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17 gennaio cronaca di una tranquilla giornata indiana

Mi sveglio tardivamente, mentre di fuori sta ancora piovendo, i lampi e i tuoni, il “boom bom” come li traduce in inglese Kailash, dell’imperversare di un temporale nel corso di queste piogge monsoniche fuori stagione, non hanno perturbato più di tanto il mio sonno profondo, talmente me lo concilia il tremendo terribile che dopo che a kailash è stato prescritto a me ugualmente dai medici del Christian hospital di Chhatarpur, al termine della mia breve degenza, la settimana scorsa, che ha fatto seguito ad una comune diagnosi di dementia precox, come avrebbero sentenziato degli psichiatri ottocenteschi, di schizofrenia secondo la psichiatria contemporanea. Una caligine grigia seguita a gravare su Khajuraho, precludendone lo splendore invernale, Kailash lo ritrovo a letto, e comprende benissimo che è a lui che muovo i miei addebiti, quando gli chiedo come mai Ajay e Poorti non siano a scuola, mentre sottaccio che egli non è al lavoro Per il gran temporale scrosciato in mattinata i bambini tutti non sono andati a scuola, si è protratto quindi ulteriormente il regime vacanziero indiano, che feste islamiche a parte, dura oramai da lunedì corso, a seguito del freddo per il quale le scuole indiane restano chiuse in gran parte del paese, in mancanza di qualsiasi impianto o forma di riscaldamento. Per me ha dell’incredibile come un così mite tiepido fresco possa indurre gli indiani a un imbacuccamento con sciarpe e paraorecchi, come io stesso ne abbia patito il rigore e la diffusività di virus e batteri, quando alla mia partenza per Delhi ho patito un gran freddo e mi sono ritrovato all'addiaccio nel vagone sleepers, e ne rabbrividissi al ritorno in stato influenzale, oppresso di nuova da una tosse che mi si accaniva nel petto ogni qual volta tentavo di emettere parole. Ieri, l’occasione o le circostanze impellenti a seguito delle quali Kailash ha dovuto disattendere il lavoro in autorickshaw, è stato il gran riassetto dell ufficio in un vano adiacente, risistemandovi l’arredo e l impianto elettrico, un lavoro che si è protratto unintera giornata, per il venir meno dell energia elettrica fino alle cinque del pomeriggio, a seguito dei lavori in corso in Chattarpur per l'installazione della nuova rete ferroviaria, non che per il gran numero di perforazioni e di chiodi da sistemarvi, da parte del balai, il falegname, perchè sulle pareti vi riapparisse in un ritrovato ordine tutto l’apparato decorativo inter-religioso e del più multicolore artigianato indiano, incluse miniature del rajasthan e dipinti Madhubani o Gondi. Nella mattinata odierna, sono le undici e Kailash è ancora attardato in casa per cucinarmi il breakfast, dopo di che si mette a letto in uno stato di torpida sonnolenza e di indisposizione indisponibile a qualsiasi darsi da fare, accusando il suo cronico bruciore agli occhi, per tutta la polvere che aveva dovuto spazzare ieri n ufficio a seguito del trapanio dei buchi per sistemarvi i chiodi cui appendere quadri e ninnnoli. Già nel decorso del risveglio la mia mente aveva conosciuto i suoi propri travagli, perché la soddisfazione di come il giorno avanti ero riuscito a far risorgere il mio ufficio ancora più bello e più incantevole che nel suo corredo precedente, era stata perturbata dalla pretesa del brahmino Balbil, che del vano del mio ufficio è il proprietario, un ordine richiesta più che una domanda, che dall'indomani mi mettessi a servizio delle due donne che gestiscono il suo ritrovo d'infanzia assistenziale. Non era dunque servito a nulla che oramai due settimane fa, alla partenza per Delhi, avessi rintuzzato il suo esercizio abusivo della propria autorità di brahmino e di proprietario dell’ufficio che è il cuore delle mie attività in India, con l’ordine che mi facessi l’insegnante personale del figlioletto di una donna musulmana che vagheggiava,- come lord Krishna ha mille giopi, one thousand amanti vaccare, a detta di Kailash- in questo caso la moglie del driver Anklet , che a tanto l’aveva istigata, sapendo del debole del brahmino per la sua signora, e con il quale ho un conto da lungo in sospeso, per avere egli scaricato su due piedi con un “ Madar chod” in quel gran intrico di vie che è la vecchia Varanasi, a oltre due chilometri di distanza dal loro hotel, il cliente italiano e la sua famiglia di cui io e Kailash gli avevamo commissionato il trasporto sino a Varanasi da