2017

 

Maggio  luglio  2017

 

Odorico Bergamaschi

 

 

 

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BLOG ODORICO AMICO

 

 

 Maggio- Luglio 2017

 

 

 

Di Mohammad e Kailash

 

Credevo di avere semplicemente  raccontato a Kailash una  vicenda di ordinaria stupidità giovanile  di Mohammad, per dimostrargli ancora una volta come dal mio amore per il ragazzo non fossi  accecato quanto alle  sue storditezze, quando gli ho detto che mi aveva appena riferito di avere litigato con degli altri ragazzi, e che per questo al cellulare era trafelato e agitato nel parlarmi. Storie, poi Mohammad mi precisava, di ordinarie prepotenze di un raja, che presumeva di avere la precedenza nel negozio di Abbas sebbene fosse arrivato dopo di lui, e di potere impunemente digitare sul suo smartphone. Due colpi infertigli al naso, di cui il secondo avrebbe fatto colarne del sangue, l’arrivo di rinforzi del raja , poco più che un ventenne, fronteggiato dall’accorrere a soccorso di Mohammad del doppio dei suoi amici. Una storia da lui evidentemente inventata, agli occhi di chiunque così l’ascolti e sia avveduto, ma che egli doveva  premurarsi di smentirmi che fosse accaduta, talmente sono credulo sul conto di tutto quanto mi racconta magnificamente su di sé,  quando  l ho redarguito /apostrofato  per quanto sia ancora rissoso,  dicendogli che avrebbe dovuto rivolgersi ad altri che il sottoscritto se a seguito di qualche lamentela o rimostranza fosse finito in qualche guardiola o prigione.

Solo una volta in verità aveva litigato con qualcuno, quando  la sua ragazza . avevo subito le molestie per strada di un ragazzo che ne veniva intercettando gli scarti in bicicletta

Purtroppo mi dimenticavo in seguito di fornire a Kailash la smentita di Mohammad  quanto al fatto che fosse veramente avvenuta la rissa di cui mi aveva fatto cenno con così credibile concitazione, e l’ostentazione di bullismo con cui il ragazzo aveva millantato di avere domato quello di un raja  diveniva la miscela esplosiva della furia gelosa di K. quando Mohammad,  ch’era convenuto nella mia stanza con Chandu., data l ora tarda che si era fatta per rientrare nel suo casolare a vari chilometri di distanza, a seguito del suo intrattenersi al computer nelle sfide di Trekken,  mi chiedeva di poter restare quella notte a dormire, ed io gli accordavo ben volentieri di condividere il suo sonno con me, prima ancora di aver sentito il parere di Kailash.

Al seguito di Vimala l’amico calava in stanza surriscaldato come una belva, chiedendomi se avevo pensato a che conseguenze ci sarebbero potuto essere per lui, ed i bambini, se a seguito di un esposto contro Mohammad di coloro che aveva assalito la polizia fosse  calata in casa e ve lo avesse ritrovato,  intento a nascondervisi mentre noi lo favoreggiavamo.

Io lasciavo che la sua  esagitazione esasperata si stemperasse, e che egli ritornasse da solo sulle sue posizioni, dopo che Mohammad  si era già infilato i sandali per fare ritorno a casa , sulla via di un ritorno a un’ora troppo avanzata per consentirglielo.

Vimala stendeva il materassino del letto per i massaggi che era un tempo nel nostro ufficio, e su cui abitualmente riposa Ajay, e Mohammad vi trascorreva disteso sottostante  una notte insolitamente di sonno profondo, quale gli era infusa dalla mia presenza rasserenante nei suoi pressi. E troppo ero stanco, per avere altre effusioni con il ragazzo che qualche saluto e stretta di mano.

 

La mattina il nostri risveglio era felicitato dalla telefonata cordiale e gentile che un kailash premuroso e sollecito verso Mohammad quale io non so essere nemmeno nei momenti di tenerezza estrema, rivolgeva al ragazzo per dirgli che per lui era disponibile un posto di lavoro in Satna., a ricevere le ordinazioni ai tavoli o a pulirvi le stanze e i bagni.

Telefonavo a Kailash per chiedergli  con gratitudine come fosse riuscito a  farsi mediatore di tale offerta, e ringraziarlo di tanto, e per sapere quale salario sarebbe stato corrisposto a Mohammad e a che condizioni sarebbe stato assunto, ma con me era di una indisponibilità brutale, tentavo più volte di ricontattarlo,  ma non voleva saperne di rispondermi,  di dirmi la ragione vera di tale suo odio accanitosi contro di me, mentre era di una dolcezza colloquiale unica quando era Mohammad a ricontattarlo.

Possibile che me ne volesse a tal punto solo per avere consentito a Mohammad data l ora tarda di dormire nella mia stanza.? O era contrariato dalla mia imprudenza, dalla sua persuasione residua che Mohammad sia in definitiva un giovane ladro che intende circuirmi con il suo incanto solo per derubarmi di tutto? A dire il vero avevo propiziato  la permanenza del ragazzo per dissuaderlo dall’avventurarsi  l indomani in motocicletta con un cugino fino a Chhatarpur, un’eventualità rischiosa quanto scarsamente gradita dal ragazzo.

Anche quando mi facevo passare da Mohammad la chiamata al telefono di K. , costui non voleva saperne di scambiare parole od opinioni.,

“ With you i don t speak” era quanto aveva da dirmi

Da quanto riuscivo a saperne da Mohammad, era di 6.000 rupie il salario che gli sarebbe stato corrisposto inizialmente, e che gli sarebbe stato incrementato fino a 10.000 rupie, una retribuzione impensabile in kHajuraho, dove ad adulto o ragazzo il massimo che viene corrisposto per lavori in hotels o ristoranti privati è non più di 4.000 rupie.

Ma la mia contentezza per tale opportunità di lavoro che si offriva a Mohammad,  che lo avrebbe distolto  dall’ inedia della sua  situazione  di inattività  deprimente, era costernata dal no categorico che a tale eventualità opponevano i suoi genitori al telefono: no, mai e poi mai avrebbero consentito che per assicurarsi un lavoro Mohammad dovesse ritrovarsi in una città minimamente remota.

Come potevano consentirsi, allibivo e schiumavo di dentro, di rifiutarsi anche solo di prendere in considerazione una soluzione del genere che si offriva loro per il gratuito impegno di Kailash, dopo che il figlio era rimasto nonostante il mio sostegno senza alcun titolo scolastico, e si erano ritrovati a patire la fame e a maledire di avere  nel figlio una bocca da sfamare incapace di trovarsi un lavoro,   per inettitudine quanto per sventura? Si erano già dimenticati come aveva rimediato il cibo giorno dopo giorno, quando il padre era rimasto ammalato e senza lavoro come era tutt’ora?  Era dunque sulla mia obbligazione a provvedere altrimenti per loro tutti quanti, che sentivo tutti quanti insostenibilmente a a mio carico, che si radicava il loro rifiuto, mentre nella Manchester dell India al figlio non erano riusciti a reperire il minimo  impiego possibile? In che mondo mai o in che India credevano di vivere, se rifiutavano ogni eventualità di distacco e migrazione ulteriore?  Non ti dicono niente, Mohammad, dicevo al ragazzo, i masjudur che come muratori  partono dai villaggi qui intorno e cercano lavoro in Delhi andando a vivere sotto un ponte? Mentre tu finiresti a non più  di 103 chilometri di distanza,  in una piccola città che non riserva i pericoli di Kanpur , in cui sei nato e cresciuto, in un   ambiente protetto quale un hotel tre stelle , a quanto mi dici.?

Ma a chiudere il cerchio con un suggello inesorabile sopraggiungeva quanto a Mohammad asseriva Kailash: senza il parere favorevole dei genitori né il ragazzo da solo ,  né  con il nostro solo sostegno avrebbe potuto minimamente spingersi verso Satna.

Il ragazzo mi sentiva divenutogli troppo distante, per l’avversione che mi era insopportabile di K e per il rifiuto che mi era  assolutamente inaccettabile dei suoi genitori, e mi lasciava in tarda mattinata, mentr’io avevo la testa che nonostante quanto avessi dormito si sentiva lanciata e allo stremo, senza più alcuna capacità di poter fare di più.

Eppure trovavo il sonno, cui il mio caro Mohammad  mi aveva detto che si sarebbe rifatto, ma al risveglio mi sentivo fallito e disfatto.

“ Io non posso essere più di così, fare più di così, dare più di così” mi dicevo ritrovandomi rabbioso e deluso , da me e loro, tra dei congiunti che  amavo senza che sentissi di ricevere alcun amore da loro, perché  niente era tutto quello che avessi fatto e stessi facendo per loro,  per i quali contava soltanto la casa che non potevo e non volevo  procurare loro.

Anche le 300 rupie che  gli procacciavo ogni giorno me l’aveva pur detto, Kailash, che servivano solo a sfamarmi del cibo che mi comperava.

Quando ero di rientro in casa nel primo pomeriggio, lo ritrovavo in partenza con dei vestiti da festa. Sarebbe andato a Byathal, vi avrebbe fatto rientro dai suoi genitori, mi diceva scostante e scontroso, senza chiedermi  denaro per poi volermene.

Al cellulare , un Mohammad  ancora più  distante mi rispondeva in  termini solo negativi.

Che non lo raggiungessi. Che non ci vedessimo, niente aveva da dirmi, se non che avrebbe lasciato ogni cosa per Kanpur, a giorni, Né quella sera sarebbe convenuto con lìuomo che aveva da chiedergli un colloqui prima di poterlo assumere nell hotel di Satna.

 

Chiedevo ispirazione nella sola riserva rimastami della preghiera, rifiutavo che tutto dovesse finire cosi, trascuravo ogni cura della mia persona, e forte del precetto che nella prima metà della notte è bene pensare ai propri difetti, nella seconda metà agli altri, e nonostante l interdizione del ragazzo mi avviavo verso la sua solitudine domestica.

No, non aveva problemi a farmi entrare, quando lo raggiungevo che faceva rientro sulla soglia di casa, ma aveva da infliggermi tutta una serie di rimproveri.

Perché avevo parlato con Kailash della sua rissa presunta,  di M.?  Volevo che K. si rendesse conto che al ragazzo volevo bene nonostante sapessi di suoi aspetti dolenti, come la sua rissosità che mi aveva voluto far credere che lo animasse  e data la natura dei suoi comportamenti, come potevo giustificare a K la mia tolleranza delle negligenze del ragazzo e la mia apprensione delle sue cadute mentali  se non facendogli vagamente  riferimento a ciò che ve lo aveva indotto?

Ma il ragazzo nel suo mutismo accusatorio sembrava non volere intendere le mie ragioni.

Resistevo all impulso di levarmi in piedi e di concludere tutto così e gli dicevo

“ Fai come vuoi tu, Quello che comunque credo che sia bene tu faccia è che questa sera tu  ti presenti in ogni caso al colloqui,  ti accompagnerò io, che tu così ti misuri con la realtà. Poi a Kanpur   ne parlerai più a lungo con i tuoi, e se rifiutano, fin che resterai cercherai  là un lavoro  che fa per te. Io resto qui ad attenderti e ad aiutarti al tuo rientro. Ma lo sai che fin che sarà stagione calda sarà difficile trovarvi un lavoro. E che a luglio dovrò tornare in Italia”

Il ragazzo si raccoglieva in un sospiro e mi rispondeva senza lunghe esitazioni” Farò come tu dici.

Ma tu perché mi consigli così?

“ Ti ricordi,  mi hai detto che devo essere la tua spina dorsale, Ed è quello che sto cercando di fare. Ti amo tanto, che se ti parlassi solo per me, ti vorrei invece sempre qui in Khajuraho a me accanto come ora”

Una sua telefonata ad uncle Kailash, per me irrintracciabile, gli assicurava i contatti con il gestore dell hotel in Satna  o chi per lui facesse da intermediario. Uno comunque facoltoso che avremmo dovuto raggiungere o che ci avrebbe raggiunti dall hotel  Chandella. 

Poi, la confessione bruciante del ragazzo,  quando gli ho suggerito che prima che lasciasse Kajuraho, lasciasse un messaggio per M. , per dirle che se aveva ancora qualcosa da dirgli

2 maggio 2017

 

Mohammad, al lavoro?

 

“Ma Manoj non sa che sono più intelligente di lui- si autocelebrava stasera Mohammad in stato di grazia, al termine della telefonata che aveva appena inoltrato al proprietario dell’home stay in cui già il secondo giorno di impiego si era dato assente, accusando vomito e giramenti di testa. “ E’ una revenge, una vendetta, mi dichiarava sornione. “ Lui ha iniziato con il dirmi che cosi stando le cose non può accertare le mie “capacity”-, quel che sono in grado o meno di fare. “ Le mancate capacities dei lavoratori indiani erano state il motivo ricorrente in effetti di tutti i discorsi che Manoj ieri mi aveva imbastito mentre Mohammad era già all’opera, su è giù per i piani del suo Home Stay . Forse solo lo zero, uno per cento degli indiani si era per lui rivelato in grado di corrispondere alle sue aspettative, non uno che sapesse svolgere di testa sua il compito assegnatogli, ed aveva ora solo intenzione di sbarazzarsi di ogni proprietà e investimento in India per ritirarsi in Europa. Se volevo lo Stay home era pronto a cedermelo subito, al suo costo di 850 milioni di rupie-

 

Piuttosto, se lui voleva, Kailash era proprio il lavoratore che faceva al caso suo, per il quale si era detto disposto a spendere anche 40.000 50-000 rupie al mese di salario, se nell hotel Harmony in cui ha ripreso a lavorare a distanza di dodici anni, è unico che si presti a chiedere al proprietario che cosa ci sia da fare, gli altri, “ lavoratori-ladri” a suo dire iniziale, restandosene sempre con le mani in mano e gli occhi al cielo. Si è così guadagnato l incomprensione se non l’ostilità generale, come nel caso del muslim faccendiere della famiglia del proprietario, che gli aveva intimato di tornarsene a casa, “ Go home”, come Kailash aveva fatto prontamente, esasperandosi, e così suscitando la mia reprimenda da Delhi, di ritorno sul treno, - che pensasse ai nostri bambini e al loro futuro, piuttosto che al proprio amor proprio, ed esternasse le sue rimostranze al proprietario. Il quale l’ha talmente onorato della sua fiducia e della sua stima, di tutto il rispetto che prova per lui, da metterlo al lavoro ventiquattro ore su ventiquattro, senza straordinari in busta paga di sorta, extra od over time, per consentirsi egli di essere a Mahoba o ad un matrimonio, e gli ha rifilato cinque stanze da pulire al mattino prima di potere lasciare il lavoro.

 

“ Sai che cosa ho risposto, mi ha detto Mohammad, al fatto che Manoj ha dubitato delle mie capacità? Che ieri, quando ha voluto mettermi all’opera già alle otto del mattino, pervenivo da Kanpur da cui ero arrivato alle due di notte, dopo avere viaggiato per dieci ore senza alcun conforto e nel gran caldo, dovendo accudire e tenere stretto il mio bagaglio, che dopo essere stato subito messo al lavoro per oltre due ore, non avevo avuto modo di dormire che un’ora e mezza , dopo di che mi ha assegnato altro ancora da fare, lasciandomi solo un’ora per tornare a casa e cucinare e mangiare e fare ritorno, prima di darmi nuove istruzioni su come avrei dovuto lavare e pulire ogni stanza e bagno durante l intero pomeriggio. Come pensava di potermi giudicare, gli ho infine chiesto, dopo che avevo lavorato un’intera giornata, stanco sfinito in quelle condizioni?”

 

“Ho lavorato una intera giornata, ha aggiunto perché io solo lo sentissi, come non ho mai lavorato durante tutto il resto della mia vita.”

 

“ Bene a sapersi, mio Mohammad, almeno da parte mia, ma tutto il resto che hai fatto presente hai fatto benissimo a dirglielo, a Manoj, perché è la verità”, come sapevo benissimo, per avere seguito stazione dopo stazione l’accumularsi del ritardo del treno da Kanpur, avere aperto le soglie di casa perché Mohammad con la mia bicicletta potesse fare ritorno più velocemente in Manjunagar, nella notte deserta, dall incrocio in cui il tuc tuc l’aveva lasciato, averlo riaccolto alle sei del mattino quando ancora voleva essere impeccabile e non arrivare in ritardo di un secondo all’assunzione dello incarico, il suo primo giorno di lavoro, per essermi intrattenuto con lui nell Home stay lungamente dopo che Manoj l’aveva lasciato e avervi fatto la doccia, ed esservi stato di ritorno per portargli da mangiare patatine e kurkurè, data la gran fame che gli era venuta e di cui con me si doleva, non essendosi potuto nutrire in casa che di una razione di Maggie nudles per poche rupie. La sera, quando ci siamo riveduti al Madhur Cafe, il ragazzoni era altresì lamentato di avere dovuto prolungare il servizio fino all’arrivo in ritardo, di oltre mezz’ora, del ragazzo di servizio durante la notte, non solo, ma di essere stato assunto venendo pagato per una sola mansione mentre gli era stato affidato tutti quanto il lavoro, a differenza del ragazzo di turno la notte, cui da pulire toccavano solo i vetri.

 

“ Prima però gli ho detto il falso, mi ha rivelato il ragazzo, assicurando a Manoj che ero stato dal medico e avevo preso le medicine. Vedi , mi si apriva con fierezza., l importante è stato avergli detto le cose with confidence, con convincimento. Se tu dici il vero senza convincimento non sei creduto, mentre ti si crede del tutto se con convincimento dici il falso”.

 

Devi pensarla così- ha seguitato Mohammad, quando come in Manoj hai a che fare con un avversario. L Home stay per lui è il suo regno, lui se ne sente il Re e io sono il suo servo (servant) Ah, ieri gli ho detto che lo consideravo la mia casa, e che l’avrei tenuta pulita come essa …”

 

“ Spero proprio di no, per la fortuna dell Home stay di Manoj. Quanto anche alla mia, di case..”

 

“ E gli ho assicurato che non avrei mancato per tutti i giorni a venire di essere al mio posto di servizio puntualmente . Con gli amici , come tu per sei per me, invece deve parlare solo la dolcezza, teneramente”.

 16 Maggio 2017

“Il somosa che mi era rimasto, mi confidava  ieri Mohammad, aveva degli animaletti rossi intorno.

 

Li ho tolti e poi l’ho mangiato lo stesso,  così ho fatto quello che non  avevo  mai fatto”.

 

Non avesse provveduto oncle Kailash, con le razioni di cibo apportategli in una gavetta, Mohammad sarebbe rimasto digiuno fino a sera,  quando sono stato di ritorno da Chhatarpur, ed egli in attesa di rimanervi di servizio anche quella notte,  come gli aveva chiesto il ragazzo che era di turno, per poter assistere un fratello che diceva gravemente ammalato,  nella stessa Chhatarpur da cui  era rientrato ieri notte tardivamente,  è potuto uscire finalmente con me dallo Stay Home, e tornare a cibarsi di patatine fritte e poi del behel che gli ho acquistato,  con la sola prospettiva alimentare di un uovo e di una crosta di pane l’indomani mattina.

 

Sarebbe così  rimasto in hotel trentasei ore che stanno ancora scorrendo, senza che nessun altro che me e Kailash, su mia sollecitazione, si prendesse cura nel frattempo della sua alimentazione, che mi costa almeno il doppio del salario che gli verrà attribuito.

 

Per questa notte che Mohammad farà in più  riceverà 100 rupie extra, che gli sembravano ieri sera gran cosa, a differenza del doppio di rupie che finisco per versargli ogni giorno in assenza di altri che provvedano al suo mantenimento e alle sue minime spese, quali le ricariche dello smartphone, come gran cosa a Kailash sembra il salario di  4.000 rupie che riceverà a fine mese, se  per esso il proprietario dell hotel è diventato il padrone della sua esistenza,  e l’amico  si fa in quattro ad ogni sua richiesta, ponendosi per esso in servizio pressocchè  permanente, mentre  da me che provvedo a lui dieci, venti volte tanto, cerca soltanto di prendere le distanze,  si rifiuta al telefono ed  è scontroso ad ogni evenienza-“ E’ il mio karma,  mi è venuto dicendo in tutta risposta, quando l ho ringraziato del paratha buonissimo e dell insalata di frutta che aveva appena cucinato per me e per Mohammad, ch’era appena convenuto nella nostra casa per riaversi dai suoi ennesimi dolori. La realtà è che a Kailash pesa intollerabilmente ch’io abbia a soffrire e versi in difficoltà  per sostentare la sua famiglia , è che l ossessiona un sogno che ha fatto l’altra sera, in cui io mi risolvevo a lasciarli per sempre  In verità è la sua mente e solo la sua mente che può rendere impossibile la mia convivenza con la nostra comune famiglia e  far si che si avveri il suo incubo, per quanto ogni aiuto che reco a Mohammad, con il quale a volte è addirittura in soavità di rapporti,  lo considera e me lo fa pesare come una sottrazione e un ammanco di ciò è dovuto ai suoi figli , vigila persecutoriamente su me ed il ragazzo, su ogni differenza che posso fare tra ciò che riservo a lui e ai suoi figli,  mi  accusa di ogni eccessivo sostegno che gli sembri indebito, che rafforzi la mia dipendenza dal ragazzo, in un momento cruciale della sua esistenza in cui devo assolutamente essergli accanto, quale la fine della residua infanzia e l’avviamento ai doveri del lavoro, in un contesto in cui devo evitare che l’assunzione del servizio sia la sua sottomissione a uno stato di schiavitù, per le ragioni stesse che lo rendono una risorsa unica e rara per il suo padrone. Ma il ragazzo, che stavo giustificando nella sua eventuale resa, per non essere corresponsabile del suo asservimento, “ è un nuovo capitolo della mia vita” , mi ha detto intenzionato a resistere con una risolutezza meravigliosa, e stasera ridiscuterà con Manoj le regole dell ingaggio, gli farà presente quanto l insonnia aggravi le sue fatiche lavorative  diurne, tanto più, se come è accaduto tutt’oggi, gli si chiede di essere un factotum per una manciata di rupie, che cucini e serva ai tavoli, sia addetto alle camere e alla reception, che risponda alle chiamate e regoli le entrate e le uscite,  senza che minimamente si provveda a che possa sfamarsi. Pertanto gli chiederà di ottenere il passaggio al turno notturno, almeno a iniziare da luglio e dalla nuova alta stagione, con la concomitanza della ripresa delle scuole a cui insisterò che faccia ritorno, per conseguire la licenza del decimo anno di scuola.

 

“ Avrai da piangere parecchio, mi ha detto questo pomeriggio, quando saprai dei risultati per cui sono stato bocciato, “ I m failed”.: 129/600, giusto quanto era da aspettarsi se non è mai andato a scuola e durante gli esami non ha copiato-.

 

Ma oramai tra me e lui è assodato, che se non rimedia l’anno prossimo la sua eccellenza mentale gli riserva un destino di sufi o di sadu, talmente la sua mente, rinsavita e resa consapevole della realtà dell’esistenza dall’amore per M, è una miniera di incontenibile saggezza  incantevole. 

