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Quante cose invece

8 novembre 2010

Ieri, quando credevo che non fosse più possibile che Kailash fosse in linea, lo squillo del suo telefono si è sostituito alla registrazione della voce sconfortante della speaker indiana che annunciava l'impossibilità di un contatto, e l' ho raggiunto ch'era sulla soglia di casa in Khajuraho, dove si ritrovava da solo senza le chiavi per potervi entrare. Le aveva dimenticate nel suo villaggio natale, dove era rimasta l'intera famiglia per finirvi di trascorrere le vacanze di Deepavali, l'aveva appena lasciata per fare rientro in casa e dormirvi la notte, preoccupato che potessero averla visitata dei ladri, dopo avere appreso dell'arresto di "cior" quello stesso giorno nella stessa Khajuraho.

Ho invitato Kailash a non drammatizzare la cosa, provvedesse a dormire nella casa di Manoj con gli altri coinquilini, o nell'hotel Harmony per il quale lavora, gli avrei pagato una notte in stanza, se occorreva, se non gli era possibile pernottare come si riprometteva presso il vicino lavandaio.

Era pur meglio non avere la chiave con cui aprire le porte di casa, che averle trovate già aperte da dei ladri, no?, come egli conveniva ridendone, mentr'io pensavo intanto, serbandolo per me stesso, a che ladra vi fosse già entrata a sottrarci il nostro tesoro più caro.

Intanto potevo udire il litigio che si era scatenato nei pressi, che seguitava a coinvolgerlo più di quanto gli dicevo, talmente si prolungavano le intermittenze tra le sue parole.



Come tali intermittenze, nel corso delle ultime settimane è aumentato il lasso di tempo tra una possibilità e l'altra che fosse in linea e che ci telefonassimo, talmente di sera prima di Deepavali si era ritrovato stanco per l'immane fatica che aveva richiesto, dopo il lavoro in negozio, la ritinteggiatura di ogni stanza della casa e ogni pulizia di ogni suppellettile interna, - era solo per tale sfinimento, poteva sincerarmi, che la sua mente non lavorava,"she wasn't working", al punto da non farcela a ricontattarmi, per questa ragione, mi rassicurava, non già perchè fosse sopraggiunto lo sconforto di non riuscire a dimenticare e rimuovere.

Quando gli ho telefonato per il mio compleanno, ha disvelato lui stesso, senza restarne sconvolto, il motivo per il quale ero stato reticente a dirgliene la ricorrenza, quando ha ricordato che ancora l'anno scorso aveva potuto celebrarlo insieme a quello di Sumit.

Dopo di che aveva inviato Ajay ed Ashesh ad acquistare dolcetti perchè potessero pur festeggiare quest'anno il mio solo compleanno, anche Poorti cantandomi dall'India " happy birthday to you".

E quando gli ho detto che le telefonate da mia madre e mio fratello e mia sorella potevo solo restare in attesa di riceverle, senza sollecitarle, " ricordati che qui in India (nei miei figli) hai dei figli che ti aspettano," aveva soggiunto.

Ma come poteva dirmi, per giustificare l'allentamento dei nostri contatti, che ogni giorno seguitiamo a ripeterci le stesse cose, se ogni volta che ci siamo risentiti abbiamo parlato in termini diversi anche delle medesime cose, se il giorno seguente il mio compleanno, con Chandu che vociava al telefono, anche su ciò che io sono per i suoi figli aveva mutato la natura del rapporto, ed al piccolino aveva detto in hindi che non già un altro suo padre, ma "dadà", “ babba”,il nonno era in linea, prima ancora, che mettendomi in apprensione, mi avesse fatto sapere come Chandu già camminava, potendo egli ora finanche raggiungere la casa dello zio Manoj.

E senza che in lui avvertissi lo sconforto nel raffrontarlo a Sumit, mi ha confidato che a differenza di questi Chandu non teme le vacche, anzi, ogni volta che esce di casa vuole che Kailash gli comperi dei biscotti per darli da mangiare a quelle che incontra.

