fahrang

 

 

 

   Raggiungevamo Taq-é- Bostan nel tramonto incipiente, tra la folla di studenti, e di famiglie iraniane, che oltre il cancello d'ingresso affollavano il parco e lo specchio d'acqua antistanti.

  Un radiocronista d'un emittente locale tratteneva in una intervista Fahrang, poi me, sulle ragioni della nostra visita del sito

" Very, very interesting, because here I can see eastern works, Parthians, Sasanideds, that are very different from the greek-roman art".

Di certo non è rifacendosi ai criteri estetici dell' arte classica occidentale, come fece Roman Ghirsman denunciandone la mancanza di naturalezza, che si può accertare il valore  delle manifestazioni espressive dei Sassanidi, che a tale arte occidentale, l'ellenismo tardo-romano dei loro tempi, volevano quanto più estraniarsi e permanere estranee, intendendo invece  rappresentare invece la rinascita, con  la propria gloria e potenza, dell' arte achemenide nel suo splendore superstite.  

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Taq-é-Bustan

 

Taq-é-Bustan

E' vero che accusano una grevità statica le figure superiori,  intagliate nella roccia, che nel pannello di ciò che resta dell' ivan alla sinistra della grotta,  inscenano l'investitura di Ardashir II da parte di Ahura Madza, che gli offre il diadema della regalità, mentre alle spalle del sovrano Mithra radiante tiene un barom, su di un fiore di loto, ed un morto nemico giace ai piedi del dio Ahura e del sovrano,

 Taq-è_Bustan, Investitura di re Ardashir ( IV secolo d.C)
Taq-è-Bustan investitura del re Firuz, da  parte delle divinita di Ahura Madza e di Anahit
Shapur III presso il padre Shapur II

ma in tale scena, più ancora che nel pannello superiore interno alla grotta, (ove la divinità delle acque Anahit è abbinata e si contrappone ad Ahura Mazda nell'investitura del diadema regale offerto  al re Firuz,(od al re Cosroe II, stando ad altri critici)  (o che in quello dell' ivan, a destra della grotta, ove è raffigurato il principe Shapur III presso il padre Shapur II),la ieraticità rituale della traslazione divina e della assunzione regale di un potere sul mondo, secondo la intrinseca intenzion d'arte cui va commisurata, appunto in tale grevità statica è realizzata e si tramanda con la potenza di un'icona irrevocabile nella memoria, 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Statua equestre del re Firuz ( V secolo d. C)

 

 

 

ed il cavaliere ed il cavallo soggiacenti nella statua equestre di re Firuz sono la possente conquista da parte dell' arte sassanide di una piena dimensione scultorea.  

 

 

 

 

 

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Taq-é-Bustan, il re a caccia del cervo( V secolo d. C)
Taq-è-Bustan, Il re a caccia del cinghiale ( V secolo)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quindi  nelle meravigliose scene di caccia fluviali ai fianchi della grotta, la tensione ritmica del protendersi a scamparne delle gazzelle e dei cervi inseguiti dalle cariche delle torme di elefanti, l' arrovesciarsi di chi di essi finisce trafitto  o l' incalzarsi precipitoso nella rotta,  si fanno il movimento ricorrente della fuga senza possibilità di scampo delle prede perenni di un re cacciatore irresistibile.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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E quegli angeli che suggellavano la grotta, che mi ricordavano, di già visto, a Palmira od a Balbek?

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Al nostro rientro si apprestavano ad uscire i genitori di Farhang, per una cena alla quale erano stati invitati.

Per i figli e per l'ospite erano predisposti del riso e della carne di pollo,  yogurth e verdure, su cuistavamo già per avventarcisi, quando una telefonata del padre ci ha avvertito che anche noi eravamo tutti quanti invitati alla festa.

   

  Una frenesia incontenibile ha pervaso Farhang, il fratello e la sorella, che nel volgere di pochi  minuti  erano già pronti, lei con un foulard d'accatto per causa di forza maggiore.

  Eravamo sul taxi e Farhang stava ancora infilandosi le scarpe ...

  Lungo la strada ci siamo fermati presso la casa della sorella che si era sposata, perchè fossro della festa anche lei e suo marito.

   Erano davvero come le dita di una mano, loro fratelli, per quanto libera ne fosse stata la educazione familiare.

   Al sopraggiungere del cognato mi sono divertito a significargli che lo avevo riconosciuto, dopo che lo avevo già visto nel filmato delle sue nozze, atteggiandomi alle movenze delle mani che lo ingentilivano nelle danze iraniane. 

 Quando siamo sopraggiunti, l'intera folla degli invitati era già ad attenderci.

   L'ordine che si è ricostituito, quando l' accoglienza che ci è stata manifestata vi è rifluita, prevedeva che gli uomini e le donne, pur senza rigidità impositive, non si frammischiassero continuamente gli uni agli altri, bensì si disponessero in due emicicli contigui e separati, alla testa della quale erano i maschi. Il loro cenacolo faceva alfine capo agli ospiti più di riguardo, il padre di Fahrang ed un poeta della città, ancor più di lui eminente come letterato.

