INDICE 

                          Egloga terza     

Egloga quarta

 

 

 

 

 

“Oracolo del Signore.

Quanto il cielo si sopraeleva su tutta quanta la Terra,

cosi le mie vie si sopraelevano

sulle vostre vie,

e i miei pensieri sui vostri pensieri”

Isaia

 

 

Tra le foglie riarse della fersa

e d’aprile si fondevano desolazione ed ardore

dove di giorno fulgevano i fiori di chheola

/il chiarore dellemessi circonfondendo nei pleniluni le traversate notturne/

/che al padre riconducevano il cuore dei piccoli tra le stregate mahùa,/

sulle biciclette, in fila indiana,

al di là dei coltivi dove in cerca invano dell’acqua della Devi

si perse il cammino delle donne con le giare di javari

Era la domenica delle Palme e del Natale di Rama,

e con che amorosa violenza io ed il padre

incamminavamo i bambini alla menzogna educativa cui i giorni seguenti

li riallineavano in coro i testi scolastici,

“ Ministers, Politicians, Judges

Occupy their post because they studied hard “

poi abbandonandoli per che intorti tormenti come i nodi dei rami,

nella megacity di ladri in cui stuprata per strada

la vita vorrà appendersi ad un cavo in stanza,

chiederà all’amico sgomento una qualsiasi morte,

senza che altri che il Dio nostro

in Delhi possa anche di questo perdonarmi.-


 


 

“ma ora non farti più del male, siamo tutti qui”

cantavano le loro anime di nuovo ad accogliermi,

nel loro sollievo che alfine il Dio Scimmia

sia stato placato dalla puja nel tempio,

che più non accadrà di Chandu ciò che ne fu di Sumit,

come tra i raggi della ruota

lasciò presagire il piede del bimbo sanguinante.


 


 

Ora al distacco del rientro

odora la fragranza rigogliosa del basilico nel vaso,

con l'employment letter, nei bagagli,

che nella stessa scuola dove l’ammissione dei bimbi, ha coronato le rinunce

degli sforzi comuni,

ti farà al ritorno maestro d'Italiano


 

Nè più dica più l’eunuco “ Ecco,

Che albero secco io sono”

da che il patrio scarto ne ha fatto una pietra d'angolo

sotto un altro sole,


 

pur nel dolore, al poterli ancora carezzare

che ad ogni ora che passi l’indomani si faranno

a cinquemila,

seimila, settemila chilometri distanti,

a che la meta di ogni meta

sia il ritorno che feconda la vita di ogni giorno,

quando Chandu, amore di noi tutti,

sia tra le braccia dell'amico che ancora lambisco,

ed io tra i miei libri in stanza io ne continui la Parola,

nell’unità, Sumit, dell’invisibile vivo più ancora tra noi.


 


 

 

 TOP