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Gli esseri essenziali di pura luce delle Terra pura di Beatitudine del Buddismo 

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L' apologetica contemporanea del Cristianesimo ne fonda la pretesa di una universalità superiore a quella delle religioni orientali sostenendo, principalmente, che il Cristianesimo consente l' adempiersi dello stesso desiderio orientale di unificarsi con il fondamento originario divino, - secondo tali religioni in se stesso privo di Io,- e rende così possibile essere uno con il Principio primo della molteplicità degli esseri, in cui tutti gli individui sono identici, senza che per questo l'uomo debba perdersi nell' Uno quale individualità personale, come invece  richiede l'ascesi orientale, se  il mondo di Brahma lo si raggiunge solo " con il Sé che è identico a Brahma",  in cui il Sé si  eterna solo in quanto "é Brahma che ritorna a Brahma".

Per farsi identica al fondamento originario divino, nell' ambito delle religioni orientali l'individualità dovrebbe dunque rinunciare a qualsiasi forma di permanenza, nella sua liberazione dall' interdipendenza dell' essere nel mondo.

Il Cristianesimo, invece, al tempo stesso in cui soddisfa il desiderio orientale dell' essere uno, in virtù della presenza in noi della Terza persona della Trinità, lo Spirito Santo, giacché Egli è il cuore e l'interiorità radicale di tutto l'essere, l'unità in ogni differenza,  preserverebbe anche la speranza della permanenza del Sé, in ragione dell' idea divina che Dio in Sé ha eternamente di noi, e che preesiste alla stessa creazione del mondo, secondo la lettera agli Efesini di Paolo,- ove al passo 1, 3.6, si dice che il Padre ci ha scelti nel Logos del Figlio prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà,- per quanto la salvezza spirituale  richieda il ridursi purificatore dell' Io egoistico al suo Sé originario, la vanificazione nel fuoco di tutte le identificazioni mimetiche tramite le quali il desiderio ha immedesimato l'Io con il nulla del male, tanto più quanto l' Io è persuaso che tali identificazioni costituiscano ciò che gli è più "proprio"

In verità, nello stesso Buddismo, nella religione orientale che più si presume che sia atea nei suoi fondamenti, si verifica che insieme con la "creazione dipendente di tutto", che nega qualsiasi indipendenza e assolutezza all' esistenza e all' identità dell' Io,- nel vuoto non già della vacuità del nulla, ma del tutto che è interpendente, ed in cui entità o identità indipendenti non esistono,- sia compresente una "catena della creazione indipendente" che spiega le nostre stesse reincarnazioni in ragione di un corpo sottile preesistente in noi, oltre al nostro corpo fisico.

La sua integrazione con lo spirito di una nostra coscienza sottile è il nostro essere essenziale, cosi come "quel che è nato dalla carne è carne, e quel che è nato dallo Spirito è Spirito", parola di Cristo secondo Giovanni ( 3,5).

"Esiste un non-nato, un non-prodotto, un non-fatto, un non -condizionato; se non esistesse un non-nato non vi sarebbe via di uscita per ciò che è nato, ma, essendoci un non-nato, v'è via d'uscita per ciò che è nato, prodotto, fatto, condizionato" 

" Due piani di realtà  esistono, o Ananda, quello coeffettuato e quello non coeffettuato: questa è la cosa più alta, la cosa più eccellente, cioè adire la pacificazione di tutti i coefficienti, la liberazione di ogni forma di esistenza, la distruzione, la soppressione, la cessazione della brama, il nirvana".Udana, 8,3 ( citato  in La rivelazione del Buddha, introduzione di Raniero Gnoli alla Antologia omonima di testi buddisti, da lui curata  per i Meridiani delle Edizioni Mondadori , alla  pagina XXII)

E' tale coscienza , infatti,che in noi proviene dalle vite precedenti e che è diretta verso le prossime, la cui liberazione nella Terra Pura del Nirvana,  insieme con il corpo sottile del nostro essere essenziale, alla fine del continuum delle Dieci Terre della ascesi qualitativa dei bodhisattva,  è la illuminazione della stabilizzazione meditativa adamantina nel mondo di Brahma, grazie alla decontaminazione di ogni impronta karmica e di ogni necessità di ulteriori rinascite, per redimersene, che è costitutiva di ogni nostro Io, dell'ignoranza , dell' attaccamento e dell' animosità aggressiva, che lo immedesimano nel divenire di ogni sua reincarnazione nel ciclo delle esistenze,- laddove la beatitudine del Regno dei cieli, cui accede la persona cristianamente beatificata, è la trasparenza d'amore in cui si è convertita la sua residua impenetrabilità egoistica, tramutando nella comunione trinitaria l' isolamento dagli altri e il distacco da Dio, così come i corpi trasfigurati che sono subentrati ai nostri corpi materiali, a differenza di questi sono divenuti reciprocamente penetrabili e non conoscono più repulsione o ripugnanza reciproca (  nella visione del Regno di Dio che magnifica Nikolai O. Losskij ne " Il mondo come realizzazione della bellezza") 

