa al futuro, come subentra il pensiero di doversi distaccare il mese venturo da lui e da Vimala e dai nostri cari bambini, per finire per ancora chissà tanto tempo a un'infinita distanza. Seguito a leggere di Pensa, “Il silenzio tra due onde”, i capitoli “La pace del cuore e gli altri”, “Tutto brucia” ( trovando conforto nell'idea buddista di nibbida). Quando la pioggia si dirada, mi reco al tempio di Shiva per una puja. Vi avviene l'incontro con l'ombrellaio che tenta invano di vendermi una chatri, e che capisce dai miei modi, senza chiedermi niente, che viaggio da tempo in India e che vi ho un amico indiano. Rientro e Kailash esce a sua volta per comperare carne di gallina, con la quale cucina squisiti somosa in pastelle di ceci ed un saporito riso al pollo. Come finirà poi la finale dei mondiali di calcio, che in India sarà trasmessa verso mezzanotte?

11 luglio 2011

Nel trascorrere delle prime settimane in Khajuraho, anche in me è sopravvenuto ciò che è già intervenuto nella famiglia di Kailash, la riapparizione di Sumit in Chandu, la sua ricrescita stupefacente nella sempre più incantevole somiglianza che( sempre più) il fratellino minore manifesta con le sue dileguate sembianze, nell'aspetto fisico come nei modi di essere e di fare. Chandu ride e gioca identicamente, identicamente mi si è aperto e mi da sberle sul volto, come Sumit mi si è aggrappato al seno quando si è ritrovato tra chi invece lo spaventava.

Per quanto possa contristarmi che ciò stia succedendo, come quando l'altro giorno ricercavo, nel parco di Panna, il luogo dell'ultimo pic nic che ci aveva ritrovati insieme l'estate scorsa, -tra le tante scimmie che al nostro procedere si annidavano tra gli alberi,- per quanto possa dolermi che l unicità di Sumit e la sua perdita siano state così riassorbite irresistibilmente, che la sua ritrovata presenza sia l'annientamento che ne è avvenuto in Chandu, se non ne è avvenuta la prodigiosa rinascita nel fratellino che gli era sopraggiunto, non posso che contribuirvi io stesso ogni giorno, sempre di più, con il prendermi cura del nostro ultimo nato, di nuovo ogni volta, che per sedarne l' insorgenza del pianto, me lo accosto al volto come il Dio di Osea portava alle sue guance Israele fanciullo (lezionario della Messa di giovedì scorso, Osea 11,1-4, 8c-9). Forse Ashesh, lo straordinario figlio della sorella di Kailash che senza nulla chiedere, od esigere, accudisce Chandu alleviando le fatiche di Vimala, l'altro giorno ha espresso la natura stupefacente della dispersione e del ritrovamento che è avvenuta nei nostri animi, quando indifferentemente ha chiamato il bambino prima con il nome di Sumit, e poi di Chandu.

Frattanto, le notizie che mi ha recato Kallu sull'andamento deludente della vendita del raccolto di lenticchie, il suo vano prodigarsi con tutta la famiglia, nel miraggio di un lucro, per imbandire le più squisite pietanze di cui sia capace agli ospiti recenti sud coreani, e farli addentrare il giorno seguente nella case e nel mondo in cui è nato e in cui vive, fino a radunare e far suonare insieme, per loro che si sono sfrenati nel ballo, una banda di amici nel suo villaggio natio, pur essendo consapevole che non avrebbe racimolato che una miseria di rupie, hanno ribadito la vanità di ogni suo darsi da fare, di ogni nostro sforzo ed intento volto a un guadagno. ,

E la stessa cattiva riuscita del più facile viaggio che abbiamo mai concertato, l'escursione in Gwalior con Purti ed Ajay, ( dal cui pernottarvi la mia sacra famiglia, nel suo nucleo ridotto, è stata esclusa in così misero modo perché vi erano alloggiati più aspiranti ad un posto in banca di quanti siano coloro cui la città può offrire un posto letto), è stato il presagio di una sorte che nessun Dio sembra più benedire, nonostante le nostre preghiere e le nostre puje di ogni giorno.

E solo la luce della gratitudine con cui Kailash si attiene a ciò che gli propongo per migliorare lo stato e l' ordine della casa, per rendervi più sicura la vita dei bimbi dalle insidie che vi annidano, quali le griglie senza reticolati delle pale dei coleer in cui avrebbero potuto finire maciullate le mani di Chandu, o la grazia illuminante che s'accende negli occhi di Ajay quando i metodi di insegnamento ne schiudono la mente dislessica alla comprensione dell'inglese, o nelle gentilezze cui Purti finalmente si rivela sensibile nei miei riguardi , mi risollevano dallo scoramento in cui cado di fronte al disordine che ritrovo ogni giorno nella nostra casa comune, e in cui tutto sembra che sia finito o che finisca distrutto e disperso, rimediano allo sconforto che insorge fin dal loro risveglio, allorché ad uno ad uno si sollevano dall'intrico in cui li rivedo stesi a dormire aggrovigliati al suolo, o che mi attanaglia quando sento di cogliere l'immensità del guasto che sento di aver recato con il mio aiuto a Kailash ed alla sua famiglia, snervandoli della forza di privazione della loro povertà di cui Ashesh, che per tutti noi si sacrifica senza nulla chiedere e pretendere, forte dello spirito di rinuncia di cui sono divenuti incapaci Kailash e i suoi cari, nella loro assuefazione a dipendere così tanto da me, è tra noi la pietra di paragone e di scandalo.

Lunedi 12 luglio. Tutta la mattinata è trascorsa in casa, Kailash, dopo la preparazione della colazione di squisite piadine, è occupato dal disgorgo delle acque reflue del bagno maleodoranti, io impiego il mio tempo nel tentativo di riordinare i fogli delle lezioni d'inglese per bimbi dislessici che ho inviato in passato. Ajay e Purti non si recano a scuola perché durante la notte è piovuto tanto, e non è venuto nemmeno a prenderli il conducente del tuk tuk della scuola, cerchiamo inviamo ciò che Kailash seguita a definire décoration, l'attestato dell'accesso di Ajay alla classe quarta, senza il quale, e con le lacune in cui versa in inglese, è difficile che in una diversa scuola ottenga l'ammissione alla quarta. ,- Nel corso della mattinata, mentre il tempo permane incerto, la mia mente progressivamente si eclissa, esasperata dal dovere riprendere ogni cosa daccapo, in tale e tanto disordine in cui tutto si disperde ed è finito nuovamente vanificato, lo stesso ritrovare, anche stamattina, Kailash ed i suoi congiunti immersi nel sonno distesi per terra, nonostante quanto ho insistito perché trovassero il conforto dei materassi, mi reca uno scoramento sconfortante, si fa intanto ora di pranzo- squisito il contorno di loki flower-, e perdo ogni discernimento e lume di grazia,- disperando di essere in questa casa, di devolvervi la mia vita per Kailash e i suoi cari , quando ogni sforzo sembra vano, di fronte alla abitudinarietà desolante dei loro modi di vita , - non sopporto, lamentandomene, neanche la televisione tenuta accesa ad un volume assordante, senza che pregiudichi il sonno di Vimala, Chandu, o Kailash, e a nulla valgono le sutta che tento di leggere, se non a orientarmi a volgere il pensiero ad altro, che a tali forme di avversione ed attaccamento, a voler uscire di casa per distogliermi da tutto questo, sia pure solo per recarmi di nuovo a un internet center , ad insistere ad uscire e ad indisporre per questo Kailash, che persiste invece nel sonno, finchè non si alza lamentandosi che se nonostante l'alto volume del televisore che venivo deprecando seguitava a dormire, era perché aveva lavorato tanto.

Faccio penitenza per tale e tanta mia mancanza di riguardo, restando in casa ad aiutarlo nei lavori di schermatura del cooler ch'è nella stanza della televisione, dove abitualmente dormono lui e la moglie ed i bambini, un lavoro che si rivela più difficile del previsto, perché il reticolato va sovrapposto, connettendolo alla griglia interna troppo larga.

Finito il lavoro, che era proprio quanto ancora pretendevo da Kailash per l incolumità dei nostri bambini, esco in compagnia di Ajay e di Asheesh, cui voglio mostrare un'immagine di me che sia più forte di quella che abitualmente esibisco, per predisporre così Ajay alla sequela delle lezioni di inglese che fin dalla sera odierna .intendo impartirgli. Il poster di cui va raddrizzato il supporto è consegnato al falegname, procediamo sino al negozio di sarto del padre di Jayjay, che incontriamo e lasciamo per strada, il lavoro che era stato ordinato, come accade in Italia quando si richiede un'attività sartoriale, è iniziato al momento stesso in cui mi presento per le consegne prestabilite, ma anziché restare ad attendere preferisco volgermi con Ajay e Ashesh al vicino villaggio della old Khajuraho, dove con i due ragazzi mi reco al Brahman temple. E' un piacere dello spirito che illumina il volgere al termine di un simile giorno, vedere le forme sacre del linga e del chattarmukkas all' interno del tempietto individuare sul portale Ganga e il coccodrillo, Yamuna e la tartaruga, le icone di Vishnu su Garuda, di Brahma con le tre teste, di Shiva tra trisula e cobra. Ritirati i calzoni corti di Kailash dopo che sono stati ristretti, restano da comperare marmellata, burro e fette di pane per i toast. Mentre fervono i preparativi di una cena a base di spaghetti ed acciughe, Kailash sopraggiunge con la notizia che gli insegnanti della scuola futura di Ajay sono nella casa del vicino lavandaio, al che ci rechiamo in visita da costoro e ci soffermiamo oltre la partenza degli ospiti, talmente è piacevole intrattenervisi con la famiglia del lavandaio nella frescura della sera, al sopraggiungere di Chandu che trova infine quiete sul letto indiano, sul quale i più stanno raccolti nel vasto cortile. I tranci di fish curry che ci ha recati il padrone di casa di Kailash, quando rientriamo esimono da spaghetti ed anchovy, mentre nel frattempo, nell'attesa che la cena sia imbandita, svolgo la mia lezione ad Ajay, che finisce per coinvolgere Ashesh e Purti. E' una meraviglia vedere come il metodo giusto – il "cambia la lettera alla lavagna", che Purti ripulisce ogni volta, ' invitare Ajay a scrivere le frasi di suoni trasparenti che pronuncio e che puntualmente l'invito a ripetere- schiude la mente di Ajay e lo rende sempre più sollecito ad apprendere. Ritrovo in questo la mia grazia illuminante, la felicità di un sonno nella beatitudine, dopo le reticenze di Kailash, sulla sua mancanza di energy sessuale ed i suoi screzi con Vimala. Ne riparleremo domani.