16 maggio 2017

 

Nel sereno diurno di un sole implacabile,

le ossa si ritemprano si temprano confortano della loro fine,

in ceneri e ciotole per l offerta e lo sputo,

quando, mentre delle  messi raccolte,  biondeggiano già le stoppie

biancheggiano/ si calcinano   nei campi,

 

 

ed oltre l’amore ogni amare di odiare tanto

è in erte scale di luce l’ascesa all’azzurro nel sole  diuturno

è nei suoi infranti gradini è che la tua vita che si fa il lastrico di ogni rinuncia lastricata di ogni rinuncia  (implacabile)

per insegnare così l’adempiersi alle il compito che adempiono  le più  care vite,

 

nel lavoro in cui ha fine la fanciullezza di Mohammad,

di sbocco in cui sbocca la anzi che il in luogo del cricket alla scuola di Ajay,

 prima della ripresa,

in cui Kailash ritrova chi per una manciata di rupie 

notte e giorno è si fa già il padrone della sua intera esistenza/ vita,

In India There aren’ t rules in private hotels”)

 (“In India non ci sono regole che valgano

 negli hotel privati”)

Prima di rivoltarsi nel sonno e assopire la pena,

tu volesti farne ottenerne dei lavoratori capaci,

ne hanno fatto stanno già facendone ottenendone traendone già degli schiavi  insonni e famelici,

Suo dono di luce ancora più ancora a  gravare  in dono sulla tua mia rotta  vecchiaia,  

 

“Prima dormivamo noi tutti,

Solo ora ci ritroviamo svegli, “

Le  sue parventi  rinsavite grate recrudescenti resipiscenti parole dell’amico,

in una luce a cui ancora attingiamo e che non ci lascia intendere

 

 

Chandu e Poortii i nostri bimbi il sonno dei loro giochi

quanto avanziamo o siamo per gli dei solo come mosche in mano ai monelli

 Se  siamo mai per gli dei solo come mosche in mano ai monelli

 

che nel nostro sperare e credere ancora

essi ci stanno essi  più ancora essi ando e uccidendo tormentino e uccidano solo che solo per  divertirsi divertimento

 

“Mio  Dio, gridando io nello spezzarmi,

non so essere e dare più che questo”,

 

“La notte scorsa feci  il sogno che tu ci lasciavi,

e la testa or ora mi girava più debole

alle tue parole che mi dicevano che svuotavano vedevo  svuotarsi  dei tuoi libri la tua stanza,

 la stanza di babbà che se ne va via per sempre,”

le parole che all’amico io dissi per sincerarmi che non fossero essi a non poterne più di me,

nell’invitarmi a lasciarli se restare mi era  talmente difficile, così tanto mi faceva soffrire, prostrati dal mio aiuto,  che vi stessi del mio starci

“ Ma  non lascio già per questo, qui io resto qui  a lavorare al lavoro,. ora è questo il nuovo capitolo della mia vita, devo lavorare, ora,  come in è  Come in è un mio come un nuovo capitolo della mia vita/  nel mio nuovo capitolo della mia vita”

 Più forti già di ogni resa della tua resa di tutto sono

le parole di  Mohammad  che tutto  riavvivano tutto,

 

 

 

come se non dicessero già tutto

 l incanto mattutino che mi  ritrova insieme a vimala e chandu,

il ritorno di ajay per cucinarmi  l’omelette  di nuovo

, nella stessa delicatezza  gentile on cui in stanza mi  rinnova la madre in stanza l’acqua fresca,

ad ogni occorrenza mi serve il the con il limone e la menta,

il sensore del pappagallo che rinnova il suo canto  ad ogni acciottolio di stoviglie,

 

- “ sei tu più un fiorellino o un uccellino?” chiedo allora a Chandu,

“ un uccellino” mi dice il bambino,

imperterrito videogiocando a nel videogioco a sterminare polli,

i chicken invaders,

la stanza tutta ora  la fragranza delicata soave di tutta la sua della sua tenerezza dolce dolcezza tenera,

 

 

“ ma  non lascio, qui io resto qui  al lavoro,. è  Come in è un mio come un nuovo capitolo della mia vita ”

E Più forti già della tua resa di tutto sono le parole di  Mohammad  che tutto  riavvivano tutto,

 

nel farsi sera, di un altro nuovo giorno sereno  è oramai volto al suo tramonto,

di ogni luce e strepito a riaccendersi è in aumento prima di spegnersi

 

Altra versione successiva

 

(Si fa sera, di un altro nuovo giorno sereno  è oramai volto al suo tramonto,

Le messi raccolte sono già le loro stoppie, nei campi

ogni luce e strepito a riaccendersi è in aumento prima di spegnersi

 

 

 

 

nel sereno diurno di un sole implacabile,

le ossa vi ristanno dalla loro fine,

in cenere e ciotole per l offerta e lo sputo, )

 

 

 

 

 

Nel sereno diurno di un sole implacabile,

le ossa si ritemprano si temprano confortano della loro fine,

in ceneri e ciotole per l offerta e lo sputo,

quando, mentre delle  messi raccolte,  biondeggiano già le stoppie

biancheggiano/ si calcinano   nei campi,

 

 

ed oltre l’amore ogni amare di odiare tanto

è in erte scale di luce l’ascesa all’azzurro nel sole  diuturno

è nei suoi infranti gradini è che la tua vita che si fa il lastrico di ogni rinuncia lastricata di ogni rinuncia  (implacabile)

per insegnare così l’adempiersi alle il compito che adempiono  le più  care vite,

 

nel lavoro in cui ha fine la fanciullezza di Mohammad,

di sbocco in cui sbocca la anzi che il in luogo del cricket alla scuola di Ajay,

 prima della ripresa,

in cui Kailash ritrova chi per una manciata di rupie 

notte e giorno è si fa già il padrone della sua intera esistenza/ vita,

In India There aren’ t rules in private hotels”)

 (“In India non ci sono regole che valgano

 negli hotel privati”)

Prima di rivoltarsi nel sonno e assopire la pena,

tu volesti farne ottenerne dei lavoratori capaci,

ne hanno fatto stanno già facendone ottenendone traendone già degli schiavi  insonni e famelici,

Suo dono di luce ancora più ancora gravosi per la tua a  gravare  in dono sulla tua mia rotta  esausta vecchiaia,  

 

“Prima dormivamo noi tutti,

Solo ora ci ritroviamo svegli, “

Le  sue parventi  rinsavite grate recrudescenti resipiscenti parole dell’amico,

in una luce a cui ancora attingiamo e che non ci lascia intendere

 

 

Chandu e Poortii i nostri bimbi il sonno dei loro giochi

quanto avanziamo o siamo per gli dei solo come mosche in mano ai monelli

 Se  siamo mai per gli dei solo come mosche in mano ai monelli

 

che nel nostro sperare e credere ancora

essi ci stanno essi  più ancora essi ando e uccidendo tormentino e uccidano solo che solo per  divertirsi divertimento

 

“Mio  Dio, gridando io nello spezzarmi,

non so essere e dare più che questo”,

non omnia omnes dii dederunt,

nessuno è capace di tutto,

 

“La notte scorsa feci  il sogno che tu ci lasciavi,

e la testa or ora mi girava più debole

alle tue parole che mi dicevano che già svuotavano vedevo  svuotarsi  dei tuoi libri la tua stanza,

 la stanza di Babbà che da noi se ne va via per sempre,”

alle mie parole che all’amico io dissi per sincerarmi che non fossero essi 

a non poterne più di me,

nell’invitarmi a lasciarli se restare mi era talmente difficile, così tanto mi faceva soffrire, prostrati dal mio aiuto,  che vi stessi del mio starci

 

Ma  non lascio/non  abbandono  già per questo, qui io qui resto qui  a lavorare al lavoro,. ora è questo il nuovo capitolo della mia vita, devo lavorare, ora,  come in è  Come in è un mio come un nuovo capitolo della mia vita/  nel mio nuovo capitolo della mia vita”

 Più forti già di ogni resa della tua resa di tutto sono

le parole di  Mohammad  che tutto  riavvivano tutto,

 quanto e più di  Kailash già ben sapendo come  giocare d'astuzia,

 

ed ora l'autorickshaw di Kailash è affidato alla guida del padre di Mohammad

con il concorso di clienti dagli hotel in cui sono di stanza,

 

 

come se non dicessero già tutto

 l incanto mattutino che mi  ritrova insieme a vimala e chandu,

il ritorno di ajay per cucinarmi  l’omelette  di nuovo

, nella stessa delicatezza  gentile on cui in stanza mi  rinnova la madre in stanza l’acqua fresca,

ad ogni occorrenza mi serve il the con il limone e la menta,

il sensore del pappagallo che ne  rinnova il suo canto  ad ogni acciottolio di stoviglie,

le incursioni in stanza di Porti per riprendersi e leggersi i Panchatantras,

 

- “ sei tu più un fiorellino o un uccellino?” di quando in quando chiedo allora a Chandu,

“ un uccellino” mi dice il bambino,

imperterrito videogiocando a nel videogioco a sterminare polli,

i chicken invaders,

la stanza tutta ora  la fragranza delicata soave di tutta la sua della sua tenerezza dolce dolcezza tenera,

 

“ Ma  non lascio/non  abbandono  già per questo, qui io qui resto qui  a lavorare al lavoro,. ora è questo il nuovo capitolo della mia vita, devo lavorare, ora,  come in è  Come in è un mio come un nuovo capitolo della mia vita/  nel mio nuovo capitolo della mia vita”

 Più forti già di ogni resa della tua resa di tutto sono

le parole di  Mohammad  che tutto  riavvivano tutto,

 quanto e più di  Kailash già ben sapendo come  giocare d'astuzia,



Mohammad,  Kailash ed Ajay ricordandomi nel restare a servizio

" that the work isn t only for making money" 

 

 

ed ora l'autorickshaw di Kailash è affidato alla guida del padre di Mohammad

con il concorso di clienti dagli hotel in cui sono di stanza,

 

poichè e se per me c'è vita prima della morte

è qui, è qui,qui,  che la ritrovo,

per quanto io resto fedele al mio piccolo destino

 

 

 

“ ma  non lascio, qui io resto qui  al lavoro,. è  Come in è un mio come un nuovo capitolo della mia vita ”

E Più forti già della tua resa di tutto sono le parole di  Mohammad  che tutto  riavvivano tutto,

 

nel farsi sera, di un altro nuovo giorno sereno  è oramai volto al suo tramonto,

di ogni luce e strepito a riaccendersi è in aumento prima di spegnersi

18 maggio 2017

 

Il complesso dei templi di Vyas Badora

 

 

Il complesso dei templi di Vyas Badora, un villaggio nel distretto di Chhatarpur situato 8 km a est di Chandla, e a 53 km a Nord est di Khajuraho, comprende in particolare un duplice tempio dedicato a Shiva e un tempio in onore delle Chausat Yogini

Il tempio gemino shivaita è in granito , ed è composto di due edifici di culto raccordati e pressoché identici, nella  pianta ed elevazione come nell’ ornamentazione, differenziandosi solo nello stato di conservazione.  Tutti e due tali edifici di culto,  allineati parallelamente, sono costituiti di un proprio portale  d’ingresso principale, volto a oriente,  dalla corrispettiva sala del mandapa cui esso è d’accesso e dal santuario del garbagriha al quale  la sala dà adito,  preceduto dal vestibolo di un antarala e sormontato dal solo nucleo superstite di un sikhara  Entrambe le sale tra loro  simili dei mandapas sono collegate da una breve galleria . A ciascun  mandapa, oltre che la galleria recano  ulteriormente due entrate laterali che si fronteggiano in profondità,  facendo breccia nei fianchi  elevati a balcone in guisa di transetti Al  rispettivo garbagriha un tempo si volgeva un  nandi in adorazione del lingam al suo  interno,  riposto in una nicchia. sulla parete di fondo. Della coppia dei veicoli animali del dio resta ora soltanto un esemplare dilapidato. L’ elevazione di entrambi i templi  è scandita canonicamente nel basamento dell’ adhishthana, costituito dallo zoccolo del  bitha, dal plinto del pitha  e dal vedibhanda,   nel sopraelevarsi delle  pareti del jangha, delle modanature del varandika e dai due sikharas che sovrastano i rispettivi santuari, di cui rimane il solo nucleo interno .

Il basamento iniziale del bitha, o zoccolo,  consiste di tre modanature, quella iniziale e quella terminale lisce, mentre quella intermedia è fregiata di rombi floreali diamantini. Isolati o alternati a rosette, essi sono il motivo ornamentale che pervade tutto il complesso dei due edifici di culto gemini,  in compresenza con le orlature di pattikas e kapotas, di gagarakas inferiori e di takarikas sovrastanti, e sono variate solo da reticoli-jalaka e  palmette, che secondo un’istanza invalsa già nei templi Pratihara, sono il fregio di prammatica del primo corso delle trabeazioni

Sullo zoccolo si stagliano inconfondibili le conformazioni ulteriori del plinto, o pitha, composte di un jadya kumba, un karnika, un kapota ornato di gagarakas e di takarikas, con un fregio di rombi.  floreali diamantini alternati a rosette

Quindi si susseguono le modanature del podio, o vedibhanda , un kura reticolato a scacchi, secondo il motivo del jalaka pattern, un kumbha con madhya banda fregiata di takarikas frontali, che intercorre tra  rombi e le stilizzazioni dell’abbondanza di vasi floreali, un kalasa insolitamente fregiato di gararakas sottostanti e di takarikas superiori, sormontato a sua volta da kapota e da pattika, ambedue abbellite con un fregio di rosette e rombi diamantini e con gagarakas inferiori, il kapota anche con takarikas superiori.

All’altezza della proiezione centrale dei badhras dei templi,  tra la seconda modanatura dello zoccolo  e il vedibhanda si erge una nicchia che conteneva una statua , preludendo alle due (nicchie) che  compaiono nel badhra.  Rombi floreali diamantini ricorrono nel corso intermedio della decorazione dei pilastri badhrakas** e lungo lo stipite inferiore di tutte quante le nicchie.

Il  basamento imponente del tempio gemino  di cui si è così ricostruito il decorso è di per se già di grande rilevanza perché lo proietta nell’ambito edificativo già  dei Chandella di Jejakabuthi ed oltre i templi del periodo dei loro antecedenti signori Pratihara di Kannauj  , in cui solo  nel tempio di  Barwa Sagar, il Jarai Math,   una serie di modanature  soggiacenti al consueto vedibhanda di kura, kumba, kalasa e  kapotika,  dà luogo a un pitha vero e proprio, ed appare attestata per la prima volta una sorta di karnika.

Lungo le pareti quindi del jangha  nelle vestigia di pilastri si dipartono cinque  proiezioni principali per lato, delle quali soltanto quella centrale, il badhra, è fregiata di nicchie, che costituiscono le costolonature della conformazione pancharatha* del tempio.

Tali pilastri-rathas si elevano oltre un kapota,  insito tra due recessi, anch’esso bordato con takarikas e gagarakas, e  decorato frontalmente di rosette alternate a rombi floreali diamantini. Essi, da un ulteriore profondo recesso intermedio appaiono divisi in due sezioni* ad ognuna delle quali corrisponde una nicchia del badhra. A profilare inizialmente tali sezioni è un kapota che  replica quello soggiacente ai rathas, sia nei gagarakas penduli che nella serie di rosette e di rombi floreali diamantini che l’adornano. Tale ornamentazione è replicata nella  madhya bandha di una fascia  è il pregio intermedia  di ambo le sezioni dei rathas , nonche nella modanatura conclusiva della prima di tali partizioni, mentre la seconda è terminata da una sorta di kumba liscio che ambo le sezioni e in quelle duplice nella prima sezione, e unica nella seconda, che è conclusa invece da un kumba( o kapota?. Tale fascia intermedie  ripartisce a sua volta le due sezioni * del pilastro nelle specchiature di soli rombi diamantini.  Rombi ancor più  dilatati sono di stanza negli stessi badhras, come si è già visto che vi ricorrono nei loro stipiti e nei pilastri badhrakas,  ove figurano alternati a rosette,  tra i gatha-pallavas di due vasi dell’abbondanza.

Nicchie simili , cui ne susseguivano altre ai lati del frontone del sukanasaika, ricorrono nella kapili esterna del vestibolo dell’antarala, secondo una consomiglianza nella loro eminenza devozionale tra badhra e kapili dell’ antarala, che risale ai templi Pratihara, e che si ritrova nei templi Chandella di Khajuraho, come nei templi Kalachuri e Kachchhapagatha

Un capitello bharani*, un kapota ulteriore  con gagarakas e takarikas e un kapota (o pattika?* )di nuovo a rombi e rosette con gagarakas si susseguono ai rathas del jangha nel costituire la varandika., che funge da interstizio-cuscinetto tra jangha e Sikhara. Negli upabadhras che affiancano il badhra centrale, quale sue estensioni laterali*,  e nei rathas dei  karnas d’angolo tali modulazioni del varandika precedono gli sringas di miniature tri-rathas  di sikharas.

All’altezza della base di tali sringas è  quindi la volta della varandika , composta , oltre di due modanature lisce- di pattika(‘?), kapota,_  e  del ricorso successivo di più antarapatras,  a rombi,  tra pattikas con jalakas patterns**

 

 

 

Giunti a tal punto della sua rievocazione visiva, ad un raffronto esterno con altri templi  Chandella edificati in granito nel Bundelkhand   il tempio shivaita  di Vyas Badora  presenta affinità accentuate sia  con il tempio Rahila di Mahoba che con il tempio Shivaita di Makarbai, sempre nelle vicinanze di Mahoba, a solo una ventina di ,Km di distanza*,   ma  nel distretto di *, .in direzione di Banda. Già li accomuna  la grandiosità movimentata della mole nell’elevazione e nella pianta, che anche nel tempio Rhaila  presenta due ingressi laterali oltre a quello frontale del  solo  mandapa di un  unico tempio con un unico garbagriha, mentre nel tempio di Makarbai dal portico d’accesso si accede ad un mandapa su cui convergono con il loro vestibolo tre santuari garbagrihas sormontati ognuno da un proprio sikhara, ma addirittura li apparenta l’ ornamentazione, la serie delle cui modulazioni è assolutamente identica in tutto il decorso dell’adhishthana. nei templi di Vyas Badora e di Rahila, laddove nel tempio di Makarbai se ne differenzia solo nelle prime due modanature dello zoccolo, entrambe decorate a rombi.

Sono quanto mai significative , perché nei vedibhandas più in generale appaiono  *inconsuete, le particolarità comuni del jalaka pattern  del kura- altrimenti abitualmente liscio., e dei gagarakas del  kalasa del vedibhanda, che di solito è del tutto disadorno., così come gli identici rilievi del kumba, dei quali quello sovrastante è inusuale in simile evenienza, pur se va rimarcato il distinguo/ pur se si fa rilevare la differenza che nel tempio Rahila non si ravvisa l’intercorrere tra tali rilievi di una  madhya bandha,.

Inoltre anche nei templi Rahila e di Makarbai i janghas  presentano rathas in cui fasce sia di rombi che di rosette intervallano rombi diamantini incastonati , benché un recesso non intercorra a  sezionare il pilastro in più segmenti. E’ una caratteristica che accomuna ambo i templi a quello di Baragaon  nel distretto di Tikamgarh,  una trentina di km più a sud,  un tempio di transizione di estremo interesse: simile  nella pianta ai templi Pratihara, giacchè non presenta alcun mandapa oltre il portico dell’ardhmandapa,  è di essi più sviluppato  per la elaborazione dell’adhishthana in uno zoccolo e un podio dove fa la sua decisa comparsa un karnika. Oltrechè l’articolazione dei rathas, incrementa inoltre le sue similarità con gli altri templi in granito del periodo Chandella la ricorrenza ornamentale continua di rombi e rosette, negli stessi pilastri badhrakas di ogni ordine e grado

 In esso come nel tempio di Vyas Badhora due sono le nicchie del badhra, mentre una soltanto è quella dei templi Rahila e di Makarbai, in corrispondenza sia di pilastri e di una parete meno elevati che di un varandika più dilatato. In Rahila esso si articola in una cornice chaddya cui succedono due pattikas e due kapotas ugualmente fregiate di gagarakas sottostanti e takarikas  sovrastanti e di un  fregio frontale di rombi e rosette,  in Makarbai  in due cornici chaddya che comprendono tra di loro due modanature di pattikas o kapotas che ritroviamo orlate di gagarakas e takarikas come fregiate  sia di rombi floreali diamantini  che di rosette Nel tempio shivaita di Baragaon* il varandika è invece quanto mai assimilabile a quello del tempio di Vias Badora in quanto anche in esso un sommario capitello bharani precede le modulazioni aggettanti ulteriori,  due kapotas con gagarakas e takarikas ed il fregio che li profila di rombi e rosette

A tale altezza, nei templi di Makarbai e di Rahila ove lo svolgimento ulteriore del tempio è integro, come pure nel tempio Chandella di Mahoba che giace  isolato in uno suo specchio lacustre,  per ogni proiezione nel tempio ha inizio il succedersi di una fascia di sringas sino al culmine di ogni lata, proprio come nei templi Bumijha  della dinastia Paramara,   successivi e per lo più postumi agli stessi templi sandhara di Khajuraho. E un dato inoppugnabile, che va conciliato con  la attribuzione unanime al sovrano Chandella Rahila della edificazione del tempio che da lui trae il nome,  cui fu dedicato forse  post mortem, in quanto retrodaterebbe un tempio che ha parvenze   Bhumija fino agli anni del suo regno, che intercorrono tra l 855 e il 905,  mentre le sembianze Bhumj del tempio di Makarbai hanno indotto storici dell’arte quali Krishna Deva, in mancanza di altri riscontri,  a posticiparlo addirittura sino agli esordi del XIII secolo

Lo stesso tipo di costolatura, a tal punto , è presumibile che  decorresse lungo gli stessi sikharas di Vyas Badhora,  almeno per i latas che corrispondevano a upabhadra e karnas, di cui i templi di Makarbai e  Rahilas possono rappresentare e fornire così un’integrazione visiva inconfutabile / formidabile

Il Sikhara del tempio di Barhagaon  invece  precorre o si assimila, come emulo retrivo,  già ai templi di Khajuraho , in quanto non solo raccorda allo slancio ascensionale dei propri latas quello dei rathas del jangha coronandoli ognuno di un proprio sringa, ma al petto ha aggrappata la tensione ascendente di un duplice uromanjari.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  ( E una caratteristica che accomuna ambo i templi a quello di Badargaon  nel distretto di Tikamgarh, un tempio di transizione di estremo interesse: simile in piano ai templi Pratihara, giacchè non presenta alcun mandapa oltre il portico dell’ardhmandapa, ma sormontandoli per la elaborazione dell’adhishthana in uno zoccolo e un podio dove fa la sua decisa comparsa un karnika,  e affine ai templi di Vias Badora e di Rahila nelle rathas e nel ricorrenza ornamentale continua di rombi e rosette, negli stessi pilastri badhrakas,  e precorre o si assimila già ai templi di Khajuraho nel  suo sikkhara di cui diremo (che non solo raccorda allo slancio ascensionale dei propri lata quello dei rathas del jangha coronandoli ognuno di un proprio sringa, ma al petto ha aggrappata la tensione ascendente di un duplice uromanjari.)

Segue nel tempi Rahila a dare inizio già alla varandika una chaddya Kutha in luogo del capitello bharani ,  ugualmente con forte rilievo aggettante,   prima di 3, 4 Kapotas successive con gagarakas e fregiate di rombi e rosette, come in Vias Badora, . La differenza rilevante   che emerge a tale altezza è che per ogni proiezione nel tempio ha inizio il succedersi di una serie di sringas, proprio come nei templi Bumij ritenuti postumi a quelli stessi sandhara di Khajuraho.

Nel tempio shivaita di Baragaon il varandika è quantomai assimilabile a quello del tempio di Vias Badora in quanto in esso un sommario capitello bharani precede due kapotas con gagarakas e takarikas ed il profilo di un fregio di rombie rosette. e precorre o si assimila già ai templi di Khajuraho nel  suo sikkhara di cui diremo Solo che a tal punti a farsi precorritore o emulo retrivo dei templi di khajuraho il sikhara raccorda allo slancio ascensionale dei propri latas quello dei rathas del jangha coronandoli ognuno di un proprio siringa, ma al petto ha aggrappata la tensione ascendente di un duplice uromanjari.)

 

……………………………………………………………. continua

Oltre le kapili dell’antarala, in tutto e per tutto simili ai badhras e dunque anc’essi con due nicchie, i mandapas gemini  schiudono l’accesso al tempo con il loro rispettivo portale d’accesso laterale volto all ‘esterno, ai cui lati si ergono due nicchie in tutto simili a quelle di badhras e antaralas. In una di quelle volte a mezzogiorno appaiono i resti di un  Shiva Nataraja *.

I vedikas che corrono lungo l’antarala e il portico d’accesso frontale, si elevano su una kapota a  jalakas patttern, ove in Khajuraho ritroveremmo il rajasena, e  ripetono i motivi* d’ambo le sezioni dei rathas del santuario,ncastonando i rombi floreali diamantini tra pilastri badrakas che ne ripetono in minore il motivo.

Nel portico,  e lungo i fianchi del portale d’accesso frontale e delle sue facciate bine*,  dei brevi pilastri sormontano il  kapota superiore del vedika e sono sormontati da un altro  identico kapota, che precede un capitello ove rombi alternati a rosette preludono alla comparsa nella trabeazione finalmente di palmette. Una gronda chaddya,  che oltre che sugli ingressi corre anche lungo i mandapas del  portico e della sala, sporge rispetto alle ultime ornamentazioni preservatasi, un corso a jalaka pattern reticolato e di nuovo un pattika ed un kapota con gagarakas e takarikas ed abbelliti di rombi e rosette, a  racchiudere un antarapatra  che si fregia di soli rombi diamantini incastonativi.

Il tempio di Baragaon presenta ugualmente un’antarala con due nicchie, quella inferiore con le statue di Ganesha a Sud e Chamunda a Nord, quella superiore con rombi inquadrati,  identiche a quelle dei badhra e dunque a quelle di antaralas e badhras dei templi di Vyas Badora, e nei pilastri badrakas delle nicchie e del portico d’entrata e della kapili dell’antarala  assume l identico motivo,  che per il tramite del suo ingrandimento è enfatizzato nel portico d’entrata, di una treccia di rosette e rombi floreali diamantini, tra le stilizzazioni di due vasi dell’abbondanza floreali.

La copertura del portico, prima della serie piramidale di kapotas con takarikas,  comporta come il tempio di Vias Badora il corso traforato di un jakaka pattern, che non è  insolito anche nei templi precedenti Pratihara, come nel suo splendido ricorso ch’è ravvisabile nel vicino tempio di Umri,  prima di una ennesima banda di rombi e dell’ennesima kapota con garakas e takarikas.

Il tempio di Makarbai è pressoché identico a  quello di Vyas Badora  nelle modanature del portico d’ingresso del mandapa interno , dei suoi pilastri e della trabeazione, presentando sopra i capitelli l’identica successione di palmette, rombi e rosette, gronda chaddya, jalaka pattern, gagarakas e takarikas ai bordi di un kapota. Di grande rilievo la comparsa superiore di  kutas   che edicolano in tempietti la forma miniaturizzatavi del tempio,  tra jalakas pattern che scandiscono i piani di risalita della copertura piramidale.

Quanto al tempio Rahila,  per i fregi ornamentali esterni del portico esterno vale esattamente lo stesso discorso, ossia si riscontra un’identità assoluta con quelli corrispettivi di Vyas Badora. Le pareti intermedie tra i tre portali riprendono le stesse modanature dell’adhishthana e della varandika del santuario, alla loro altezza, mentre le pareti intermedie del jangha  appaiono del  tutto spoglie

L’interno dei mandapas gemini di Vyas Badora nella loro trabeazione presenta la successione dei motivi ornamentali di palmette, ardharatna triangolari e di tre fasce successive di rosette e rombi floreali con pendenti di gagarakas,  la stessa successione che ritroviamo all’ interno del portale di Baragaon, e dei mandapa di Makarbai, e del tempio di Rahila, ove però uno solo è il  fascio di rombi e rosette,*Nei  templi di Rahila e Makarbai precedono una copertura circolare, con fasce lisce in Rahila, cuspidate e con rosette e rombi frontali nei mandapas di Vyas Badora ,e di Makarbai, mentre in ambo i portici d’accesso di Vias Badora, e in quello i Baragaon,  reggono un soffitto piatto..

In Vyas Badora arricchisce il complesso della volta del mandapa  la comparsa di teste leonine , prima della curvatura delle coperture.