Khajuraho, per essergli essi venuti in gran dispetto in quanto non gli avevano elargito alcuna bakshhesh. E mitigatasi tale mia inquietudine angosciata, grazie anche al lenitivo dei farmaci, ora la letargia di Kailash, il riacutizzarsi della gravità che assumeva per lui la lacrimazione degli occhi, pur se il sole è diuturnamente schermato da una grigia foschia, la sua collericità con Vimala, nel persistere del mio parossismo mi mettevano in stato di estremo allarme, era forse finito, temevo, l’effetto della sua cura farmacologica, mentre nessuno dei familiari sembrava avvertire la situazione di rischio, nè Vimala canora nei suoi lavaggi e rilavaggi, nè Ajay come sempre irreperibile nella sua incoscienza esasperante. Sicché mi limitavo a tenermi daccanto al ragazzo mentre assisteva alla sfuriata del padre, e nel puntargli il dito contro, con foga iraconda, riuscivo a contenere l’aggressività del mio astio per la sua volatilità mentale, per essere egli ancora “chotan” più nella sua incoscienza della gravità delle cose e della pesantezza della nostra situazione che nella statura del corpo.
Per via, avvertivo tutta l’alterazione in corso del mio stato mentale, che i farmaci possono sedare solo nelle sue reazioni, per l’odiosità che assumevano i volti e i corpi della popolazione locale, in specie i giovani che bighellonano in tre in sella alle loro moto, senza prefiggersi niente da fare, alcun vero mestiere da intraprendere, o alcunché da leggere o studiarsi, i lapka e i bimbi già in cerca di turisti da accalappiare, o al loro seguito incalliti, come demoni custodi che se ne sono impossessati di un lascito in rupie per essersene impossessati della fiducia o della incapacità di farne a meno, o di cacciarli via, tale e tanta è di costoro l’ottusa incultura o insicurezza, o pochezza di mete, che fanno si che per un “misto di insolenza, di capriccio e vanità”, non credano o diffidino di chi parla loro in tutta sincerità e onestà, e cadano invece inevitabilmente nelle sporche grinfie di chi non sa pratica re altra arte o parte che il raggirarli, come ben loro sta, sia pure a dispetto di chi studia ogni pietra templare o usanza o vestigia locale, cerca di venire a conoscenza dogni organic farming o organizzazione effettivamente no profit con cui sia fecondo l’incontro del viaggiatore o turista. Era stato il ricadere in tale retaggio locale, al mio rientro da Delhi, quando mi si è irriso al saluto o mentre in bicicletta faticavo nellerta che conduce al tempio Chaturbuja, o neanche nel negozio del balai , il falegname a cui stavo affidando le mie miniature da incorniciare, mi sono trovato al riparo dalla altrui indiscrezione assoluta, alla richiesta del farmacista di quanto mai mi pagasse il "principal" per le mie lezioni di italiano, e dopo che certe bambine si sono unite alle loro compagne che erano i soli allievi delle mie ultime lezioni di italiano, solo per chiacchierare con loro e sottrarsi agli insegnanti e alle sberle che da loro avrebbero ricevuto se si fossero comportate nello stesso modo , che la mia mente ritrovandosi per mia libera scelta, o per vocazione d’amore, in un contesto dinferno simile a quello delle scuola dItalia a cui mi sono ritrovato libero, è entrata in depressione ed ha ripreso a vacillare, è crollata e precipitata nelle sue patologie aberranti.
Con il brahmino Balbil ho incrociato solo il saluto e lo sguardo, al ritorno nel market che ha il suo nome di famiglia, e ho serenamente trascorso l’intero pomeriggio a riordinare sugli alamari dell’ufficio le effigie delle divinità hindu e i loro apparati di culto, ad appendere ai muri i residui dipinti madubhani o gondi di cui disponevo, i pupazzi e le ghirlande rajasthani, o quant'altro lo ha reso per me un sito ameno di riparo e conforto, in cui è riapparso Kailash verso sera.
“ non ripetere ancora una volta quanto è bello il nosro ufficio, porta male” ha insistito. E pur nella sua inettitudine a complimentarsi e a rendere merito e grazie, mi è mostrato soddisfatto che non apparisse più come la congerie di uno show rom dell'artigianato liturgico indiano. Solo dovevo decongestionare l'intasamento di seggiole e tavoli e panche. Del mio amico ho in gran pregio ogni giudizio estetico, tanto più da quando ha biasimato la mia scelta di un dipinto madhubani perché conteneva solo l'immagine composita di un mandala di pesci beneauguranti, dicendomi laconicamente, in tutta franchezza quale motivo di scontento estetico.“ there is not subiect”