In tale concezione buddistica del corpo essenziale, l'unione eterna in noi di corpo sottile e di una coscienza sottile, è l'agente sottile di pura luce che anima la nostra vera vita, e che nel nirvana si ritrova liberato in una realtà di natura contraria a quella della nostra esistenza nel ciclo delle reincarnazioni, la skhavati o Terra di beatitudine dei campi di Buddha dalle meravigliose caratteristiche,  in cui " non esiste più alcun tipo di sofferenza fisica e mentale,", di insidia o di  minaccia, e si permane senza più decadenza nel completo e perfetto risveglio, senza patire alcuna delimitazione  esclusiva, nelle possibilità d'accesso,  ad opera della forza di accoglienza affermativa di tutti i Buddha.

Corrispondenze profonde si decantano tra le Pure terre mistiche delle Sukhavativyuhasutra del Buddismo, i l nuovo cielo e la nuova terra della Gerusalemme celeste senza "più la morte, né lutto, nè Lamento, ( Apocalisse 21), cui risorgono le carni spirituali, siccome quelle degli angeli, -secondo la confutazione evangelica della miscredenza dei sadducei ( "alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è puri angeli nel cielo), e a quanto afferma la prima Lettera ai Corinti di Paolo, - e le terre di Jabalqa, Jabarsa ed Urqalya, da cui discende e a cui ascende la resurrezione dei nostri corpi secondo la gnosi sciita dei platonici di Persia, gli shaqiyun del ceppo spirituale di Sohravardi, mondi ultraterreni sostanziati della idea di quella" materia primordiale immateriale", su cui si fonda la cosmogonia di Ibn'Arabi, nel Libro delle Conquiste spirituali della Mecca, e di cui si sostanzia, in analogia con l' espansione di linee di luce dei corpi apparizionali, la stessa carne spirituale dei corpi che vi risorgono e vi si rispecchiano alla luce del loro fondamento divino, così come l' idea di tale forme sostanziali, di una materia immateriale spirituale, è ripresa nella concezione di una spissitudo spirituale, di una condensazione sottile della materia premateriale degli esseri del mundus imaginalis celeste interponentesi tra quello delle pure forme intelligibili e quello sensibile, come loro barzakh,  riesumato e rievocato ulteriormente da Dawud Qaysari , da Shamsoddin Mohammad Lahjii e da Molla Sadra Shirazi, non che dai maestri seguenti della scuola shaykhita, come Abdorrazaq Lahji.

 

Bibliografia

La Bibbia, Piemme, 1995

La Rivelazione del Buddha,  a cura e con un  saggio di Raniero Gnoli,  Mondadori, i Meridiani, Classici dello Spirito, 2004, in 2 volumi, in particolare La Terra Pura,  Suykhavativuyuhasutra, Il sutra della grandiosa esposizione della Terra di Beatitudine, a cura di Claudio Cicuzza,  volume secondo, Il Grande veicolo, pagine 1177-1190, e l'Introduzione ai testi tradotti, alle pagine CXXXVI-CXXXIX dello stesso volume secondo.

Dalai Lama Il buddismo tibetano ( Newton Compton) e I precetti di vita del Dalai Lama, Edizioni Armenia ( pp.127, 131,).

Ananda K. Coomaraswamy Induismo e buddismo Se edizioni 2005

Hans Urs von Balthasar, Il cristianesimo e le religioni universali, in Incontrarsi con Cristo, Edizioni Piemme, 1992

Nicolai Losskij, Il mondo come realizzazione della bellezza in Cristianesimo e bellezza Edizioni Paoline, 2002, a cura di Natalino Valentini

Henry Corbin Corpo spirituale e terra celeste, Adelphi

G. Greshake La fede nel Dio trinitario Queriniana, 2002

R. Girard La pietra dello scandalo, Adelphi, 2004

 
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E ' concezione diffusa nell' apologetica delle religioni occidentali, che nelle religioni orientali l' Io individuale, per essere- uno con il fondamento originario divino, che in se stesso è privo di Io, debba rinunciare a qualsiasi forma di permanenza, nella sua liberazione dall' interdipendenza dell' essere nel mondo.