Sono entrato per questo in tale e tanta apprensione, e mi sono talmente angosciato, seguitando ad immaginarmi Chandu che inoltrandosi incauto cadeva nella vasca dell'acqua o giù dal terrazzo nel vuoto del cortile interno, che la settimana scorsa, la volta seguente, mi sono offerto di aiutare Kailash se intende cambiare la casa che stava ancora finendo di tinteggiare in ogni stanza e di riordinare in ogni suppellettile che aveva dovuto accatastare sul terrazzo prima della ripulitura, per una dimora che fosse più sicura per Chandu.

Non c'è stata dunque una sola volta che il discorso sia tra noi ricaduto su uno stato delle cose che fosse rimasto invariato, non solo perché di giorno in giorno si succedevano i preparativi e le puja per Deepavali, ed io me ne facevo partecipe, imbandendone una a Laxmi nelle mie stesse stanze. Era già immemore, Kailash, in tali sue parole, che ancora sabato scorso solo la mia avvedutezza aveva assicurato che si provvedesse in tempo a prendere in affitto il terreno per la coltivazione invernale di colza e di grano, e l'aveva reso avvertito che quello stesso pomeriggio dovevo fargli pervenire il denaro occorrente perchè finisse nelle tasche dei dalit che ne erano proprietari, prima che nell' imminenza di Deepavali si recassero a Delhi per tornare a lavorare nell'edilizia? Eppure me ne stato vivamente grati i giorni seguenti, quando mi aveva riferito quanto erano contenti quei dalit di lasciare a lui in coltivazione la loro terra, anziché a qualcuno delle alte caste del villaggio, che hanno cosi poco riguardo dei poveri e dei dalit, mi confidava Kallu, che non si fanno scrupolo di non onorare il pagamento delle affittanze.

E dimenticava quanto scherzando avevamo detto delle ragioni che gli si erano chiarite per cui aveva deciso che non conveniva coltivarvi channa o mattar, ceci o piselli.

" Sarebbe occorso un watch man, per evitare che se ne cibassero le scimmie, o gli abitanti del villaggio che come le scimmie, "like monkeys " li deprederebbero...

Ciò di cui in ogni caso ieri lo pregavo, o di cui avrei dovuto comunque pregarlo, era che non mi ripetesse più " I speek you something more tomorrow, see you tomorrow", per non pormi in vana attesa, e nell'angoscia stremante che fosse successo qualcosa di grave che lo distogliesse dal telefonarmi, mi dicesse piuttosto arrivederci a domani o domani l'altro, o a chissà quando

Intanto, gli domandavo, era il caso che celebrassi di nuovo una puja per Laxmi? come Venerdi scorso facendo una doccia preliminare, accendendo una candela e uno stick d'incenso, offrendole dolci e banane?

"It's enough", era abbastanza quello che avevo già offerto alla dea, che perchè non divenisse " angry" nei confronti della sua casa, aveva omaggiato di una puja nella sua dimora di Khajuraho, il giorno di Deepawali, prima di fare rientro al villaggio presso i suoi genitori con la moglie i bambini.

La sua mente, ne traggo comunque sollievo, non ha più bisogno del mio aiuto assillante, io ora posso distaccarmi dalla sequela angosciata delle attese al telefono che la sua voce lieta mi scongiuri il timore quotidiano che mi si annunci un'ulteriore sventura, che mi porti via anche lui con un altro dei nostri bambini.

Così seguiterò a mantenere vivo Sumit nel mio ricordo indiviso, almeno così serbandolo in me continuamente presente, in una mente che lo ravvivi a migliaia di chilometri di distanza da dove visse i suoi giorni, senza dover più cercare conforto al mio strazio nel confortare quello di Kailash. Così ora è ed ora sia.