Insieme abbiamo mangiato delle frittelle di patate con ripieno di ceci e salse piccanti, prima che mi lasciasse solo e ch’io facessi ritorno a casa per depositarvi un quadro e un quadrettino devozionali islamici da riparare.
Dell ufficio non lo persuadeva ancora, mi ripeteva, l’ingombro che vi costituivano le giare di terracotta, la disposizione della panca per lezioni o conferenze, che andava per lui disposta invece lateralmente.
A un mio ulteriore rientro a casa, per prelevarvi decalcomanie e una coroncina del rosario indiano da sovrapporre all’immagine di Pope Francis , beneaugurante come quella di un Shiva o di un Buddha in abayamudra, ho chiesto ad Ajay se voleva cogliere l’occasione di riprendere il mio insegnamento dell italiano, per vedere il riordino dell’ufficio nel nuovo vano, e di sollecitare Poorti ad essere della partita. Sul l’istante si sono fatti ritrovare disponibili tutti quanti i fratellini, con me in bicicletta era pronto a venire anche Chandu, fresco e profumato e lieto nel suo incanto infantile.
Piovigginava, ma Kailash sarebbe venuto a prenderci con l’autorisciò se fosse piovuto a dirotto.
Che mi sia dimenticato di portare con me i libri di testo, è stata la circostanza che ha propiziato che tenessi solo una piccola lezione breve sul “ciao e il buon giorno o il buona notte o buonasera”, -con gli amici o con le persone di riguardo non familiari-, tra i più impertinenti schiaffeggii e pugnetti graziosissimi che mi infliggeva l’adorato chandu, il mio presunto e improvvisato assistente, di cui saltellante sul lettino dei massaggi sottostante la lavagnetta, dovevo fronteggiare tutta l impertinenza dei tentativi di cancellare quanto vi scrivessi con il pennarello.
Poi li ho lasciati disporre dei pennarelli e della lavagna a loro piacimento, di rientro a casa per prendervi la videofotocamera della cui card avevo recuperato i contenuti e le funzioni del dowload dei dati il giorno avanti, insieme con delle berrette per ripararci dalla pioggia al rientro di lì a mezz’ ora.in video e foto ho tentato di riprendere e fissare l incontenibile gioia dei miei bambini, sino a che è stata l'ora che si rimettessero le scarpe e si avviassero verso casa . Nemmeno il tempo di chiederci se fosse il caso o meno di rientrare in bicicletta, che per l''ffetto di noi tutti che sprigionava alla sua sola vista, è ricomparso Kailash che era venuto a prenderci con il tuk tuk.
Le biciclette le avremmo lasciate dentro l’ufficio. Visto che era ancora aperta la pasticceria cui l’ufficio fa seguito, ho invitato i nostri bambini a cibarsi di qualche dolcetto. Di la dai vetri Kailash si è immancabilmente oscurato alla loro gioia, come supponevo, al pensiero di Sumit, che ne sarebbe potuto esserne gioiosamente ugualmente partecipe, “ My Sumit”, come non manca di dire le poche volte che ne ha modo di parlare. Al nostro povero caro Sumit era già corso anche il mio pensiero, quando per accertare linglese di Poorti, le ho chiesto di dirmi quanti fratelli avesse.
Due, certo, tra me ho pensato, ma se non si conta il fratellino che è già nel Nirvana.
Aveva cessato di piovere a dirotto quando ci siamo decisi a rientrare, sicché solo Poorti e Chandu sarebbero tornati a casa sull'autorisciò, mentre io ed Ajay avremmo riportato a casa le biciclette.
La caduta di tasca del portafoglio è stato poi il pretesto per avviare Ajay a precedermi mentre lo raccoglievo da terra, e per recarmi allo shop center di Agrawal per acquistare le colle che mi servivano per riparare la copertina di “ the religious imagery of Khajuraho” e il quadrettino devozionale muslim, per ritornare indietro al negozio di articoli per la casa di un negoziante jain, ed acquistare la cesta metallica che ancora occorreva, perché Vimala potesse disporvi rialzate dal suolo tutte le stoviglie e le posate in uso.
Ma mi illudevo ,se cosi credevo di completare la felicità domestica: “ E adesso, brontolava la costernante Vimala, perché non portare indietro quello che avevo acquistato il giorno avanti, che come avevo adocchiato in cucina ad un mio rientro a casa, non bastava per l’occorrenza. Una micragnosità che faceva il paio con la sua ostilità al paio di babbucce che si era provveduto ad acquistarle, perché stando con i piedi sempre in ammollo nel cortile, non seguitasse a contrarvi infezioni.
“ Cerchi piuttosto di salvare denaro acquistando meno gutka”, la rincalzavo.
“ E’ una old lady”, ribadiva esacerbato Kailash, mentre mi cucinava gli spaghetti, e lei assisteva come in atteggiamento di sfida e senza avere niente da voler apprendere, vista la sua ritrosia a muoversi oltre il raggio di duecento metri da casa e ad alimentarsi che di ciò che non fosse cucinato di vegano con le sue mani, a nessun altrove se non il suo villaggio d’origine,” le altre donne cambiano quando vanno in un nuovo posto, lei invece è rimasta tale e quale”, pronta a farsi beffe della mia eccessiva tema di versare nel condimento e sugli spghetti più timo del dovuto, dal vasetto dai cui fori non voleva saperne di uscire.
“ Con tutto il riguardo che ho nei suoi confronti”, commentavo con Kailash, mentre lei si allontanava, per la sua sguaiataggine che è il suo eloquio naturale, per il suo maneggiare la merda con cui sacramenta la porta di casa con la stessa naturalezza con cui prepara il cibo e le bevande, e recupera da terra ogni cosa che vi cade e non la rigetta o la usa di nuovo senza lavarla..
Ma il tragitto verso la quiete del sonno riservava ancora una reprimenda di kailash contro Ajay per la sua persistente irreperibilità, cui mi associavo con ferocia danimo , visto anche che Ajay si negava a una risposta, e un lungo indaffararmi al computer con le immagini di Ajay e Poorti e Chandu in ufficio, per scegliere quella da destinare a facebook, prima che sulla volontà di scrivere prevalesse il sonno, dopo quella di navigare in internet. Ma la pioggia si era fatta intanto talmente scrosciante, che mi correva il pensiero al rosmarino che restava esposto alla sua inclemenza, mentre un gattino mi si infilava nella camera senza che avessi alcun intento di osteggiarne il ricovero,. Salivo sul terrazzo a raccogliere il rosmarino di cui il vaso era divenuto una conca d’acqua,e lo ponevo al riparo in stanza, prendevo i medicinali di turno, l' oleanz incluso, e il sonno mi ghermiva all’istante.