  I giovani, ragazzi e ragazze, vestiti all' occidentale al pari delle donne, ch'erano tutte senza hejab di sorta, più ancora liberamente discorrevano e stavano insieme.

  Io, quale ospite di riguardo,  ero stato accomodato di fianco e poco distante dai due poeti, ma prima ancora che sopraggiungessi si era presa la cura che mi stesse accanto un ingegnere fascinoso, già precocemente imbiancato nei capelli , in quanto che sapeva parlare ed intendere un poco l' italiano. Come ingegnere aveva collaborato anni addietro con una ditta italiana, e le mie parole poteva capirle al settanta, all'ottanta per cento, solo che parlassi più lentamente.

   Nella storditezza felice della mia stanchezza, la mia emozionalità si faceva assorta nei gesti e negli atti dei miei ospitanti, in quanto mi comunicava il tono che animava le  loro parole, trepido di commozione per la  magnanimità che così naturalmente mi manifestavano.

  Delle tante parole che avrei voluto e dovuto dire, le sole vere  che sono riuscito a formulare agli astanti,  nell' empito che sottacevano di un' implicita gratitudine, sono state di nostalgica  ammirazione per l'unità familiare di Farhang, , quando ho inteso esprimere, con voce franta,  quanto di diverso più mi avesse toccato in Iran " My Family is very different from your families.  I live alone, my mother lives alone in another city, my sister and my brother too (also), . We meet again, togheter, only once every year, or less... "

   E s'inoltravano i discorsi, ed io, con un certo disappunto, nella mia fame sottaciuta già credevo di avere dovuto rinunciare alle pietanze, laddove in casa di Fahrang erano state già imbandite ed in tutta fretta riposte nel frezeer, per dovermi contentare degli stuzzichini di ortaggi e delle patatine croccanti che con le bevande erano quanto restava imbandito sulle tavola, quando dalla cucina le donne di casa sono sopraggiunte con le vivande della cena vera e propria, ed un sontuoso pasto ha avuto inizio sul tardi, inconformità rigorosa con la predisposizione iraniana dei cibi: Yogurth, riso pilaf e carni speziate con cui commistionarlo, khoresh e ghormé -yé sabzi-, il tutto al più irrorato, come si consentivano solo gli uomini adulti, con raki ed aranciata quale cocktail alcolico.

   " Il nostro wisky,- ha commmentato tra l'amaro e il faceto il mio interlocutore privilegiato.

   Mentre via via i vassoi delle portate imbandite erano riportati indietro, evacuati del cibo, veniva iniziando la conclusione conviviale del raduno amicale.

   Salivano allora in cattedra, a tutti gli effetti, i due letterati della serata, il padre di Fahrang ed il più illustre poeta, cui sedeva accanto, raccontando delle facezie di sottile ironia, a quanto potevo desumere dal riso sfumato a cui inducevano gli astanti.

   Dai cenni di divertita comprensione che il padre di Fahrang  mi rivolgeva, ho quindi inteso che alcune delle storie che raccontava riguardavano appunto il suo ospite, di cui veniva  evocando le traversie con i tuman ed i tassisti iraniani.

  Dovevano essere invece assai salaci le battute e le vicende comiche evocate da un altro commensale, talmente gli astanti si sbellicavano dalle risa e non si contenevano le stesse donne.

  Solo quando la mia stessa stanchezza è diventata un pretesto per sciogliere il convito, i giovani mi si sono fatti intorno.

   Gli adulti guardavano con affettuosità divertita la istantaneità comunicativa del nostro coinvolgimento reciproco, che è diventato quasi un corpo a corpo verbale, quando ad uno dei ragazzi è  bastato evocarmi le squadre ed i giocatori da me amati od invisi del campionato italiano di calcio, le mie irresistibili avversioni od infatuazioni di tifoso, perché mi accalorassi ravvivandomi di colpo.

 Una bellissima ragazza, del gruppo, si è fatta avanti a chiedermi che ne pensassi dell' Iran. Le ho detto che avevano di più di quanto credessi , per quanto ne supponevo nel mio Paese d'origine. Uno stupore deluso le si è manifestato sul volto." Ma come, qui non c'è libertà...".

" Da voi, in *, c'è la libertà..."incalzava il ragazzo, non meno bello di lei, con il quale avevo scherzato di calcio.

 Incalzato dai familiari di Fahrang e dagli altri astanti, ch'erano sul piede di partenza, n n ho potuto purtroppo spiegarmi con loro come avrei voluto.

Sull' auto di Berhang siamo rientrati ch'era quasi la mezzanotte.

   Sono stato messo a dormire con il mio amico, nella sua stessa camera.

   Ci siamo addormentati di lì a poco l'uno accanto all' altro, entro delle coltri stese sul pavimento.

 Ma quando nel cuore della notte mi sono risvegliato, in stanza  lui non c'era più.

   Quale ne fosse lo spiacevole motivo, che era facile presagire, egli stesso me lo avrebbe confermato il giorno seguente, quando gli ho chiesto nel nostro pomeriggio incantevole: " Excuse me, Farhang, am I noisy when I'm sleeping?"

 E Farhang me ne ha dato conferma in un amabile sorriso, più che in uno " Yes", che ha sfumato in disappunto  il mio rincrescimento.

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