Martedi 13 luglio

Ieri, di cui ricordo soltanto la disperazione mentale conclusiva, è stato ancora un giorno dopo l'altro, come l'altro, che pur avvicina il dolore mortale del mio distacco da Kailash, mentre nello stare accanto a lui, a lui di fronte, nello sfiorarlo o nell'accarezzarne il corpo, non provo che il dolore della temporaneità del nostro stare insieme, della esclusione che comporta, il goderne la vicinanza, di ogni alternativa di vita in India e nel futuro, un tormento insoddisfatto che si schiude solo alla gentilezza di una compassione infinita. Di quanto è successo nella prima mattinata, riaffiora il nostro itinerare dal negozio del badhai, del falegname per un poster dell'Incredible India raddrizzato, al nostro negozio di barbiere dove l'abbiamo posto sotto la pressione di un peso, prima che Kailash si risolvesse a radermi la barba, che egli oggi aveva ancora incolta, perché ieri era il giorno di Hanuman e non poteva farsela. Mentre aspettavo di potermi radere, sono stato all internet center per consultare le mie e-mail senza ritrovarvi comunicazioni rilevanti, quindi abbiamo acquistato le solette che potrebbero consentire a Kailash di calzare meglio le scarpe, a me strette, che calzandole gli ho portato dall'Italia senza che incidessero sulla franchigia del peso dei bagagli , abbiamo cercato invano del nastro per rivestire i bordi irregolari della grata che abbiamo sovrapposto al cooler della stanza del televisore, ed abbiamo fatto riparare il carica batteria prima del rientro per il pranzo. Mentre Kailash dormiva ai piedi del letto, mi sono predisposto a visitare il Gantha temple il pomeriggio, leggendo le pagine che lo descrivono in una guida dettagliata di Khajuraho, e ho seguitato a leggere di Corrado Pensa le pagine sui cinque impedimenti nelle relazioni, e sulla zattera del Dharma, ma senza trarne giovamento, Inizia a piovere quando con Ajay e Ashesh mi avvio in bicicletta verso il Gantha mandir. Uno scroscio intenso ci trova al riparo della galleria dove sto acquistando delle cartelle in cui Kailash possa raccogliere i suoi documenti vari, che giacciono disordinatamente sparsi per la casa. Quando entro nell'hotel Harmony per consumare un gelato con i due piccoli miei accompagnatori, scateno il rigetto del fratello del big boss l, che indisposto dal fatto che stazioni a casa di Kailash anziché nell'hotel, ci accomoda all uscita speditamente, in ragione del fatto che l'hotel non ne dispone.

Il gantha mandir non posso vederlo che dall'esterno, perché non riesco a scavalcarne la recinzione. Doveva essere uno dei templi più belli di Khajuraho, se sto alla finezza dei suoi pilastri cordonati dai profluvi di campane dalle bocche di kirtimukka.

Al rientro Chandu è il centro d'attrazione di tutta la nostra famiglia, nelle cure che gli sono prestate per contenerne ed appagarne l' agitazione prensile e motoria.

Kailash mi cucina spaghetti alle acciughe, gli ingredienti sono gli stessi della mia ricetta, salvo l'aggiunta di origano e rosmarino, ma il gusto ne è indiano. Lo stato in cui mi intorpidisco a causa del mio stomaco, reso indisposto a digerirli dagli sconquassi cui l' ho sottoposto per intrattenere Chandu e farlo ridere, e il venir meno della luce, mi impediscono di far lezione ad Ajay. Cado in uno stato di scontentezza per l' infelicità delle sorti del mio viaggio in India, che sprofonda ed emerge dal sonno a notte fonda, allorchè seguito a leggere le pagine buddistiche di intonazione consona alla spiritualità cristiana, che condannann lo studio intrapreso alla maniera del serpente preso male, per diventare famosi, ricercati, brillanti e così via” ( pg. 142), e inizio a leggere il diario spirituale di Henri Le Saux. Kailash mi raggiunge a una ripresa della mia lettura, dopo che è avvenuto un mio ulteriore risveglio. Cerco di fargli comprendere quanto sto male, avendo perduto il senso della fede nell' ispirazione divina del bene di quanto vengo facendo ancora per lui e per i suoi cari, del mio aiuto ulteriore, in quanto mi comporta... Mi chiede di aiutarlo ancora almeno fino alla prossima estate . Stamane è 14 luglio- già, il 14 luglio senza avere viaggiato ulteriormente per l India, _ e l' umore nonostante ciò che gli ho detto è sereno e tranquillo. Io posso solo ripetermi l'invito del Buddha, nel Dvedhavitakka suta, a sedare i pensieri che conducono alla mia afflizione, alla afflizione di altri, all'afflizione mia e di altri.

14 luglio Si ripete lo stesso andamento quotidiano, la mattinata riservata al breakfast e alla successiva preparazione del pranzo, a base di varianti dello stesso menù,( quello odierno costituito da riso e da dhaal, da stufati di guija e pomodori, di pomodori, patate e ceci,( mentre la colazione era a base di dolci g* e di squisiti pokora di lenticchie moong, che Kailash ha macinato impastandole con cipolle, coriandolo, e pepe verde -,) mentre in precedenza e nell'intervallo medito e prego, leggo e scrivo le mie pagine di diario per fissare questi monotoni giorni nella mia memoria affettiva. La variante, nei miei andirivieni dal centro del villaggio, è che mi ci sono recato due volte, la prima con Asheesh per entrare in internet e consumare insieme un gelato, la seconda con Kailash, al suo tardivo risveglio dal sonno pomeridano, che è l'altra invariante quotidiana, - per fare il biglietto ferroviario per Varanasi, dove andrò a trovare Valentino Giacomin nella sua scuola in Sarnat, giusto all'orario di chiusura dell'ufficio e per rendersi conto, subito dopo, senza potervi fare niente, che l'indomani occorrerà modificarlo- partendo di venerdì arriverei a Sarnat solo al termine delle lezioni del sabato, e dovrei attendere il lunedi per una loro ripresa-, dopo di che siamo andati a chiedere prima all'Ufficio turistico, e poi presso il Museo archeologico, dove si trovi Canderi o Chanderi che sia, la prima delle mete possibili di una escursione a raggio breve nel Madhya Pradesh. Uno degli uomini dell'ASI, quando del portale d'ingresso individuo la figura centrale di Shiva Ardanarishvara, dà soddisfazione alla mia passione figurativa illustrandomi le serie delle saptamatrika e dei nove pianeti disposte ai lati, e mostrandomi all interno, in cui mi accompagna, delle realizzazioni maggiori della loro successione, ai lati di una grande statua di Parvati. A casa scopro che ho indicato di Chanderi un distretto sbagliato, che è quello di Sidi, non quello di Satna, e che Chanderi può rientrare nell' itinerario della visita ulteriore in Nohta, Damoh district, in Sohagpur, Shadol district ed in Amarkantak, delle vestigia dei templi dei re Kalachuris. Ma insorge la consapevolezza che non posso farmi accompagnare da Kailash in alcun itinerario di viaggio: come sarebbe infatti possibile lasciare affidato Chandu alle mani di Vimala, in caso di incidente?

Si fa sempre più acuta e sottile la consapevolezza che sto vivendo il privilegio di sostare in India per quasi due mesi, dovendo farvi tesoro della limitazione dei miei giorni alla permanenza presso Kailash e la sua famiglia, per godervi della loro presenza e frequentazione quotidiana senza potermi recarmi altrove. Le notizie che dall Italia mi reca il giornale on line di Repubblica, che ho fornito a Kailash mentre si faceva radere la barba dal suo partner nel suo negozio, non lasciano presagire chedei  peggioramenti a oltranza della mia sorte e condizione di insegnante. Chiedo a Kailash di assicurarmi il conforto di rendermi utile ad Ajay nel fargli lezione: ed è poi meraviglioso lasciarmi andare i tra i suoi bambini, al suo fianco, sulle coperte stese sul pavimento in cui trovano subito sonno, prima di cercare e di trovare il mio appisolamento  in disparte, nella stanza che mi è riservata.

Stamane 15 luglio, giovedi, devo iniziare i preparativi della mia partenza anticipata a questo pomeriggio per Sarnat via Satna- Varanasi. A Kailash quando gli ho chiesto di spiegarmi perché ieri mattina m'avesse detto di provvedere alla sua famiglia almeno fino all estate prossima, mi ha risposto” perché devo pensare a te, come tu pensi a me. Così ho good karma”. Sveglia anticipata per modificare il biglietto per Varanasi da Khajuraho con partenza Venerdi notte. Apprensione per i disturbi allo stomaco di Chandu : si va dal dottore Farmacista che minimizza il malanno.All ufficio ferroviario mi altero quando constato che il biglietto del rientro di sabato a Khajuraho, da Varanasi, mi destina ad una cuccetta altolocata. Non resta, dato il mio umore stizzoso, che la cancellazione e la riemissione anche di questo biglietto. Esco con Asheh per accedere a internet e comunicare a Valentino del mio arrivo a Sarnat l'indomani per soggiornarvi la sera e il sabato seguente, e Ashesh già mi richiede che il gelato che gli offro sia diverso da quello di ieri, e sceglie il più costoso, la cassata da 60 rupie, ciò che suo padre non guadagna in un giorno di lavoro. Preparativi ultimi del bagaglio, prima di raggiungere la stazione degli autobus compriamo un'altra sim card ed una ricarica, ma Kailash mi mette fretta quando vorrei accertare in internet la risposta di Valentino, il mio distacco da Kailash è talmente doloroso che un turista anziano di Taiwan mi mette la sua mano nella mia per lenire il dolore,- " Buddista- gli chiedo' anche un po hindu, mi risponde"- ma già a Bamita avverto un senso di liberazione che si fa leggerezza, quando attraverso le parole di Ajahn Chah che leggo nel libro di Pensa, pg.151) intendo che peso sto lasciando temporaneamente andare, che seguitavo a portare temendo che se lo abbandonavo non mi restasse più niente. In Satna un agente di polizia cordialissimo fornisce i chiarimenti indispensabili a me, ed al distinto signore di Taiwan, sul posto per il quale ero in waiting list, e sul treno per Patna che il mio compagno di viaggio deve prendere e che non è ancora stato annunciato. All internet la sorpresa in risposta di Valentino: Non è più a Sarnat, ma nella scuola di Bodhgaya che si prepara ad allestire per gli studenti chakma. perché non faccio un salto fin là? Piuttosto rientrerei a Khajuraho in nottata.. Parto ugualmente, con l'intento di restare solo un giorno a Sarnat, e di rientrare a Khajuraho già la notte seguente, e mi ritrovo a Varanasi alle cinque del mattino seguente, esco dalla stazione e l'autobus in partenza per Mughal saray mi fornisce l ispirazione sul da farsi. Lo prendo e a Mughal Saray faccio un biglietto locale unreserved per Gaya, da dove su un tuctuc collettivo raggiungo BodhGaya. Vi sosto per un pranzo, prima di raggiungere Valentino a Barbatta. L'accoglienza calorosa, la sistemazione in una delle camere lasciate dalle suore con cui egli era in contatto, che apprendo che hanno abbandonato la scuola che intendevano acquisire. Fino a che non ci lasceremo per le sue puje notturne, L'Ego inattaccabile ed inossidabile di Valentino, in tutta sincerità, ( con la più assoluta sincerità) mi farà ogni sorta di confidenza e di sfogo, che sono ora tenuto alla massima secretazione, perché tanta sincerità mi è stata accordata in virtù della sua fiducia nella mia condiscendenza più remissiva, cui egli non concede alternativa che il più brutale distacco.

Valentino mi ha detto che non ha motivo di credere, come già supponevo, che Chandu sia il rinpoche di Sumit. E' il nostro rinforzo familiare di ogni suo atteggiamento che ci rievoca il fare del suo fratellino perduto, che ce lo fa rassomigliare a lui così tanto. E ha sorriso quando gli ho confidato che Kailash ha voltato dal lato del muro l'immagine sacra di  Hanumah, perché non vedesse che in casa sua mangiamo carne e uova, interdette dal Dio.