17 gennaio 2014


 

nel grigiore di un dolore infinito

Continuano anche oggi il grigiore piovoso e il dolore infinito, Kailash mi diceva stamane, che secondo i notiziari, solo nel 2003 e nel 2009 il mese di gennaio è stato così freddo e incolore nella piana gangetica, nel protrarsi di un uggiolio in cui ancora più mi costerna quanto suo padre ieri fosse desolato, dopo avere avvertito che ci siamo picchiati, l’ha inteso alla vista del mio labbro ferito, delle mie mani escoriatesi, quando Kailash mi ha riversato addosso la bicicletta di Chandu, dopo avermi sospinto contro il corpo del bambino, il cui dormiveglia si era trasformato nella sua mente allucinata in uno stato di agonia, -ma anziché impietosirmi ne ho avuto disgusto, sconvolto dal clamore nel cranio della festa nuziale notturna, inetto, nonostante ogni mia avvertenza assillata, a comprendere che perchè era subentrata in lui un ‘alterazione mentale egli inscenava tutto questo, e mi rigettava anche il nostro bambino contro, nel protrarsi ostile della sua durezza di cuore,- suo padre alla rievocazione dei fatti scuoteva il capo, e non aveva con me parole, forse perché sa ancora meglio di noi quale follia possa sconvolgere anche la dolcezza mentale più mite, la stessa delicatezza che ora ci fa solleciti, io e Kailash, ad essere di ritorno in Chattarpur quanto prima, per le medicine mentali che ci evitino ancora orrori del genere, e risparmino di assistervi ai nostri adorati bambini. Poche ore or sono erano tutto il contento della nostra gioia, durante il pranzo frugale sul terrazzo, nella loro bellezza e felicità imperturbate, che mi istillavano questa stessa dolcezza, al fondo dell'anima, che poco fa mi ha intenerito in una carezza sul protrarsi pomeridiano del sonno di Kailash, in assenza di turisti che non siano preda dei lapka procacciatori. Ed io per non vederne lo squallore incontrastato ora non voglio saperne di uscire, preferisco restare nella mia cameretta ad approfondire i miei studi del culto tantrico di Surya nel pantheon di Khajuraho, e scriverne mio malgrado solo per me stesso, cessata la dissenteria che dall’altro giorno ha trasformato in vomito le mie deiezioni.

25 gennaio 2014


 