L'inverso

10 novembre 2010

Ieri è stato tutto l'inverso dell'altro giorno: è stato Kallu invece a telefonarmi, e non una, ma piu volte, l'ultima di nuovo da solo, per strada, ma fuori della casa dei genitori nel suo villaggio, mentre in Khajuraho Vimala i bambini stavano ora separati da lui,essendovi rientrati a casa perchè in mattinata erano riprese le scuole per Porti ad Ajay. Egli stesso vi era stato prima di mezzogiorno, e a sera ne aveva fatto già ritorno, andandovi a ritirare il mio pacco ch'era finalmente arrivato, con i vestiti per l'inverno del nostro Chandu, due bilance introvabili in India finanche in Chaattarpur, delle sementi per l'orto e dei colori a tempera riservati a Poorti.

E non essendo stremato di fatica come i giorni avanti, era lui che mi aveva ricercato per dirmi dell'arrivo del pacco, altre due volte ancora mentr'io ero fuori casa.

" Ora sono le nove, e venti e ancora non sono stanco e non sbadiglio, my mind is again working..."

Dunque era solo per la stanchezza dello sfinimento dei giorni avanti, così poteva confermarmi, che aveva diradato i nostri contatti, mentre come l'altro ieri dalla strada sopraggiungevano rumori di folla. Ma la gente del villaggio non era vociante perchè ugualmente si litigasse, erano dei compaesani che così come i suoi stessi genitori, in gruppo si sarebbero recati l'indomani, o un altro giorno, non sapevano ancora se a Chitrakoot o a Orcha, nè avevano deciso ancora se con il treno o un autobus, senza avere una minima idea delle distanze e del tempo occorrente, stando a quanto Kallu mi riferiva divertito, se dicevano di supporre, muovendo da Khajuraho, di potersi ritrovare in Orcha un'ora dopo, quando in autobus dovevano impiegarne almeno cinque.

Nemmeno erano diretti a qualche alloggio, o ristorante, erano troppo poveri per consentirselo, e si sarebbero trascinati e avrebbero mangiato per strada,- di un soggiorno in hotel, mi diceva Kailash, sorridendone, ( con compiaciuta superiorità acquisita,) ignoravano le creanze e l'uso dei servizi igienici,( che cosa fosse o come si potesse usare la toilette), non sarebbero andati al riparo di un tetto come lui con la sua famiglia due inverni or sono, che in Chitrakkot, aveva potuto condurre lo stesso Sumit, con Vimala, Poorti ed Ajay, in un ostello per pellegrini hindu.



Era per consentire ai suoi genitori di partire in viaggio, che per alcuni giorni si era congedato dal negozio e sarebbe rimasto nel villaggio, restandovi in loro assenza ad accudire le bufale del padre e le proprie, in attesa che vengano i giorni della semina delle coltivazioni di colza e di grano, con l'afflusso dalla diga delle acque nel canale limitrofo ai campi, o qualora la pioggia cada in abbondanza, e che sia possibile vendere il raccolto di semi di sesamo a qualche rupia in più.



Un anno fa

14 novembre 2010

Il sonno cominciava intanto a farlo sbadigliare, stamani avrebbe dovuto svegliarsi sul far dell'alba per dar da mangiare alle bufale ed ai loro piccoli, dovevo lascialoe per il lungo sonno della sua solitudine notturna in cui stava addentrandosi, ricominciava in me l'ansia e l'angoscia per ciò che nella sua mente poteva lacerarsi, cessato l' incanto che per qualche decina di minuti, io al computer nella mia stanza deserta , lui di rientro sulle scale della sua casa paterna in cui non c'era più nessuno, in cerca di un conforto amico ci aveva sospinti a uscire dalle nostre solitudini per ritrovarci a migliaia e migliaia di chilometri di distanza l uno presso l'altro, l' uno nell'anima della voce dell'altro

Un anno fa, quel sabato, io e Kailash credevamo di avere fatto il primo passo verso la ricchezza del mondo, quando l'indomani sarebbe andato perduto il sole dei nostri giorni, più nulla avrebbe significato più niente, e non ci sarebbe rimasto che il sopravvivere l'uno per l'amore dell'altro e dei nostri altri bambini. Poichè dopo che tu Sumit, bambino mio, amore mio, nel grido di vita della luce dei tuoi occhi sei finito in poca cenere, voglio vivere soltanto per dare vita con la mia vita ai tuoi cari e alla tua memoria in me.