Sabato 17 luglio 16 luglio Alle 5 del mattino mi sveglio al più presto per il treno del mio rientro a Varanasi. Mi inquieto e inquieto il ragazzo che mi accompagna fino a Gaya a prendere il treno, perché mi trattiene dal salire su quello che è già in partenza, in quanto richiede una maggiorazione del biglietto, in attesa che sopraggiunga quello cui sono predestinato, che io temo che arrivi con l'abituale ritardo di più ore. In Sarnat constato tutto quanto è riuscito a fare Valentino, da un anno a questa parte, reagendo alla crisi delle donazioni che ha investito la sua scuola, con la crisi globale, una rassegna che mi deprime ancora di più, per quelli che sono i frutti, nella loro negatività e  miseria ( nella pochezza) degli esiti del mio operato con Kailash ed i suoi cari.- il tempio di Tara, l'assunzione di quindici monache, la nuova sala di yoga, il campo dei manghi, ognuno con la targa di un donatore, e il nuovo orto. Visito il museo archeologico di Sarnat prima di partire per la stazione di Varanasi. Rishikant mi chiede il numero telefonico di Kailash, e nel darglielo gli dico della sventura che è successa in famiglia e di avere riguardo . In Varanasi un ladruncolo si mette sui miei passi, riesco a distoglierlo a fatica, mentre ad accresciuta  fatica trovo il vagone b1 del Bundelkand Express destinato a Khajuraho.



Domenica 18 luglio Nemmeno la sua sveglia alle quattro, per essere ad accogliermi al mio arrivo in stazione, o quanta cura mette nel servirmi colazione e pranzo, riesce a placare la mia frustrazione di ritrovarmi con Kailash, per un altro giorno trascorso come ogni altro, senza che si renda conto che la mia mente sta ponendo termine a tutto, senza che nulla egli proponga o disponga, o nulla si assuma di fare.( Sto realizzando con kailash e i suoi cari la pienezza della mia vita svuotandomi per loro, o la sua distruzione terminale, insieme alla loro, facendomene schiavo e gulam?. Realizzo la mia reale libertà o la sua perdizione finale?aggiunta postuma del 5 agosto)

Lunedi 19 luglio. Escogito di consentire ad Ashesh di frequentare la stessa classe nella stessa scuola di Ajay, in alternativa all onere gravoso dell'invio di entrambi nelle scuole di Sarnat. Ma Ashesh non vuole ritrovarsi tra le malegrazie di Vimala, che è indisponibile a fargli da mangiare e a ritrovarselo in casa, il che scatena la crisi di disperazione di Kailash, che egli addebita ad un attacco del suo dio dislocato in Rajnagar. Ricorro alla soluzione di farlo ospitare dal fratello Manoj, e che stia nella casa di Kailash solo per giocare e fare i compiti con Poorti ed Ajay. Nuove tensioni e scontri tra Kailash e Vimala, che si sedano solo quando Vimala recede dalla villania di maltrattare a parole Ashesh, in sua presenza. Cresce già patologicamente la mia insopportazione di dividere la mia vita in India solo tra la casa di Kailash e il mercato di Khajuraho, mentre sentiti il medico, che riconduce il vomito di Chandu alla cattiva qualità del latte di Vimala, che si sottopone a troppo lavoro, Kailash assume la decisione di condurre la moglie con Chandu nel villaggio presso la madre, ed esplode a tal punto la mia insopportazione residua, quando Kailash mi chiede altre mille rupie per il tuctuc e per la degenza della moglie nel villaggio. Nel tuctuc che sotto la pioggia scrosciante ci conduce al villaggio di Kailash, mi sento una belva in gabbia che vorrebbe sbranare. La mia furia si quieta all'arrivo, quando mi placo tenendo tra le braccia Chandu febbricitante: La mia mente malata, mi dico, seguita a non volere fare i conti con la realtà delle mie limitazioni economiche, che mi impongono ciò a cui non riesco a sottostare, imputando le continue sollecitazioni a spendere solo alla supposizione che Kailash seguiti a trattenere parte di ciò che gli elargisco, obbligandomi a continui nuovi prelievi agli atm di altre migliaia di rupie da versargli. Nella casa di Khajuraho in cui ci ritroviamo senza Vimala e Chandu, eppure ci rappacifichiamo fraternamente, raggiungendo la decisione della mia partenza l' indomani, da solo, per Goa o per Hyderabad, quali mete più probabili.



Martedi 20 luglio Ashesh è condotto alla scuola di Purti ed Ajay. Ne ottengo una dichiarazione che ne sono il garante, per l'entry visa quinquennale, e di potermi felicitare della soddisfazione che al rientro esprime il ragazzo. Alle tre del pomeriggio debbo risvegliare Kailash dal puntuale  sonno pomeridiano, per decidere insieme come risolvere la mia permanenza nella sua casa. Arrivo a dirgli che mi ci ritrovo in una prigione se non parto, al che Kailash, addolorato e offeso, mi esorta a lasciarla quanto prima e a partire in viaggio se mi ci ritrovo in un "gel". Mi decido per Hyderabad, e tutto sembra rasserenarsi, quando insieme visitiamo il Duladeo temple. Mi sembra di avere capito ogni cosa, e che il vero errore che ho commesso, sia stato di non essermi donato fino in fondo, precludendo Kailash dal mio viaggio, Kailash che nella visita del tempio Duladeo mi segue con così vivo interesse, in ogni scultura e ornamento  che rileviamo insieme, e pentitodella mia decisine di partire senza di lui, pur di recarmi in viaggio, gli lancio finanche l'invito di raggiungermi in Hyderabad, a giorni. Ma quando mi propone il prelievo di 10.000 rupie, e di lasciarne 5.000 alla famiglia, e a sua disposizione, per potermi eventualmente raggiungere, di nuovo la morsa delle limitazioni economiche, rispetto alle mie velleità, si converte nel sospetto che si rinfocola nei suoi riguardi, nel dubbio che abbia elevato ad arte la quota che a suo avviso debbo riservare a lui ed alla sua famiglia, incantandomi con la lusinga di farsi mio compagno di viaggio, senza alcun reale intento di raggiungermi in Hyderabad.

Miserie, miserie, soltanto mie miserie mentali. Kailash, che è in realtà voglioso di viaggiare con me, come in passato – il suo miraggio di felicità, sopravvissuto anche alla nostra sventura-, che è timoroso per la sorte di Chandu febbricitante, per quello che potrebbe succedergli se lo lascia affidato a sua moglie, mi rivela che per non sottopormi a stress con ulteriori richieste, ha fatto ricorso a parte del ricavato del raccolto di lenticchie per pagare i conti del negozio da cui si fornisce di generi alimentari (di generi per la casa), che in questi giorni ha prelevato denaro di Vimala in banca anziché chiedermelo. Ormai ogni possibilità di ritrovarci insieme a Hyderabad è svanita, di fronte alla consapevolezza che mi palesa Kailash, di come la mia mente andrebbe giù di giri, ad ogni raddoppio dei costi del viaggio che ne significherebbe la sua condivisione. Che desolazione.


21 luglio 2 agosto viaggio nell'Andra Pradesh

21 luglio data della partenza per Hyderabad, con il treno che muove da Jhansi con tre ore di ritardo

Risveglio mattutino doloroso. Ajay, Purti, Ashesh, sembrano avvertire la mia partenza. Parto con 100 euro da scambiare, e decido di prelevare con il bancomat 10.000 rupie, delle quali ne lascerò 5.000 a Kailash e alla sua famiglia: così disporrà anche del contante per raggiungermi in Hyderabad, se intende farlo. Disavventure con il bancomat, per il prelievo, nell'imminenza della partenza dell'autobus per Jhansi, da cui per Hyderabad prenderò il Gorakpur Express: dobbiamo fare ritorno al bancomat della State bank che un addetto tarda a rifornire al suo interno della carta stampabile degli scontrini, perché gli altri atm non accettano la mia credit card. In Jhansi che tristezza essere avvicinato da degli autisti, amici di Kailash, che mi riconoscono, e mi chiedono perché Kailash non sia con me. Passano una,due, tre, più ore ancora in attesa del treno che tarda, le nuvole addensano pioggia scrosciante, ed in me incupisce la consapevolezza della brutalità animale che ho usato con Kailash, sui cui sentimenti ho infierito crudelmente . Pur di partire quanto prima, di lasciare lui, la sua famiglia e la sua casa il più in fretta possibile, ho fatto a pezzi l eventualità che potessimo viaggiare insieme, attendendo che Chandu si riprenda, ed esasperando le mie difficoltà economiche gli ho prefigurato come un onere insostenibile, per la sua coscienza, l'incremento delle spese del viaggio che avrebbe significato il suo accompagnamento, facendogli presagire che sarebbe stata una fonte di continui scontri insopportabili. Sfogando i miei miserabili umori tristi di rivalsa, ho trasformato anche per lui in un incubo la mia permanenza nella sua casa, che gli ho sfigurato nella prigione da cui lo pregavo di lasciarmi andare via. Ma Kailash anche per queste mie bassezze ha trovato parole di comprensione, anche alla mia partenza vagheggiando con gioia di poterci ritrovare ( che possiamo ritrovarci ) in Hyderabad.

Diarrea, sul far della notte, diarrea durante tutto il suo corso, da cui sono costretto a insozzare indecentemente la latrina. Durante le tregue mi leggo brani del volume “ Nella terra dei moghul bianchi “ di Dalrymple.

22 luglio, l'arrivo ad Hyderabad solo alle ore 18,00, con 4 ore di ritardo. Mentre il treno è già in Secunderabad, la giovane proveniente da Kampur, che mi siede di fronte, titolata di un master prestigioso in economia e commercio, mi è prodiga di aiuti per l' hotel che cerco nella zona di Abid, presso la stazione di Nampalli in Hyderabad. Ed io le rivelo che non sono in ansia per l'alloggio, ma perché non ritrovo il mio amico al cellulare. Kailash lo ritroverò solo per poco, dalla postazione da cui gli telefono in Secunderabad, presso un sarto. Cresce in me la contrarietà che non mi abbia telefonato per tacermi che ha rinunciato a partire. Mi dice che Chandu ha ritrovato la salute. Il fatto cheresterebbe a lungo in mani poco affidabili, se si verifica un'emergenza, è la vera e sola riserva mentale, che per me sia condivisibile, a che Kailash parta per raggiungermi. Full il primo, il secondo, il terzo hotel (Non trovo sistemazione nel primo, nel secondo, nel terzo hotel-, che si ripeta la sequela di Gwalior? Ma non sarà così, perché trovo alloggio nel Suhail hotel, una decorosa sistemazione per sole 375 rupie. Ceno al vicino Tamak hotel, a base di thali dell'India del Sud.

23 luglio Visita al Char minar e al forte di Golconda.

24 luglio Visita alle tombe Qutub Shah, di nuovo sotto la pioggia

25 luglio Via Mahabunagar, arrivo in Alampur. Visita tardiva emozionante dei Brahma temples. Devo reperire un alloggio in Kornool, dove solo nell'hotel più costoso è disponibile una camera per oltre 900 rupie.

Pioggia, ancora pioggia in mattinata, oltre l'ingresso dell'hotel Suhail. Per colazione ordino di nuovo uttapam con cipolle,di nuovo al Tamak hotel, prima di partire per l'autostazione Mahatma Gandhi, e di prendervi l'autobus per Mahabunagar, da cui ripartirò per Alampur. E' un express- si fa per dire- per Kornul, sul quale dopo altre tre ore abbondanti di viaggio pervengo al bivio per il villaggio. Sotto una pioggia che si fa scrosciante, un maestro di una scuola residenziale Montessori , - come scoprirò quando scende alla sua altezza-, dirottandomi tra i vari automezzi che si predispongono e subentrano l'uno all'altro, mi conduce a prendere l'autorisciò su cui arrivo ad Alampur quando sono passate già le cinque del pomeriggio. Un anziano che fa da custode si fa anche l' ineludibile guida che mi accompagna nella visita dei templi brahmanici più esterni, che sorgono al termine del villaggio, oramai in prossimità degli argini del fiume Tungabhadhra: il Kumara, l'Arka, il Veera, e il Vishva Brahma, mentre la mia mente cerca di farsi luce tra le loro meraviglie scultoree ed architettoniche, nel poco tempo del giorno che le resta davanti. L' incanto sopravviene quando tra il salmodiare dei mantra mi addentro da solo nel Bala Brahma retrostante, dove ancora si officia e compio un rito di offerta. Sopravviene anche il tremendo quando per visitare il Garuda e lo Swarga Brahma, interconnessi da un camminamento, devo inoltrarmici a piedi nudi nel rivo d'acque che vi scorre,originato dal monsone odierno, o nell' erba fradicia di pioggia tra i templi e la recinzione, in cui sopraggiungono e guazzano capre e maiali, allevati e tenuti allo stato brado . Mi volgo al cielo in un sentimento di fascinazione e di orrore, per la contaminazione in cui sono finito immerso e mi ritrovo partecipe della fisicità dell'India, intanto che tra le impalcature dei restauri in corso sopraggiungono branchi di scimmie, ad animalizzare ancor più il mio stato di trance, incandescente dei colori rutilanti del complesso statuario del gopura di un tempio dravidico, che balena sullo sfondo piovoso del tramonto sanguineo.