Nella casa che amo delle persone che amo

Nel lettone grande dei bambini, ai loro piedi, Kailash era gia ricaduto nel sonno più pesante quando con Ajay sono rientrato dall’ufficio che non erano ancora le 21, 30, l’ora concordata per il mio ritorno e la cena in comune. Ma sul fornello, stavolta un poco scotto, stava l’ulteriore riso che mi aveva cucinato, e che gli piace talmente tanto, come gli ho insegnato e riesce a trarre a cottura già benissimo, in un brodo vegetale e insaporito dai funghi con spezxie indiane, da avermelo riproposto ancora una volta.
Così , rinviato da una telefonata e un impegno all’altro, il dialogo tra noi si riduce a ciò che è imprescindibile, nei pochi frangenti che si schiudono ad entrambi, il rendiconto delle spese da sostenere e degli affitti e dei debiti da pagare indifferibilmente, salvo , come ora, interrotto lo scrivere, incrociarci nel buio, saltata la luce, lui di ritorno ed io avviato allo stanzino del gabinetto, senza che la sospensione della luce abbia però minimamente interrotto l’ossessione della musica a distanza di un matrimonio ulteriore tra botti e razzi.
Ma vale di per sé un’infinità di parole la gioia con cui lo rivedo e lo ritrovo per strada, con cui l’accolgo quale una mia festa vivente, come stamane di fronte al Premsagar, quando l’ho intravisto barbuto e limpido d’animo mentre parcheggiavo la bicicletta per le solite chips e una coca-cola, prima di avviarmi alla scuola dei nostri bambini per saperne i risultati scolastici che entrambi ci avevano taciuto.
"Quale che sia il garbuglio che resta da dipanare, accomodati con me, ordina qualcosa da bere, amico mio caro, la solita seven up perchè non ti fidi del liquido oscuro della coca cola, tutta va bene e tu vai bene così come sei, è d’oro listante che viviamo e che ci ritrova insieme..."
Era oggi un dì di festa congiunta di Shiva e di Sarasvati, e Kailash era tutto impegnato a dislocare differentemente in Khajuraho l'autorisciò, per captare il diversificarsi, a seconda dell’ora, dei flussi in uscita dalle cerimonie e in arrivo per esse, e raggranellare un guadagno superiore alle magre della settimana scorsa.
Ieri sera era soddisfatto di non avere dovuto ricorrere a me per pagare il sacco di zero zero atta, di farina bianca, che aveva dovuto comperare all'improvviso perchè Vimala era stata così sconsiderata, da non dirgli che era finita, e di potere così replicare al mio rendiconto delle spese di cui gli avevo anticipato le rupie e di quelle che dovevo ancora sobbarcarmi- la remunerazione dell’insegnante pomeridiana dei nostri bambini, la fornitura di un’altra bombola del gas, il canone televisivo, l’acconto per la dentista che deve fare il calco dei denti fittizi che andranno a sostituire quelli sporgenti di Vimala che le sono stati levati, oramai un mese fa, dopo avere pagato il milkman e il conducente dell’autorisciò che porta i bambini a scuola, ed avere inutilmente fatto ritorno al negozio di cui ci si serve abitualmente, per versare le 2.700 rupie del debito mensile accumulato a gennaio. Di pomeriggio, inoltre, l’avevo lasciato che stava ricadendo intorpidito nel sonno, per recarmi dal principal della scuola ad anticipargli 2.000 delle 6.000 rupie che solo in giornata Kailash mi aveva detto, a stento, temendo mi adirassi, che erano la retta che da mesi resta ancora da pagare, tutti oneri che devo ad ogni buon conto saldare, oltre a dovere anticipare le spese familiari dei prossimi giorni a venire, se voglio poter partire i prossimi giorni per Bhopal , per visitarvi i grandi musei e le opere architettoniche di Charles Correa, senza conti in sospeso o che a mia insaputa Kailash debba indebitarmi con il vicinato.
Sopraggiunto il sereno e ultimati i report dei miei ultimi viaggi, in Delhi e tra Bharhut e Maihar nei dintorni di Satna, oltre ai conti da ripianare, per sentirmi libero di recarmi a Bhopal e di essere di ritorno a Delhi, entro metà febbraio, mi restava inoltre da riprendere i capitoli eccelsi del volume di Devangana Desai sulla religious imagery del Lakhmana e del Kandarya Mahadeva, per una rivistazione proficua dei templi del western group e del Museo archeologico di Khajuraho, prima di riavventurarmi in viaggio ed in ulteriori esperienze del patrimonio artistico dell' India.  Ma con l'impegno assuntomi con il direttore del Museo di tradurgli in un estratto un articolo di Emmanuele Anati sulla struttura dell''arte, data la sua passione competente per le pitture rupestri, era sopraggiunto l’accorgimento che troppi giorni erano passati dai test dicembrini dei nostri piccoli, perchè i risultati non fossero stati ancora trasmessi, e non fosse stato ancora fissato un giorno d’incontro con le famiglie. Per fortuna e mio sollievo, in assenza del principal, la sua assistente mi ha comunicato risultanze eccellenti per Poorti, mentre per Ajay erano negative solo in sanscrito, in hindi e matematica.