I portali del garbaghiha , pressocchè identici l uno all’altro, sono in arenaria e magnificamente scolpiti in tale roccia,. Tale dualismo materico non è certo una novita quanto ai Chandella , basti pensare ai templi Brahma e di Lalguan in Khajuraho, e ci induce a chiedere se sia riconducibile diacronicamente a un’inserzione dei portali in granito di gran lunga posteriore, o se rispecchi la convivenza sincronica nella giuntura dei due materiali, per la diversa lavorazione a cui si prestano, di arte arcaica  di provincia e di quella più raffinata della capitale.

In ogni caso dai portali siamo addentrati in tutt’altro universo di stile e in un altro  volgere della periodizzazione,  rispetto a quel che conclama il resto del tempio

Oltre la chandrasila la soglia dell udumbara presenta il  jadya kumba di uno splendido bordo profilato a rosette e a vibranti petali di loto, prima della successione in edicole di divinità e devoti convergente verso il mandaraka* centrale,  incantevole nella sua flessione lotiforme assecondata dalle attendenti del dio*.

Ai lati, alle estremità, due Kubera con nidhi, seguiti a destra da Ganesha e consorte e sulla sinistra da Sarasvati-

Gli stipiti presentano una Ganga e una Yamuna di incomparabile bellezza, il cui accentuato tribhanga, e la cui parure sontuosa in cavigliere, cintura e pendenti,  kundalas e haras, nella corona intagliata a cuspidi appuntite, rimandano inequivocabilmente alle Ganga e Yamuna ed alle apsaras del tempio tardo Duladeo di Khajuraho.

Il loto celebra tutti i fasti delle sue volute nella copertura a torana sorretta da due colonnette, che culminano in riquadri di danzatori e ballerini, in cui fa alfine la sua comparsa un kirtimukka.

Ai lati un dikpala per parte, shivaita eBahirava,,  nei suoi ayudhas superstiti, un damaru , un cobra,  nel teschio infisso in una delle jata mukutas e nei mustacchi fieri e negli occhi strabuzzanti di quello di destra. Sardulas e guerrieri si susseguono a loro di sopra, sulla border line tra stile della capitale religiosa e stile di provincia,  contrassegnato dalla successione immancabile di rosette e rombi floreali. Nell’ antarala, in dialogo con esse due figure di donatori in arenaria.

 

In perfetto stile khajurahense si susseguono quindi le bande di cinque sakhas,  la più interna e la più esterna fregiate  di volute,  quella centrale costituendo  il mithuna sakha canonico di coppie amorose, affiancate da due sakhas di danzatori e ballerini.

Nella trabeazione al centro si situa Shiva, agli angoli di destra e di sinistra Brahma e Vishnu, tra la successione intermedia delle nove divinitò planetarie dei navagraha.

Oltre un vestibolo interno i pilastri che reggono il soffitto* del garbagriha, due ripiani d’appoggio e la nicchia terminale in cui era riposto il lingam., come lo è ancora in un sacello che è  identico  all interno del garbagriha del tempio sivhaita della vicina Hindorawari,  sono conformati come lo sono pilastri e nicchie ll’esterno del tempio,  i ripiani come pattikas ornate di gagarakas e takaris e profilati di rombi e rosette.

 A sud dei due templi gemini sorgono i resti di un tempio minore, pancharatha e in stile pratihara, composto cioè di portico d’entrata, vestibolo e garbagriha. Di esso si può presumere che  fungesse da tempio laterale in un complesso panchayatana, come i tempietti, anch’essi in stile Pratihara, che contornano il tempio centrale Lakshmana e Visvanath in Khajuraho.

Le sue forme sono più rudimentali di quello del tempio principale, cui l’adishtana rinvia nella sola conformazione del kumbha del vedibhanda, mentre i rathas del janghas sono uniformi. Una madhya latas li divide in due parti ognuna delle quali contiene un rombo diamantino, ad eccezione del badhra centrale ove sono tre. Il varandika si riduce a una gronda chaddya. I latas che se ne dipartono sono latina, senza ornamentazione alcuna, ad eccezione del madhya lata, che in corrispondenza del badhra, nella sua ampiezza maggiore iscrive il motivo ornamentale delle volute dell’abbondanza propiziata.

Pilastri badrakas con due vasi gatha pallava terminali reggono il portale e preludono a un portico ch’e anch’esso spoglio anch’esso di qualsiasi ornamentazione che non sia la profilatura lineare degli stipiti, mentre la soglia dell udumbara si fregia della sola stilizzazione floreale della profusione vegetativa.

 

Più a valle si situano gli altri due templi maggiori del complesso, entrambi elevati su una piattaforma.

L uno, più a ovest,  presenta una sala mandapa antecedente il santuario, con entrate frontali e laterali.

La sua ornamentazione e la serie delle modanature rinvia a quella del tempio laterale appena considerato, nel vedhibanda dell’adishtana, che una gronda chaddya a forma di karnika,  tra due recessi e due kapotas, distacca risolutamente da due corsi piatti e dalla kapota con takarikas soggiacenti. I rathas come nei templi precedenti presentano due rombi, di maggiori dimensioni quello inferiore, tra di loro separati da una madhya lata, mentre il badhra ne incastona uno solo, ristretto ed allungato.

Ugualmente una madhya banda divide in due sezioni le pareti a balcone del mandapa, con brevi pilastri badrakas superiori.

Il portale d’ingresso al santuario è profilato linearmente quanto quello del tempio laterale precedente,  e la sua soglia presenta tra due rombi il motivo del vaso floreale dell’abbondanza nelle sue forme primordiali, più  decifrabili nel loro maggior naturalismo,.

Nella sua eleganza di proporzioni,  è di una grazia architettonica  memorabile il raccogliersi delle entrate laterali intorno al tempio centrale del Chausat Yogini mandir, sull’alta piattaforma che si distende in uno spiazzo laterale in cui quattro tempietti si fronteggiano. Che il tempio fosse dedicato alle Chausat Yogini lo indica il numero delle celle, vuote ora di ogni immagine statuaria, che corrono lungo le pareti esterne ed interne del portico intorno al santuario centrale che ne raccorda gli accessi Se ne preserva forse solo quella  ritenuta di Durga in un tempio del villaggio ancora in funzione.

Tale testa rinvia alle statue del portale del tempio gemino di Shiva, - Shiva Ardhanarishvara?-, così come l’ornamentazione in granito  delle pareti del santuario centrale  e dei pilastri del portico delle Chausat Yogini rinvia a quella corrispondente sempre del tempio di Shiva, non fosse che lungo le pareti del jangha la madhya lata taglia in due il rombo intabulatovi, di dimensioni maggiori di quello superiore.

Il tutto rafforza il senso che ci si ritrovi di fronte a un complesso unitario, forse unitariamente *concepito,   nella prima metà del x secolo, al tempio dell’edificazione del tempio in onore di Rahila, già defunto, e del tempio di Makarbai, ed unitariamente restaurato e reintegrato nel suo arredo statuario nella seconda metà del  secolo seguente, come vorrebbe la ridondanza ornamentale del corredo statuario, che rimanda stilisticamente ai tempi del tempio Duladeo in Khajuraho.

E se così fosse, dovremmo retrodatare nel tempo i templi Bhumi, come ci inducono a congetturare le evidenze dei sikharas dei templi in Mahoba e Makarbai  e delle loro concordanze globali. riprendendo invariati arcaicamente , nella seconda metà del secolo XI, come  più tardi  in Makarbai, quanto alla mole e alle strutture e nelle parti in granito, per la refrattarietà di tale roccia a una lavorazione  più raffinata- si pensi anche solo all’assenza di qualsiasi grasa pattika di kirtimukkas,  moduli architettonici e ornamentali definitisi e  consolidatisi già in Mahoba oltre un secolo prima, ma in cui si ritrovano anche elementi, nella successione a filiere degli sringas dei sikharas, che si sarebbero creduti esclusivi dell’arte Bhumi. La componente scultorea in arenaria invece,  appare  invece stilisticamente espressione dell’arte del proprio tempo, la stessa del tempio Duladeo in Khajuraho . Quanto al tempio Chausat Yoginin ci ritroviamo di fronte ad una sua struttura  architettonica che come ho arguito in un altro report ritroviamo in un tempio che a mio avviso è da ricondurre anch’esso al culto delle Chausat Yogini, quello di Sijahari*, nel distretto di mahoba. Tale asset*to architettonico amplia lo spettro delle forme assunte dal templi delle Chausath Yogini, oltre a quello principale circolare, che ritroviamo in Mitavli, in Bedaghat, o nell Orissa, in *, e quello rettangolare,  sempre intorno a una corte che  è rimvenibile in Khajuraho.

 

 

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I templi Chandella così considerati o precorrono,o  sussistono al contempo di quelli di Khajuraho o ad essi sorgono postumi  in forme elaborate e scolpite solo geometricamente nelle loro componenti in granito, corredate di statue , all’esterno, solo nelle nicchie dell’antarala e dell’adhishthana al’altezza del badhra, ai lati dei portali d’ingresso con una rilevanza assoluta di rombi e rosette, mentre  jalaka pattern, e palmette ricorrono  nelle sole trabeazioni. Ma architettonicamente tali forme sono  più complesse e non meno monumentali, perché, con l’eccezione di quello di Baragaon, in  questo più affine, dove si conservano un’immagine di Ganesha e di Chamunda nelle nicchie dell’antarala,  non erano finalizzati come i templi della capitale religiosa a una visualizzazione esterna  di immagini religiose,  il che richiedeva una linearità architettonica nella pianta In essi è già presente o si tramanda un mandapa d’ingresso al garbagriha-  che può essere anche plurimo, in forme gemine  o trigemine – come a   Urvara, sempre nel distretto di mahoba,  e  Makarbai-. Nella regione un mandapa d’accesso al garbagriha   è attestato presente in precedenza , rispetto ai templi di Khajuraho, solo in  Badari Patoh e Gyaraspur, o al contempo  in Notha.  Nell’elevazione di tali  templi si sviluppa anche nelle forme di un’arte provinciale la conquista monumentale di un plinto e di uno zoccolo, che  assurgono a podio il vedibhanda,   nel quale  soltanto consisteva  il basamento dei templi Pratihara.,( dei quali, come si è ripetuto,  solo il Jarai Math di Barva Sagar appare dotato di un adhishtana completa di bitha e di pitha, zoccolo e plinto)

I loro rathas e badhra senza ornamentazioni di statue sopravvivranno come una variante provinciale ai templi di Khajuraho nella stessa AjaygarpP, mentre i loro sikharas costituiranno varianti  del semplice latina, o secondo la tipologia che si attesterà quale quella dei paramara o Bhumii, in Mahoba, dapprima, come in Vyas Badora e Makarbai, o secondo quella invalsa in Khajuraho.

 

Con una  considerazione finale.  Che nel Bundelkandh agli albori del millennio coesistessero tipologie che si considerano per lo più  successive l una all’altra, o che ci si rifacesse, a tipologie e forme  aspetti costituenti del tempio hindu che ora ritroviamo solo a distanza, assemblandoli e ricreandone una sintesi monumentale superiore,  può sorprendere solo chi ignori o rimuova il dato che il più dei templi Hindu del centro India purtroppo è andato perduto, con la distruzione da parte di Mohammad di Gazni di tutti i templi di Kannauj,   dove presumibilmente si irradiava e coesisteva ciò che oggi e remoto nello spazio e nel tempio, e di cui templi tra i minori e più sconosciuti serbano gli indizi remoti

Che i templi qui rilevati  rispetto ai templi di Khajuraho siano il   precorrimento di un’anticipazione  primordiale, un coevo * svolgimento provinciale arcaicizzante o un  postumo riproporsi  in una fase di declino, essi condividono in ogni modo con i templi della capitale religiosa khajuraho e ne diffondono e volgarizzano, in una fissazione in tutti i sensi granitica  le innovazioni  dell’elevazione dell’adhishtana, della replicazione miniaturizzata del sikhara e  della  interposizione di una sala mandapa tra portico e vestibolo del santuario. E tale è la sintesi conclusiva di tutto quanto così si è detto

 

 

 

 

Formulazione, Ne’anticipino/ precedono, ne condividono coevi o ne preservano postumi.---

 

 

 

Doni Dauni Note

Anche il Chausat Yogini mandir di Dauni  presenta un’adhisthana costituita di bitha e di pitha,  in cui compare un karnika con gagarakas tra due kapotas/ pattikas  fregiati di rombi floreali diamantini e  di  e rosette, con  gagarakas  e  ai vertici takarikas , e  un vedibhandha il cui kura è traforato dal reticolato di un jalaka pattern., mentre nel kumbha un rombo è edicolato  sopra uno stipite con takarikas e al di sotto di un frontoncino.

Quanto resta  dell’elevazione superiore lascia intendere che  come nei templi di Vyas Badhora, Mahoba e Makarbai lungo le pareti del jangha. oltre un kapota  insito anch’esso tra due recessi,   ugualmente  bordato con takarikas e gagarakas,e  decorato frontalmente di rosette alternate a rombi floreali diamantini nelle vestigia di pilastri si dipartissero proiezioni divise in varie sezioni che inquadrano un rombo diamantino. Esse sono , profilate  inizialmente , come nei templi antecedenti, da un kapota che  replica quello soggiacente ai rathas, sia nei gagarakas penduli che nella serie di rosette e di rombi floreali diamantini che l’adornano., e  che è replicato a conclusione della sezione da una fascia più dilatata.

Nel Chausat Yogini Mandir , come negli altri due templi superstiti di Dauni,  ugualmente i pilastri badhrakas presentano fasci di rombi e rosette tra i due vasi dell’abbondanza.

Con i rombi e rosette similmente gli altri  motivi ricorrenti sono  solo le jalakas, a staccare dal basamento il corso di vedikas costituiti di brevi pilastri badhrakas,  e le palmette e gli ardharatnas con cyui esordiscono i rilievi delle trabeazioni.

Il tempio Shivaita evidenzia  la proiezione di due transetti

 

IN KHAJURAHO I TEMPLI IN GRANITO

Chausath Yogini Mandir

Il Chausat  Yogini Mandir appare coevo dei templi di Mau Suhanya e del Tempio Shiva di  Dauni ( Doni) in quanto oltre il kharasila in esso solo un jadhya kumbha e un pattika intervallati da un antarapatta precedono il vedhibanda  e in esso, ugualmente, il jhangha è scandito in  rathas solo dalle nude proiezioni lisce delle pareti, che solo il madhya banda di un pattika ornamenta e divide in due parti.

Il  Chausat Yogini Mandir di Mau Suhanya   appare in particolare anteriore a quello di Urvara in  quanto li accomuna nella ornamentazione solo il dato che entrambi presentano pilastri badhraka con roselline e rombi intermedi e senza tale motivo,  mentre il tempio di Urvara è più fiorito di roselline e rombi floreali diamantini e in esso il reticolato di un kalaka patter stacca già  la vedika delle pareti e la trabeazione superiore

Ugualmente primevo, in granito e in arenaria nella sovrastruttura e nei pilastri residui di un ardòmandapa, appare il tempio in Lalguan  , come il tempio a Ganesha di Mau Suhanya-Dubhela, per la riduzione a due sole delle modanature che precedono il vedibhandha, un jadhya kumbha  con takarikas e un pattika,   laddove il tempio di Ganesha lascia trapelare dal suolo della loro interratura una sola modanatura precedente, e ancor più per la configurazione liscia delle proiezioni del tempio, percorse solo da due pattikas, mentre il maggior sviluppo ornamentale è lasciato al verandika,  di tre pattikas con recessi nel tempio di Lalguan, un pattika tra due kapotas con takarikas nel tempio di Mau Suhanya.

A postdatare il tempio di Lalguan è però la  ricorrenza dell’arenaria e di un karnika in luogo dell’amalaka nelle torniture del capitello baharani. La stessa presenza di un karnika, ma nell’adhishtana, tra due pattikas fregiate di takarikas,  induce a ritenere che sia di poco ad esso posteriore il tempio di Sijari,  dove fa forse la prima comparsa tra i templi chandella,. In esso alle pareti lisce ma scanditi sempre dal pattika di un madhya in due settori subentrano sia pure i soli pannelli di rombi e pentagoni. Una aarandika di tre kapota fa la sua netta comparsa.differenziale.

La mancata ricorrenza di karnika e di pitta e bitha nell’adhistana, la riduzione dei badhra in pure sezioni lisce, di cui solo il madhya banda è una modanatura, il cui ricorso precorre forse il loro sezionamento in due porzioni incentrate su un rombo dilatato,  fa dei templi di Mau Suhanya e Dhubela ( Bimkund) un antecedente dunque di questo come degli altri templi in granito dei Chandella considerati, fuori di Khajuraho,  sia pure di poco più remoti rispetto al Lalguan,  antiquati dal risalto solo nei pilastri badhraka, che vi ha il suo esordio, del motivo che si farà poi così ricorrente poi di rombi e rosette, mentre tali templi e  templi di Bim Kundh, in dhubela, non mancano di presentare il motivo astratto arcaico del vaso dell’abbondanza, o la ricorrenza nelle trabeazioni di palmette e ardratna, un canone ereditato dai templi precedenti Pratihara.

 

 

Da analizzare

Badra del Rahila, divinità al centro del mandaraka,

antarakla superiore in Badagaon.

 

 

 

 

 

Antecedenti templi in Sijari  con badraka senza rombi e rosette,

successivi Makarbai, tempio Ganesha ,  Chausat Yogini in Urvara, Chausat yogini in Dubhela vedi pilastri interni

verificare anche per la successione dei motivi nella trabeazione : palmette ardaratna o fregi triangolari, rombi e rosette.( è cosi in Makarbai )

karnika in Badagaon, nel tempio Rahila, in Makarbai , Sijari, (Urvara?), non compaiono nei templi di Dhubela

cui non si prestava il granito di cui erano composti.,

E’ ai suoi tempi che si può far risalire l edificio,  postdatando però il tempio che di Rahila,  è in onore , più che costituirne un’opera.  tra l’890 e il 910 d. c. A. D. o ad un’ epoca di poco posteriore.

Modanature di base bitha, cipika, ?,   pitha zoccolo due modanature lisce tra cui una intermedia fregiata di rombi floreali diamantini,

plinto un  jadya kumba, un karnika,  un kapota  ornato di gagarakas e di takarikas con un fregio di rombi

podio vedibhanda con un kura a scacchi o jalika, un kumbha com madhya banda e rombi, un kalasa insolitamente fregiato di gagarakas e takarikas, sormontato da kapota e pattika.

Pilastri-rathas, due sezioni in successione costituite da pattika con gagarakas,  cubo con rombi, pattika intermedia sempre con rombi, kapota conclusiva.

Capitello bharani, kapota e pattika prima dello sringa.

Verandika pattika kapota, antarapatra a robi tra due pattine a jali.

Makara per l’acqua, nicchie nel badra all’altezza del’adhishthana

 

 

 

Esse  risaltano rispetto ad altre intermedie poste di taglio. Quelle eminenti sono contraddistinte nella loro rilevanza / strutturalità fondamentale da uno sringa o sikhara terminale  in miniatura. . All’altezza della base di tali sringas si dipartono quindi le modanature del varandika, prima di ciò che rimane del solo nucleo interno dei sikaras .

 

che ne anticipa presentano  due sezioni in successione costituite da pattika con gagarakas,  cubo con rombi, pattika intermedia sempre con rombi, kapota conclusiva.

Capitello bharani, kapota e pattika prima dello sringa.

Verandika pattika kapota, antarapatra a robi tra due pattike a jali.

Makara per l’acqua, nicchie nel badra all’altezza dell’ adhistana

 

Non solo, ma ad un raffronti puntuale la serie delle modanature appare in tutto e per tutto identica a quella del tempio Rahila di Mahoba, preludendo a una similarità più complessiva nell’ornamentazione, come già nel piano, che anche nel tempio di Rahila  presenta due ingressi laterali oltre a quello frontale al singolo mandapa del tempio.

Sono particolarmente significative le particolarità insolite ad accomunarli del jalaka pattern  del kura- abitualmente liscio., e del kalasa del vedibhanda, che di solito è del tutto disadorno.

E’ ai suoi tempi che si può far risalire l edificio,  tra l’890 e il 910 d. c. A. D. o ad un’ epoca di poco posteriore.

 

 

https://www.revolvy.com/topic/Rahila&item_type=topic

 

Doni Dauni Note

Anche il Chausat Yogini mandir di Dauni  presenta un’adhisthana costituita di bitha e di pitha,  in cui compare un karnika con gagarakas tra due kapotas/ pattikas  fregiati di rombi floreali diamantini e  di  e rosette, con  gagarakas  e  ai vertici takarikas , e  un vedibhandha il cui kura è traforato dal reticolato di un jalaka pattern., mentre nel kumbha un rombo è edicolato  sopra uno stipite con takarikas e al di sotto di un frontoncino.

Quanto resta  dell’elevazione superiore lascia intendere che  come nei templi di Vyas Badhora, Mahoba e Makarbai lungo le pareti del jangha. oltre un kapota  insito anch’esso tra due recessi,   ugualmente  bordato con takarikas e gagarakas,e  decorato frontalmente di rosette alternate a rombi floreali diamantini nelle vestigia di pilastri si dipartissero proiezioni divise in varie sezioni che inquadrano un rombo diamantino. Esse sono , profilate  inizialmente , come nei templi antecedenti, da un kapota che  replica quello soggiacente ai rathas, sia nei gagarakas penduli che nella serie di rosette e di rombi floreali diamantini che l’adornano., e  che è replicato a conclusione della sezione da una fascia più dilatata.

Nel Chausat Yogini Mandir , come negli altri due templi superstiti di Dauni,  ugualmente i pilastri badhrakas presentano fasci di rombi e rosette tra i due vasi dell’abbondanza.

Con i rombi e rosette similmente gli altri  motivi ricorrenti sono  solo le jalakas, a staccare dal basamento il corso di vedikas costituiti di brevi pilastri badhrakas,  e le palmette e gli ardharatnas con cyui esordiscono i rilievi delle trabeazioni.

Il tempio Shivaita a evidenziare la proiezione  di due transetti

Lungo le pareti quindi del jangha  nelle vestigia di pilastri si dipartono cinque  proiezioni principali per lato, delle quali soltanto quella centrale, il badhra, è fregiata di nicchie, che costituiscono le costolonature della conformazione pancharatha* del tempio.

Tali pilastri-rathas si elevano oltre un kapota,  insito tra due recessi, anch’esso bordato con takarikas e gagarakas, e  decorato frontalmente di rosette alternate a rombi floreali diamantini. Essi, da un ulteriore profondo recesso intermedio appaiono divisi in due sezioni* ad ognuna delle quali corrisponde una nicchia del badhra. A profilare inizialmente tali sezioni è un kapota che  replica quello soggiacente ai rathas, sia nei gagarakas penduli che nella serie di rosette e di rombi floreali diamantini che l’adornano. Tale ornamentazione è replicata nella  madhya bandha di una fascia  è il pregio intermedia  di ambo le sezioni dei rathas , nonche nella modanatura conclusiva della prima di tali partizioni, mentre la seconda è terminata da una sorta di kumba liscio che ambo le sezioni e in quelle duplice nella prima sezione, e unica nella seconda, che è conclusa invece da un kumba( o kapota?. Tale fascia intermedie  ripartisce a sua volta le due sezioni * del pilastro nelle specchiature di soli rombi diamantini.  Rombi ancor più  dilatati sono di stanza negli stessi badhras, come si è già visto che vi ricorrono nei loro stipiti e nei pilastri badhrakas,  ove figurano alternati a rosette,  tra i gatha-pallavas di due vasi dell’abbondanza.

20 maggio 2017

Templi in granito di Khajuraho

I templi in granito realizzati dai Chandella nell’intero territorio  del Jejakabund, l’attuale Bundelkand, all inizio e durante l intero corso dell’esercizio della  loro sovranità, sono di rilevante interesse non solo in quanto  rispetto ai templi in arenaria che vennero edificati nella loro capitale religiosa- Khajuraho, prossima alla sede di irradiamento originaria del loro potere-  e nei principali centri della dominazione successiva- Ajaygarh, Kalinjar, Dudhai, Chandpur,- il succedersi della loro edificazione in un materiale più umile ma meno lavorabile in forme e rilievi statuari ne fece le manifestazioni monumentali di uno stile di provincia differente, ma in quanto , essendo gli unici templi originari dei Chandella,  nella loro evoluzione consentono di cogliere il fissarsi dei tratti che verranno  caratterizzando la continuità e il  differenziarsi della loro arte templare rispetta a quella antecedente, e di intendere meglio quali innovazioni ulteriori faranno dei loro templi in arenaria una discontinuità ulteriore, pur nella ripresa iconografica che l’arenaria in essi consentiva di aspetti statuari fondamentali dei templi hindu antecedenti.

 Procedendo in elevazione,   solo nel tempio Chausat Yogini di Mahu Suhanya in arenaria, nel Nag mandir di Mau Suhanya , presso Dubhela, nel distretto di Chhatarpur, M. P.,  per altro interrato,  il basamento sorge direttamente dal suolo, così come  in quelli Pratihara  dell India centrale circostante, mentre in ogni tempio in granito che i Chandella fecero edificare si staglia su una propria piattaforma o jaghati, come altrimenti, nei territori dei sovrani Pratihara da cui si emancipatrono assogettandoli,  è dato di riscontrare solo nei templi di Nagda e di Osian, nel lontano Rajasthan-

Tale scabra piattaforma appare priva di ornamentazione e costituita di più piani di lastre, se si eccettua quella di un imponenza gigantesca del Chausat Yogini mandir di Khajuraho che è un ammasso colossale di pietre rocciose.

Solo il tempio sincretistico Parshavatha  e il Gantha mandir  di Khajuraho e quello presso Harpalpur sembrano far eccezione a tale sopraelevazione, essendo il primo tuttora interrato, ma ne va rilevata la comune matrice jainistica.