25 luglio, domenica
“ Io non vengo, perché non posso perdere un'altra persona della mia famiglia”, il nostro Chandu, dopo Sumit, per l'inaffidabilità delle mani in cui l'avrebbe lasciato in caso di pericolo.
Finalmente, senza più infingere a se stesso di potermi raggiungere a giorni, Kailash è giunto a dirmi la verità delle cose, la perdita del cui senso, con la mia perdita del lutto per Sumit, è stata tutt'uno con la mia perdizione mentale nella sua casa. E nessun miglioramento dello stato di salute di Chandu, avrebbe potuto o potrebbe consentirgli di partire con me o di raggiungermi qui in Hyderabad.
Talmente tutto appare più precario, e a rischio, della sorte dei nostri bambini, di Chandu ancora più piccolo ed esposto, dopo la morte di Sumit,
Finalmente era consapevole delle ragioni per le quali non era differibile la mia partenza, e che con la perdita compulsiva di ogni riguardo per la sua persona e per l'accaduto che sapevo all'origine di tutto, gli aveva fatto valere la mia brutalità coatta. Le ragioni economiche non avevano a che vedere, con l' impedimento reale a che possiamo viaggiare ancora insieme.
Io ero appena reduce dalla più meticolosa visita, sotto la pioggia, delle ammirevoli tombe dei Qutab Shah, e nella sua casa c'erano dei turisti francesi che s'apprestavano a mangiare pietanze italiane, della loro scarsa disponibilità di mezzi egli non voleva approfittare, e per essi da Hyderabad non potevo fare gran che.
La luce era appena mancata nella stanza dell'hotel, e solo i generatori ne consentivano la residua illuminazione. Ora compenetrato della desolazione e della precarietà ch'è nella realtà delle cose, mi accingo a lasciare Hyderabad per i templi brahmanici di Alampur, incrementando e protraendo la mia lontananza indiana da Kailash, al contempo affrettando i tempi del compimento del mio itinerario, che seguiterà poi in Palampet, Warangal,- le località monumentali dei Kakatya,- in Amaravati, in Nagarjunaconda, i siti buddisti di capitale rilevanza dell'Andra Pradesh, per non separarmi più da lui in Khajuraho, nella visita solo insieme a lui della sola meta restante della Luchnow dei nawab, fino alla mia partenza sconfortante per l' Italia.

Hyderabad, Venerdi 26 luglio


Che tristezza, ora al mio risveglio nella stanza d'albergo di Hyderabad, ritrovarmi nella terra dei moghul bianchi con la sola copia accanto del libro omonimo di Dalrymple, in luogo della presenza fisica di Kailash, ritrovarmici di nuovo in India senza di lui.
Dopo che si era tramutato in tempesta il vento che credevo che fosse il solo frutto del concepimento del mio aiuto per lui ( Isaia, 16-19), al farsi ombra nella mia mente della luce delle terre dell' India, e che io ero divenuto nella sua casa il leone ruggente che vi stazionava cercando di divorarlo ( 1, Pietro, 5,8), se egli insisteva a trattenermici ancora, impedendomi di avventurarmi nel viaggio, il fatto che non mi rispondesse più al telefono, si è aggravato nell'indizio che l'avessi perduto per sempre, e che l'India fosse divenuto un luogo dove non avesse più senso restare e tornare, smarritovi per mia imperdonabile colpa il suo tesoro a me caro.
Tale era stata la mia profanazione del tempio dei nostri affetti familiari, della memoria vivente di Sumit, che presagivo che Kailash oramai preferisse tornare alla miserabile vita del suo villaggio, che permanere con il mio aiuto intollerabile in quella più confortevole casa.
In attesa dell'autobus per il Charminar, che gioia esultante, poi, quando ho sentito pulsare il cellulare, e alla mia felicità che si appigliava alla sua voce, come se al riudirla avessi ritrovato la ragione della mia intera esistenza, lui si è rivolto di slancio dicendosi felice di sentirmi così tanto felice, che la sua mente potesse ritrovare la sua quiete se l'aveva ritrovata la mia. Nessuna separazione poteva più renderci infelici, nel permanere in India lui a Khajuraho, io in Hyderabad, durante i pochi giorni all'anno in cui ci sarebbe stato possibile altrimenti stare insieme.
In Khajuraho, mi riferiva Kailash, durante la notte due dimore era state visitate dai ladri, che vi erano penetrati nel cortile dal terrazzo, dei cior che la polizia ora schiaffeggiava, e questa vicenda rendeva necessario che assumesse delle misure cautelari, prima che per raggiungermi in Hyderabad potesse lasciare Khajuraho, dove la sua casa non poteva restare affidata custodita solo da donne, al rientro ritardato di Vimala con Chandu, che sembra stia ora bene. Assumeva così una giustificazione postuma il fatto che non avessi prorogato la mia partenza per l 'Andra Pradesh, per consentirgli di accompagnarmici, tali e tanti sono i vincoli e gli impedimenti insorti nel trattenerlo.
I contatti telefonici tra me e Kailash, assordati dal traffico anche sull'autobus che mi conduceva al Charminar, sono stati la clausola felicemente risoltasi della mia felicità in Hyderabad,ar, tra i vicoli del bazar che vi è sorto intorno, dove in una cabina di uno speziale islamico ho potuto chiarirmi meglio, lungo la via che ho intrapreso a piedi verso il forte di Golconda.
Tinteggiati di chiaro nella calcinatura, laboratori artigianali vi si succedevano a officine meccaniche, negozi e scuole e ambulatori pediatrici, tra le rovine di moschee e di tombe di santi sciiti, sin oltre il ponte sul Musi.
Le acque, che erano state fonte della vita rigogliosa della Hyderabad dei nizam, vi stagnavano nauseolente tra lavatoi e immondezzai rovistati dai porci.
Estenuato interrompevo a un certo punto il percorso a piedi, per concluderlo in autorisciò ai piedi del forte. La vista che vi godevo dal barahadar, era meravigliosa dal lato che volgeva ai serpenteggiamenti tra i declivi incolti della cinta muraria dei bastioni sottostanti, prima che ne emergessero dal passato le cupole delle tombe dei Qutub Shah, le cupole proiettate al futuro di una fantasmatica Cyberabad.
Era sorprendente come tuttora, quanto nelle memorie di Philip Meadows, raccolte da Dalrymple, di com'era Hyderabad al tempo dei nizam, la città giacesse ancora alla vista in una coltre di verde, pur se è divenuta nel frattempo una megalopoli di milioni di abitanti, ne emergevano solo alcune agglomerazioni “ di tutte quelle strade cosi affollate di gente e stipate di abitazioni”, le arterie pulsanti di un traffico immenso di veicoli ed uomini che la sera rendeva sfolgorante delle luminarie e insegne di negozi e grandi magazzini e supermarket, , in cui mi sarei ritrovato immerso in autobus, a piedi, al mio rientro fortunato nel Troop bazar.

26 luglio Sono di ritorno in Alampur dove resto l' intera giornata, prima di riavviarmi a Kornool, da cui prendo l autobus per Varangal. Faccio il ceek in alle ore 6,30 all'hotel Mauryan, per avere tutto il tempo di vedere al meglio Alampur. Mi ci dilungo nel tempio che è all' ingresso del villaggio, il Sangameshvara, dove il brahmino mi è guida paziente e puntuale nella decrittazione di ogni rilievo. Gli lascio la lauta mancia di 100 rupie, il che indispone l'addetta di guardia dell'Archeological Survey, che si era ridotta a farsi una postulante qualunque, quando all'ingresso nell'area del tempio avevo elargito bakseesh ad alcune mendicanti. Il brahmino mi benedice dopo l'aarti, l'offerta di un sorso d'acqua nel cavo della mano, cui fa susseguire la prasad del dio nel vassoio, accanto a fiori e colori rituali. Rivisito i nove templi shivaiti di Brahman. Il tempo che volge al sereno ha prosciugato il liquame del giorno avanti intorno allo Swarga Brahma, in cui guazzavo con maiali e capre. L'accesso al tempio dalla recinzione rispetto ad esso situata all'opposto del Bala Brahma, mi consente di conservare le mie scarpe ( calzature) mentre mi ci aggiro intorno. Ora sulle impalcature stanno i lavoratori indiani intenti al restauro, che nella pausa pranzo devono vedersela con le scimmie che si intrufolano tra i ponteggi scompigliando i secchi.

Rivisitati tutti i templi Brahma, eccettuati il Bala e il Garuda, cui farò ritorno più tardi, entro nel museo retrostante. Versa in uno stato di abbandono fatiscente, ma riserva ammirevoli raffigurazioni scultoree di Shiva nataraja, di Mahisasuramardini, di sublimi principi Nagaraja, tra i lungi e i panni stesi ad asciugare dei custodi.

Risalito il villaggio, ho l'animo intrepido per accettare, nonostante l'ora tarda, la proposta del conducente di un calesse trainato da un lento somaro, che vi salga sopra per andare a visitare i tempietti Papanasi.

In Kornool un autobus dopo l'altro si succedono in partenza permanente per Hyderabad. Ma scelgo l'opportunità più favorevole dell'autobus in transito per Warangal, oltre le 22, per esservi già l'indomani mattina a 450 chilometri di distanza.


27 luglio Arrivo in Warangal alle sei del mattino, e dopo avere ondivagato tra l'hotel Surya e il Vijaia lodge, optoper l' hotel Asoka, nella twin city di Hanamkonda, in cui mi riordino e mi riposo finchè, già sul far del mezzogiorno, lo lascio e raggiungo la vicina autostazione, per recarmi in autobus a Mulugu, da cui in minibus pervengo a Palampet,. Al suo ingresso, in uno scenario incantevole di banani e risaie mi appare il magnifico tempio Ramappa dei Kakatya. Chiari e luminosi sono i villaggi circostanti di capanne. Benché siano già le 18,30 quando mi ritrovo fermo ancora al bivio di Palampet, mentre telefono a Kailash sopraggiunge un autobus che mi riconduce a Mulug, da cui non è un problema essere di ritorno in Hanamkonda, su uno dopo l'altro degli autobus che sono in partenza, benchè per essermi attardato a mangiare una dopo l'altra le banane del cespo che ho acquistato per venti rupie, mi metta in apprensione averne perso due di seguito, Fish curry al ristorante adiacente l'Ashoka hotel, non è disponibile ancora una volta il cicken biryani- il che in Andra Pradesh è come in Liguria non essere serviti di trenette al pesto o in Campania di spaghetti allo scoglio..

