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In Nuova Delhi 2a parte

il Red Fort dalla Djama Masji

 

 

 

 

 

22 luglio 2005
Fri, 22 Jul 2005 09:14:17 +0200 (CEST)
Da: "Odorico Bergamaschi" <odoricob@yahoo.it>  
Oggetto: Re: R: saluti salam alekoum
A: "Claudio Garatti" <oz@mynet.it>

Caro Mago, 
Lahore è nel Punjab pakistano, ora mi trovo invece in
India, a  Delhi, nella città vecchia.
Purtroppo non posso inviarti foto tramite gli internet
cafe cui posso accedere in questa area della capitale
indiana. Nella New Delhi tutto dovrebbe mutare. Cos[
credo. Cerco intanto di cogliere che cosa differenzi
davvero India e Pakistan, oltre la loro Separazione.
In realtà nel Pakistan io ero già dentro l' universo
materiale indiano.I
monumenti islamici.. di Delhi sono ragguardevoli, Ho
visto finora i più celebri, non i più mirabili,
presumo
Odorico...

 

(Forse  è a cagione del fatto che) Il viaggio che mi ha condotto nella capitale dell' India da una stazione di sosta in Amritsar, è stata la traversata  di un tunnel  notturno. Il suo decorso, senza che uscissi dal buio e dal sonno che all' arrivo   nel primo mattino presso il  Forte rosso, dall' imbocco all' uscita dal Pakistan mi ha fatto ritrovare nella Delhi islamica, (se) in India così mi  rivedo ancora nella stessa civiltà che ho lasciato nel Pakistan, e nelle mie impressioni prevale la similarità  tra le due società nazionali,  qualora mi  affidi soltanto a ciò che è esteriore, che è visibile e sensibile, eccettuata qualche vacca intravista per strada, i turbanti e le barbe dei sik, le donne che per rinfrescarsi nella calura afosa possono consentirsi  di andare a capo scoperto e di esporre la loro adipe tra la gonna e il corpetto del sahri , i risciò trascinati in bicicletta dagli uomini nella più grande democrazia planetaria. 

E stamattina,  tra le grate dell' attico dell' hotel in cui facevo colazione, anche ho visto sveltirsi la corsa funambolica a uno degli stessi scoiattoli grigi di uno scoiattolo grigio che ho visto sveltirsi e dileguarsi, che mi ha rammemorato gli stessi  animaletti che correvano via per il parco archeologico di Mohenjio Darho,  per i bagh del forte Rosso di Lahore.

Già dentro le frontiere del Pakistan che  si oppongono all' India, in Karachi, Lahore, Peshawar, dunque avevo messo piede nell'India a mia insaputa, ed ero già dentro lo stesso suo  traffico e commercio, le stesse consuetudini alimentari e di svago, le stesse  usanze e interdizioni, che escludono le donne dalle esercizio delle attività pubbliche in negozi e ristoranti, le pongono in contatto con gli uomini estranei solo come delle clienti o delle mendicanti.

A riprova che ciò che è più importante, e che fa la differenza, è dell' ordine dell' invisibile, nelle cose umane e divine

Nella vecchia Delhi, per le vie che attorniano la moschea,  e che fanno capo a Chandni Chowk, c'era più animazione di colori che in Lahore,  più  fragranza di essenze aromatiche e di spezie, -ma circolavano lo stesso fetore ed orrore che in Bahawapur, che in Multhan, laddove, del pollame stipato nelle gabbie, avveniva la stessa compravendita e macellazione all' istante,

In  Multan

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Nella Old Delhi

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mentre ad ogni angolo di via  avveniva   la stessa vendita di involtini di samosa , con una fontanella accanto per lavarsi la bocca e le mani , e si diffondeva nelle strade il profumo del gelsomino e e dei boccioli di rosa per onorare  le divinità induistewebP1010358.jpg (93445 byte), come nei pressi dei siti dei riti sufi del Punjabi Pakistano.

Immagini di devozione sufica in Multan

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In concomitanza,  mentre  nelle cartolerie, e tipografie,   anche i profili grafici delle onoranze e delle felicitazioni , in hindi, anzichè in urdu,  erano identici a quelli pakistani,  nei negozi della devozione rituale sono  comparse le  diverse icone delle diverse religioni predominanti: di Ganesh, di Siva proteiforme.

Ieri mattina, prima di visitare il Forte rosso,  per ritrovare dunque nelle realtà religiose  il  differenziarsi dell' India, ho fatto visita al tempio jainista che è  di fronte alla Lahore gate, all' estremità orientale di Chandni Chawk, P1010337.jpg (97287 byte) il Digambara Jain Gudwara dei Vestiti di Cielo.

Ho salito le scale dell' ospedale per uccelli malati,P1010333.jpg (94161 byte) fino all' ultimo piano , dove innumerevoli uccelli stavano accuditi in un unico spazio reticolato.

Del sentore dei loro escrementi   a sera avevo ancora addosso l 'odore. Successivamente, prima di potermi addentrare nel tempietto jainista, ho dovuto levarmi anche le calze, lavarmi ogni parte del corpo che fosse esposta all'aria  alla luce.

Da un'aula centrale sui aveva accesso per il  tramite di porticine alle sale di preghiera circostanti,  delle quali la più importante era quella frontale.

In ogni cella i fedeli ripetevano le identiche forme di rito,  ad ognuno degli altari dei tirthankara, gli aiutanti nel superare il "guado"  che si donano all'uomo perfetto nella sua nudità ascetica.

Erano tutti identici l'uno all' altro, come nella loro essenza le molteplici manifestazioni dell' uno divino.

Quindi i fedeli facevano risuonare il batacchio di una campana, compivano la deambulazione in senso orario della pradakshina intorno all' altare, ultimavano di fronte alla divinità le loro preghiere,si spruzzavano il volto di acqua purificatrice, o passavano le mani opra la fiamma della cera in consunzione.

Altri, in senso orario facevano ruotare presso l'immagine una lampada votiva con un cero acceso, quindi ognuno passava a ripetere la serie egli atti liturgici  ad ogni altro altare. Da due di essi, gli addetti spazzavano via il riso delle offerte antecedenti.

non ho visto alcun monaco Digambara, vestito solo di aria. Un giovane addetto mi ha invece sollecitato ad entrare nel sotterraneo, dove era allestita una rappresentazione cinestetica  dell' aspirazione del jainismo a un ordine cosmico di serenità armoniosa.:  nel refrigerio climatizzato di una grotta, attorno a un tirthankara  scrosciavano le acque di ruscelletti irradiati da luci, fiamme elettriche sprigionavano bagliori purificatori.

All' uscita, all' altro capo della strada vedevo un primo altarino induista: le statuine di un bue e di altre divinità erano intorno a una yona e ad un lingam, incoronati di fiori, incerati di lumi colanti.

 

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