Sarebbero invece il Cristianesimo innanzitutto, o esclusivamente, tra le religioni occidentali, che al tempo stesso soddisfa il desiderio orientale dell' essere uno, grazie alla terza persona della Trinità, lo Spirito Santo che è in noi, in quanto è iol cuore e l'interiorità radicale di tutto l'essere, l'unità in ogni differenza., e preserva la Speranza della permanenza del Sè, in virtù dell' idea divina che Dio in Sé ha eternamente di noi , e che preesiste alla stessa creazione del mondo, per quanto richieda il ridursi purificatore dell' Io egoistico al suo Sè originario, la vanificazione nel fuoco di tutte le identificazonii mimetiche tramite le quali il desiderio l'ha immedesimato con la nullità del male, tanto più quanto più invece pare all' IO ciò che gli è più "proprio"

In verità, nello stesso buddismo, nella religione orientale che può anche presumersi che sia atea nei suoi fondamenti, insieme con la "creazione dipendente di tutto", che nega qualsiasi indipendenza e assolutezza all' esistenza e all' identità dell' Io,- nel vuoto non già della vacuità del nulla, ma del tutto che è interpendente, in cui entità o identità indipendenti non esistono, è compresente una catena della creazione indipendente che spiega le nostre reincarnazioni in ragione di un corpo sottile preeesistente in noi, oltre al nostro corpo fisico, la cui integrazione con lo spirito di una nostra coscienza sottile è il nostro essere essenziale. Cosi come "quel che è nato dalla carne è carne, e quel che è nato dallo Spirito è Spirito", parola di Cristo secondoGiovanni ( 3,5).

E' tale coscienza che in noi proviene dalle vite precedenti e che è diretta verso le prossime, la cui liberazione nella Terra Pura del Nirvana, alla fine del continuum delle Dieci Terre della ascesi qualitativa dei bodhisattva, - laddove la beatitudine del Regno dei cieli, cui accede la persona cristianamente beatificata, è la trasparenza d'amore in cui si è convertita la sua residua impenetrabilità egoistica,- è la illuminazione della stabilizzazione meditativa adamantina nel mondo di Brahma, grazie alla decontaminazione di ogni impronta karmica e di ogni necessità di rinascita, per redimersene, che è costitutiva di ogni Io, dell'ignoranza , dell' attaccamento e dell' animosità aggressiva, che lo immedesimano nel divenire di ogni sua reincarnazione nel ciclo delle esistenze.

In tale concezione buddistica del corpo essenziale, l'unione eterna in noi di corpo sottile e di una coscienza sottile, è l'agente sottile di pura luce che anima la nostra vera vita,.

Corrispondenze profonde si decantano tra le pure terre mistiche del Buddismo, la Gerusalemme celeste cui risorgono le carni spirituali, siccome quelle degli angeli, -secondo la confutazione evangelica della miscredenza dei sadducei ( "alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è puri angeli nel cielo) e la prima Lettera ai Corinti di Paolo, - e le terre di Jabalqa, Jabarsa ed Urqalya, in cui ascende la resurrezione dei nostri corpi secondo la gnosi sciita dei platonici di Persia, gli shaqiyun del ceppo spirituale di Sohravardi, sostanziati della idea di una" materia primordiale immateriale", su cui si fonda la cosmogonia di Ibn'Arabi, di cui si sostanzia la stessa carne spirituale dei corpi che vi risorgono e vi si rispecchiano alla luce del loro fondamento divino, così come è ripresa nella concezione di una spissitudo spirituale, di una condensazione sottile della materia premateriale degli esseri del mundus imaginalis celeste riesumato e rievocato ulteriormente da Molla Sadra Shirazi e dai maestri seguenti della scuola shaykhita.

Bibliografia

Dalai Lama Il buddismo tibetano ( Newton Compton) e I precetti di vita del Dalai Lama, Edizioni Armenia ( pp.127, 131,).

Hans Urs von Balthasar, Incontrarsi con Cristo, p 70. Edizioni Piemme, 1992

Nicolai Losskij, Il mondo come realizzazione della bellezza in Cristianesimo e bellezza Edizioni Paoiline, 2002, a cura di Natalino Valentini

Henry Corbin Corpo spirituale e terra celeste, Adelphi

G. Greshake La fede nel Dio trinitario Queriniana, 2002

R. Girard La pietra dello scandalo, Adelphi, 2004