28luglio Sosto in Warangal per visitarvi il tempio di Hanamkonda e la Qila con i suoi hansa torana. Partenza serale per Vijaiawada, dove arrivo l'indomani mattina, sul far dell'alba.

nei templi hindu

Mercoledì 28 luglio
Nel raggiungere il tempio di Ramappa dal punto in cui mi aveva lasciato il microbus che proveniva da Mulug, dove appariva sullo sfondo di tenui rilievi, in uno scenario incantevole di risaie e di palme- l'Orissa non è certo distante-, più che alle sue preziosità scultoree ed architettoniche mi predisponevo al senso del divino che il tempio Kakkatya potesse rivelarmi, in unità shivaita di spirito con i templi di Alampur, che ho lasciato il giorno avanti, oramai a oltre quattrocento chilometri di distanza.
…........................
I templi di Alampur li ho visitati una prima volta la domenica scorsa, nell'oscurità della sera che incombeva dopo il temporale monsonico che si era scatenato quando mi ritrovavo già in prossimità del villaggio. sull'autorisciò che vi conduceva dall incrocio in cui mi aveva lasciato l'autobus diretto a Kornul. Più che sulla spiritualità degli interni, rievocativi dei templi primevi di Ahihole, in ragione della inclusione della cella dentro la spaziosità schermata della sala del mandapa, che l'involveva come un sacello nel deambulatorio della pradakshina, mi ero soffermato sulle ornamentazioni fluttuanti e i rilievi dei pilastri, , sulle saptàmatrikas, i ganeshas e la mahishasuramardini del più semplice dei templi brahmanici, il Kumara, sui dikpalas e le figure femminili in intimità con le proli del Vishva Brahma.
Sotto la pioggia ch'era di nuovo ripresa, mi sono avviato ai templi di Brahma retrostanti- in realtà shivaiti anch'essi-, il Bala, il Garuda, lo Svarga., soffermandomi nel primo ancora aperto al culto per un'offerta rituale. Vi ero incantato dalla profusione di ori e colori, dalla salmodia dell'invocazione reiterata del nome del dio, dallo spettacolo nella sera corrusca dei sikkara che curvavano nel cielo le loro dorsali pietrose, desunta dai templi nagara del nord, sullo sfondo delle bianche torri gremite di statue variopinte dei gopura di un tempio dravidico.
Se volevo procedere oltre, dovevo levarmi le calzature e procedere a piedi nudi nei camminamenti del recinto dei templi, dove il percorso obbligato tra i templi antichi e quelli più recenti era stato mutato dal monsone in un fangoso decorrere d'acque.
Mi ci avventuravo in prossimità del Garuda Brahma, dello Svarga Brahma che appariva intralicciato tra i ponteggi e le impalcature del restauro, e già mi cimentavo , sotto la pioggia a dirotto, a fotografarne i dvarapalas, che sopraggiungevano tra l'erba maiali allo stato brado, che s'inoltravano nell'acqua che rifkluiva ai miei piedi, seguitati da branchi di capre. Il mio spirito ammirativo non defletteva tra i maiali che mi stavano intorno, più forte che l'angoscia della contaminazione in cui erano immersi i miei piedi, esaltato e tremante che la mia vitalità presente si fosse fatta tutt'una, nell'avventarmi nel rischio, con la realtà dell India nella sua paurosa natura animale, che sopraggiungeva ad adocchiarmi dal portico del tempio percolante di pioggia,nel branco di scimmie ch'era sopraggiunto...
Giungevo invece nella solarità di Palampet alle soglie recintate del tempio kakatya, ma di nuovo l'accesso al dio, intenebrato nell oscurità più profonda, era il ritrarsi dalla luce viva del giorno, per addentrarsi nella penombra crescente di portali e mandapa, fino al cospetto del linga o dell'icona sacra, differito dal vestibolo più ancora in ombra. Nella numinosità degli interni shivaiti, l'immancabile Nandi era l'eterno devoto in adorazione fedele, di fronte a Che si stagliava oltre gli stipiti della cella che lo prospettavano, emergendo invincibile, dal buio alla luce, come l'eterna origine prima, l' ingerminante unità di ogni vivente, nel suo fulgere vibrante anche nel grembo più notturno," shining more in the darkness, shining in the deepest darkness above all," come avrei tentato di dire, l'indomani, a quel banchiere locale nel tempio dei mille pilastri di Hanamkonda
emergendo invincibile dal buio alla luce come l'eterna origine prima , ingerminante unità di ogni vivente, nel suo fulgere vibrante, anche nel grembo più notturno, shining more in the darkness, shining in the deepest darkness above all, come l indomani avrei tentato di dire a quel banchiere locale nel tempio dei mille pilastri di Hanamkonda


29 kuglio A Vijaiavada, alla stazione di arrivo, quando sono ancora le 7 del mattino salgo sul primo autobus in partenza per Amaravati, dove si rivela vano il mio arrivo anzitempo, perché vengo fuorviato fino al fiume Krishna, e nella direzione opposta fino al museo buddistico di sole repliche, prima di pervenire alla stupa e al museo archeologico che mi interessano. Splendidi i reperti delle formelle di storie jataka, dove i corpi longilinei svariano in moti divaganti o si assecondano l'un l'altro, intorno alla stasi del Buddha che tutto muove e riconduce ad ordine ed armonia. Anziché restare, benchè all' uscita del museo siano oramai le sei di sera, opto per raggiungere quand'è già notte Macherla, con due autobus successivi, da tale città mi sarà facile l' indomani pervenire a Nagarjunaconda, l'altro antico grande centro buddista dell'Andra Pradesh.

30 luglio Sul lago Nagarjuna , fino all'isola dov'è situato l immenso museo. Di ritorno in Macherla ne riparto alle 22 con l'autobus per Hyderabad. Arrivo nel cuore della notte, e solo alle 4,30 trovo da dormire, nell'alveolare Shiva hotel

31 luglio Faccio il biglietto per Jhansi, mi reco quindi al museo pletorico Salar Jung.-vi è anche un Hayez-, che devo abbandonare poco oltre le quindici, per raggiungere il Char minar e da esso, al volo, il forte Golconda, che intendo rivisitare meglio. Sons and lights.L'autobus 66g mi riconduce quando è già notte al Char minar dove finalmente, perdendomi nella folla notturna, ho il piacere di gustare prima degli squisiti lassi, e alla fin fine un eccellente muttom biryani all'hotel Nayyab

1 agosto Hyderabad-Jhansi.


2 agosto Arrivo puntuale alle 2 di notte in Jhansi. Mi scontro con le truppe dei conducenti di autoriscio fin dal mio tentativo di raggiungere dal binario l'ingresso principale, anziché l'uscita laterale in cui mi ritrovo smarrito, e dove stanno appostati ad attendermi al varco. Il treno per Khajuraho, che avrebbe dovuto essere già partito, è in ritardo di due ore, che possono aumentare ancora. Ho tutto il tempo, in attesa, di fare per Khajuraho un biglietto locale. Una folla staziona ai binari, nelle sale d'ingresso e d'attesa, bivacca al suolo, dorme sulle panchine o vi è seduta. Il solito spettacolo di miseria e sporcizia che mi deprime, nella visceralità della mia passione per l'India. Cerco sollievo nella salsa d'attesa dell upper class, dove mi attende la vista di un topo grande più di una mano che si pasce dei rifiuti lasciativi. Il ritardo aumenta ancora, sino a rendere più conveniente il primo autobus per Khajuraho, che parte alla stessa ora a cui è preannunciato l'arrivo del treno che vi reca. I conducenti di autoriscio mi attendono implacabili come lascio l'uscita della sala d'ingresso, li affronto a muso duro scartando ognuno di loro che mi venga incontro e mi taglia la strada per sollecitarmi a salire sul suo mezzo, e opto per il primo che devo essere io a chiamare. Quaranta rupie il drop, più altre dieci nel tentativo di raggiungere il primo autobus per Chattarpur che è già partito. Nella sonnolenza affronto per l'ennesima volta la tratta Jhansi-Khajuraho, in cui mi è di conforto la vista del paesaggio ammirevole, insieme con il contatto telefonico che ho tenuto con Kailash durante tutta la notte. Come nel Madhya Pradesh , prima e oltre Nagpur, i campi e i coltivi, smaglianti di luce smeraldina, si stendono fin dove la vista li vede perdersi tra la boscaglia delle piante che s'infittiscono in lontananza, sino ai margini dei rilievi all'orizzonte, ove compaiono tempietti hindu sommitali, senza altra delimitazione di tenute, e confini, che non siano dei filari di sterpaglie o dei solchi in cui si apre la terra, o (senza)che insediamenti o casolari frammentino l'ammanto vegetativo. E mandrie soltanto popolano quiete la distesa delle radure di verde, e rivi, bordati di palme, schiudono la vista delle loro anse placide oltre il ponticello del transito. In Chattarpur la sorpresa del cambio di automezzo, devo lasciare l'autobus per una jeep, perché, mi dicono, l'autobus non è in grado di procedere oltre, in realtà, mi svela al telefono l intelligenza esperta di Kailash, perché la popolazione locale non prende quell'autobus da Jhansi fino a Khajuraho, disponendo del treno più economico che ricorre in giornata , e per un solo passeggero i conducenti hanno pensato bene di interrompere la corsa. Ciò mi rende esasperante il ricorso alla jeep, cui sono stato obbligato, i corsi e ricorsi per Chhattarpur in girotondo, come in un ritornello, per caricare il massimo di passeggeri possibile. Perdo la calma, inveisco, sbatto la bottiglia d'acqua contro il bordo di un sedile, ho ceduto nel mio intento di mantenere l'autocontrollo, come è avvenuto già in Machera, nei confronti del venditore di bibite dell'autostazione che me ne rincarava sistematicamente il prezzo, alla reception dell hotel di Hyderabad, in cui un indiano dal volto di demone mi ha affrettato a lasciarla quanto prima, nel cuore della notte, ma ho ottenuto che la jeep partisse senza fare il pieno di più di venti persone, con le quali è pervenuta in Khajuraho, L'autentica gioia con la quale Kailash è felice di accogliermi di nuovo, nonostante tutto... Riordino dei bagagli, evacuazione dei panni sporchi, il sopraggiungere dei bambini dalla scuola, il pranzo, il felice pomeriggio di cui ho già perduto il ricordo, se non che ho parlato con Kailash del mio viaggio e del paesaggio indiano nella sua bellezza. Kailash, quando gliene ho illustrato le differenze rispetto al paesaggio agrario italiano, ove, nel Nord, non c'è tenuta agricola a cui non corrisponda un insediamento abitativo, raccordato agli altri dalle strade che sono derivate dal loro ricongiungimento , ha colto l'analoga differenza rispetto a quello nepalese, -”one field one house”, - prima che si esca in Khajuraho, con Ajay, per i primi interventi ulteriori sullo stato delle cose nella casa, sostituendo il cestello mal ridotto della bicicletta. Provvederemo l'indomani a che sia funzionante il ventilatore, ch'è in riparazione, nella stanza più grande che fa da cucina. In serata Kailash mi chiarirà a quanti compromessi è giunto con il suo proprietario, sulle condizioni d'uso in cui versa la sua casa, che ritenevo in India un assetto normale, pur di pagare solo l'affitto e non l'energia che usa, al proprietario cui la cosa conviene anche perché lavorando in un azienda elettrica, sa come eludere la registrazione dei consumi sospendendo il funzionamento del contatore: difficilmente vi si potrebbe insediare un altro al suo posto, accettando che la stanza più grande sia inabitabile d'estate, per il calore che vi addensa l'assenza di finestre, che il materiale della costruzione scadente del terrazzo lasci filtrare l'acqua che ora soltanto scopro inumidire la parete della stanza che mi alloggia, che il pavimento del cortile trattenga a lungo la pioggia dei monsoni prima che questa scoli e decoli, che siccome non funziona la pompa che è interrata nel cortile, non vi sono rubinetti annessi a lavabo, o docce, che mediante pipe lines eroghino l'acqua di una cisterna sistemata sul terrazzo, che raccolga l'acqua fornita dal pompaggio, al punto che l'acqua, ogni volta che se ne deve fare uso per lavarsi, o pulire le stoviglie, occorre prelevarla dal pozzetto in cui una canna la fa pervenire dalla casa del proprietario, e riversarla in taniche e secchi, prima di poterla usare per indumenti e posate, o rovesciarsela addosso nel fare la doccia, e il gabinetto non ha una discarica d'acqua che ne pulisca il vaso a pavimento alla turca, al punto che ogni volta che l'usano Poorti ed Ajay per fare la cacca, Kailash deve provvedere a pulirlo con secchi d'acqua. Ma c'è chi sta ancora peggio di lui, mi dice oggi, quando gliene riparlo, vivesse nel villaggio, dovrebbe andare al talab o alla piscina per lavarsi e fare la doccia, o fin nella giungla per fare tatti outside. Ogni persona ha i suoi problemi, anche Obama, sentenzia Kailash, solo i sadu che non hanno niente non hanno problemi. Ed io guardo Chandu addormentato, e penso a chi come lui, al suo posto, giaceva incantevole nel sonno nello stesso punto e non è più tra di noi. La stanchezza del viaggio mi concilia il sonno appena dopo la cena, a base di squisiti pokora di panir e spinaci( di “poi “per la precisione), di riso fritto, sempre con spinaci, aglio e cipolla.