Per non arrendermi al fatto che sia solo illusione, credere di parlare con chi non è più nemmeno l'avanzo del suo piccolo rogo.



Poi, sabato

17 novembre 2010

Ora Kailash con tutta la famiglia era di rientro nel villaggio, nove giorni dopo Dipavali, per presenziare alle feste femminili in onore di Laxmi, di cui sua madre sarebbe stata in famiglia la protagonista.

L' indomani come tutte le donne del villaggio sarebbe andata al fiume per bagnarsi nelle sue acque e fare una puja, sarebbe state di rientro a casa per cucinare il pasto di cui tutti i familiari sarebbero stati i commensali solo quando uscendo per i campi avessero potuto sedersi al' oimbra di un'Amvalaa, la pianta che mi è parso di poter identificare nella Phyllanthus emblica, la più comunemente detta indian goseberry o uva spina indiana.

La sera le donne avrebbero ritorno al luogo della puja per iniziarvi una pradakshina intorno al villaggio, per la giungla e i campi, solo al termine della quale avrebbero potuto nel villaggio con i familiari.

Io ero già afflitto dalla ricorrenza della morte del nostro bambino, - sarebbe stato un anno due giorni dopo, lunedì 15 novembre,- ma per il tuo mancato novero dei giorni non ne eri consapevole e potevamo parlare d'altro, dilungandoci sui vegetali che d'inverno sono "cheap", pomodori, peperoni, melanzane, cavoli, loka, foglie di coriandolo, ( di cui non era invece possibilo la semina), guava, zenzero, , mentre rincarano patate, cipolle, aglio, cetrioli, ocra, di cui è ancora in corso la semina o che si seminano solo in estate, quando i loro prezzi, come quelli dei piselli, tra un mese,si faranno convenienti d'estate, quando rincareranno i vegetali che ora sono convenienti, come zenzero, pomodori, peperoni verdi, guava, guja o il coriandolo in polvere. Insistendo a che mi discorresse di ciò che è "cheap in winter or in summer" per preservarlo lieto.




Pensavo a te, Kailash, in questo giorno, come in quest'immagine ti ricordo immerso in tutto il mare d'amore e di sofferenza dell'esistenza, quando con una tristezza sconsolata tenevi in braccio Sumit ancor vivo, quasi che anche tu, pater dolorosus, fossi presago della spada che avrebbe trafitto il tuo cuore, di li a pochi mesi togliendo la vita al nostro piccolo Cristo nel suo dolore innocente.

Ma al telefono ti avrei sorpreso e lasciato inconsapevole della ricorrenza odierna della sua morte, ed in allegria avremmo parlato d'altro, di come tu ti ritrovassi con tutti i tuoi cari ora in Khajuraho, dove il nostro Chandu, da che ha appreso a camminare, scalpitante qual era Sumit, i sta a tuo dire come in una " gel", in una prigione, e per le motociclette che vi scorrazzano non lo potete lasciare andare come nel tuo villaggio dove è libero di muoversi.

Eri tutto intento al ritorno nel villaggio l'indomani, per acquistare sementi e concime nella vicina Chadnagar. preventivando il quantitativo di un quintale di semi di grano e di colza, in attesa che a giorni arrivi dalla diga l'acqua nel canale per irrigare i campi, propiziandone la concimazione e la semina, e in tutt'allegria si è discorso della ricetta del chicken butter che mi hai dimostrato di sapere a perfezione, nella variante stessa del chicken gee di burro di bufala.

E la vita, per come in tutt'allegria ci siamo salutati, nella stessa sua verità più triviale avrebbe preso il sopravvento anche sulla mia sofferenza e la sua memoria.