Il tempio vero e proprio come tutti quelli Pratihara anche più dimessi si compone quindi del suo basamento, con la novità sostanziale che se si eccettuano i templi precedenti  di Mau-Suhania e quello che la tradizione vi ha istituito in onore di Ganesha di Mau-Suhanya, per altro interrato,   tale basamento non è mai costituito dal solo vedibhanda nella sua successione di kura, kumba e kalasa,

come nella quasi totalità dei templi Pratihara, eccezion fatta per il Jarai Math splendido di Barwa Sagar, ma presenta almeno altre due modanature , oltre il kharasila.

E così per il  Chausat Yogini Mandir e il tempio Lalguan di Khajuraho come per il Tempio Shiva di Dauni ( Doni), nel distretto di Chhatarpur a una ventina di chilometri da Naogong,  in quanto nei due templi di Khajuraho oltre il kharasila solo un jadhya kumbha e un pattika ornata da un abbozzo di takarikas superiori nel tempio di lalguan, -  intervallati da un antarapatta nel Chausat Yogini Mandir,  precedono il vedhibanda.

Nel  tempio di Sijari, nel distretto di Mahoba, , tra due pattikas fregiate di takarikas, fa forse la prima comparsa tra i templi Chandella la modanatura di un karnika, ignota ai templi Pratihara, in cui solo il Jarai Math sembra presentarne una tornitura anticipatrice,. In precedenza nei templi Chandella era  si rilevabile in quello di lalguan. ma non nel basamento, bensi in luogo dell’amalaka quale scanellatura dei capitelli barhani  che sono il solo residuo superstite del portico che precedeva la cella del santuario.

I templi di Urvara, Rahila e Makarbai nel distretto di Mahoba, e quello delle chausat yogini di Doni, che le cronologie vigenti vorrebbero tra loro differire di secoli, mostrano pressocchè l’identico ordine di successione  delle modanature che  come nei templi in arenaria di Khajuraho  sviluppano l’adhishthana nella successione di bitha e di pitha, di zoccolo e plinto, prima del vedibhandha già canonico, un’innovazione che rispetto alla  fedele che nei templi di Khajuraho compia la pradakdshina esterna innalzerà grandiosamente le pareti e la  mole incombente del tempio nel suo apparato statuario, tanto più che vi saranno  sopraelevati nei templi maggiori sandhara gli  stessi balconi  dei transetti.

l impiego del granito in luogo dell’arenaria  nei templi ad essi antecedenti in Khajuraho e nel Bundelkand circostante, consente le  modanature di kapotas,  jadhya kumbas, karnikas e pattika, mistilinee, mentre vi esclude quelle di grasapattikas di kirtimukkas,  vi  ingenera il profluvio di rombi floreali diamantini e di rosette, jalaka patter nei kura dei vedibhanda , come nei corsi sottostanti ai vedikas delle pareti laterali e alle trabeazioni, ma vi preclude ogni ornamentazione lotiforme.

Il loro ordine di successione vi è il seguente, che  nel tempio di Makarbai se ne differenzia solo nelle prime due modanature dello zoccolo, entrambe decorate a rombi. Il basamento iniziale del bitha, o zoccolo, consiste di tre modanature, quella iniziale e quella terminale lisce, mentre quella intermedia è fregiata o di rombi floreali diamantini o di una cordonatura   circolare  intermedia e aggettante  . O Isolati o alternati a rosette, essi sono il motivo ornamentale che pervade tutto il complesso dei due edifici di culto gemini, in compresenza con le orlature di pattikas e kapotas, di gagarakas inferiori e di takarikas sovrastanti, e sono variate solo da reticoli-jalaka e palmette, che secondo un’istanza invalsa già nei templi Pratihara, sono il fregio di prammatica del primo corso delle trabeazioni

Sullo zoccolo si stagliano inconfondibili le conformazioni ulteriori del plinto, o pitha, composte di un jadya kumba , un karnika intermedio , un kapota  che lo rinserra come il jadhya kumba che è ugualmente ornato di gagarakas e di takarikas, con un fregio di rombi. floreali diamantini alternati a rosette

Quindi si susseguono le modanature del podio, o vedibhanda , un kura reticolato a scacchi, secondo il motivo del jalaka pattern, un kumbha con madhya banda fregiata di takarikas frontali, che intercorre tra rombi e le stilizzazioni dell’abbondanza di vasi floreali, un kalasa insolitamente fregiato di gararakas sottostanti e di takarikas superiori, sormontato a sua volta da kapota e da pattika, ambedue abbellite con un fregio di rosette e rombi diamantini e con gagarakas inferiori, il kapota anche con takarikas superiori.

All’altezza della proiezione centrale dei badhras dei templi, tra la seconda modanatura dello zoccolo e il vedibhanda nei templi delle chausat yogini di Dhoni, e di Vyas Badhora si erge una nicchia che conteneva una statua , preludendo alle nicchia semplice o alle duplici edicole duplice ( in Via Badhora)( o in  Baragaon )due (nicchie) che compaiono nel badhra. Rombi floreali diamantini ricorrono nel corso intermedio della decorazione dei pilastri badhrakas** e lungo lo stipite inferiore di tutte quante le nicchie.

Jangha Nei primi templi Chandella  in granito- il Chausat Yogini mandir e il tempio Lalguan e Brahma di Khajuraho, il tempio di Shiva di Doni, i templi in Mau Suhania e Dhubela - le pareti del Jangha appaiono scandite in proiezioni di rathas. spoglie di ogni ornamentazione in rilievo, il cui solo motivo ornamentale  il ricorso di uno o più  pattikas che fungono da bordi o  come un madhya banda separano in due parti  il jangha del tempio

Nel  tempio di Sijari, ,. In pareti lisce ma scanditi sempre dal pattika di un madhya in due settori subentrano sia pure i soli pannelli di rombi e pentagoni.

E già nel Chausat Yogin i mandir di Doni, nei templi shivaita di Vyas Badhora, in quello Rahila presso Mahoba, ed in quello di Makarbai che le proiezioni del santuario e del vestibolo si fanno pilastri ornamentati in due sezioni,  che inquadrano ciascuno un  rombo floreale diamantino ingrandito, come nelle nicchie del badhra centrale  o dell’antarala, che  nei templi chausat yogini di Doni e in quello Rahila è ipotizzabile che albergassero statue.

Si tratta  dunque per lo più di templi che in conformità con la disponibilità e la difficoltà di lavorazione del granito, mentre dei templi maggiori in arenaria dei Candella anticipano l elevazione su una piattaforma e la ampliazione dell’adishtana in zoccolo, plinto e podio, con la novità del karnika, l’esclusione del grasa pattika e del motivo  del fiore di loto e delle volute, ravvisabili solo nella piattaforma del tempio Rahila,  tranne che nelle nicchie inferiori sovrapposte all’adhishtana, ai lati degli ingressi dei portici e nei portali  d’accesso al garbagriha, con inserti in arenaria, si spogliano di ogni ornamentazione esteriore e di ogni icona degli dei hindu. Ciò rispetto agli antecedenti templi Pratihara, che verranno riesumati alla perfezione in quelli minori dei complessi panchayatana di Khajuraho, comporta la perdita delle eminenza devozionale esterna delle statue delle nicchie di badhra e di antarala,  della installazione di dikpalas nelle proiezioni d’angolo, i karna, di apsaras e ninfe celestiali varie nelle sontuose paraste di pratirathas intermedie, con il venir meno di ogni esterna pradakshina.

24 gennaio 2017

 

L’India distante e l India che stiamo diventando

La mia mente già intorta di suo nel mio negarmi di tutto pur di potere avere l’autorevolezza di dire di no a quanto mi si richieda oltre le mie possibilità, ora da parte di Mohamad, ora di Kailash, ora quanto a mia madre da sorella e fratello che a me s'interessanio solo per questo, rifacendomi a quanto non ho consentito all’uno per giustificare ciò che rifiuto all’altro, non poteva trovare modo di dispiegarsi maggiormente che di fronte alla richiesta inoltratami al telefono da Mohammad , verso mezzogiorno, di berci insieme una birra nell Home stay dove seguita ad essere al lavoro . Era la birra che un cliente, che aveva appena lasciato l hotel,. aveva ordinato e non aveva consumato

 

Con qualche incertezza ho consentito al momento, credendo che si trattasse di una birra oramai pagata e che in un modo o nell’altro sarebbe finita bevuta. dal ragazzo. Era un autentico rito di passaggio, uno svezzamento per Mohammad.

 

In mattinata, mi confidava come lo raggiungevo, s’era scordato di dire le preghiere del Ramadan, e dunque poteva tranquillamente continuare a non tenerne conto, e consumare quella che sarebbe stata altrimenti una trasgressione grave. per la sua fede

 

In realtà la birra era da pagare e a disposizione di qualsiasi cliente. Ho chiesto al ragazzo di farsi dire al telefono quanto costasse dal suo sovrastante e quando h sentito l’importo , che ammontava ad oltre 200 rupie che sarebbero finite nelle casse dell hotel dopo tutto quanto già ho versato per il sostentamento del ragazzo, per sfamare il quale, durante il turno diurno l’owner o boss non aveva ancora provveduto a fornire le dispensa di farina e riso e lenticchie, obbligandomi per il doppio del suo miserrimo stipendio a sfamarlo in casa nostra, grazie a Kailash addetto in cucina, mi sono rivoltato e ho detto no, reiterandolo al ragazzo che non voleva farsi una ragione del mio rifiuto.

 

“ Tu seguiteresti a chiedermela, e non posso renderti dipendente da una bevanda che costa il doppio di quanto guadagniate tu o Kailash lo stesso giorno.….

 

Io non sono islamico, e per me bere birra non è niente di negativo, si tratta di ciò che significa il suo berla e pagarne il costo nelle nostre condizioni di vita.

 

Almeno dovremmo telefonare anche ad Ajay, e chiedergli se vuole berne anche lui e lasciargliene un po’. E pensa che bello se ritorno a casa e dico a Kailash che ti ho pagato da bere una birra, quando insieme non ne beviamo mai, e ho fatto di tutto, innanzitutto astenendomene, perché smettesse di bere ogni tipo di alcolico e non si rovinasse la salute e la reputazione.

 

“ Ma lui è un bevitore lo stesso. L’ ho.visto più volte bere…

 

“ Lo so, e chissà quanto denaro così mi ha buttato via che serviva ai nostri bambini Ma non beve più da tempo, o almeno si sforza …”

 

Il ragazzo si dava da fare nella hall, saliva e scendeva la scale, mostrandosi tutt’altro che consenziente.

 

“ Ma quando ne abbiamo parlato al telefono ne eri contento…”

 

“ Ed ora ti sto dicendo quello che ti direbbe e vorrebbe che ti dicessi tuo padre.

 

Consumassi pagando, in una situazione normale, poi mi chiederesti ancora di bere insieme altre birre, e mi diresti di non poterne fare più a meno, quando ti vengo a trovare, ti conosco Mohammad. Non posso permettertelo e non posso permettermelo.”

 

Il ragazzo mi precedeva senza fare parola nell'uscita dall' hotel, e quando lo incrociavo e lo salutavo, con kurkurè e patatine per pasto, indispettito non mi rivolgeva la parola.

 

Io che invano gli avevo ripetuto come in questi giorni la mia mente fosse stata devastata dai contatti che avevo ripreso con me i miei familiari italiani, dal loro disconoscimento che un altro era il mio mondo da quello che era diventato il loro, e che altri ne erano gli ordini di grandezza economici e l entità della parola sacrificio , che invano l'avevo pregato che avesse riguardo della mia fragilità pericolosa, mi precipitavo in casa nella mia stanza, raccattavo tutti i soldi che vi erano disponibili, per fare istantaneamente ritorno infuriato alla reception dell hotel, e scagliarveli di fronte al suo sovrastante gridando “ Sono per Mohammad, per tutte le birre che voglia bere e per fare sesso…”, un riferimento non velato all’ uso prevalente che si fa dell hotel, e che Mohammad nella sua verginità ha dovuto affrontare in modo toccantee, riordinando stanze lasciate nel caos totale, raccogliendo condom al cioccolato, di cui, più che lo scrivente, sapeva l 'uso anale.

 

Poi solo una seconda volta rispondevo al suo richiamo al telefono, che mi lasciava almeno intendere che non si era irrigidito nella sua scontrosità, e gli ripetevo per quali uso gli avessi lasciato tutto quel denaro.

 

" In this way You can enjoy..."

 

Il ragazzo me lo sarei ritrovato di lì a qualche minuto in stanza , pronto a dirmi mentre la mia mano già ne scompigliava i capelli, carezzandolo tormentosamente

 

“ I am a child,..."

 

“ Io sono stato piuttosto un bambino, dicevo accogliendolo in un abbraccio più forte, felice di ritrovarci già amici come prima l uno tra le braccia dell’altro.

 

Con se aveva il mio denaro ch' era finito sparso alla rinfusa.

 

Meno forse di quanto avevo sparso, a ricordarmi, in virtù del soprastante, quanto l intelligenza indiana sia specializzata nel profittare di chi perda la calma.

 

“ Ieri ero venuto per dirti il proverbio secondo il quale chi resta tranquillo può dominare il mondo…Oggi che non sono ora in grado di insegnarti niente…

 

“ E 'la nostra amicizia, la nostra amicizia che conta… Ho sorriso, quando hai detto al telefono a che poteva servire il tuo denaro. Per quello ci vuole molto, molto di più”

 

Nel poco tempo che ci restava, chiedevo ulteriori ragguagli sulla sua situazione in hotel.

 

“ E il riso, la farina, le lenticchie le hanno portate in cucina, per provvedere a te come fanno per i clienti, andando fin chissà dove per procurare loro da mangiare?”

 

Nulla, ma questa mattina il sovrastante gli aveva cucinato la colazione. In compenso l'owner, il padrone, ieri sera gli aveva chiesto di curvarsi a pulire a mano tutti i pavimenti con un secchio d’acqua e lo strofinaccio. Così sarebbero venuti ben più lindi…Questa ordinanza gliel'aveva trasmessa dopo che l impiego iniziale alla reception si era esteso alla pulizia di tutte le stanze, dei corridoi, dei balconi, all’utilizzo del ragazzo in lavanderia ed in cucina., per l innaffiatura delle piante e il riassetto all’esterno.

 

“E tu?”

 

“ Ho mentito…Gli ho detto che mi sarebbe venuto un gran male alla schiena se mi fossi inchinato e lui ha lasciato perdere…” “

 

La depressione con cui la mia mente accoglieva quanto mi veniva dicendo, non era in grado di riconfortarlo, ammaestrandolo che così apprendeva ogni aspetto del mestiere, che gli conveniva rifarsi alle opportunità che poteva trarne, nel lavarsi i panni e fare la doccia, cucinarsi almeno qualche papadam, tornando a ripetergli quanto riprendere la scuola potesse servirgli per salvaguardarsi dalle pretese eccessive del suo boss.

 

“ Mentirgli, certo, e che ti resta da fare? Loro si lamentano di non trovare ragazzi con delle capacità., dicono per questo di voler mollare tutto Poi quando ne trovano uno speciale che le capacità le ha tutte, come te, ne fanno un gulam, lo riducono a uno schiavo. Obbligandolo a essere “ciatur” e a mentire…”

 

Anche ieri gli avevo detto quanto mi amareggiasse la situazione di Kailash, che anch’egli era stato assunto per 12 ore, la notte, ed ora è richiesto il di quanto la notte.

 

" Kailash, quando riprendi?"

 

" Come mi chiamano di nuovo"

 

L’avevo lasciato ieri sera in hotel, e già ve l’avevo ritrovato al telefono di nuovo a mezzogiorno, dopo che vi era rimasto tutta la notte..

 

“ Il padrone deve andare a Mahoba…”

 

“ Gli ho detto che per me può lasciare l hotel quando vuole, che in simili condizioni nessuno lo obbliga a restarvi…Ha oramai quarant’anni, è padre di tre figli..”

 

“E che potrebbe fare invece?

 

“ Piuttosto anche restarsene solo in casa a prendersi cura di Ajay, di Poorti e di Chandu. Mi spiace non sono indiano, e mi è intollerabile che per non più di 4.000 rupie uno si senta padrone della sua vita. Kailash è una persona, e un amico che amo”

 

Il mio punto di vista sul padre l ho espresso anche ad Ajay, il quale è stato d’accordo sul fatto che papà avesse ben motivo di lasciare l hotel ad ogni momento. Quanto a Mohammad, non aveva ragione a suo dire di lamentarsi, per Ajay era ovvio come lo splendere del sole che un ragazzo in hotel debba essere impiegato in tutte le mansioni che si presentano.da assolvere

 

Raggiungevo Kailash sul far della sera, in hotel dove era confinato di nuovo, e dove una prima volta si era sottratto a un nostro incontro. Pochi preliminari, ed aveva da dirmi quel che in mattinata gli era successo in hotel., e che spiegava escandescenze cui si era lasciato andare in famiglia, perché non aveva voluto parlarmi.

 

Quando la coppia di indiani di Lucknow che era l unica che vi soggiornasse aveva lasciato l hotel, lui si era sbagliato nell’addebito del pernottamento, ed invece di due notti aveva chiesto che ne pagassero solo una, per l 'importo di 2.000 anziché di 4.000 rupie

 

Un errore che gli costava la perdita di metà della sua retribuzione mensile, che pregustava già di percepire dopodomani.

 

Come costernato se ne è reso conto, ha cercato di mettere a frutto le conversazioni che aveva avuto con la coppia(,) ricordandosi che aveva suggerito a entrambi di fare rientro in Lucknow via Chhatarpur, Mahoba.

 

Con un suo amico tassista si è messo così sulle loro tracce sulla via di Chhatarpur, dove ha avuto la buona ventura di raggiungerli , facendosi consegnare l importo di 2.000 rupie che fraudolentemente avevano taciuto alla reception ch’ egli avesse avuto da ritirare ulteriormente da loro .

 

Così gli restavano però addebitate le 1.500 rupie della corsa di andata e ritorno da Chhatarpur, che sarebbero state richieste dal tassista al padrone e che questi, rifacendosi su Kailash, avrebbe decurtato, “ cut”, “ tout court”, dal suo prossimo stipendio.

 

Accasciato accusavo il colpo e mi portavo le mani al volto al cospetto dell’amico..

 

Quindi estraevo le 1.500 rupie che sarebbero mancate al suo stipendio, ch’egli di lì a poco mi infilava delicatamente nel taschino della camicia, dopo averne in un primo tempo accettate 1.000

 

“ Con tutto il lavoro extra senza over money che hai fatto per quell’individuo di cui sei al servizio “

 

Di li a poco Kailash era di ritorno con una Coca cola frizzante in un bicchiere d’acqua.

 

Avrebbe provato a chiedere al padrone se poteva soprassedere. Si consolava del fatto che se la vettura non avesse raggiunto quella coppia, con le 2.000 rupie avrebbe perduto anche le 1.500 della corsa, che il capo che tiene a lui così tanto, che solo in lui ripone piena fiducia, non avrebbe mancato di detrarre integralmente dal suo stipendio, sicché per un mese avrebbe lavorato di giorno e di notte per zero, zero zero, al più 5.00 rupie.

 

Mi allontanavo per seguitare intorno al tempio Matangheswara i miei studi sui templi Chandella in granito, ne ritornavo da Kailash per riconsegnargli quelle mille rupie, certo che un qualsiasi padrone indiano non avrebbe usato all’amico sconti, remissioni o indulgenze.

 

Quanto alla birra che avevo negato a Mohammad, certo che si fa così con i ragazzi, mi ribadiva Kailash, anche lui si era rifiutato di berne, quando era stato invitato a farlo al raggiungimento della coppia di Lucknow, dall’amico tassista che sedeva ora al suo fianco.

 

In Khajuraho la devono soprattutto i Lapkas per mostrare che hanno messo soldi da parte, è l’allentamento dei costumi che ostentano i ricchi, mentre i muratori, i masjdur devono whisky indiano di mahua, assai più economico e dannoso.

 

Al computer , poi al mio rientro in stanza, mi sarebbe comparsa l immagine di Angela Merkel intenta a bersi gaudiosa la più dissetante e invitante pinta di birra

 

29 maggio 2017

Razza padrona

 

 

"Are you sleeping?” è il rimprovero che a Kailash ha inoltrato ieri mattina il suo padrone, uno dei figli del proprietario dell Hotel Harmony, per averlo sorpreso tramortito dal sonno tra le 9 e le 10 del mattino.

“La verità, mi ha detto Kailash, è che anche ieri notte in Hotel non ho dormito per tenerlo aperto e avvistare i turisti indiani che arrivassero prima dell’alba”.

Anche stamane a 45 giorni dalla sua assunzione, non se ne parla nemmeno di retribuirlo, il proprietario dell’hotel Surya è uno dei tanti che gli chiede ogni giorno di passare alle sue dipendenze, ma per il rispetto che ha per il suo padrone più che per me e per i suoi figli, Kailash tergiversa ancora senza decidersi.” Kailash, gli ho appena ripetuto, per pagarti il tuo padrone deve fare soltanto quello che ho appena fatto per te e i nostri cari, andare all atm e prelevare 4.000 rupie invece delle 10.000 che ho appena ritirato per noi tutti”.

E’ lo stesso per Ajay, e lo stesso per Mohammad. Manoj, il suo proprietario, se ne è andato fuori di Khajuraho dopo avere solo promesso che provvederà al pagamento quando farà ritorno. Con il ragazzo che è di turno di notte è già in ritardo di 10 giorni nel pagamento del salario che gli spetta.

E' la solita storia, per Kailash, Mohammad, od Ajay, di un proprietario o big owner che si assenta, e ai figli o a chi resta non dà alcuna disposizione o mandato di pagamento dei salari dovuti ai propri lavoratori

“Mohammad, voi avete bisogno di quel denaro per mangiare e per campare, il vostro salario viene prima di tutto, che ne sarebbe di Kailash e dei suoi e di te, se oltre al salario non riceveste il mio aiuto? E’ o non è così? Che ci vuole a tenere conto in un registro di quando i propri lavoratori devono essere pagati e assicurarne la retribuzione prima di qualsiasi partenza. Quando lascio la casa di Kailash io pago in anticipo ogni conto in sospeso”

“ Yes, but save quiet mind , don t be exagerated…”

Al che innervosendomi ulteriormente più di quanto le sue parole potessero calmarmi “ Sono io, o è la situazione che è troppo esagerata?”

E’ la stessa storia, quella di Kailash, di Mohammad, di Ajay, che è alle origini della mia acquisizione di uno smartphone Lenovo, di seconda mano, che ho dovuto pur procurarmi per provvedere nei prossimi giorni alle fotografie dei templi di Akora, nell'Uttar Pradesh.

Era di un amico di Mohammad in Kanpur, il cui padrone se ne è andato in pellegrinaggio alla Mecca senza dare disposizioni perché il giovinetto fosse remunerato E siccome a giorni incombe la festa di Id, per la quale serviva assolutamente un vestito nuovo all’amico di Mohammad ed a sua madre, il giovane si è rifatto a Mohammad per procurarsi i soldi degli abiti rivendendo lo smart-phone, il ricavato della cui vendita gli è pervenuto per il tramite di un cugino di Mohammad che in Kanpur ha fatto ritorno.

Se c’è una morale di fondo di tutto questo é che Mohammad e Kailash sono oramai entrambi molto più forti di me, in un India dove sopravvive e resiste chi non ha alcun senso dei suoi diritti o ne fa tacere la voce.

 

Per un primo bilancio di questo mio soggiorno in India

 

Chiedevo ieri a Mohammad che avevo raggiunto in albergo, se poteva condividere la mia soddisfazione per come durante questo mio soggiorno indiano che volge al termine, con la mia situazione personale siano mutate la sua e quella di chi qui ho caro come lui A febbraio ero giunto in India dopo essere appena risalito dalla depressione più acuta, ogni mattina mi chiedevo in che modo potessi togliermi la vita, ogni volta che mi recavo a trovare mia madre dovevo resistere all’attrazione del vuoto che esercitava su di me l’altezza del sesto piano a cui abita, e il ragazzo l’avevo trovato nello stesso precipizio cui potevo guardare ora a distanza dall alto, in preda alle stesse crisi suicidarie da cui ero reduce, per la miseria familiare e il suo infelice amore di M.Nella sua esistenza inerte stazionava in attesa di accingersi agli esami di licenza della decima classe senza aver alcuna possibilità di un buon esito,/ valido, poiché durante l’anno in corso non aveva frequentato la scuola per i suoi travagli mentali.

 

Di li a qualche settimana il padre avrebbe chiuso il suo spaccio di the per non esservi costretto dal marahaja, di fronte alle rimostranze dei venditori retrostanti del suo bazar, convinti che i discorsi irriguardosi verso la religione hindu degli avventori mussulmani del padre allontanassero dai loro negozi i clienti hindu.. La situazione familiare si sarebbe così aggravata fino ai patimenti della fame, prima della partenza dei genitori di Mohammad e della sorella per la casa della nonna materna, in Kanpur , mentre il ragazzo sarebbe rimasto in Khajuraho in cerca di un lavoro quantomai improbabile, nel corso della bassa stagione turistica con l’avvento del caldo.

 

Nello stesso frangente di tempo la sua chiusura temporanea avviava a un suo epilogo il nostro negozio di handicrafts, in cui Kailash ed Ajay si erano avvicendati senza guadagni di sorta, e l’autoricksaw che il mio amico lasciava affidato alla guida di Raju non compensava che in rare occasioni i mancati introiti del negozio. La mente di Kailash intanto si veniva per questo oscurando, ed il suo indebolimento per l’angoscia di non riuscire ad assicurare un futuro alla moglie e ai figli si faceva perdita di fiducia e chiusura tetra nei miei confronti

 

gelosia ossessiva e investigazione indiscreta nei riguardi di Mohammad, che temeva di nuovo che gli insidiasse il mio sostegno. Si intensificavano le pratiche religiose rituali del suo culto di Hanuman, il suo bisogno di dormire sempre di più , la tentazione di darsi di nuovo all’alcool per sopirvi il dolore della consapevolezza mentale

 

Ma oramai, a due mesi di distanza, Mohammad un lavoro per 3.000 rupie al mese, per improbo che fosse, l’aveva da più settimane, nell Home stay in cui ci ritrovavamo e di cui era divenuto il factotum diurno oramai insostituibile per la fiducia riscossa, tanta ne è la bravura e l’afffidabilità, quando all inizio era stato assunto in prova per svolgere una sola mansione, ed il padre, rientrato da Kanpur prima della moglie e della figlia, era ora il conducente dello stesso autorickshaw di Kailash, Come il figlio, dalla reception dell’ home stay, questi poteva assicurargli clienti di sightseing escursioni turistiche, o in arrivo dalla stazione ferroviaria o ad essa di ritorno, ora quale addetto generale dell hotel Harmony in cui dopo molti anni era tornato al lavoro, per un incarico che avrebbe dovuto essere solo notturno, mentre ora il padrone lo voleva a sua disposizione ventiquattrore su ventiquattro.