3 agosto Poorti forse esaspera il male che le fa il rigonfiamento a un piede per ottenere di non andare a scuola. Non ho la presenza mentale per avvertire Kailash che forse sarebbe meglio andare in centro e vedere se è già aperto un negozio di scarpe, per comprarle dei sandali con l' infradito che non premano dove il piede le duole, al fine di non favorire certi atteggiamenti capricciosi di Poorti, talmente mi preme confrontarmi con Kailash sul nostro futuro. Ancora non capisce la differenza tra un aiuto che gli assicuri di incrementare ciò che guadagna, e un aiuto che solo lo sollevi dai costi della sua esistenza, come l' acquisto di una casa o del suo terreno edificabile, senza che aumentino i suoi redditi. Le nuove idee interessanti, che gli sono venute in mente, sono di aprire con il padre un negozio di ortaggi in Chadnagar, dove quello che sussiste è miserevole, o uno spaccio domestico di granaglie. Per il pomeriggio mi prefigura di recarci nel suo villaggio in bicicletta, per predisporre il terreno della nonna alla coltura delle sementi che gli ho recato dall Italia, ma per questo occorre attendere l' uscita di scuola di Ajay, se intendiamo recarci al villaggio con lui ed Ashesh, conviene inoltre anticipare il pranzo al loro rientro.

E stato poi meraviglioso, tra i campi e le mandrie al pascolo, raggiungere in bicicletta il villaggio e la casa della nonna di Kailash, mettere a coltura nel terreno di casa pomodori, prezzemolo, misticanza, melanzane. Uno dei pomeriggi più belli delle mie vacanze, in cui ho visto Kailash davvero felice, nonostante quello che ha impiombato nel cuore.


4 agosto finalmente in mattinata, dopo che ho accompagnato Poorti, Ajay e Ashesh, alla fermata dell'auto riscio che li conduce a scuola, sopraggiunge il tecnico che ripara e risistema il ventilatore nella cucina di Kailash. Trascorro l'intera mattinata restante a riordinare le mie cose nella mia stanza. Il pomeriggio, tutti quanti si fa ritorno nella casa della nonna di Kailash per seminare altre colture, rucola, angurie, zucchine, rosmarino, salvia. Sono colto da un attacco di diarrea al rientro, è un'infezione intestinale che mi mette fuori causa per il resto della serata e nel corso della notte.

5 Agosto Entro in crisi di nuovo, nella sequela della mia permanenza presso Kailash. Devo trovare un ordine ai miei giorni che non sia l'assecondamento passivo delle attività domestiche che reitera Kailash. Si fanno progetti- andare l indomani a Jatasankar, a Chitrakoot e Kalingiuar, a Lucknow? Ma è più importante dare un ordine attivo ai miei giorni, trovare come rendermi utile nel tempo che mi resta da trascorrere in India. Kailash permane elusivo, lascia che il tempo passi senza che nulla sia fatto di quanto solo in India per me è possibile effettuare, sia anche un semplice sopralluogo, in Chandragar, per verificare la possibilità di aprirvi un negozio di verdure- Kailash non pone questioni o propone, la mia mente non sa accettarlo anche così, per quanto egli si attenga a tutto ciò che debbo imporre nel proporre e disporre- e si renda ugualmente servizievole, e disponibile, a quanto devo essere io a rilevare – ad esempio, Chandu è infestato nel sonno da mosche, deve venire in mente a me soltanto di acquistare una zanzariera?- in famiglia Kailash mi rivela che debbono cucinare e mangiare a terra perché non dispongono o non c'è spazio per tavoli, possibile che debba essere una mia escogitazione personale, altrimenti impensabile, l'idea di acquistare tavoli pieghevoli, e un tavolo in cucina, su cui disporre la lastra di marmo per il chappati? - Sono innanzitutto dei suoi bambini Ajay, Poorti, Chandu, è lui che deve pensare per primo al loro futuro... Per dare un ordine ai miei giorni che sia reiterabile e che mi renda vivibile la mia permanenza futura in Khajuraho, riprendo le mie letture, saggiandone la compatibilità con le attività domestiche e la cura di Chandu e degli altri bambini, a reiniziare dalla KataUpanishad, e torno a dedicare più attenzione in internet alle mie e-mail, a quel che pubblicano on line i giornali italiani.

Succede poi, quando mi ritrovo nella Jain temple road e vado ad accertare che cosa succeda nel negozio di barbiere di Kailash, che credo di avere scoperto che il barbiere con cui egli coopera abbia lasciato incustodito il suo negozio, è invece un suo nipote, cui l'ha affidato, l'uomo che vi ho sorpreso a rifilarsi i baffi, del che ritengo responsabile Kailash per l'incuria del negozio in cui persevera- quindi gli propongo di recarci a Rajnagar, per accertare come è documentabile legalmente che assisto la sua famiglia, al fine di ottenere un entry visa per cinque anni, voglio inoltre verificate se lungo la strada, che vi reca, vi è la Comunità cristiana di cui mi si è parlato. E' cosi, in effetti, - come constatiamo quando io e Kailash possiamo finalmente andarvici con Poorti, solo dopo che il mio amico, solo alle quattro del pomeriggio, è uscito di nuovo dal sonno. Mi esaspero, puntualmente, senza che la mia furia mentale giunga ad attaccarlo. In autoriscò abbiamo modo di accertare che nella kaloni vi è una chiesa cattolica annessa a una scuola e alla residenza di alcune monache, presso la quale ogni giorno potrò partecipare alla Messa, anche se richiede una sveglia mattutina alle cinque e trenta quella daily weeks, e per le sei quella domenicale della 7,30, qualora intenda prima confessarmi. Negli uffici dei wakil che sovrintendono a compravendite e licenze, apprendiamo che dobbiamo recarci a Chattarpur, presso avvocati di maggior grado, per ottenere la certificazione che serve per l' entry visa. Quindi ci rechiamo al mercato settimanale di frutta e verdura, all'emporio, dove acquistiamo l'olio d'oliva per condire l'insalata squisita che mi cucinerà Kallu. Ma prima, il ricordo di Sumit rievocato dalla sua proposta di recarci con tutta la sua famiglia a Jatar Shankar, dove era stato oltre dieci anni fa per propiziare la fertilità di Vimala, prima ancora che nascesse Ajay, a sewguito di una prima gravidanza non era giunta termine, suscita la sua tremenda disperazione, cui posso soltanto remissivamente assistere, pregando, nella mia stanza che era finita nel buio dopo che è mancata la luce, . Quando esce dallo sconvolgimento, gli dico di non essere troppo duro con sé stessao in simili circostanze, che il suo dolore non è un errore o una caduta (precipitazione) mentale. Arrivo solo in tale circostanza allora a confidargli che finchè ero in Italia era una sofferenza continua il pensiero di ciò che è successo, che la mia mente non riusciva ad accettarlo in alcun modo, ma che da quando ho visto Chandu ho finito di soffrire realmente, mentre vorrei poter soffrire come prima. “ “Anch'io – mi confida Kallu-, soffro di meno, di meno, less, less, da quando è cresciuto Chandu ed ha cominciato a fare, a fare e a giocare come Sumit”


RESTA DA CORREGGERE IL SEGUITO

6 agosto. In mattinata invece dell'autoriscio, più costoso, io e Kallu noleggiamo una bici per recarci allo sportello atm per il cambio, poi allo spaccio dove dopo l'olio d'oliva che vi abbiamo comperato ieri, ci è stato possibile acquistare anchovy sauce, tuna fish, mushrooms, pasta a forma di nido, e processed chease, quindi andiamo alla scuola dei nostri bambini per terminare di pagare le spese d'iscrizione, al suo shoop e all'internet center.

Nel pomeriggio, dopo che alle quattro Kailash si è risvegliato, deve intercorrere ancora un'ora e mezza prima che sia possibile uscire di nuovo, per andare al mulino poco distante, dove non è ancora pronta la farina per il chappati, e tornare a vedere ancora il tempio Javari, il suo torana d'ingresso e quelli in cui sono inseriti i dikpalas, e studiare le varie figure di contorno alla statua mutilata di Vishnu ch'è nella cella. Per le 18, 30 avremmo dovuto essere nel tempio di Shiva per la puja , ma Kailash si ritrova impuro, al pari di me, non abbiamo fatto la doccia preliminare, ed egli ha defecato in giornata, rinviamo i riti all'indomani, quando ci recheremo a Jata Shankar. In serata, ritirata la farina per il chappati, cuciniamo insieme una tuna salad e poi spaghetti con besciamella e funghi, tra un'interruzione e l'altra della luce.

7 agosto Le avvisaglie di diarrea che si erano fatte inquietanti in Chattarpur, -dove avrei dovuto, se fossi stato benintenzionato, rinviare la partenza a destinazione, per acquistare i farmaci che inibissero la defecazione diarroica-, diventano un attacco quando in Jata Shankar mi accingo alla puja. Ma debbo trattenere tra gli spasimi i conati intestinali, rinviare a dopo il rito la defecazione, se voglio poter accedere puro alla puja, in cui raccolgo le acque di una cascatella che beneficano la fecondità delle donne che vi si immergono, per riversarle su uno yoni linga, prima delle preci rituali al dio, che rivolgo anche al' immagine adiacente di Hanuman. Così inquino mentalmente la puja del povero Kailash, che non può non essere preoccupato dei miei destini intestinali. Anche dopo che ho evacuato in una toilette che insozzo, egli resta deluso dello scarso interesse che mostro per Jata Shankar, l'itinerario che lui mi ha appositamente prescelto, - il primo da che viaggiamo insieme-.Laddove il mio amico cercava di propiziare la mia salute mentale e la propria fortuna familiare, manifesto un disinteresse misto a disgusto per la ristrutturazione cementizio-marmorea della strozzatura del sito in una cavita montana-, che non riesco a celargli anche quando si sale al tempio di Rada Krisna, si visitano dei sadu in un tugurio vicino. Cerco di rimediare la cosa dicendogli quanto trovi bello il paesaggio tra i rilievi che vi conduce da Bujaswar*, ma oramai ha fatto il suo corso la mia distruzione della sua proposta per alleviarmi la pena di trascorrere sempre più infelicemente i miei giorni in Khajuraho. La prostrazione fisica mi trascina stanco ed afflitto fin sul letto di casa, dove finalmente almeno il mio corpo trova requie. Prima di lasciarci, Kailash affronta la difficoltà della nostra situazione. Chiederà il mio aiuto fin che sarò attivo al lavoro, si ripromette, mentre cesserà di chiedermelo quando dovrò vivere con una pensione decurtata del 20, 30 % sul mio stipendio.