Tutta l infelicità della mia buona vita

17 novembre 2010

" " You are very far", tu sei così tanto distante, ma neanche mio padre mi ha dato quanto te... Sono stati gli dei, il Dio cristiano, a volere questo.. che noi, io e Vomala e i nostri bambini, siamo con te una sola famiglia,...Qui tutti, anche Chandu, ti chiamano "Baba", " nonno", mi chiedono quando Baba arriverà, ....

così mi ha detto Kailash, rinnovandomi il dono dei beni che ha più cari al mondo, di quanto al mondo è il suo tesoro, così internandomi ulteriormente nella sua casa come loro servo,quando ho cercato di addentrarlo, perché non debbano farci confliggere in futuro, nelle ragioni che mi lacerano della infelicità di fondo della mia vita, per quanto è radicata nel sentimento che nemmeno così tanto amore che ci ha consentito di sopravvivere alla nostra sventura, in virtù della grazia che conservo della capacità d'amare, nemmeno il distacco da ogni attrattiva terrena causata dalla morte di Sumit, con la perdita (conseguente) di ogni gusto nell'ascolto di poesia e canto, alcuna vocazione a purificarmi di tutto nel deserto della monacazione buddista, nessuna sequela di beatitudini cristiane, in me hanno estirpato l'odio e il disprezzo che sono il senso di me medesimo che mi anima quotidianamente, per non avere tradotto in alcuna fama la mia vocazione artistica, ed essermi palesato talmente inetto che non sono stato capace di pubblicare un solo scritto o un minimo verso, facendo scempio di tutto il mio talento e della mia vita nella vanità annichilente dell' insegnamento,- nel cui adempimento sento, al di la di tutto, a dispetto di ogni favola consolatoria, di avervi perso con la mia vita adulta "la mente mia e l' ingegno", nel farmi dai venti ai sessant'anni favola e dileggio di innumerevoli scolaresche, straziatovi visceralmente, nella mia fragilità vulnerabile, perchè per medesimo, più che per ogni altro, vi ero la tragedia indifendibile dello spreco ridicolo del mio talento.

" Se non l'hai ancora avuto, lo avrai poi, il "good karma, di avere successo " mi ha detto Kailash con voce piana, credendo che fosse il mio vero sentire, ciò in cui realmente credevo,la difesa che gli adducevo della perdita della mia vita per lui ed i suoi cari come di una buona vita, purchè sia una buona vita quella che il mio aiuto gli consente di vivere, ora che può lavorare e riposare, " to take rest", e concepire un futuro tranquillo in virtù del lavoro dei campi per sè e i suoi cari, dando ai bambini" buon cibo e buoni vestiti".

Come se per questo non fosse la cosa più sovrannaturale, che la sua vita e quella dei suoi cari diventi tutta la mia, la mia sola vita residua, tra le tante davanti,in cui possa adempiere di essere un uomo.

La felicità

18 novembre 2010

Al rientro dall'India, quando il lutto per il mio Sumit non era piu un dolore reale, l'ho riassunto nella sua lancinazione, via via che è tornata a farsi insostenibile, perchè in me egli tornasse a sopravvivere nella grata e straziata memoria che ne conserva acceso il barlume del ricordo, l'immagine della suo grido di vita che mi corre ancora incontro nella luce gioiosa dei suoi occhi, qui, nella solitudine notturna che in me lo rammemora a migliaia di chilometri di lontananza da dove è vissuto e scomparso, come se in me solo potesse esserne scongiurata la dissoluzione nel niente, se per sopravvivere Kailash e Vimala devono rimuoverne il ricordo che sopravviene.

Così, per amore ch'è disperazione di fede, a tutto il dolore da cui mi ero distaccato mi sono votato di nuovo, e non ne ho più scampo che nell'allegria e nel fervore di fare di cui ho rianimato e mi rianima Kailash, che nell'alleviare per i bambini che restano tutto il peso della vita che sopravanza.



























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