E stasera, in ufficio, solo nella formazione dei plurali in italiano, mi ha suscitato un moto di sconforto ...quello a cui ho resistito, ieri, grazie al cielo, al cospetto del padre ancora immerso nel sonno quando erano già passate le 17,30. L’avevo lasciato, per recarmi dal principal, che accusava fotofobia, per la gran luce indiana che abbagliava abbacinante,- per me un incanto da perdere solo in ragione della lettura improcrastinabile dell opera di Devangana Desai, per lui una ricaduta in un oscuramento letargico che ottenebrava il futuro ad entrambi.
A che era servita la mia impennata la settimana scorsa, quando, lunedi sera, lo avevo fatto partecipe di come la mia esaltazione diurna senza più il soccorso farmacologico stesse già precipitando in un' iracondia rabbiosa pronta ad esplodere contro chiunque, così come senza più farmaci lui stesso stava già ricadendo nell' insonnia e nell’invalidazione a qualsiasi lavoro intraprenda, causate dalla sua stessa schizofrenia, e a che era valso che dopo che aveva ricusato di essere lui stesso sintomatico, di riconoscersi malato, dopo quanto di sconvolgente aveva inscenato una settimana prima, mi fossi ridotto a trascorrere la notte sull'autorisciò parcheggiato sulle soglie di casa, l'indomani avessi richiamato da scuola lo stesso Ajay perché dicesse ai dottori del Christian hospital se ero davvero io soltanto il folle in famiglia, pur di indurlo a venire in ospedale a Chhattarpur e a farsi prescrivere di nuovo il trattamento farmacologico.
Dunque era un altro velo di Maia che veniva a cadere, con l’illusione che bastasse il riconoscersi malato e l'assunzione di pillole, perchè ad un profondo sonno notturno subentrasse in kailash la lucidità fattiva e laboriosa del risveglio, e sparissero ogni presunto disturbo fisiologico indotto.
Un sonno notturno profondissimo lo conciliava ieri ad una ancor più profonda letargia pomeridiana, ed ai suoi di disturbi agli occhi, dallo stesso lunedì della settimana scorsa si erano aggiunti i miei : maculopatie di una cateratta che mi perturba la vista già ad entrambi gli occhi, cui non è estranea, forse, la disidratazione che mi ha cagionato la dissenteria dei giorni in precedenti, per cui ciò che evacuavo era divenuto lo stesso che vomitavo.
Ma dolci ali ha la follia, nella depressione e nella schizofrenia che mi adombrano nella vivida luce di questi primi giorni di febbraio, conducendomi lontano dalle folle dei lapka, acchiappaturisti, dalle parate dell 'indipendence day e dai greggi di stranieri qui in visita, dalle loro fantasticherie di essere altrove, mentre si ritrovano in India senza nemmeno esserci di fatto, distaccandomene dove mi ricordava che” lucum” deriva da “lucere”, il boschetto, in riva al talab, che si addensava con le sue fronde e luminarie intorno ai tempietti di Hanuman e Shiva e la Devi, tra i campi in cui ora infoltiscono le ancor verdi spighe di grano e gli steli di colza dalle gialle infiorescenze, al suono di flauti e al canto di voci registrate che irrresistibile mi ci conduceva, o facendomi cedere, a dispetto dei guardiani- Cerbero, al richiamo archeologico che mi inoltrava nella nuova sede museale ancora ben lungi dal giorno inaugurale, a ritrovarvi in deposito tutti i reperti visualizzati e trascritti metodicamente su un quaderno il giorno avanti, le are templari in onore al dio Syria o i capitelli più remoti
rinvenuti a Khajuraho , ancora traboccanti di naturalistico fogliame nei loro motivi ornamentali, o la sera inducendomi a differire l’arrivo alla Messa, pur di intravedere, dove lo segnalavano le mappe, i resti di mura più antichi di khajuraho, rinvenendoli in quel cumulo di pietrame a cui infinite volte sono passato davanti credendo fosse uno dei ruderi di edifici caduti in disuso di cui khajuraho è fatiscente, non bastassero i quali a dissestarne i connotati, sovraggiungono ora le macerie a cielo aperto delle case dirupate ed abbattute per dare finalmente luogo a strade che non siano una mezza carreggiata scoscesa di buche.
Intanto, passata da tempo la mezzanotte, cessano anche le ultime ripercussioni della festa di matrimonio, ed è profondissima quiete, nella casa che amo delle persone che amo.