8 agosto Messa domenicale in Khajuraho,ma neanche la confessione e la comunione mi conciliano con me stesso e con Kailash, quando accede alla mia stanza per un confronto che gli ho richiesto, e lo elude, su che cosa posso fare ancora di utile alla famiglia, in ragione della mia permanenza in India, nei pochi giorni che ancora ci restano, su che fare perché queste mie vacanze non siano il sacrificio sterile delle mie residue prospettive di viaggio. Prima e dopo che io lasci la lettura della Isoupanisad, lo ritrovo già immerso nel sonno. Insceno o medito la mia partenza, Vimala e Ajay allarmati svegliano Kailash che finalmente si riscuote, e si ripromette il pomeriggio stesso di recarci a Chandragar, per verificare se è possibile aprire un negozio di frutta e verdure, l'indomani di andare dai Vakil a Chhattarpur per il suo passaporto. Andiamo a Chandragar con i nostri bambini ed Asheesh, e scopriamo che è fattibile la cosa, ci sono più vani affittabili per aprirvi un negozio, dopo un sopraluogo in una nuova e nella vecchia dhaba, a seguito del quale rinviamo ad un futuro ancora remoto la nostra intenzione di aprire una locanda. Rientriamo attraverso il suo villaggio e la casa di sua nonna, dove a mio conforto le sementi hanno già iniziato a crescere, visitiamo i campi di famiglia, dove il tilli è in rigoglio in quelli della nonna che coltiva Kailash, ci soffermiamo ancora una volta nel Chatarbuja sulla via del ritorno.

9 agosto In Chattarpur dai vakil, dopo avere dovuto sostenere le bizze e il pianto a dirotto di Poorti, che di nuovo non vuole andare a scuola per potere giocare con la cuginetta, che un' infezione anche oggi trattiene a casa .Andiamo dai Vakil di Chhattarpur per sapere a)se possono certificare che aiuto la famiglia di Kailash, al fine di ottenere un entry visa, e b) perché egli non ottenga il rilascio del passaporto,. Precede la nostra partenza la visita domestica del mio compagno di viaggio taiwanese, la volta che sono andato a Bodhgaya-Sarnat, da Valentino Giacomin e scopro che è un monaco buddista, e che mi ama.

Quando gli dico che a mia volta amo Kailash perché anche lui ha la mia natura di perdente, si schermisce, sorridendo” Winner? Loser? Io sono nessuno”

In Chhattarpur finalmente accerto che le cose stanno come supponevo, da un vakil di cui veniamo a sapere che assiste lo zio di Kailash nella stessa causa che aveva coinvolto Kailash, con suo padre, e suo fratello,e che sa pertanto le ragioni e la data fino alla quale a Kailash è negato l'espatrio: l'ottobre 2010. Quanto a me, occorre che fornisca i riscontri che aiuto assiduamente la famiglia di Kailash, ad esempio le ricevute dei miei versamenti Western Union. Quindi nel Jatashankar restaurant per un kaju curry e un chilli paneer, nel bazar semichiuso, essendo giorno di lunedì, dove tra le tante opzioni possibili in cui riemergono tutte le necessità ed i bisogni materiali della casa di Kailash, che sono stati focalizzati durante il mese che vi ho soggiornato , ci risolviamo a comperare un girello per Chandu, due zanzariere , un depuratore dell'acqua. Peccato che l'ora già avanzata, l' impossibilità di fare ricorso ad autobus diretti a Khajuraho, non consenta il carico e l'acquisto di un tavolo da sistemare in cucina, dove mi solleverebbe di parecchio, Kailash e Vimala, non vederli più chini a cucinare al suolo. Ma risollerebbe anche loro, non solo fisicamente?

10 agosto-13 agosto a Locknow con Kailash

10 agosto Khajuraho-Mahoba, Kanpur-Lucknow

11 agosto Facciamogià il biglietto per assicurarci il rientro via Satna, dato lo stato della strada percorsa tra Mahoba e Kanpur. Pranzo al Mothi Mahal . Visita del Bara imambara, Chotta Imambhara, cena, in Aminabad, nel ristorante ch'è celebrato sulla guida, dove ci nutriamo di squisiti kebab.

12 agosto Mia ovvia esasperazione mattutina perché ritardiamo la sequenza delle visite, data la necessità di prelevare presso l'atm e di fare colazione. Visitiamo magnificamente la Residency, le tombe ottocentesche, poco distanti, di Nawab Saadat Ali Khan e di sua moglie Begum Khurshidzadi, di pregevole fattura indo-coloniale, ritorniamo nel sito del Bara Imambara per vedere meglio la Rumi Darwaza, la torre dell'orologio e la Torre di sette piani,- quattro in effetti,- la Jama masjd, e concludiamo in serata cenando al Nawab, da autentici nababbi.

13 agosto A Lamartinière, dove un attacco di diarrea mi costringe a fare ricorso ai cessi della nobile istituzione. Quindi al Sikandar bagh, - deliziosa la torre rimasta, nel suo stile indo-occidentalizzante,- e presso il vicino Shah Najaf Imambara. Da un ristorante adiacente ci inoltriamo nel Sahara Ganj, uno degli shopping center più grandi dell'India, un paese delle meraviglie in cui inoltro Kailash per i pochi minuti che ci è possibile trascorrervi , rinunciando a qualsiasi sopralluogo alla Residency, pur di non correre anche il minimo rischio di perdere il treno delle 17, 35 per Satna.

14 agosto Siamo di rientro in Khajuraho alle 10, 30. Ci accoglie Purti, che non è andata a scuola, per l' ennesima infezione. Porti ambisce al giocattolo di Chandu, che vorrei che finisse tra le sue mani nei soli pezzi da montare che non può ingoiare. Ed è il motivo che di nuovo, al rientro a casa, fa esplodere le mie frustrazioni, per la mia vita e l'ingegno della mente che vi perdo per Kailash e i suoi cari, per le risorse e le alternative di vita che sento di sprecarvi, mentre è così poco e forse niente quello che posso ottenere dal mio sforzo per loro, e che sono davvero capace ed in grado o volenteroso di fare, si intensifica nella mia aggressività la mia avversione latente per Kailash, a causa della sofferenza immensa e della perdita di libertà del mio attaccamento per lui, ma quando reagisco nei suoi riguardi con un attacco brutale, solo perché ha lasciato che Poorti aprisse la scatola del gioco riservato a Chandu e ne montasse i blocchi, - dei quali certuni sono troppo piccoli perché un bambino sotto i tre anni non rischi di restarne soffocato se li mette in bocca, e che dunque andavano preliminarmente sottratti alle sue possibilità di impiego-, la sua disperazione per come io sia irrimediabilmente angry , adirato con lui, per il fondo a lui ostile e nemico del mio amore, mentre lui non mi manifesta che riguardo delicato privo di alcuna animosità - e già era amareggiato per la freddezza con cui lo ha accolto Vimala, senza toccargli il piede per riceverne la benedizione, mentre nel giorno del cobra era intenta a effigiarne l immagine ai lati dell ingresso di casa,- Kailash esplode con furia, nel danno irreparabile che reca al girello di Chandu. Egli è l unico dei bambini, essendo addormentato, ad essere presente e a non assistere alla scena in cui il padre urla quanto la vita è per lui difficile, come nessuno di quanti gli sono intorno se ne renda conto(), ricordando quando viveva di un somosa per colazione e per pasto all' hotel Harmony, e grida che solo il duro lavoro,l'hard work assicura good karma. Ma del duro lavoro Kailash ha perso l'attitudine con il mio aiuto, gli taccio tenendolo tra le braccia , mentre non possono che confermargli, sconsolato, quanto sia vero che ricambio ogni sua cordialità e gentilezza con la astiosità che muove da diffidenza e discredito, dal sentirmi al suo cospetto, nei miei sforzi, solo e impotente come egli si sente rispetto a Vimala, nei suoi intenti di dare un'educazione ed una vita superiore ai suoi bambini. Il pranzo che mi ha preparato è dunque consumato a freddo, e la riconciliazione che subentra ci avvia a una compresenza insonne, nel tentativo vano di prendere sonno, dopo il viaggio nel dormiveglia da Lucknow a Satna.

Chiedo a Kailash quali ragioni possano ancora giustificare il mio sacrificio e il mio aiuto, Kailash mi elenca la scuola e il good food per i suoi bambini, le medicine e le cure che può assicurare a loro, ma a me sembrano non bastare di fronte al fatto che ha perduto la forza di quand'era più povero, e che la moglie e i figli vivono senza il senso della loro realtà, o possono credere di dover e di poter vivere delle sole elargizioni che intercorrono tra me e lui e alle quali li lascia assistere.. Dopo il monsone ch'è scrosciato a dirotto, finalmente si esce, per comperare la corda a cui appendere le zanzariere, tonno, olive, fagioli in scatola, irreperibili altrimenti che già lessati in una salsa di pomodoro, fette di pane da tostare, e altro, in una Khajuraho dove nonostante che sia tornata la luce, case e negozi non la vanno accedendo , per ripararsi in tal modo dal' invasione di cimici che sommergono e maleodorano le strade, invadendo e assalendo abiti e corpi. Quando ritorniamo Kailash cucina i più squisiti spaghetti di aglio, salsa di acciughe, tonno, olive, capperi, rosmarino ed origano, ma mentre li stiamo gustando il sopraggiungere incuriosito e refrattario di Vimala, da occasione a Kallu di esprimere l'avversione fisica senza più amore che prova per lei- quanto al corpo, è donna a tutti gli effetti, ma nel volto ,a suo dire, particolarmente nella bocca, da cui i denti che scaturiscono in fuori la fanno assomigliare a un demone in famiglia, alla sorella di Ravana, è donna e uomo, like ardanarishwara.