 

Già l’altro ieri Mohammad mi aveva avvertito di non illudermi sul fatto che per queste ragioni fosse ora felice, solo perché il suo volto era ridente e non si abbuiava più , ed i suoi discorsi non declinavano più lungo una certa china

 

Con il lavoro era venuta meno la realtà diurna esterna all’hotel, che il proprietario considerava un regno di cui per 3.000 rupie aveva fatto il suo schiavo, ma ora, questa era la differenza, egli era più forte nell’affrontare la vita

 

“ E’ proprio così, come già supponevo, anche per la ragione che pure se ti ho detto che se lasciavi l hotel avevi la mia comprensione,, tu hai voluto restare, per scrivere i contenuti di questo nuovo capitolo della tua esistenza”-

 

“ Prima, sai, non ero attivo, non mi prendevo cura di niente. Ed è come se solo ora con il lavoro io sia entrato nella realtà, .imparando che cosa sia un padrone. Ma per 3.000 rupie egli ha al suo servizio una persona. non un robot. E anche i robot richiedono tempo per la loro ricarica, mentre lui pretende che al suo servizio io non conosca riposo ”

 

L’ultimo divieto che il suo boss gli aveva espresso era quello di fare uso del suo smartphone durante le 12 ore di servizio. Lo lasciasse in una stanza, per riprenderlo solo quando dodici ore dopo avesse ricevuto il cambio dal ragazzo di turno la notte..

 

Ma Mohammad, ben più forte di me, che di ogni persona che ha potere conservo una fobia succube che rasenta il terrore, non lo temeva affatto, e la linfa prodigiosa della sua intelligenza spontanea sapeva suggerirgli ogni escogitazione astuta per ovviarne la pressione esplosiva.

 

“ Certi lavori, come la pulizia di questo salone, è meglio farli bene, non per il meglio. Altrimenti poi mi manda a pulire anche il terrazzo.”.

 

Per parte mia al ragazzo seguito a consigliare il rientro a scuola anche per difendersi dalle istanze oppressive del suo capo, così come la permanenza in hotel lo difende dallo speculare lucrativo sulle sue fatiche dei suoi familiari, che guardano ora soddisfatti solo alla remunerazione del suo lavoro, e tendono a non tener conto, o debbono ignorare, ciò che per quel salario deve subire.

 

Quello che si presentava come un home stay, nel corso della stagione turistica morta si è rivelato un albergo a ore per coppie di amanti, di cui Mohammad, che tutto sa del sesso, ma che è vergine, deve raccogliere i resti in camera della consumazione dei rapporti, lenzuola e condom. Alcuni giorni avanti un uomo gli ha inoltrato un lenzuolo da sostituire macchiato di sangue, perché la giovane era al suo primo rapporto ed era stata da lui appena deflorata..

 

“ Ho vomitato due volte, mi ha confidato Mohammad, ancora sotto shock, “ e aveva la testa “ rumnning running”, che mi girava, mi girava.. Dal corridoio potevo sentire le grida della ragazza”

 

Mi ha chiesto il nome in inglese della membrana che le era stata rotta con la deflorazione, poi alla voce imene ha cercato immagini di vagine aperte, dove si pubblicizzava come una donna possa ricostruire la propria verginità fisica, prima di abbandonare lì tutto con il dirmi “ Ah, ma io di sesso non ne voglio sapere, , non mi interessa”

 

A volte vagheggia di sposare la cugina che gli è destinata in sposa, ma il più delle volte torna sull idea fissa di non maritarsi, che è l orientamento sempre più diffuso di tanti giovani indiani. Vale la pena per loro di sposarsi solo se si ha un lavoro retribuito bene, e maritarsi è comunque avversato, perché comunque genera tensione, litigi continui, ti riserva una moglie e dei figli che vogliono che tu ne sia il servo, il loro gulam, continue beghe da sedare tra madre e la moglie.

 

“Ma i bambini sono così belli, Mohammad, pensa a Chandu.. “

 

“Se ne può sempre adottare uno, l’Ali di cui saresti il Babbà” è la sua consueta risposta divertita.

 

Nel suo cuore, in verità, c’è ancora uno scomparto dolente per la perduta M.

 

Ma la sua volontà di rivalsa su di lei , per quanto per lei ha sofferto, si prefigge continue piccole vendette, sue revenges, non lo sfregio con l’acido con cui in casa tinteggia i vestiti, ma l’hackeraggio devastante, di cui è già maestro.

 

Così una volta a lei e al fratello ha fatto scomparire ogni dato del cellulare di cui conosce il numero, ed in questi giorni mi ha mostrato come con certi programmi che ha hacherato, convertendo la voce da maschile a femminile, può appropriarsi di un numero di telefono per corrispondere con un altro ancora, quello del futuro sposo di M. con la voce simulata di lei, per farle dire le cose più obbrobriose e rovinose della propria reputazione.

 

Oppure ha fantasticato di bloccare per un anno il conto corrente della ragazza, di indurla a doversi recarsi in banca per ritirarne l’ammontare di un acquisto impostole, e vedersi decurtato il conto in banca di un quarto di quanto vi ha depositato.

 

“ E’ multipla la nostra mente, “ nel recedere dai suoi criminosi intenti ridacchia Mohammad , e certi suoi settori sono veramente sporchi…”

 

“ Sembra proprio, Mohammad , che in India gli hackers abbiano sostituito il tantrismo come magia nera”

 

“ Si, e se è per questo c’è anche una scuola per hackers, in Delhi” mi erudisce il ragazzo.

 

E ‘ bene, io credo, che con me che ne sono con il suo più caro amico confidi tali cose, perché così si fa consapevole dei suoi lati oscuri, di come io e lui, come ogni altro, siamo dei gran madarchod, e perda ogni presuntuosa supponenza di giudice di una perfezione assoluta del fare altrui.

 

Solo che altre volte, come quando mi chiede se anch’io guardi i filmati pornografici di You tube e allora mi masturbi, temo che l’eccesso di confidenza e di affettuosità intima che tra noi intercorre mi inibisca di essere la sua backbone, la sua spina dorsale. Più compromettente per la mia immagine educatrice, di “ vecchio bambino”, è in realtà la depressione che mi esaspera e mi esagita al suo cospetto, o quando con lui sono al telefono, se mi sommuove di dentro l inferno delle mie relazioni familiari. S’invertono allora le parti, ed egli, assumendo i panni di sufi che gli s’attagliano a meraviglia, con la naturalezza più immediata sa sentenziare immediatamente a me, divenutone allievo, le risposte e le massime più sagge e illuminanti

 

“ Lascia passare del tempo prima di rispondere, La risposta immediata è piena di rabbia e contiene cose di cui potresti pentirti.

 

“ Sii dolce nella tua risposta. Lascia parlare il cuore”

 

In realtà le sue supposizioni sulle mie frequentazioni pornografiche erano state alimentate da un indirizzo compromettente che non è sfuggito ai suoi occhi tra le cronologie del mio computer, - vi ricorreva non sapevo come, e nel tentativo poi di rimuoverlo ne ho rilevato innumerevoli altri che facevano capo a siti porno in hindi, o coreani, quali un sunny lion naked fuck, indelebile, o un koren xxx, Erano in data 6 maggio di quest anno, quando io stavo in Delhi, ed il mio computer era rimasto nella mia stanza. Ne ho parlato a Kailash, ed egli si è ricordato che proprio quel giorno vi aveva alloggiato un cugino della moglie, che aveva così spaziato in internet. durante tutto il tempo della sua permanenza. ( continua

 

Per un bilancio conclusivo di questo mio soggiorno in India

Seconda parte

 

( Così terminava la parte precedente...

 

In realtà le sue ( di Mohammad) supposizioni sulle mie frequentazioni pornografiche erano state alimentate da un indirizzo compromettente che non è sfuggito ai suoi occhi tra le cronologie del mio computer, - vi ricorreva non sapevo come, e nel tentativo poi di rimuoverlo ne ho rilevato innumerevoli altri che facevano capo a siti porno in hindi, o coreani, quali un sunny lion naked fuck, indelebile, o un koren xxx, Erano in data 6 maggio di quest anno, quando io stavo in Delhi, ed il mio computer era rimasto nella mia stanza. Ne ho parlato a Kailash, ed egli si è ricordato che proprio quel giorno vi aveva alloggiato un cugino della moglie, che aveva così spaziato in internet. durante tutto il tempo della sua permanenza. ( continua)

6 giugno 2017

 

Seguito ( stesura provvisoria)

 

L’amico ora lo vedo e gli parlo in tarda mattinata quand’è di rientro dall hotel Harmony, o quando sul far della sera debbo risvegliarlo dai sonni pachidermici che richiede la sua meravigliosa mente, nelle patologie incombenti, di una la schizofrenia paranoide, altrimenti lo raggiungo in hotel ove distesamente ora ci parliamo e ci confrontiamo. La sera con me l’uomo di casa ora è(il ) figlio Ajay, di rientro dal suo turno diurno nella Casa di William, l’hotel dove cessate egli le scuole con un esito positivo dei più striminziti, ha raccolto l'invito di un amico e si è messo al lavoro senza mai assentarsi un giorno o riscontrare ardui problemi.

La sua presenza è indispensabile di notte perché io non posso dormire in un' unica stanza con la madre e la sorellina e il mio amore di bambino, Chandu adorato, e devo accomiatarmi da loro non appena Vimala , lavate in cortile le stoviglie, si accomoda sulle stuoie distese sul pavimento a dormire, viene spenta la luce e nella camera rimane diffuso solo il clangore luminoso dei cartoon che Chandu seguita imperterrito a guardare alla televisione , mentr’io mi ritiro nella mia stanza per le ultime mie cose al computer.

E’ Ajay che la sera subentra al padre in cucina per prepararmi la pietanza della cena, il più delle volte saporitissimi quanto semplici spaghetti al pomodoro, al mattino per cucinarmi fragranti omelettes, mentre la madre predispone nel frigorifero o ne preleva per me le bottiglie di acqua potabile messavi a raffreddare.

Ma in cucina , uno stanzone chiuso, di sera e al mattino, e ancor più di mezzogiorno, ora cucinare è davvero improbo cimento, perché vi si raggiungono temperature infernali che superano quelle che ora surriscaldano l' India tutta, allora Kailash vi resta in mutande, tracimando sudore mentre è addetto al fornello, dapprima per preparare deliziosi piatti leggeri e insalate di frutta per me e lo stesso Mohamamad , se non ha potuto fare rientro a casa dal vicino home stay, poi immancabilmente chappati e verdure piccanti, o riso e curry, per se e i figli e la moglie, che lo coadiuva.

E’ meraviglioso come quando cucina per Mohammad , sistemi le razioni nei comparti della gavetta con una cura e un’attenzione delicata che è ora affetto vivo e stima sincera del ragazzo, non più l offerta riguardosa dell’” acqua amara della gelosia”, dedita al ragazzo per contentarmi nella persona che egli era disperato che io potessi amare più di lui.

Anche ieri sera l’amico mio meraviglioso, distogliendosene, ha dovuto stornare il maldicente perfido di turno, che nelle perfide sembianze del sovrastante di Mohammad gli ha mormorato di quanta amicizia vi sia tra me e il ragazzo, “ more than the friendship between Your friend and You” , a quanto rivelavano le nostre effusioni affettive che avevano colto le videocamere interne.

Quando Mohammad ha intrapreso a lavorare, Kailash non mi taceva i suoi dubbi cheil ragazzo volesse davvero fare al mondo qualcosa, “ Finora non ha voluto studiare, vedremo quanto vorrà lavorare” e pur nel ricredersi ha seguitato a diffidarne, consigliandomi di non lasciare il mio portafoglio alla sua portata, quando nell home stay vado nel bagno della camerata a fare la doccia.

Comunque sia, ho dovuto fargli intendere che la frequentazione di Mohammad, ritrovarlo in Khajuraho quando esco di casa, mi ha consentito quanto ancora una fa mi sembrava impossibile, restare in India mesi e mesi senza mai sortire da questo villaggio, un autentico esercizio di temperamento dello spirito, i cui veicoli meditativi sono il lasciar perdere ogni allettante prospettiva di viaggio perché non me lo consentono le risorse in denaro e fisiche che evaporano, e il persistere nelle stesse abitudini quotidiane qui ogni giorno di nuovo, dove, ancora l'estate scorsa, per riconfermare la mia presenza allucinata dalla depressione cronica, dovevo rinnovare ogni pomeriggio il rito archeo-turistico di visitare i templi hindu che studiavo e di cui scrivevo, con l indian ticket che mi era consentito dal diritto di residenza del mio visto di impiego, chiedendomi come avrei trovato la forza di perdurarvi altrimenti.

“ Ora c’è amicizia stretta tra mio padre e uncle Kailash” finanche èuò compiacersi Mohammad, che a lungo, a sua volta. non ha voluto saperne di fidarsi di Kailash

“Ha tanto cuore. mi diceva, ma quando la sua mente impazzisce…”

Il padre di Mohammad in realtà ha sempre ispirato fiducia e simpatia umana a Kailash , per la sua natura di “ simple man”, la cui trasparenza di intenti tradita dai cattivi consigli del ricco parente Bilal in cui ha riposto la più cieca credulità, è valsa a far dileguare nei suoi riguardi l’islamofobia el mio amico, che pure ha esitato per anni a fare rientro nell hotel Harmony , perché avversava il muslim che credeva vi imperversasse al servizio personale dei padroni, di cui era entrato nelle grazie, per entrare in quelle dei clienti di cui farsi conducente e accompagnatore non soltanto occasionale.

“ E' davvero un bel gran risultato, mio caro Mohammad, che la mia famiglia hindu e la tua famiglia musulmana qui in India abbiano trovato modo di cooperare…Dicevi tu stesso che Muslim ed hindu vano d'accordo come cani e gatti...”

“ Ora ho un’altra famiglia, nella tua e di Kailash…”

“ E con quanto tu assicuri ogni mese e con quanto guadagna tuo padre, non avete più il problema di come trovare i soldi per mangiare, Kailash ha un suo salario, quanto Ajay, fino a che cominciano le scuole, ed egli comincia a rivedere la luce, la sua mente è piena di pace…”

E dire che come sono arrivato in India, sedatisi i miei incubi letali che mi strozzavano il respiro , dovevo evitare lo sbando tra il duplice ricatto di un Mohammad che mi stava dicendo che la sera in corso precedeva l ultima notte della sua vita, e Kailash che mi ammoniva di ricordarmi di Bahoriband, dove un padre di famiglia di cui gli avevo detto e di cui mi faceva balenare che poteva seguire l’esempio, aveva sterminato con il cane l’intera famiglia prima di suicidarsi con la stessa arma da fuoco che aveva usato contro di loro.

In realtà da allora, come mi felicitavo con Ajay, papà non ha più inscenato dramas atroci con la moglie ed i figli, o si è mai scontrato con me, come con il calare delle ombre della sera la sua mente si ottenebrava, l'alcol esasperandone le turbe psichiche.,

Così per la mia felice scelta di fare ritorno in India, come ho scritto inutilmente in una recente missiva. “qui tra persone a me care e a cui sono caro, ho ritrovato di nuovo la mia salute e la mia felicità mentale, propiziando la loro, ed ho una vita ancora da vivere”

( Continua)

6 giugno 2017

 

Fino a un anno fa, nella mia vita intellettuale culturale, nei miei  viaggi e nelle mie ricerche  archeologiche mi ha soccorso il senso di una missione che avevo da compiere,  tramite la mia esperienza dal vivo e negli scritti che ne traevo,  in scritti, che come la Volontà in me del Padre mio che è nei cieli su tutto aveva il primato, compresa ogni istanza  familiare, ma che prima o poi era votata a emergere alla luce dell’affermazione e del riscatto di tutto..

 

Quanto poi a chi dovessi prestare soccorso, ho sempre ritenuto che prima che i vincoli di sangue   dovessi  considerare quanto il mio aiuto  fosse  indispensabile, privilegiando tra chi amavo chi non  reperiva altro soccorso che il mio.

 

Ma come la mia mente si è trovata alla resa dei conti del venir meno precipitoso  delle mie risorse disponibili e di ogni confidenza nella mie capacità o possibilità di farmi valere nei miei intenti e progetti, per eccellente che ne fossero l’ispirazione e gli esiti investigativi o artistici,   pur di salvaguardare ciò che ancora mi dà vita, il mio ritorno in India allo studio e alla fruizione della sua eredità culturale presso le persone che amo, propiziando con la mia la loro salute e felicità mentale, nel benessere  o nella salvaguardia dalla miseria che assicuro loro, senza far venir meno per questo l aiuto che reco a mio madre da figlio con minori facoltà contributive e propensioni affettive,  più di quanto già non facessi ho intrapreso a negarmi di tutto e a non consentirmi più niente. Solo cosi,  nella mia vulnerabilità psicologica  potevo trovare la forza di dire di no a chi, contando sul mio aiuto,  seguitava a chiedermi con ogni sorta di ricatto umano quanto eccedeva un uso accorto delle mie risorse.

 

E non è che i ricatti psichicamente più distruttivi venissero da chi aiuto in India, anzi, se solo considero chi  pullula i miei incubi  come un’ entità devastante da rifuggire in ogni modo possibile.

 

Ed è anche  perché nei servigi ammirevoli che presta per mia madre nulla avesse della mia vita di cui ingelosirsi o di che invidiarmi, come sorella maggiore , come tale risulta  secondo la parabola  stessa del  figlio prodigo, che  il mio spirito di sacrificio è stato indotto all’estremo di ogni rinuncia materiale , al compimento di ogni rinuncia che nel suo mondo di vita non è nemmeno concepibile o immaginabile. Così  niente riscaldamento, aria condizionata, pizzerie, ristoranti, cibi e vino prelibati, viaggi, auto, cinema, frequentazioni sociali,  vestiti nuovi, scarpe, acquisti personali di gadget quali smart o i-phone, comforts voluttuari e quant’altro Ed in sintonia, mentre Kailash ha fatto ritorno in hotel per lavorarvi, pur di garantirsi un guadagno mensile di nemmeno 60 euro, una remunerazione che eppure è più che bastante per consentire al proprietario di spadroneggiare giorno e notte sulla sua esistenza, e i bambini evitano di chiedermi qualsiasi cosa, insieme abbiamo chiuso l’ ufficio cui tenevamo tantissimo pur di risparmiare non più di altri 15 euro al mese, qui in Khajuraho non mi consento nemmeno l ingresso ai templi  che stavo studiando e su cui scrivevo, in India ed in Italia viaggiando solo pochissime volte ed  a breve distanza, con rientro in  giornata , se si esclude un mio ritorno a Delhi di tre giorni. In Italia eccettuato l’olio di oliva – sempre di sansa-mi nutro solo di ciò che costa meno di 2 euro la confezione, preferibilmente e possibilmente meno di uno, non vado quasi mai neanche al bar, bevo solo acqua di rubinetto e bibite alle “macchinette”, i libri  li compro raramente e quasi solo in formato e-book, o se sono costosi , come la raccolta di poesie di Seamus Heaney, solo dopo avere rivenduto quelli che possiedo.. Niente che non si renda assolutamente  indispensabile per guasti o furti o  rotture. Ed anche quanto a spese mediche, sostengo solo quelle del trattamento farmacologico che mi consentono di sostenere felicemente lo stato di depressione  di tale anoressia economica.

 

E se anche così i conti non tornano, …dove ha  luogo e inizio  l’ingiustizia e l ingenerosità di cui mi si accusa, rifiutando di riconoscermi alcunché,  in quello che faccio, nemmeno lo stato di invalidità che è all’origine del mio pensionamento ?( Tra l’altro da parte di chi dispone di una casa, che io non ho,  per le scelte cui ho accondisceso che a loro ne hanno assicurata una,  un figlio, od un amico-compagno proprietario di appartamenti e di ville su cui contare ,non già , per una situazione irreversibile, almeno 5 persone indigenti cui provvedere per ogni evenienza, mentre oltre ad affitto e spese condominiali, devo pagare in Italia  i tributi  fissi di luce, acqua, gas, telefono, televisione, rifiuti, in quanto vi risulto residente anche quando sono qui in India,  -così non facessi perderei in Italia ogni assistenza gratuita sanitaria-  laddove  in India non posso sottrarmi ad alcuna analoga spesa domestica durante l intero corso dell’anno.

 

Tale pressione,  per non essere esplosiva,   si è convertita nella rimozione pressocchè integrale di ogni allettamento dei piaceri della vita materiale , anche quello di una semplice birra,   nel riconoscermi la sola dignità della vita di un  porco, che provvede solo ai suoi bisogni quando proprio fa schifo, - e questo passi,  benissimo, talmente mi è divenuto un problema fisico stressante accudire la mia persona, talmente questo state di cose mi ha  ridotto all’ essenziale, estraniandomi  a siderale distanza da ogni forma di mondanità del consorzio umano, da ciò vi luccica e brilla per coloro a cui arride reputazione e successo. Solo che il suo allentamento, svuotandomi di energia,  ha eroso come una carie la mia vita intellettuale e la donazione del mio talento, risolvendosi nell’alienazione da ogni piacere per i viaggi e dall’ulteriore passione investigativa delle mie ricerche,  di ogni propensione per i tesori e  le meraviglie dell’India, come  di ogni altro orizzonte meraviglioso divenutomi  inaccessibile per sempre,   nel non  volerne più sapere che di essere “ dentro  significando”, senza che  più mi tenti, nel mio disdegno, il tramutarlo in un romanzetto o in una raccolta poetica che mi convengano  economicamente.

 

 

 Giù al  mio arrivo a Delhi, il 10 febbraio,  ho colto l’occasione che vi sarei rimasto tre giorni con  Kailash, per archiviare di fatto la mia ricerca sul campo  di metro-tours che  consentissero la visita di antichi monumenti del sultanato e dell’arte moghul con le testimonianze più significative dell’architettura contemporanea, ed ho sfruttato l ultimo giorno, una domenica luminosissima, per  sperimentare personalm ente, insieme al mio amico, come  a partire dal metro-station di Green Park

 

la esplorazione della school for spastich children e del National Institute of fashion Technology  potesse fare capo, in uno stesso itinerario a quella della moschea di Darwesh Shah, della Mohammad Wali Masjid,  incantevole, ed estensivamente della Nili Masjid, del Chor Minar e della Tomba e Moschea di Makdum Sahib.

 

Avrei  tentato di rianimare l impresa , nel mio unico e successivo ritorno in  Delhi,  investigando come nelle peripezie tra gli intrichi della vecchia Delhi la visita della Jama e Fatephuri Masjid,  e del Forte Rosso potesse essere completata dalla ricognizione dei rari interventi di elevazione architettonica della sua vita  moderna di cui già sapevo e che mi restavano da reperire, il Polyclinic for the Destitute oltre la Lahori Gate,  destinato alla riabilitazione di poveri e drogati di strada, 186 e il Maulana Azad Memorial.

 

Ma pervenutovi dalla vecchia stazione della Delhi pre-imperiale , l’Old Delhi Railway station (.25)  lungo la Church Mission Roads in cui era situata la bella Saint  Stephen  Church , l’arteria principale di quella che fu  la British Pahargangi  con i suoi hotel coloniali, trovavo chiuso e in disuso il Policlinico,  ed affossavo anche questa  mia  missione investigativa, che non  ha trovato finora il minimo seguito scritto, e di cui senza alcun utilizzo ho solo preservato le immagini fotografiche, scattate con una Canon che sfuoca e rende irrecuperabile gran parte  delle immagini scattate, ma che non ho ancora trovato l’energia giustificativa che mi valga a  rimpiazzarla.

 

Durante tale breve soggiorno in Delhi si sono create le premesse perché il mio studio dei templi hindu dell India centrale non trovi il suo coronamento in quello della loro massima espressioni qui in Khajuraho.

 

Già al direttore locale, poi al circolo di Bhopal dell’Archaeological Survey of India  avevo inoltrato la richiesta perché essendo ricercatore indipendente con capacità motorie compromesse, mi fosse data la possibilità di pagare il biglietto d’ ingresso  degli indiani di 35 rupie in luogo di quello di 5.00 rupie imposto agli stranieri.

 

Due pomeriggi consecutivi mi sono recato alla Direzione Generale dell’ASI, dai cui membri di certo non mi è stata negata la solita gentilezza formale indiana “ Faremo tutto quello che è in nostro potere, Sir,  che possa venire incontro alle sue esigenze/istanze. Solo che lei deve inoltrarci una seconda richiesta che sia d’entrata libera in luogo dello stesso  biglietto d’ingresso riservato a chi è indiano”

 

 Ma la risposta che due settimane dopo mi perveniva, mi negava ogni biglietto d’ingresso che non fosse per la tariffa discriminatoria di 5.00 rupie,  che mi è insostenibile pagare ripetutamente. , “ since your work is not sponsored by  any reserch organization or  Govt Insitution”,

 

Se penso alla desolazione a proposito dello stato dell’arte in Khajuraho, a che ludibrio turistico sono esposti i suoi monumenti, senza  che sia più approntato alcun antidoto o  controcanto culturale…

 

 

Si isteriliva con tale mancato riconoscimento  la vena stessa della mia  ricerca  sui templi in granito dei  sovrani Chandella  nel Bundelkand, che mi aveva condotto con  Kailash, Poorti ed Ajay,

 

alle sole escursioni cui la mia mente mi ha abilitato, in Vyas Badora  e Hindoravari,  poi in Doni , nello stesso distretto di Chhatarpur,   che abbiamo raggiunto in autorickshaw da Mahoba,  prima di  recarci a Makarbai cui come in Viys Badora facevo ritorno.