15 agosto Mi alzo anzi tempo, con l'acquisita consapevolezza della stolidità, della mia presunzione, che possa giustificare il mio sacrificio solo la perfetta realtà familiare di Kailash e dei suoi cari, e trovo la dolcezza d'accenti con cui dire a Kailash che occorre che Poorti gli chiarisca perché non vuole andare a scuola, perché preferisce ad essa ogni malattia, - lui sospetta che Poorti e la cuginetta agiscano d'intesa-, e per ricordargli che al mio rientro in Italia, occorre che torniamo entrambi al nostro regime alimentare precedente, che esclude ogni altra bevanda che l'acqua, e il te ed il latte. E di fronte alla catastrofe mentale del distacco, avverto che il solo rimedio è il prodigarmi e il rendere utile i miei ultimi giorni in India a lui e Vimala e ai nostri bambini. La messa è rinviata alle 11,30 per l'indipendence day , mi dice la madre superiora della confraternita di suore, che mi invita inutilmente a sedere tra le autorità della scuola. Domine non sum dignum, tanto più che alla mia sporcizia interiore si combina quella esteriore. Rientro in famiglia, dove Kailash mi prepara una omelette squisita. Ritorno una seconda volta per la messa, inutilmente, quando la festa è finita e la chiesa non è ancora aperta, una terza volta e partecipo per quel che posso alla Messa in rito siro- malabarita, al termine della quale mi confesso tramite il bel prete giovane che l'ha officiata. La felicità fresca e gioiosa delle suore che si intrattengono con me, mi trasmette la stessa fresca gioiosità nei miei rapporti successivi con Kailash, e, senza alterarmi con lui, -come in me è avvenuto solo interiormente nel corso del secondo viaggio verso la chiesa, posso attendere fino alle cinque, che uscendo dal sonno, Kailash si renda finalmente disponibile per accompagnarmi a visitare il tempio Vaimana, dove è piacevolmente interessante decifrare le varie incarnazioni di Vishnu. La contentezza dei bambini della nostra casa comune, rumorosamente intenta nei giochi, o nei compiti domestici, accoglie il nostro sereno rientro, Vimala esce con Chandu, Ajay, Ashesh e Poorti per fare visitare la bambina da un medico, che le pratica un'iniezione per abbreviare il decorso della sua infezione cutanea, come denuncia il pianto a dirotto di Poorti al ritorno, quando in cucina fervono già i preparativi dell' imbandimento di squisite tagliatelle- nidi di pasta- con besciamella e funghi. Porti, chiamata in disparte da me e Kailash, è elusiv, quando le chiediamo se non le piaccia per niente andare a scuola, e il suo impegno a non fare l indomani i soliti lai e pianti quando sarà l ora di recarcisi, non promette niente di buono

Lunedi 16 agosto. Inizio le riprese dei filmati domestici della sveglia mattutina dell' intera famiglia, ch'è perturbata dall'inutile pianto protratto sino agli spasimi da Poorti, per essere lasciata a casa da scuola. Quindi io e Kailash ci rechiamo alla stazione degli autobus, dove decidiamo che mi accompagnerà a Delhi a prendere il volo, ed anche per lui faccio il biglietto di andata, insieme a quello di ritorno dalla capitale. A favore delle ragioni del cuore, nel dolore del distacco, perché si possa allora soffrire di meno, ci risolviamo contro la scelta di lasciarci mercoledì in Khajuraho, che avrebbe richiesto più forza d'animo. Ci rechiamo quindi alla scuola di Poorti, Ajay, Ashesh, per fare presente la situazione della bambina. No, a scuola non versa una lacrima, e procede regolarmente. Colloquio-confronto con l insegnante dirigente. In India le scuole rendono tutto più facile che in Occidente perché i genitori si accontentano che i figli sappiano leggere e scrivere e fare di conto, quel poco che basta. Inutilmente tento di fargli comprendere che la scuola indiana ha lasciato deluse le mie attese perché piuttosto vi è onnipresente un'idea riduttiva della praticità e del tornaconto dell insegnamento, quasi che insegnare come affrontare il dolore , l' odio, la morte, attraverso la meditazione della sapienza della tradizione indiana, che cosa fare della propria esistenza se si è miseri e non si ha lavoro, come accadrà per la maggioranza degli allievi di quella stessa scuola, nonostante le più illusorie promesse e aspettative, non fosse di utilità alcuna. Quindi mi rado la barba nel nostro negozio

Il pomeriggio lascio la casa di Kailash per visitare i templi del West group. In realtà vedrò attentamente solo il tempio Vaisvanata temple.

Al mio rientro, Kailash che seguita a spulciarsi come una scimmia, ferma tra le unghie una indubitabile piattola, ci riavviamo al mercato per acquistare banane e che altro, in un nugolio di cimici che tappetano le strade, senza che in farmacia sia reperibile della polvere che disinfesti il pube di Kailash, è invece possibile registrare il suo account in skype , nel negozio che gestisce un bellissimo ragazzo indiano dalla voce suadente. Cosi potremo telefonarci e vederci quasi gratuitamente, da che ci saremo lasciati.

A casa riso basmati lasciato intiepidire, con tonno, pomodori, capperi, olive, processed cheese, origano, una delizia gustativa prima del sonno, che protraggo fino all'una di notte nella stanza della televisione dove dormiamo in sette, prima che il risveglio, dovuto agli insetti infestanti, mi inducano a rientrare nella mia stanza sotto la zanzariera.


17 agosto In Chhattarpur, alla casa della nonna di Kailash, per constare lo stato di germogliazione della nostra semina. Chandu non sta bene, quando facciamo rientro, Kailash e Vimala si recano dal dottore, per il quale è solo raffreddato e non ha che la tosse, per il fatto, presume, che è esposto alle variazioni di temperatura e resta troppo in ammollo tra i secchi e i bidoni dell'acqua con cui gioca. Potrà Kailash lasciarlo in cura a Vimala e seguirmi in Delhi? Ne dubito, sempre più fortemente

18 agosto Mi intrattengo fino all'una, come la notte precedente, con Kailash e Vimala e i loro bambini, dalle quattro in poi assisto agli abbracci in cui si manifestano affetto Kailash e Vimala, alle poppate che tra la veglia e il sonno Chandu richiede alla madre, che vi si presta col seno scoperto, finchè il bimbo non fa la cacca e non provoca il risveglio di entrambi i genitori. Torno nella mia stanza e precipito in uno stato estremamente doloroso e angosciato, tra le pareti domestiche e nello spazio tempio dell'India che dovrò lasciare in giornata, con il tormento di avere distrutto, con le mie forme di mentalità,il sogno e l'occasione di felicità anche di questo mio soggiorno in India, il privilegio divino di esservi con le persone che ho più care al mondo, e che seguito ad infettare della mia irrimediabile afflizione. E' tale e talmente fittizia la mia illuminazione finale, che perr tentare di porvi rimedio aggravo ancora di più lo stato delle cose, convocando Kailash e chiedendogli di consolarmi nella mia depressione, che vede solo lo stato negativo delle cose, che sappia dirmi che cosa di bello ci hanno riservato questi giorni in comune. Ma quando constata che rispetto all'anno scorso sono stati meno numerosi i miei stati di crisi, so solo infrangere anche tale consolazione che mi reca, confessandogli che non sa, dicendo così, quanto la mia mente sia più fragile e sia entrata in crisi molte più volte di quanto egli non immagini, e che mi conforta solo il fatto, che ciononostante, non si sia infranta la nostra amicizia. E' meglio a tal punto, come gli richiedo, telefonare al padrone di casa del fratello Manoj, per sollecitarlo a che faccia quel che gli è possibile perché Kailash faccia esperienza in cucina presso il Radisson (Obra) hotel di cui sovrintende alla sala da pranzo. Egli sopraggiunge in capo a qualche minuto, ma tutto si risolve nel mio senso sconsolato di avere pregiudicato ogni cosa , quando dichiaro a quell'uomo di non poter contraccambiare il suo aiuto a Kailash, con l'aiutarlo a sua volta a trovare un lavoro in Italia, neanche se volesse accudire qualcuno in casa. Nell' inveire contro la mia natura di uomo votato al fallimento, scarico per l'ennesima volta su Kailash ogni mia frustrazione, e gli chiedo se non fosse stato il caso di mentire a proposito, ma Kailash, imperturbato da questa ennesima manifestazione del mio stato devastante di depressione, mi replica che ho fatto bene a dire la verità, che si deve sempre dirla in ciò che conta, il che per me, anziché un motivo per essere toccato dalla sua integrità, è una certificazione ulteriore della natura fallimentare delle nostre esistenze. Fossi un illusionista come quel serpente che so io...

Il treno per Delhi parte alle ore 18, 15, ho tutto il tempo per risollevarmi rivisitando in mattinata i templi del Western group , rientro in ritardo, sotto l' ennesima pioggia, ma Kailash lo trovo ancora addormentato, dopo che ha predisposto ogni cosa per il pranzo, e il suo sonno protratto, oltre ogni mancanza di riguardo che mi è sopportabile, fino alle 2,00, alle 2,30, alle 3, è una nuova mina che può fare saltare in aria il nostro rapporto. Medito lungamentedi andarmene da solo di casa verso la stazione,, se dopo la mia doccia permanesse ancora addormentato, fintantochè non si risveglia, imputando a Vimala e ad Ajay di non aver risposto ai suoi richiami intermittenti, negli attimi di momentaneo risveglio, a che imbandissero quanto era già predisposto in cucina. Si alza, con indugio ulteriore, e al mio appello che da un'ora e mezza chiedeva una sua risposta, a che sappia dirmi se le condizioni di salute di Chandu mi obblighino ad andare a Delhi da solo, “ togheter”, andremo insieme, mi risponde, a consolazione della mia fragilità disperata di doverlo lasciare. E va alla stazione degli autobus per cercare, presso il centro computerizzato delle prenotazioni ferroviarie, di fare un biglietto anche per Ajay, che vuole venire con noi a visitare Delhi per la prima volta, ed è lì che lo raggiungo con i bagagli, per verificarne il peso presso il vicino ufficio postale. Quasi due chili l eccedenza, sospiro di sollievo, non è esorbitante quanto dovrei pagare l extracharge.

Pianto straziato di Purti, quando con Ajay io e Kailash lasciamo la casa, anche lei vorrebbe seguirci, come sarebbe giusto che fosse, poco prima ho chiesto ad Ashesh che mi riprendesse con la videocamera mentre tenevo in braccia un bizzoso Chandu, ma così mi procuro la scoperta, quando il treno è in partenza, che in realtà non è stato in grado che di riprendere per pochi istanti la cintura allentata dei miei pantaloni. La delusione provoca una mia nuova crisi di rigetto dell'andamento delle cose, la reazione di Kailash che si dice pronto a lasciarmi partire da solo, scendendo dal treno insieme ad Ajay e ad i bagagli cui mette mano, una mossa ch'è sventata proprio in quel momento dalla partenza concomitante del treno.

19 agosto. Arriviamo a Delhi con tre ore abituali di ritardo, la pioggia ci trattiene per altre tre ore nel caffè ristorante adiacente, finchè non lo possiamo lasciare per l'agenzia di viaggio in Janpat, che è in servizio per le Turkish Airlines, e che mi conferma che è tutto O. K. per il volo, e per un hotel in Pahargangi. Solo alle tre lo lasciamo, per indimenticabili ore di felice dolore nel Red fort, dove ho modo di ripetere a Kailash, come è scritto nel diwan i kass, che se la felicità è di questo mondo, qui, qui, qui, è il paradiso, in un luogo così incantevole insieme a lui e ad Ajay. La felicità ha un seguito incantato nella Jama Masjid illuminata sotto la pioggia, nel Karim restaurant dove la vitalità gioiosa dei commensali intorno, goduriosi, trasfigura l'incombere di doverci lasciare per così tanto tempo, del senso tragico di chi per sempre ci ha lasciato, una caduta rovinosa nello strazio e nella rottura possibile, quando Kailash, che mi aveva appena promesso di dirmi ogni cosa più bella nell'ora e mezza che avremmo trascorso ancora insieme in hotel, lascia invece che fino alle undici sia io colui che stavolta cade nel sonno, e che nel sonno trascorra quel tempo imperdibile,- è lo stress che mi affonda nel sonno quando mi adagio sulle coltri, allorché debbo concedere una dilazione ulteriore alla promessa delle sue parole, a causa del suo bisogno di recarsi al bagno per fare tatti.

Giungo per la prima volta da che ci conosciamo a strattonarlo, quando mi risveglio mentalmente stravolto e in stato confusionale, con i bagagli tra l altro ancora da riordinare al meglio. Quando in tal modo stiamo per lasciarci definitivamente, gli chiedo una proroga che consenta uno scioglimento un poco felice, lo prego che mi accompagni fino all'aeroporto. Ma nulla sa dirmi, o comunicarmi fisicamente, che lenisca la mia desolazione di avvertire che sono io solo a soffrire realmente per il nostro separaci. Ma da tale consapevolezza è attutita la mia sofferenza, e quando per l ultimo volta lo vedo salutarmi dal taxi, non vivo come una mia morte il distacco dal suo essere fisico per un anno che da quell'istante ha inizio.