 

Si tratta di uno studio comparativo che non ha precedenti,  e di cui fruttuosi erano già gli esiti scritti, ma  che è rimasto al  solo stato di abbozzo preliminare  largamente incompiuto, tanto più dopo che ho appurato che restavano da indagare decine di templi Chandella sparsi in ulteriori villaggi dell Uttar Pradesh,  di cui  solo il mese scorso ho avuto contezza., dove la stessa impasse mi ha impedito finora di recarmi per un sopraluogo

 

Quanto ai tesori della sapienza e dell’arte indiana mi sono limitato a seguitare lo studio e la lettura del’opera scarna di Ramana Maharshi nelle pagine che gli ha dedicato il grandissimo Heinrich Zimmer.

 

Ma i dati salienti sono stati la lettura consolatoria della   esperienza liberatoria che fu per il santo la morte della madre,  e quanto allo stesso Zimmer l’apprendere che uno dei più grandi indologi , benché  altro che il mio fosse il suo milieu.- , sempre per ragioni economiche oltre che per discriminazioni razziali, , non  ebbe  mai aìuna volta a mettere in India, ove oramai ogni linfa culturale vitale si è inaridita  nella sterile inibizione di attingere ancora al suo patrimonio artistico o di cedere alla  seduzione ulteriore della sua bellezza spirituale.

 

Restano le mie ultime Elegia, sempre a livello di varianti incompiute, ulteriori relitti di questo mio naufragio senza soccorso o faro illuminante a riva,

……………********************

 

 

Fino a un anno fa, nei miei  viaggi e nelle mie ricerche  archeologiche mi ha soccorso il senso di una missione che avevo da compiere,  in reports e scritti, che come la Volontà del Padre mio che è nei cieli su tutto aveva il primato, compresa ogni istanza  familiare, e che prima o poi era votata a emergere alla luce delll’affermazione.

 

Quanto poi a chi dovessi prestare soccorso, ho sempre ritenuto che prima che i vincoli di sangue   dovessi  considerare quanto il mio aiuto sia  indispensabile, privilegiando chi  tra chi amavo non trovava altro aiuto che il mio.

 

Ma come la mia mente si è trovata alla resa dei conti del venir meno delle mie risorse disponibili

 

e di ogni confidenza nella mie capacità o possibilità di farmi valere nei miei intenti e progetti, per eccellente che ne fossero l’ispirazione e gli esiti investigativi,   pur di salvaguardare ciò che ancora mi dà vita, il mio ritorno in India allo studio e alla fruizione della sua eredità culturale presso le persone che amo, propiziando con la mia la loro salute e felicità mentale, nel benessere  o nella salvaguardia dalla miseria che assicuro loro, senza far venir meno per questo l aiuto che reco a mio madre da figlio con minori facoltà contributive e propensioni affettive,  più di quanto già non facessi ho intrapreso a negarmi di tutto e a non consentirmi più niente. Solo cosi,  nella mia vulnerabilità e pochezza psicologica  potevo trovare la forza di dire di no a chi, contando sul mio aiuto,  seguitava a chiedermi con ogni forma di ricatto umano quanto eccedeva un uso accorto delle mie risorse.

 

E non è che i ricatti psichicamente più distruttivi venissero da chi aiuto in India, anzi,   se considero anche solo chi  è colei che pullula i miei incubi  come un’ entità infernale, per avermi essa posto in un girone  di eterna infamia come figlio degenere e bastardo, senza altra possibilità di provvisoria redenzione che l’accondiscendere ai diktat di cui rinnova l’,   devastante da rifuggire in ogni modo possibile.

 

Ed è anche  perché nei servigi ammirevoli che presta per mia madre nulla avesse della mia vita di cui ingelosirsi o di che invidiarmi, come sorella maggiore , come tale risulta  secondo la parabola  stessa del  figlio prodigo, che  il mio spirito di sacrificio è stato indotto all’estremo, al compimento di ogni rinuncia che nel suo mondo di vita non è nemmeno concepibile o immaginabile. Così  niente

 

riscaldamento, aria condizionata, pizzerie, ristoranti, cibi e vino prelibati, viaggi, auto, cinema, frequentazioni sociali,  vestiti nuovi, scarpe, acquisti personali di gadget quali smart o i-phone, comforts voluttuari e quant’altro E in sintonia, mentre Kailash ha fatto ritorno in hotel per lavorarvi, pur di garantirsi un guadagno mensile di nemmeno 60 euro, una remunerazione che eppure è più che bastante per consentire al proprietario di spadroneggiare giorno e notte sulla sua esistenza, e i bambini evitano di chiedermi qualsiasi cosa, insieme abbiamo chiuso l’ ufficio cui tenevamo tantissimo pur di risparmiare non più di altri 15 euro al mese, qui in Khajuraho non mi consento nemmeno l ingresso ai templi  che stavo studiando e su cui scrivevo, in India e in Italia viaggiando solo pochissime volte ed  a breve distanza, con rientro in  giornata , se si esclude un mio ritorno a Delhi di tre giorni. In Italia eccettuato l’olio di oliva – sempre di sansa-mi nutro solo di ciò che costa meno di 2 euro la confezione, preferibilmente e possibilmente meno di uno, non vado quasi mai neanche al bar, bevo solo acqua di rubinetto e bibite alle “macchinette”, i libri  li compro raramente e quasi solo in formato e-book, o se sono costosi solo dopo avere rivenduto quelli che possiedo.. Niente più ulteriori vestiti e scarpe o altro, che non si renda assolutamente  indispensabile per guasti o rotture. Ed anche quanto a spese mediche, sostengo solo quelle del trattamento farmacologico che mi consentono di sostenere felicemente lo stato di depressione  di tale anoressia economica.

 

E se anche così i conti non tornano…dove ha  luogo e inizio  l’ingiustizia e l ingenerosità di cui mi si accusa, rifiutando di riconoscermi alcunché , nemmeno lo stato di invalidità che è all origine del mio pensionamento ?( Tra l’altro da parte di chi dispone di una casa, che io non ho,  per le scelte cui ho accondisceso che a loro ne hanno assicurata una,  un figlio, od un amico-compagno proprietario di appartamenti e di ville su cui contare ,non già , per una situazione irreversibile, almeno 5 persone indigenti cui provvedere per ogni evenienza, mentre oltre ad affitto e spese condominiali, devo pagare in Italia  i tributi  fissi di luce, acqua, gas, telefono, televisione, rifiuti, in quanto vi risulto residente anche quando sono qui in India,  -così non facessi perderei in Italia ogni assistenza gratuita sanitaria-  laddove  in India non posso sottrarmi ad alcuna analoga spesa domestica durante l intero corso dell’anno.

 

Tale pressione  per non essere esplosiva  si è commutata nella rimozione di ogni allettamento dei piaceri della vita mondana, anche quello di una semplice birra,  e  nel riconoscermi la sola dignità della vita di un  porco, che provvede solo ai suoi bisogni quando proprio fa schifo, e questo passi,  benissimo, tanto mi è divenuto un problema fisico stressante accudire la mia persona, tanto questo state di cose mi ha  estraniato dal consorzio umano e da ciò vi luccica e brilla a coloro a cui arride reputazione e successo, ma pur anche,  il che è ciò che del tutto è veramente grave, essendo una perdita e non una conquista nella privazione,  costituendo la carie  che erode la mia vita intellettuale e la donazione del mio talento,  si è risolta nell’alienazione da ogni piacere per i viaggi e dall’ulteriore passione investigativa delle mie ricerche,  di ogni propensione per i tesori e  le meraviglie dell’India,  nel non  volerne più sapere che di essere “ dentro  significando”, senza alcuno intento di tramutarlo in un romanzetto che mi convenga  economicamente.

8 giugno 2017

Mohammad , tra essere ancora bambino e il farsi uomo"

 

Mohammad come tanti giovani indiani soffre di una dissociazione  profonda tra una  visione   possessivamente  romantica della vita sentimentale e una visione pornografica della sua  espressione sessuale. Ieri, con lo smartphone mi mostrava come  gli fosse possibile attribuire al volto di ogni  attrice le nudità integrali più  provocanti.

 

Oggi mi diceva con ancora la morte nel cuore di avere ricevuto  in giornata un messaggio da Mouskan.

 

Gli ho chiesto che cosa lei gli avesse detto

 

“ Che la sua vita senza di me è un inferno”

 

“ E tu che cosa le hai risposto?”

 

“ Che quell inferno lo aveva creato lei”

 

Il suo cuore, soft, ora era più duro di una pietra, secondo un’altra sua metafora era finito in frammenti  minutissimi.

 

Mi  mostrava   quindi il suo forte  braccio piccolino, di bambino, perché vedesi tutti i segni dei tagli che si era inflitto per lei.

 

L’arroccamento nel suo rifiuto dell’amore lo capivo, e poteva servirgli  nella fase attuale dell’esistenza a concentrare la sua resistenza al male in  ciò che gli riservava la realtà del lavoro, ma che tornasse a credere nella bellezza dell’amore e della vita sentimentale.

 

"Mi hai detto ieri "that you love one only game, the love game"

 

 Oggi gli ho chiesto se soffre della sua verginità di cui era tornato a dirmi.. Mohammad mi aveva appena  mostrato il video che aveva girato la penultima volta ch’era stato in Kanpur,  in cui  una giovane che quando era poco più che bambino era stato il suo primo amore, si esibiva in  atteggiamenti disinibiti  con lui accanto, sull’autovettura ch’era guidata da un amico. La ragazza si era sposata l’anno prima ed aveva già una bambina, ciononostante gli aveva chiesto di avere con lui un  rapporto , al che lui si era limitato ad una effusione di baci.

 

“ No, non ne soffro, ma anche se dicessi di sì che cosa cambia per me?”

 

“ Te lo chiedo perché non mi sembra che tu sia particolarmente interessato alla penetrazione fisica”

 

 “ A volte, mi ha risposto. Ciò che voglio è arrivare vergine al mio matrimonio e poi avere rapporti con mia moglie. Se volessi avere già prima rapporti sessuali,  li avrei avuti con quella ragazza”

 

“ Mohammad ciò che ti voglio dire è che la sessualità non deve mai essere per te  un problema. Mai.  Lo so, gli ho sorriso, che non ti piace essere considerato come un frutto che ha la sua stagione, ma come un frutto anche tu hai i tuoi tempi “

 

Prima si era lungamente divertito a imbizzarrirmi con i suoi  giochi di destrezza in cui finisco sempre per essere  io chi si prende gli schiaffi, o colui che  ha un soprassalto di spavento, la cui accettazione pare che sia per lui il lato più nobile del mio carattere, che fa di me un vero gentleman.

 

Poi è tornato a tentarmi con la sua richiesta che ci scoliamo una birra,. La birra che in lacrime, nel freezer, come in una sua prigione gelida, gli aveva  detto quanto volesse essere da me bevuta.

 

“ Cosi , lei ha detto, io e il tuo amico finiamo entrambi in Paradiso, Lei diventando la mia urina e di rivo in rivo finendo nel Gange, da dove evaporando avrebbe raggiunto il Nirvana:

 

 

“ Ma tu hai un cuore crudele, very cruel”mi ha detto socchiudendo gli occhi e facendo schioccare le labbra con sguardo sornione,

8 giugno 2017

Mohammad my sufi, Kailash my best friend

 

 

 

Giovedì scorso- oggi è già il  15 di giugno.- nel tardo pomeriggio ho accolto  con un  sorriso di amabile ironia che Kailash, nel suo tardo risveglio,  dopo che l’avevo  rassicurato che già avevo provveduto a che Vimala  avesse una borsa per la spesa  che si accingeva a compiere  al bazar settimanale di frutta e verdura , e che disponesse  delle rupie per acquistarne l occorrente,   l’ amico, sapendomi in attesa di recarmi da Mohammad,  sulla soglia di casa me lo avesse accordato come con un permesso speciale di libera uscita , dicendomi  “Tik-è. Now You can go.. Ora puoi stare con  lui quanto tu vuoi”

 

Ma quando il giorno seguente incontrandolo nell’hotel dove lavora, io per primo mi sono sentito in dovere di giustificare che le cibarie  che recavo con me erano sì anche per Mohammad, ma che il loro costo non era che di  30 rupie, 40 dei nostri centesimi, mi sono irritato nei miei confronti prima ancora che nei suoi, visto che si è sentito autorizzato a  sentenziare che 30 rupie di spese quotidiane per Mohammad erano accettabili,  ma non  se si facevano 100 ogni giorno, per un totale di 3.000 rupie al mese. E quando il ragazzo mi chiedeva soldi, per quali ragioni li spendeva? Purtroppo ciò che in me si dibatteva, infastidito, si è acuito in un  eccesso mentale quando mi sono risvegliato nel cuore della notte.

 

Il cellulare indicava che Kailash mi aveva chiamato un’ ora prima, ed io  non ho mancato di richiamarlo a mia volta , per inveire, nel congedarmi,  che benché non spendessi quasi nulla per me e Mohammad, ma quasi tutto lo versassi a lui e Vimala per la nostra famiglia, in spese scolastiche, per il negozio della casa, per assicurargli in anticipo di che comprarsi sandali e calzoni di ricambio,  quanto rientrava nella spesa quotidiana,. lui avesse da ridire e chiedesse la sua autorizzazione  anche su quel poco che riservavo a me e al ragazzo.

 

Mohammad , da che la madre è rientrata da Kanpur,  non  necessità più che gli porti di che mangiare a mezzogiorno, cucinato per giunta dallo stesso Kailash con la più delicata cura, e la sera lascia così tardi l hotel dove lavora,  che non ci vediamo più nemmeno al Madhur cafe per una bibita e le patatine, o al Gole market per un piatto di chow mein.

 

Ci ritroviamo solo a sera,  nell hotel dove lavora, per consumare insieme patatine e croccanti kurkurè.

 

Ma l errore di avere scatenato un principio incendiario della mente di Kailash era oramai commesso,  e sarebbero iniziati giorni di pena e di sconvolgimento per le nostre infragilitesi sorti.

 

Nell’amico le mie parole assumevano il senso che non volessi più saperne di impiegare i miei soldi per la sua famiglia, che  non vedessi l ora che di spenderli solo con Mohammad , abbandonandolo per lui. E  la mattina seguente si rinserrava nell hotel Harmony al servizio assoluto del padrone, rifiutandosi di rispondermi al telefono, o se  lo faceva, riservandomi solo parole dure e ostili.

 

Invano lo intercettavo sul far della  sera, per chiedergli se gli servisse del denaro quotidiano,

 

se mai il padrone si fosse finalmente deciso a retribuirlo, a quaranta giorni oramai dalla sua assunzione.

 

Mohammad  a sua volta mi denunciava un’ escalation delle pretese e dei divieti padronali, non poteva lavare i suoi panni usando la lavatrice nemmeno portandosi da casa il detersivo, non poteva accendere il fuoco in cucina,  dopo che gli era stato vietato l’uso dello smartphone, e che per non consentirgli alcun accesso ad internet Manoj aveva provveduto al cambio della password della wirelless hi-fi,  che il ragazzo aveva immediatamente hackerato, Come Manoj ci aveva ritrovato insieme, per me non aveva avuto che un lampo di livore, ed aveva spedito immediatamente il ragazzo in cucina, perché ripulisse una seconda o una terza volta le posate

 

“ Mi ha detto di chiederti di pagargli un’extracharge  se il bagno o la toilette li usi ogni giorno

 

“ Puoi rispondergli che  non vi ricorro ogni giorno,  che non consumo che l’acqua che scorre quando qui vengo ogni tre, quattro giorni per la doccia , ma che se non ricorressi all hotel neanche per questo e non mi facessi più vedere o  quasi mai , figurerebbe un falso la sua dichiarazione che qui soggiorno,  per la quale pago un forfait di 2.000 rupie”, non essendo legale che stia in India una casa privata

 

Sobbollivo, se  pensavo a come durante le prime settimane lavorative,  avessi dovuto sovvenire in tutto e per tutto il ragazzo, che nessuno aveva allora  in casa, perché con il venir meno dei turisti, l’hotel funzionando oramai quasi soltanto come albergo a ore, era venuto a mancarvi pressoché di tutto,  e niente  a Mohammad era stato fatto ritrovare in hotel,  senza darsi pensiero a come durante dodici ore egli potesse  restarvi confinato da solo, senza il tempo  e il modo di  cucinare in  hotel o di rientrare a casa per farlo.

 

Quella notte Kailash sarebbe rientrato tardi, ed io non vedendolo neanche l indomani mattina, ho pensato che la notte fosse stato di servizio in hotel, dove lo ritrovavo l indomani mattina,  collerico più che mai, mentre gli chiedevo nel perdurare della sua assenza,  come potessi  provvedere ai suoi cari, o se dovevo raggiungerlo in hotel per recargli dei soldi, la daily money.

 

“ Ora devo andare a Chattarpur- dove io credevo si recasse al servizio del padrone-. Tu pensa piuttosto a Mohammad. Tu che non ti curi dei nostri bambini, non hai mai soldi per loro. 1500 rupie  hai dato a Mohammad quando è tornato a Kanpur.

 

“Erano mille, e ti ho già detto che gli servivano per il vestito della festa di Id, alla fine del Ramadan, che nel fare questo ho pensato anche ad Ajay,  che gli ho chiesto se gli servivano vestiti,  e gli ho promesso di comperare i pantaloni per un matrimonio cui deve recarsi, quella della figlia storpia di tuo zio….”

 

“ Erano 1500, mi ha  confermato Adjet” il sovrastante di Mohammad, che gli aveva vociferato  quanto io e il ragazzo fossimo amici, più ancora amici di quanto lo fossimo io e Kailash..”

 

La linea è caduta,  la mia  resistenza mentale pure, e come un’ira del cielo mi sono precipitato all hotel dove Mohammad era al lavoro.

 

Nella Hall vi erano invece Adjet e il ragazzo ch’è di turno la notte, ed io allora, con la voce tuonante di una dea Durga quand’ è infuriata di brutto,  mi sono avventato in male parole contro il sovrastante

 

“ Perché va a dire  certe  cose su di me e Mohammad, e proprio a Kailash? Con i problemi mentali di cui soffre? Che ne sa delle rupie che ho dato a Mohammad per la sua partenza per Kanpur? Perché andargli a dire il falso anche su questo, eh? Solo per ingelosirlo, madarchod!

 

Un “Madarchod” che di lì a poco non avrei mancato di rivolgere in sua assenza neanche al padrone dell hotel Harmony dove lavora Kailash, quando con mio disappunto  non ve l’ho ritrovato, ed il giovane di servizio alla reception mi ha detto  che il mio amico era ancora in Chhatarpur, al servizio del suo proprietario

 

“ Kailash qui lavora di giorno, e non solo di notte,  per un padrone che non l’ha ancora neanche pagato, quel  madarchod!”

 

Un epiteto che al totale servizio del suo padrone, il ragazzo- cobra non avrebbe mancato puntualmente di riferirgli, facendo più ancora invelenire Kailash nei miei confronti.

 

“ Ma sei matto,  ad avere agito così?” al telefono mi strigliava lo stesso Mohammad, di cui Kailash, nella ambivalenza dei sentimenti che nutre nei confronti del ragazzo, si era servito perché mi chiedesse perché avessi fatto quel gesto,  nel suo persistente rifiuto di contattarmi in diretta  per l invettiva di rito. “Vuoi  fargli perdere il lavoro così?”  Come  se certi lavori con ceti padroni fosse meglio trovarli che perderli, e per 4.000 rupie Kailash non potesse ritrovarlo ad ogni momento, talmente  è conosciuto come un lavoratore bravo ed onesto.

 

La sua telefonata era stata preceduta da un’altra, quanto mai deprimente, in cui il ragazzo diceva di non farcela più a reggere un situazione quale quella che si veniva ripetendo,  in cui Kailash, invasivo e intrusivo, seguitava a chiedergli di noi, e per il cui decorso si sentiva  di essere solo un fattore di lacerazione della nostra unione familiare, cui si sacrificava rinunciando alla mia amicizia per sempre. In risposta gli ruggivo che la fine della nostra amicizia sarebbe stata la fine anche del mio rapporto con Kailash e con la nostra famiglia, che non  avrei mai accettato di  rinunciare a lui  e di perderlo per la gelosia folle dell’amico,  quando ciò che intercorre tra me e Mohammad è un bene così grande per me e per  lui,  senza del quale non c’era sopravvivenza futura per me in Khajurabho. Che tenesse duro, e sopportasse ancora una volta , in nome di quanto sapeva che io avevo sopportato e stavo sopportando di nuovo per lui, non l’aveva ancora da me imparato che la vita è una prova e una sfida? “O  entrambi, o te e Kailah, o nessuno dei due!”

 

Entrambe le sue telefonate mi avevano raggiunto in una stanza dove tutto era sottosopra,  come nella mia mente stremata e sconvolta : in fretta e furia, mentre sul letto giaceva sparsa nella confusione ogni cosa che eccedeva,  avevo ammassato nei bagagli quanto mi serviva per una frettolosa partenza, non mi ero ancora deciso se verso località vicine,  o la stessa Delhi,  dove restare fino al rientro in Italia il 4 di luglio,  da una casa e da una famiglia  che cercavo di non sentire più miei,  dicendo addio ad un Chandu che non trovava parole nel suo tramortito incanto.

 

A 64 anni in Mohammad avevo trovato l’amore di un ragazzo meraviglioso, che mi  radicava in un villaggio dove al di fuori di Kailash  e della sua famiglia non avevo nessuno con cui colloquiare, ritrovavo in egli  un’anima con cui potevo parlare di tutto, in felicità assoluta, senza che venisse minimamente meno per questo il mio amore per Kailash,  certo, trascurando come non avrei dovuto i nostri bambini - che tutti quanti insieme, però,  non mi cercavano quanto ogni giorno Mohammad, e Kailash anziché esserne felice perché io ne ero felice,  rivitalizzato nella mia depressione incombente, perché  così si rafforzava il mio insediato continuativo in Khajuraho,  una volta ch’era  venuto inevitabilmente meno l interesse per i suoi templi,  lo stesso Kailash che pure con Mohammad aveva gentilezze e cortesie uniche, che al padre del ragazzo con il proprio autorickshaw aveva fornito una prospettiva, con me che ogni giorno lo provvedevo di tutto, con la famiglia,  mi riservava odio e crudeltà mentale, al tempo stesso che ossequiava e riveriva e serviva ogni giorno un padrone che lo trattava da bestia e nemmeno ne retribuiva il lavoro!

 

 

 

 Più volte mi ero recato nei negozi del centro del villaggio per iniziare a reperire le scatole dove impilare i miei libri,  che se avessi lasciato la casa per sempre, avrei depositato nello stesso  magazzino dove era già  finito il mio ufficio così bello.

 

Di rientro a casa, fra un prelievo e l’altro,  incrociavo Aja che vi era convenuto per un pasto veloce  prima di farsi ritrovare di lì a poco di nuovo al lavoro,  a sua volta in hotel,  dove a differenza di Mohammad aveva la fortuna di ritrovarsi con altri coadiuvanti, ed  al  mio “Ajay me ne vado”, il giovinetto  non trovava  altro modo di rispondermi che “ You can go”, senza scomporsi, come non appariva di certo sgomenta Vimala, la meravigliosa Vimala, che sa accudirmi ogni giorno con il più attento e delicato e premuroso riguardo.

 

Ma quando Ajay  lo fermavo per parlargli in stanza, il figlio del mio amico sapeva formularmi proposte fattive e  risolutive dello stato delle cose. Poteva farmi bene andarmene via un giorno o due, o partire con il papà per un breve viaggio. Il papà di certo si mostrava arrabbiato c con me,  ma in realtà era con il padrone che ce l’aveva.”

 

A poco a poco la mia mente febbrile si sarebbe venuta  poi  placando,  schiarendosi sul far della sera,  quando Kailash carissimo, radioso e fresco, lo rivedevo  di fronte all hote Harmony, l cui mi faceva sapere che ora mi era interdetto l’accesso.

 

Solo che lo chiamavo nominando Mohammad, invece del suo ripetendo il nome del ragazzo ancora una volta

 

“ Hai  solo una persona nella tua mente…”

 

“ Kailash, succede  perché sono vecchio, prima ho chiamato Chandu con il tuo nome, Ajay con il nome di Chandu. Ma come puoi anche solo immaginare che io e Mohammad possiamo ritrovarci per le strade di Khajuraho, al Madhur cafe e al Lassi corner, tra la gente che saprebbe tutta quanta che  per lui avrei lasciato la tua intera famiglia, io, the foreigner of Kailash, e dopo le relazioni che ora ci sono tra te e suo padre”

 

 

Quella sera avrei ritrovato Mohammad  finalmente di nuovo al Madhur cafe, dove lo avrei pregato di soprassedere al vendermi lo smartphone  Lenovo che gli aveva  lasciato  un  amico in Kanpur, il cui padrone se ne era andato in pellegrinaggio alla Mecca senza retribuirlo, sicché  gli era rimasta solo la cessione di quello smartphone per assicurare a se e alla madre un nuovo vestito per la festa di Id.

 

Non era il caso che Kailash potesse pensare che un traffico di 4.000- 4.500 rupie era intercorso tra noi.

 

Ma Mohammad , prima che ci lasciassimo,  nel suo madido  incanto aveva da distillarmi i più saggi consigli nella sua mente di sufi

 

 

 

 

“ Ora capisco meglio l’errore di Kailash. Lui vuole che tu sia solo di lui, solo suo, e ha così tanta paura di perderti perché senza di te non trova un futuro, Ma sta facendo gli stessi miei errori con Mouskan, per i quali l ho perduta. Di te non si fida e dà  ascolto a tutto quel che gli si dice di falso sul tuo conto, come io davo retta a tutto quello che questo o quel ragazzo mi diceva di Mouskan, che  l’avevano vista andare e baciarsi con questo o quel ragazzo.

 

Ma tu segui quel che ti dico e vedrai che tutto andrà per il  meglio: non mancare mai di assicurargli il denaro quotidiano, il daily money, e quando compri qualcosa per me, compralo anche per i vostrii bambini, torna anche da Poorti e Chandu con kurkurè e patatine fritte, o con un gelato. Vai più spesso a visitare Ajay in hotel, e portagli sempre qualcosa, come fai ogni giorno con me E quando Kailash torna a casa dal lavoro, abbraccialo forte forte e fatti sentire suo amico”

14 giugno 2017

 

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Quei fogli di carta

“ “Mohammad,  chiedevo  al ragazzo una volta che mi era stato possibile raggiungerlo in hotel,  ponendogli a mia volta una domanda, in risposta  alla questione che lo assillava - se con quel dubbio ho seguitato ad esserti amico e la mia amicizia è cresciuta nel tempo, essa è più debole o più forte di quello che tu creda?”

 

“ Mi ero accorto già da tempo, al mio arrivo mi aveva anticipato Mohammad,  che quando vengo a trovarti nella tua stanza ti preoccupi sempre, sei agitato e inquieto. Quella domanda, poi, se io sappia hackerare anche le carte di credito è stata  così diretta, con un tono di voce così calmo e un volto così amico…”

 

La domanda gliel’avevo posta , a bruciapelo, quando di ritorno nella stanza in cui il ragazzo disteso sul mio letto si riposava dalle fatiche del suo lavoro,  ho sorpreso accanto al suo volto dei fogli bianchi che non ricordavo di avervi lasciato, e allorchè li ho distolti dal ragazzo per vedere che cosa contenessero, di scritto,.  mi sono reso conto che erano quelli,  riposti in una mia valigetta, in cui avevo trascritto i codici pin di tutte le mie carte di credito e di debito, non che  di accesso alla banca multicanale.

 

“ E quando sei rientrato di nuovo ed hai visto che mi muovevo dal tuo letto al computer al quale mi avevo lasciato di fronte,  sei subito andato a ricercare i fogli dove li avevi lasciati, per paura che li avessi letti o presi di nuovo…”

 

“Mohammad,- non mi scomponevo di fronte al ragazzo-, se tu non avessi mai avuto l’ intenzione di hackerare delle carte,  perché sapevi  tutto delle pene previste,  dei quattordici anni di carcere e della penale di almeno un  lack da pagare? Del video You tube in cui si diceva  dei costi del macchinario che serve?”

 

“ Sei intelligente, ma tu hai un amico che è più ancora intelligente di te… Se ti avessi detto che so hackerare le carte di credito  tu  ti saresti preoccupato ancora di più..”

 

“ Triste cosa diventa l amicizia,- gli sorridevo a mia volta,  nel gioco di affilare negli scambi di battute le nostre intelligenze-,  se tra amici ci si sfida a chi è più intelligente e astuto dell’altro…”

 

Sorridevamo entrambi in realtà di sollievo,  al  fessurarsi degli occhi ammiccanti, nell’avvertire che anche questo cimento non aveva travolto il nostro affetto, per quanto la mia indulgenza traspirasse un alito di corruzione.

 

Nella singolare concatenazione dei nostri eventi, quando il ragazzo poi mi aveva lasciato solo in stanza, ho pensato che quei fogli potevo averli estratti nel loro biancore esterno io stesso dalla mia valigia, quando il giorno avanti mi ero messo alla ricerca di un pezzo di carta dove potessi trascrivere il nome del gestore muslim del ristorante in cui Mohammad avrebbe potuto trovare lavoro per lo zio che da poco l ha perduto in  Kanpur, lasciando nelle lacrime la nonna materna del ragazzo,  cui lo zio provvedeva  oltre che alla  moglie. Mohammad, cupo ed afflitto come non l’avevo visto dai giorni della fine della sua storia d’amore, meditava di devolvere allo zio le 2.000 rupie del suo salario, - le 1.000 ulteriori che gli spettavano  il  padrone Manoj le aveva lasciate in sospeso perché il ragazzo stesse ancora più sulla corda-, rinunciando all’acquisto di una sari alla madre  per la festa di Id, e di un paio di jeans  rammendati ad arte che aveva individuato nel più grande sito indiano di acquisti in internet. Ma il cugino del padre aveva fatto sapere da Ratlam che poteva assicurare allo zio materno un posto di lavoro nella fabbrica in cui era operaio, la situazione si era così sdrammatizzata  e Mohammad  aveva immediatamente effettuato gli ordini d’acquisto. (Era così ricorso allo stesso sito, forse, in cui aveva  già comperato l’anno scorso lo smartphone che  a suo dire gli avrebbe lasciato  un altro suo zio, e che io e Kailashsupponevamo invece che  avesse potuto ordinare appropriandosi degli euro che  tenevo in una valigetta in stanza e che erano venuti a mancarmi, dopo che i giorni avanti Mohammad aveva insolitamente fatto ritorno da me, per più pomeriggi piovosi,  in cui era chiusa la scuola che comunque disertava di frequentare.

 

Supposizioni, certo, tutte e solo supposizioni, a sua discolpa o ad aggravio dei sospetti, anche se non sempre, in altre circostanze)

 

Ma ora il nostro discorso, come il ragazzo l’aveva trasposto,  verteva sui dubbi che si insinuano più  universalmente in ogni amicizia.

 

Già una sua amicizia era entrata in crisi dopo che  una ragazza di un suo amico aveva inteso flirtare con lui, ed egli aveva mostrato all’amico i messaggi amorosi di lei.

 

Era comprensibile, per il ragazzo, che l’amicizia  conoscesse momenti di dubbio. Solo che i miei dubbi non erano momentanei, anche se non erano stati letali per il nostro legame, quanto quelli  che

 

lui aveva coltivato nei confronti di  M., il suo amore perduto

 

Si riferiva alle dicerie cui aveva dato ascolto sul conto di lei?

 

“ Non solo, è che io non ho creduto alle sue dichiarazioni di amore,  gliele ho sempre rivoltate contro”

 

“ Ma un uomo è grande, si consolava Mohammad, quando sa riconoscere i propri errori.”

 

Ora M, aveva trovato un ragazzo capace di farla felice, e lui ne era contento, nel  piccolo amore di lei che era sopravvissuto in una parte del suo cuore.

 

“Qualcosa di piccolo, egli era pronto a sentenziare di nuovo, può sopravvivere più a lungo nel  tempo”.

21 giugno 2017

Penultima elegia indiana

 

abbozzo originario

 

 

Che dolce languore ora assonna i miei giorni,

 

qui ove mi riconduce servitù d’amore,

 

nel sole che intorpidisce con la lena gli affanni,

 

leniti gli attriti e gli screzi,

 

sopita l’inanità di intenti,

 

qui al largo dell’esistenza, oltre i flutti di morte nel ventre degli inferi,

 

 

dove tra gli ultimi e i piccoli dare vita ai grandi pensieri ,

 

nel godere di ogni cosa mentre tu la  stai  vivendo,

 

degli occhi stellari di Chandu che tornano a cercarti di nuovo solo per dieci rupie,

 

“ one plus zero zero rupees “

 

la sua mente indiana dopo avere invano tentato a chiederti,

 

 

la tua mente, come la sua,

 

che ora sa incantarsi di una luce perpetua,

 

pur dove caduto ogni mormorio di  brezze

 

con la ruota che nel mela round ricompie il suo giro di luce

 

tace la distesa della pianura ove già il grano rifulge

 

gli stupri di bimbi aggallanti nei pozzi

 

 

Né cessarono uomini e animali di berne alle acque

 

o le adombrarono con i campi di rami e di foglie,

 

non oltre le nubi e gli astri o nei casolari e tra i campi

 

che  all’ombra nella calura il ridursi memore

 

 

e tra il viavai per Amausia ( Shivaratri )sui passi di danza

 

anche se cantiamo per sordi, e non risponde la giungla,

 

raccogliamo intanto la residua voce a che diciamo

 

pur pochi versi soltanto,

 

della fine degli infelici amori di Mohammad

 

il cui eccesso di cui rabbrividisci ai tuoi trascorsi

 

per un nulla non fu la stessa sua fine,

 

appesosi ad un gancio, nei farmaci cercando un veleno letale,

 

.

 

 

Come profetica fu l’ansia dei versi

 

quando per lui, mio piccolo principe,

 

fra ogni altro ragazzo il più bello di tutti,

 

paventavano il dipartirsi per la sua rosa

 

nel più lontanante dei viaggi possibili.

 

“Ora è la morte che mi è amica ”

 

sospira superstite tra il lucore lacustre,

 

nello specchio rotto ch’ora è la sua vita

 

sullo smartphone una Lakshmana rekha., insuperabile,

 

separando la sua dall imago di lei

 

 

finchè in lacrime s’infrange anche la sua estrema illusione

 

all’averla vista con un altro, che con lui si baciava

 

“a torto le ripetei io ti lascio,

 

io che non posso vivere senza di lei,

 

di lei nei suoi ok senza più amore,

 

che come Dio si fa gioco di me, della mia povera vita,

 

 

ed ora me ne andrò lontano da qui in Kanpur, senza più fare ritorno,

 

dal mio amico gemello di me di un’ora più giovane,

 

da lui e dai suoi che mi amano tanto,

 

o con il mio amore di lei io distruggerò la mia vita,

 

esarà questa la mia ultima sera,

 

 

 Per il giovane  un appiglio ora gli esami,

 

al cui esito perché abbia un futuro, con la virtù lo addestri  all'inganno,

 

 con il tacito assenso nel dissenso a che copi le prove

 

dopo avergli/ne invano corrisposto gli studi,

 

 

fu per il troppo suo patimento degli affanni di amore e miseria

 

la sua scusante tra le tue braccia

 

 

e invano richiamandolo, sedatone il tormento,

 

nell ipnosi di ogni furia del sangue a una tiepida calura

 

con gli armenti fai ritorno al tramonto sulle selve di grano

 

tra i bufali e le capre camuse saziate dai pascoli,

 

ricolmi dello scorrere d’acque i rivi tralucenti,

 

tramati di viridi chiome i fondali e i declivi.,

 

 

e voi o Divini celesti,

 

Cerere e Bacco, Parvati o Shiva,

 

Padre dei nostri ritrovati giorni, 

 

al  declino del sole più abbagliante

 

siate luce nella sua luce morente ai voti umani,

 

al nostro ritorno dalle fiere e dai campi

 

Di nuovo sperando.

---

Nel sereno diurno di un sole implacabile,

 

le ossa si temprano della loro fine,

 

in ceneri e ciotole per l offerta e lo sputo,

 

quando, delle  messi raccolte,  già le stoppie

 

 si calcinano   nei campi,

 

 

 

 

 

ed oltre l’amore  di odiare tanto

 

 in erte scale di luce l’ascesa all’azzurro

 

è nei suoi infranti gradini la tua vita che si fa il lastrico

 

per insegnare l’adempiersi alle  più  care vite,

 

 

 

nel lavoro in cui ha fine la fanciullezza di Mohammad,

 

di sbocco  anzi che  il cricket alla scuola di Ajay,

 

 

in cui Kailash ritrova chi per una manciata di rupie 

 

notte e giorno è già  padrone della sua intera esistenza,

 

tu volesti farne dei lavoratori capaci,

 

stanno traendone  degli schiavi  insonni e famelici,

 

 ancora più gravosi per la tua  esausta vecchiaia,  

 

 

 

“Prima dormivamo noi tutti,

 

Solo ora ci ritroviamo svegli, “

 

Le  parventi  resipiscenti parole dell’amico,

 

in una luce a cui ancora attingiamo e che non ci lascia intendere

 

 

 

 

 

 

quanto avanziamo o siamo per gli dei solo come mosche in mano ai monelli

 

 

 

 

che nel nostro sperare e credere ancora

 

più ancora essi tormentino e uccidano solo  per  divertirsene

 

 

 

“Mio  Dio, gridando io nello spezzarmi,

 

non so essere e dare più che questo”,

 

 

non omnia omnes dii dederunt,

 

che nessuno è capace di tutto,

 

 

 

“La notte scorsa feci  il sogno che tu ci lasciavi,

 

e la testa or ora mi girava più debole

 

alle tue parole che già svuotavano dei tuoi libri la tua stanza,

 

 la stanza di Babbà che da noi se ne va via per sempre,”

 

alle mie parole che all’amico io dissi per sincerarmi che non fossero essi a non poterne più 

 

nell’invitarmi a lasciarli se restare mi era talmente difficile, a tal punto mi faceva soffrire,

 

 

 

 

 

come se non dicessero già tutto

 

l' incanto mattutino che mi  ritrova insieme a Vimala e Chandu,

 

il ritorno di Ajay per cucinarmi  l’omelette  di nuovo

 

la stessa delicatezza  gentile con cui in stanza mi  rinnova la madre  l’acqua fresca,

 

ad ogni occorrenza mi serve il the con il limone e la menta,

 

il sensore del pappagallo che ne  rinnova il suo canto  ad ogni acciottolio di stoviglie,

 

le incursioni di Porti per riprendersi e leggersi i Panchatantras,

 

 

 

- “ sei tu più un fiorellino o un uccellino?” di quando in quando chiedo allora a Chandu,

 

“ un uccellino” mi dice il bambino,

 

imperterrito videogiocando  a sterminare polli,

 

i chicken invaders,

 

la stanza tutta ora  la fragranza delicata soave di tutta la  sua tenerezza, 

 

 

“ Ma  non lascio/ già per questo, io resto qui  al lavoro, il nuovo capitolo della mia vita",

 

 Più forti già di ogni resa

 

le parole di  Mohammad  che  riavvivano tutto,

 

 quanto, e più di Kailash ,

 

già ben sapendo come  giocare d'astuzia,

 

 

ed ora l'autorickshaw di Kailash è affidato alla guida del padre del ragazzo,

 

con il concorso di clienti dagli hotel in cui sono di stanza,

 

 

 e se per me c'è vita prima della morte

 

è qui, è qui, é qui,  che la ritrovo,

 

per quanto io resto fedele al mio piccolo destino

 

 

 

 

nel farsi sera, di un altro nuovo giorno   volto al suo tramonto,

 

di ogni luce e strepito a riaccendersi  prima di spegnersi.

 

21 giugno 2017

 

I templi in granito realizzati dai Chandella nel territorio  del Jejakabund, l’attuale Bundelkand, all’inizio e durante l intero corso dell’esercizio della  loro sovranità, sono di rilevante interesse  già  in quanto  rispetto ai templi in arenaria che vennero edificati nella loro capitale religiosa- Khajuraho, prossima alla  località di irradiamento originaria del loro potere-  e nei principali centri della dominazione successiva- Ajaygarh, Kalinjar, Dudhai, Chandpur,- il succedersi della loro edificazione in un materiale più umile e meno lavorabile in forme e rilievi statuari ne fece le manifestazioni monumentali di uno stile di provincia  che se ne differenziava . Ma ancor più saliente è che essendo gli unici templi originari dei Chandella,  pur nella loro evoluzione consentono di cogliere col massimo nitore il fissarsi dei tratti, che nella loro continuità, verranno  caratterizzando il differenziarsi stesso della loro arte templare complessiva rispetta a quella antecedente. Inoltre grazie ad essi si può intendere meglio quali innovazioni ulteriori faranno assumere una discontinuità maggiore ai templi in arenaria che di tale arte templare sono l’acme,  in assoluto quelli di Khajuraho, pur nella ripresa iconografica,  che l’arenaria in essi consentiva, di aspetti statuari fondamentali dei templi hindu antecedenti.

Procedendo nella disamina  in elevazione dei templi in granito d’epoca Chandella, è dato di rilevare che solo il  Nag mandir di Mau Suhanya presso Dubhela, nel distretto di Chhatarpur, Madhya Pradesh, come nel vicino tempio Chausat Yogini, che invece è  in arenaria presenta  un basamento che  sorge direttamente sul suolo, così come  si riscontra  nei templi  antecedenti, situati nell India centrale circostante,  dei sovrani Pratihara da cui i Chandella si emanciparono assogettandoli,  il cui modello esemplare, che si ritroverà ripreso dai Chandella solo nei templi minori laterali dei complessi pentatemplasri phanchayatana, costituiva dall’ VIII secolo la tradizione vigente nell’area. Invece in ogni tempio in granito che i Chandella fecero edificare, il basamento si staglia sempre su una propria piattaforma o jagati, come altrimenti, nei territori che furono dominati dai Pratihara di Kannauj è dato di riscontrare solo nei templi di Nagda e di Osian, nel lontano Rajasthan-

Tale scabra piattaforma appare priva di ornamentazione ed è  costituita di più piani di lastre, se si eccettua quella di un imponenza gigantesca del Chausat Yogini mandir di Khajuraho, che è un ammasso colossale di pietre rocciose.

Tra i templi in arenaria solo il Gantha mandir  di Khajuraho, non che il tempio presso Harpalpur nel distretto di Mahoba, Uttar Pradesh, sembrano far eccezione a tale sopraelevazione, ma insieme con la loro comune matrice jainista, e non hindu, va rilevato che il tempio Gantha  di Khajuraho come parzialmente il vicino tempio jainista Parshavanatha  appare interrato nelle sue  fondamenta., e la sua  jagati sommersa sotto cumuli di macerie, in ammonticellamenti di sedimentazioni storiche  ( “ cultural mounds”) che caratterizzano l’area ( K. Deva, 250-51).

Il tempio vero e proprio in granito,  come tutti quelli d’epoca Pratihara,  essi di immancabile splendore pur nelle forme più minute, e al pari di tutti i successivi templi in arenaria  si compone quindi del suo basamento, con la novità sostanziale- che se si eccettuano i templi di cui si è detto precedenti  di Mau-Suhanya e quello che la tradizione vuole vi ha tramandato istituito in onore di Ganesha, per altro interrato-,   tale basamento non è mai costituito dal solo vedibhanda,  nella sua successione di kura, kumba e kalasa, come si configura  nella quasi totalità dei templi Pratihara, eccezion fatta per il Jarai Math splendido di Barwa Sagar, ma presenta almeno altre due modanature,  oltre il kharasila.

E’ così, minimalisticamente, per il  Chausat Yogini Mandir ed il tempio Lalguan di Khajuraho come per il Tempio Shiva di Dauni ( Doni), nel distretto di Chhatarpur,  ad una ventina di chilometri da Naogong,  in quanto nei due templi di Khajuraho oltre il kharasila precedono il vedhibanda solo un jadhya kumbha ed un pattika,  che nel tempio di Lalguan è ornata da un abbozzo di takarikas superiori,. Tali modanature sono intervallate dal recesso di un antarapatta nel Chausat Yogini Mandir,  .

Nel  tempio di Sijari, nel distretto di Mahoba, , tra due pattikas fregiate di takarikas, fa forse la prima comparsa tra i templi Chandella la modanatura di un karnika, ignota ai templi Pratihara, in cui solo il Jarai Math sembra presentarne una tornitura anticipatrice,. In precedenza nei templi Chandella un karnika aveva fatto sì la sua comparsa in quello di Lalguan. ma non nella conformazione del basamento,  bensi in luogo dell’amalaka quale  prominenza inferiore dei capitelli barhani  che sono ora  il solo residuo superstite del portico che precedeva la cella del santuario.

I templi di Urvara, Rahila e Makarbai nel distretto di Mahoba, e quello delle Chausat yogini di Doni, che le cronologie vigenti vorrebbero tra loro differire di secoli, mostrano pressocchè l’identico ordine di successione  delle modanature. Esse, come nel loro svolgimento meraviglioso  che compare nei templi in arenaria di Khajuraho  sviluppano già l’adhishthana nella successione di bitha e di pitha, di zoccolo e plinto, prima del podio del vedibhandha che già era assolutamente  canonico nei templi Pratihara. E’ un’innovazione che rispetto al  fedele che nei templi di Khajuraho compia la pradakdshina esterna innalzerà grandiosamente le pareti e la  mole incombente del tempio nel suo apparato statuario, tanto più che nei templi maggiori sandhara vi saranno  sopraelevati gli  stessi balconi  dei transetti.

Nei templi ad essi antecedenti in Khajuraho e nel Bundelkand circostante, l impiego del granito in luogo dell’arenaria  consente le  modanature di kapotas,  jadhya kumbas, karnikas e pattikaa, mistilinee, mentre vi preclude /esclude quelle di grasapattikas di kirtimukkas, e vi  ingenera il profluvio di rombi floreali diamantini e di rosette, la cui ricorsività è variata da jalaka pattern nei kura dei vedibhanda , così come nei corsi sottostanti ai vedikas delle pareti laterali e alle trabeazioni,mentre ne preclude ogni ornamentazione lotiforme.

Il loro ordine di successione vi è il seguente, con una differenziazione nel tempio di Makarbai che concerne solo le prime due modanature dello zoccolo, entrambe decorate a rombi. Il basamento iniziale del bitha, o zoccolo, consiste di tre modanature, quella iniziale e quella terminale lisce, mentre quella intermedia è fregiata o di rombi floreali diamantini o di una cordonatura   circolare  intermedia e aggettante  . O Isolati o alternati a rosette, essi sono il motivo ornamentale che pervade tutto il complesso dei due edifici di culto gemini, in compresenza con le orlature di pattikas e kapotas, di gagarakas inferiori e di takarikas sovrastanti, e sono variate solo da reticoli-jalaka e palmette, che secondo un’istanza invalsa già nei templi Pratihara, sono il fregio di prammatica del primo corso delle trabeazioni

Sullo zoccolo si stagliano inconfondibili le conformazioni ulteriori del plinto, o pitha, composte di un jadya kumba , un karnika intermedio , un kapota  che lo rinserra alla stessa stregua del  jadhya kumba, che parimenti al pari è ugualmente ornato di gagarakas e di takarikas, e in cui ugualmente pure ricorre un fregio di rombi. floreali diamantini alternati a rosette

Quindi si susseguono le modanature del podio, o vedibhanda , un kura reticolato a scacchi, secondo il motivo del jalaka pattern, un kumbha con madhya banda fregiata di takarikas frontali,  la cui fascia intercorre tra rombi e stilizzazioni dell’abbondanza di vasi floreali, un kalasa decorato di gararakas sottostanti e di takarikas superiori, sormontato a sua volta da kapota e da pattika, ambedue abbellite con un fregio di rosette e rombi diamantini e con gagarakas inferiori, il kapota anche con takarikas superiori.    ************************************************

All’altezza della proiezione centrale dei badhras dei templi, tra la seconda modanatura dello zoccolo e il vedibhanda nei templi delle Chausat yogini di Doni, e di Vyas Badhora si erge una nicchia che conteneva una statua , preludendo alle nicchia semplice o alle due edicole ( in Vyas Badhora)( o in  Baragaon, nel distretto di Tikamgarh, Madhya Prradesh ) che compaiono nel badhra. Rombi floreali diamantini ricorrono nel corso intermedio della decorazione dei pilastri badhrakas** e lungo lo stipite inferiore di tutte quante le nicchie.

Jangha

 

 Nei primi templi Chandella  in granito- il Chausat Yogini mandir e i templi Lalguan e Brahma di Khajuraho, il tempio di Shiva di Doni, i templi in Mau Suhania e Dhubela - le pareti del Jangha secondo il canone pancharatha, appaiono nettamente  scandite in proiezioni di rathas, ma esse sono . spoglie di ogni ornamentazione in rilievo, e il  solo motivo ornamentale è  il ricorso di uno o più  pattikas che in tutta lunghezza fungono da bordi,  o  che  nelle guise di un madhya banda separano in due settori orizzontali  il jangha del tempio

Nel  tempio di Sijari, in pareti lisce,  ma scandite  dal pattika di un simile madhya banda in due settori, subentrano sia pure i soli pannelli di rombi e pentagoni.

Ma è già nel Chausat Yogini mandir di Doni, nei templi gemino shivaita di Vyas Badhora, in quello Rahila presso Mahoba ed in quello di Makarbai che le proiezioni del santuario e del vestibolo si fanno pilastri ornamentati in una o due sezioni, ( ciascuna delle quali inquadra che inquadrano ciascun un  l’ingrandimento di un rombo floreale diamantino ingrandito, come avviene  nelle nicchie del badhra centrale  o della kapili dell’antarala, che  invece nei templi Chausat yogini di Doni e in quello Rahila è ipotizzabile che albergassero statue.)

Tali pilastri-rathas si elevano oltre un kapota, insito tra due recessi, anch’esso bordato con takarikas e gagarakas, e decorato frontalmente di rosette alternate a rombi floreali diamantini. che in Makarbai è  il kapota  stesso che conclude il vedibhanda. Essi sono costituiti da unica sezione, tranne che nel ad eccezione del tempio di Vyas Badhora ove un ulteriore profondo recesso intermedio prelude a una seconda sezione minore superiore del pilastro. Ad  essa , alla quale ugualmente corrisponde una ulteriore nicchia del badhra, laddove  è una soltanto negli altri templi, in conformità con il numero delle al pari delle sezioni dei rathas.   La sezione unica dei templi Rahila e di Makarbai   e quella primaria in Vyas Badhora sono ripartite da un madhya banda negli inquadramenti di due rombi floreali diamantini enfatizzati dal loro  ingrandimento. A profilare inizialmente tali sezioni è un kapota che replica quello soggiacente ai rathas, sia nei gagarakas penduli che nella serie di rosette e di rombi floreali diamantini che l’adornano. Tale ornamentazione, tranne che nel ad eccezione del tempio di Doni,  a) è replicata nel madhya bandha della fascia è il pregio intermedia della sezione di ogni ratha,eccezion fatta per la seconda di tali sezioni  nel tempio di Vias Badora, che non abbisogna di madhya banda perché di rombi ne inquadra uno soltanto,    e b) è ripresa nella modanatura conclusiva della prima di tali partizioni,  laddove  nel tempio di Vyas Badhora la seconda sezione è terminata da una sorta di kumba liscio che ambo le sezioni e in quelle duplice nella prima sezione, e unica nella seconda, che è conclusa invece da un kumba( o kapota?. Tale fascia intermedia ripartisce a sua volta la sezione  del pilastro nelle specchiature in makarbai , Vyas Badora, quanto alla prima sezione, Rahila, di soli rombi diamantini, riducentisi a uno solo in Doni. Rombi ancor più dilatati di quelli dei rathas laterali e d’angolo sono di stanza negli stessi badhras, e come si è già notato visto che vi ricorrono nei loro stipiti e nei pilastri badhrakas, ove figurano alternati a rosette, tra i gatha-pallavas di due vasi dell’abbondanza.

Nicchie simili , cui ne susseguivano altre ai lati del frontone del sukanasaika, ricorrono nella kapili esterna del vestibolo dell’antarala, secondo una consomiglianza tra badhra e kapili dell’ antarala, nella loro eminenza devozionale che risale ai templi Pratihara, e che si ritrova nei templi Chandella di Khajuraho, come nei templi Kalachuri e Kachchhapagatha

( Nota Che nei templi Rahila e di Makarbai i janghas presentano rathas la cui sezione in fasce sia di rombi che di rosette intervallano rombi diamantini incastonati , benché un recesso non intercorra a sezionare il pilastro in più segmenti,è’ una caratteristica che accomuna ambo i templi a quello di Baragaon nel distretto di Tikamgarh, una trentina di km più a sud, un tempio di transizione di estremo interesse: simile nella pianta ai templi Pratihara, giacchè non presenta alcun mandapa oltre il portico dell’ardhmandapa, è di essi più sviluppato per la elaborazione dell’adhishthana in uno zoccolo e un podio dove fa la sua decisa comparsa un karnika. Oltrechè l’articolazione dei rathas, incrementa inoltre le sue similarità con i gli altri templi in granito del periodo Chandella la ricorrenza ornamentale continua di rombi e rosette, negli stessi pilastri badhrakas di ogni ordine e grad, quasi che i templi in granito fossero diventati modelli di spoliazione ornamentale anche per quelli in arenaria di capitali periferiche quali Chandpur, Lalitpur

In esso come nel tempio di Vyas Badhora due sono le nicchie del badhra, mentre una soltanto è quella dei templi Rahila e di Makarbai, in corrispondenza sia di pilastri e di una parete meno elevati)

Quanto resta dell’elevazione superiore lascia intendere che come nei templi di Vyas Badhora, Mahoba e Makarbai lungo le pareti del jangha. oltre un kapota insito anch’esso tra due recessi, ugualmente bordato con takarikas e gagarakas,e decorato frontalmente di rosette alternate a rombi floreali diamantini nelle vestigia di pilastri si dipartissero proiezioni divise in varie sezioni che inquadrano un rombo diamantino. Esse sono , profilate inizialmente , come nei templi antecedenti, da un kapota che replica quello soggiacente ai rathas, sia nei gagarakas penduli che nella serie di rosette e di rombi floreali diamantini che l’adornano., e che è replicato a conclusione della sezione da una fascia più dilatata.

Nel Chausat Yogini Mandir , come negli altri due templi superstiti di Dauni, ugualmente i pilastri badhrakas presentano fasci di rombi e rosette tra i due vasi dell’abbondanza.

Con i rombi e rosette similmente gli altri motivi ricorrenti sono solo le jalakas, a staccare dal basamento il corso di vedikas costituiti di brevi pilastri badhrakas, e le palmette e gli ardharatnas con cyui esordiscono i rilievi delle trabeazioni.

 

Riassunto parziale Si tratta  dunque, per quanto si è finora rilevato dei templi in granito d’epoca Chandella,  per lo più di templi che in conformità con la disponibilità e la difficoltà di lavorazione del granito, mentre dei templi maggiori in arenaria dei Chadella anticipano l elevazione su una piattaforma e l’ampliamento dell’adishtana in zoccolo, plinto e podio, con la novità del karnika, e l’esclusione del grasa pattika e del motivo  del fiore di loto e delle volute, ravvisabili queste ultime solo nella piattaforma del tempio Rahila,  mentre si spogliano di ogni ornamentazione esteriore e di ogni icona degli dei hindu,  tranne che nelle nicchie inferiori sovrapposte all’adhishtana, ai lati degli ingressi dei portici e nei portali  d’accesso al garbagriha, grazie ad inserti statuari in arenaria. Rispetto agli antecedenti templi Pratihara, che verranno riesumati alla perfezione in quelli minori dei complessi panchayatana di Khajuraho, ciò  comporta la perdita delle eminenza devozionale esterna delle statue delle nicchie di badhra e di antarala,  della installazione di dikpalas nelle proiezioni d’angolo, i karnas, di apsaras e ninfe celestiali varie nelle pratirathas intermedie, il che, con il venir meno di ogni esterna pradakshina., ne fa elementi tutt’altro che imprescindibili in un tempio hindu.

 

Verandika

Incompiuto-------

24 giugno 2017

 

 

Uno shock salutare di Mohammad

 

Pensa, Rico, -mi diceva ieri un Mohammad sbalordito e confuso, per il quale era come se tra il cielo e la terra fosse avvenuta un’ inversione cosmica,- io sunnita ho amato per tre anni una ragazza, e solo oggi ho scoperto che lei è sciita...

 

“ Ma chi è ? Dove vive? Come è stato possibile, senza che io ne sapessi niente di tale tua storia?”

 

Ma è… Mouskan”

 

“Mouskan?”

 

"I suoi familiari hanno sempre fatto credere in giro di essere dei Pathan, che è come dire dei Khan.

 

In realtà ho scoperto che tutti i loro nomi sono succeduti dal cognome Hussein.

 

Ho fatto ricerche in internet, contattando in facebook un cugino di Mouskan. Provengono da Banda e suo nonno era un membro famoso della comunità sciita della città"

 

“ Mohammad mi fa solo piacere che tu abbia scoperto quanto tu mi dici, perché tale rivelazione non può farti che bene. Se penso a ciò che mi hai ripetuto degli sciiti, che il loro sangue ha un tale odore particolare”

 

“ Certo che è così. Dovresti venire anche tu a Kanpur per la flagellazione di Moharram. E’ ciò che hanno visto i miei occhi, sentito i miei sensi…”

 

“ Ed anche che sputano di nascosto dove tu bevi... Mohammad per anni sono stato in relazione con una famiglia iraniana, di cui ero membro come di quella di Kailash, e ho viaggiato nel paese degli sciiti, ma mai qualcuno ha immaginato o pensato di farmi una cosa del genere. Mohammad, Mohammad, come può la tua mente pensare cose del genere.... Come puoi immaginare che io le creda e che le condivida, io cristiano in una famiglia hindu, che aiuta la tua famiglia sunnita…

 

Mohammad ha cominciato a riaversi e si è allora ricordato e mi ha parlato di un suo amico di infanzia, Argan.

 

“ Dividevamo tutto dei nostri pasti, ogni sorta di riso byriani. Poi durante un Moharram l ho visto tra gli altri sciiti, che partecipava al mattam, e sono rimasto scioccato… l’ho rivisto ancora un’altra volta, un mio amico sunnita lo ha afferrato e me lo ha consegnato perché lo picchiassi. “ Sei sciita? gli ho chiesto. Ed egli mi ha risposto “ Sono tuo amico, non sciita” Gli ho detto allora di scomparire dai miei occhi, rinunciando a fargli del male.

 

Mohammad mi ha accreditato di averlo incontrato ancora una volta, durante il Moharram in Kanpur di tre anni or sono, e di averlo abbracciato, lasciando che il sangue dell’amico macchiasse la sua djellaba.

 

“ Che vuoi che possa pensare degli sciiti, dopo tutto quello di cattivo che sugli sciiti mi hanno detto in famiglia, in comunità, un autentico lavaggio del cervello. “

 

In Khajuraho, Rajnagar, Chhatarpur, apparentemente nessuno è sciita.

 

“ Ma tanti lo sono, e lo tengono nascosto a noi sunniti per paura. E’ diverso in Kanpur, o Lucknow, dove gli sciiti sono più di noi della Sunna”

 

“ Un autentico brainwashing. Come quello di Al Qaeda quando cominciano a dire ai terroristi che l islam è in pericolo, che dobbiamo difenderlo… e che se muori per difenderlo vai direttamente in Paradiso E’ Allah che difende l islam, se è in pericolo noi possiamo solo difenderlo con la preghiera, comportandoci da veri muslim. Nessuno può uccidere nessun altro. Solo Allah può toglierci la vita che ci ha dato“

 

Ed è tornato a ripetermi il suo credo più profondo

 

“ Esiste un solo Dio, le religioni e la loro distribuzione sono solo create dagli uomini. Noi tutti, prima di tutto, siamo human being, esseri umani, prima ancora che hindu o cristiani o muslim, sciiti o sunniti”

 

Il discorso l’ho fatto quindi scivolare sulle questioni della scuola, mentre Mohammad vagheggia già la moto che gli lasceranno tra mesi degli zii ricchi, su cui al mio ritorno potremo uscire di sera, su quali siano i suoi rapporti attuali con il padrone e il suo sovrastante.

 

E' in grado di sopravvivere in hotel , ancora a lungo ,. Oggi gli sono state consegnate le ultime mille rupie della paga del mese scorso, di cui il sovrastante avrebbe voluto trattenergliene ancora quattrocento.

 

“ Lo sai, come occorre fare. mi ha detto il ragazzo con una citazione stupefacente quanto la perfezione chiastica delle sue massime, “ divide and rule!”.

 

E da dove il “ divide et impera” fosse mai uscito fuori nel suo cervello, era un mistero che gli era insolubile.

 

25 giugno 2017

 

" Siano dolci, siano amare, sono sempre parole d'amore"

 

( abbozzo originario)

 

“ Kailash, dicevo al mio amico durante la cena in Chitrakoot che precedeva il nostro rientro notturno a Khajuraho,- anche se mentre stiamo insieme la mia mente va via ed è perduta lontano, con te non sono e non mi sento mai solo. Sono stati un’altra volta bellissimi i nostri giorni di viaggio”

 

Nei dintorni di Citrakoot ci eravamo aggirati per due giorni alla ricerca dei templi perduti, in Gonda, Ramnagar e villaggi circostanti, prima di rivisitare la piccola Varanasi tinteggiata meravigliosamente di un ocra arancione nei suoi templi e palazzi ed edifici contigui , lungo il Ram Ghat che si affaccia sul fiume Mandakini, di percorrere sfiniti e contenti l intero Perikrama intorno al colle sacro al dio Rama, dove la leggenda vuole che per dodici anni sarebbe rimasto in esilio con Sita e Lakshmana.

 

“ Grazie”, mi diceva un commosso Kailash., prima di replicarmi come atto di gratitudine

 

“E quanto a me, io non ero una persona prima del 2005”, l’anno in cui ci siamo conosciuti.

 

Ma sarebbe bastato quel che è accaduto nella stazione di Karvi in attesa del treno che ci avrebbe ricondotto in Khajuraho, ad infrangere ogni nostra presunzione che la nostra amicizia ci avesse elevato ad una condizione infrangibilmente superiore.

 

Kailash mi lasciava solo con tutti i bagagli e le borse a fronteggiare delle scimmie che con i loro piccoli in grembo o sul dorso si erano avventurate lungo i binari, e quando una di esse mi si avvicinava ed iniziava ad armeggiare con uno zaino per portarmelo via, invece di soccorrermi egli ne rideva distante.

 

Io , sentendo dalla mia parte ogni ragione, lo maltrattavo di fronte a tutti con parole offensive, rimproverandolo in hindi di stupidità assoluta, prima che mi si riaccostasse umiliato, e non trovasse altra giustificazione che chiamando in causa la sua paura delle scimmie.

 

La paura che di nuovo era prevalsa sui suoi sentimenti, come la notte in cui non aveva trovato il coraggio di donare il sangue che serviva ad assicurare la vita di Vimala e di Chandu , quando la moglie aveva partorito il nostro ultimo bambino.

 

Kailash cercava di rifarsi in ogni modo, facendosi finalmente carico di ogni bagaglio, al sovrappasso che dovevamo risalire e discendere per prendere il treno in arrivo, e quando sopraggiungeva, pur nella concitazione di risalire alla nostra carrozza eglitrovava il tempo e i modi gentili per orientare un indiano anziano e confuso che era diretto ugualmente a Khajuraho per visitarne i templi, quando io inorridito dal suo aspetto trasandato e repellente, avrei voluto che l’amico si prendesse cura soltanto di noi due, affrettandosi a raggiungere una carrozza che restava distante

 

“ Per lui c’è l Ufficio turistico, se ne ha bisogno”

 

Così dicendo alla faccia di ogni mia missione culturale universale, del mio disperare che sia disattesa ogni mia indagine e ricerca su tale patrimonio artistico così lungamente condotta.

 

E ieri al mio rientro, sarei dovuto venire al dunque con Mohammad., quanto alla conclusione dei suoi studi, e a ciò che resti ancora della nostra amicizia.

 

Nell’ hotel in cui lavora, quando ci siamo rivisti, gli ho chiarito subito che giunti a tal punto non intendevo più né pagargli la reiscrizione a una scuola privata né effettuare il passaggio a quella pubblica, visto che a due giorni soltanto dalla mia partenza nessuna sollecitazione mi era da lui pervenuta in un qualsiasi senso, che al solo fare cenno a tale questione, cadeva ogni volta la linea ed ogni discorso che .intendessi affrontare.

 

“ Tu preferisci considerarti uno stupido ragazzo con una mente stupida pur di non studiare ancora, “che fare valere l’eccellenza del tuo cervello…

 

Rientravo in casa di Kailash, e lo ritrovavo al suo risveglio con Vimala e Chandu. Chiedevo all’amico di dire al bambino che sarei partito per l Italia, da cui solo dopo vari mesi sarei rientrato in India, e di chiedergli se era il caso che da lui e tra loro facessi ritorno, o che rimanessi nel mio paese una buona volta per sempre.

 

Chandu gli rispondeva che voleva che facessi ritorno, poi soggiungeva in hindi altro, che chiedevo a Kailash di tradurmi all’istante : “ Don’t go, Non andartene, è quanto Chandu vuole che ti dica”

 

Cosa più bella il mio bambino non poteva dirmi, ma quando mi sono ritrovato da solo in casa con lui, e mi sono messo a vigilarlo- la mamma era in realtà solo al di là della soglia-, ha seguitato a pregarmi di lasciarlo solo, e di andarmene via.

 

Mohammad l’avrei ricontattato più tardi al telefono, da cui mi aveva richiamato perché gli rendessi conto del fatto che avevo coinvolto di nuovo suo padre, in un estremo tentativo di convertirlo a seguitare fino alla fine il corso dei suoi studi.

 

Mohammad si trincerava dietro il nuovo corso assunto dalla sua vita con la sua prima attività lavorativa, per occultare il dato di fatto che gli mancava ogni interesse e volontà di fare ritorno a scuola

 

“ E’ il mio lavoro cui ora devo pensare, Manoj mi ha detto che se voglio ripetere la decima classe per tre giorni soltanto la settimana mi lascerà andare a scuola, dipende se di mattina o di pomeriggio. Prima viene l’ hotel, adesso per me…”

 

“ Manoj è un ex insegnante che non dovrebbe parlarti così, ma che ti parla così e ti ha pure già promesso un salario superiore di mille rupie, perché vuole tenerti in schiavitù nel suo albergo. Se tu davvero ci tieni alla scuola, è la scuola che deve venire per prima, e nessuno può obbligarti a perderla per curarti delle sue camere da letto e della sua reception”

 

“ Lo so che sbaglio, Mohammad veniva allo scoperto, ma la verità, what is true, è che non ho interesse ad andare a scuola. Tu e mio padre avete per me la stessa autorità. E se tu pagassi per me la scuola, so già che ci andrei un giorno o due, o tre, e che poi smetterei”

 

Se così stavano le cose, fosse fatta la sua volontà, secondo la sua libertà di scelta che aveva l ultima parola. E buona notte, e sogni d’oro di nuovo, per il mio caro ragazzo.

 

Avendo così posto fine a ogni mio tentativo di riavviarlo agli studi perché li ultimasse, non capivo, durante tutta la giornata odierna, come nei giorni trascorsi, il suo ostinarsi al telefono in una laconica freddezza nei miei riguardi.

 

Nella sala da pranzo dell’hotel non mi rivolgeva né la parola né lo sguardo.

 

Quando gli ritelefonavo di nuovo, rinviava a un’ora più tarda il nostro incontro, e allorché lo contattavo che la sera era già inoltrata, mi faceva sapere che non poteva mancare ad un ennesimo matrimonio

 

“ Arrivederci a ottobre, allora se è così”

 

Sulla via di casa il mio malumore cresceva nei confronti del ragazzo , e il suo parossismo mi faceva deviare verso l hotel dove forse l’avrei ancora ritrovato, come in effetti vi era ancora presente, per uno di quegli ultimatum in cui un’amicizia trova il suo termine:

 

“ Mohammad, se vuoi chiudere la nostra relazione, possiamo finirla qui”

 

“ Possiamo proprio chiuderla” mi replicava in tutta risposta, senza staccare lo sguardo dallo smartphone che digitava,

 

“ Tik-è and good bye for ever” sentenziavo in una stretta di mano.

 

A Kailash comunicavo di li a poco la fine inevitabile della mia amicizia con Mohammad, al che egli reagiva dicendo che avrebbe comunicato al padre che d’ora in poi egli avrebbe dovuto provvedere al ragazzo per ogni evenienza, che il figlio era ora come un uccello che avrebbe cavarsela in volo in tutto e per tutto con i soli suoi mezzi.

 

Non ancora mi capacitavo di quanto potesse essere successo, che Mohammad mi telefonava di nuovo con voce dimessa, per dirmi che cosa aveva ispirato il suo comportamento

 

“ Volevo che così tu soffrissi di meno, nel lasciarmi e nel ritrovarti in Italia senza di me”

 

“ Scusami , Mohammad, per come ho reagito”

 

“ Ti capisco. Chiunque avrebbe fatto come te… “

 

.” Solo che se tutto si fosse tra noi così concluso, mio caro, mi sarebbe stato molto più difficile fare ritorno . “

 

Kailash precedeva l’arrivo di Mohammad nella mia stanza, dove mi avrebbe lasciato di lì a poco, per portare al giovane che con lui si avvicendava di notte delle cibarie del matrimonio cui aveva illuso con me.

 

“ Se è come mi dici, se il tuo giovane l’ha fatto per questo, va bene, non ci sono problemi” e salutava l’arrivo del ragazzo con soddisfazione amichevole, in Mohammad rinsaldandosi ciò che ci unisce e ci lega.

 

“ Ora, gli dicevo con tutto il mio affetto, voleranno in un istante i giorni della nostra separazione, e il tuo richiamo sarò tanto più forte”

 

Che venisse pure l indomani, a me bastava già quanto il suo sopraggiungere avesse messo le ali alla mia felicità.

1 luglio 2017

 

Quasi una leggera morte

 

Prima che il treno  da Khajuraho  mi conducesse con Kailash a Delhi per fare rientro dopo alcuni giorni in Italia,  chiedevo al mio amico e a Mohammad, che era accorso in stazione in motocicletta per un ultimo congedo , di consentire a Miraj che aveva accompagnato Mohammad, di scattare un’ultima fotografia che ci vedesse raccolti  insieme, concordi e affettuosi dopo screzi e dissidi,  rivedendo la quale, come il treno  si è messo, mi sentivo  gioioso  di poter  dire, pubblicandola in face book: Ecco l’immagine di una felicità concessa a chi non vive soltanto per se stesso”. Pur tra le lacrime , quando al telefono Mohammad, rientrato in hotel,   cessava di parlare sopraffatto dai  singhiozzi.

 

Ma ora non ne è più nulla di tali immagini, finite perdute con  ogni altra che ho scattata in India durante questa mia  ultima permanenza, di templi hindu sconosciuti o di amate sembianze, con  i miei computer e tutto il materiale  dei miei scritti,  di tutti i documenti e testi  e degli ebook  di altri autori  che contenevano, con le mie fotocamere e lo smartphone che Mohammad mi aveva assicurato di seconda mano,  per il furto della borsa che li conteneva che in una fase di dormiveglia ho subito alla stazione centrale di Milano,al mio rientro dell India  in attesa nel corso della notte del primo treno mattutino diretto a Mantova,  per opera di una gang di malfattori extracomunitari.  Che altro non posso pensare, se nel giro di un’ora  alla polizia giudiziaria cui denunciavo  il furto  si succedevano un altro anziano e una giovane ragazza in lacrime, vittime anch’esse  di rapine. La psichiatra  del Fatebenefratelli , cui chiedeva un consulto  nel suo referto parlava di mie reazioni normali,   pur sempre nel mio  stato di depressione  permanente, mi diceva che  che potevo  già lasciare Milano  e che non dovevo avere paura di ritrovarmi da solo nelle stanze del mio appartamento a Mantova,  dove distaccato dal luogo del furto  avrei  avvertito  appieno il senso dell’avvenuta perdita. La mia mente  era in realtà sospesa e si era auto sedata in una stato di stupefazione attonita,  cercando  appigli, nel vuoto della perdita, a  quanto avevo pur avuto  e avrei  trovato modo di salvare.   Per mia fortuna , disattendendo alle indicazioni dell’addetto al chek in nell’aeroporto di Delhi, avevo conservato nei bagagli un hard disk con i miei testi principali, e nel mio blog avevo avuto modo di  salvare  ogni mio resoconto indiano,  e  vi avevo stipato tutti i dischi dei dizionari e del mio web site, ma quanto di irrimediabilmente perduto veniva a mancare all’appello, quando la memoria  aveva le capacità di ripercorrere i dati che potevano essere finiti perduti,   ogni immagine che avessi  scattato dei monumenti  islamici e moderni ignoti ai più che avessi  scattato in Delhi, tutte quante quelle, preziosissime e altrimenti irreperibili  ovunque, dei templi hindu che avevo ritrovato con Kailash  nei dintorni di Mahoba  e di Chitrakoot, senza il cui supporto ogni mia ricerca in corso da ultimare restava un sentiero interrotto, per riprendere il quale, al mio ritorno in India, avrei dovuto ripetere i viaggi e riscattare ogni foto,  con nuovi apparecchi dall’acquisto proibitivo.

 

Per giorni, finora, come tutt’ora ho seguitato a compiere ogni cosa da fare e a conservare i contatti indispensabili come in uno stato di leggera morte, in cui  la rimozione dell’avvenuto  si faceva confuso distacco e indiana rinuncia, senso di liberazione  come se la perdita mi avesse alleviato di un fardello, e come la falena al fuoco di una lucerna, bruciassi più inconsistente ed evacuato  vuoto  del mio annientamento  in corso. Mi ha sostenuto in tale precipizio la ritrovata immersione nell universo librario,  Schopenhauer, don Milani, Mandelstam o Kushwant Singh che fossero i ritrovati autori,  nel silenzio dell India  in cui l’atman ritrova il suo Brahman  ritirandosi dal mondo.

 

 

Con il piacere, nei miei contatti con chi ho di così caro in India, che Mohammad abbia ritrovato la via della scuola, e che mi sappia dire dei più grandi poeti in urdu, di Mirza Ghalib come di Mir taqi Mir,  di Mirza Ghalib citandomi  due versi che ho ritrovato in una versione inglese “Let me get drunk in the mosque,

Or show me the place where God abstains!”

14 luglio 2017

Se ora in Italia me ne sto tutto il giorno chiuso in casa e non ho voglia di uscirne che per necessità impellenti, una delle ragioni snervanti, più che il gran caldo, è che giunto oramai alla fase terminale della mia esistenza, mi deprime incontrarmi per strada con conoscenti ed amici cui nulla interessi di quel che penso o che sento, quale sia la mia vita sensibile e mentale, ma ben attenti a quanto sia più grasso o decrepito. Né mi va di sentire levarsi nel dibattito la veemenza di chi suppone che chi è avversario o nemico è tale perché è un cretino, fascista o leghista o penta stellato o piddino che sia, e che contro lo jus soli ci sia ancora chi invoca che le colpe dei padri debbano ricadere sui figli , o quelle del forestiero che delinque su chiunque sia ancora straniero in Italia, escludendolo dalla cittadinanza italiana benché in Italia sia nato, ne frequenti le scuole e ne parli la lingua nazionale. Tanto meno mi vanno i panem et circenses estivi di una classe politica che non riesce ad allestire che ciò sa e conosce, nella sua formazione politica cresciuta anziché su poeti, letterati, economisti, filosofi e sociologi, su tutto quanto fa intrattenimento e spettacolo, è parola e musica di cantautori, o mossa o finta di un calciatore.
E a sinistra e a destra, da amministratore o funzionario di stato, favoleggia la via Emilia perché è stata la via di congiungimento degli astri di Zucchero, del Liga, di Vasco Rossi, con quello maggiore di Francesco Guccini, nulla sapendone di quelli artistici di Attilio Bertolucci, Silvio d'Arzo, Pier Vittorio Tondelli, Antonio Delfini, Walter Siti e via continuando. E quanto al bread and circuses imbanditi in loco, non serve allettarmi con i luoghi comuni e gli equivoci (vedasi in merito Scansani Stefano) del mito artefatto di una cucina di principi e popolo, o che , pur di allestire appeasements di richiamo e successo da fare invidia a quelli areniani, da Seamus Heaney si sia approdati ad Elton John, prima di Sting, per la modica cifra minima di 95 euro a cranio,  se in ascolto del baronetto non si è dei Vip.

 

14 luglio 2017

 

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