4 febbraio 2014


Settanta volte sette


Quante volte ancora dovrò perdonare loro l’imperdonabile, e credere e confidare oltre ogni lecito dubbio, negarmi al sentire degli uomini e mio più naturale, e così, soltanto, evitare la rovina di tutto e non solo salvare il salvabile, ma conseguire la mia pienezza di vita, consentendo il suo schiudersi ai più ampi orizzonti.
E’ stato Chandu venerdi scorso, il 21 febbraio, a provocare il nuovo precipitare della situazione, rovistando incautamente nel trolley dove custodisco quanto ho da riportare in Italia. Egli era contento e mi era grato di avervi trovato il gioco di blocchi componibili che vi avevo nascosto al mio rientro da Delhi, per non essere ridondante nel dono già di un altro gioco del genere, mentr’ io ero preoccupato che si fosse spinto troppo oltre nel suo divertimento di rovistarmi le tasche, e i bagagli, per catturarmi i portafogli come trofeo, al grido “ money! “di vittoria. Nell'accertare alla rinfusa se vi fossero ammanchi, rinvenivo a il portafoglio dove tengo le banconote di rupie indiane, di uso corrente, che ritrovavo a terra svuotato di ogni rupia, ma non reperivo il denaro in euro che nel trolley tenevo riposto in disparte, in un altro portamonete.
Così ancora una volta e non da Chandu, in quella che non sentivo più la mia casa, da quella che avevo ripulsa a definire la mia famiglia d’adozione, mi ritrovavo derubato dei miei denari che avevo affidato a loro in custodia, o che confidavo non mi venisse sottratto tra le loro pareti, e ancora una volta ero a chiedermi “ Ma chi sono io per loro?”, mentre una cortina di disprezzo sprezzante calava nei riguardi personali e generali della gente indiana tra cui vivo.
Non era bastato quanto mi fossi abbuiato l'estate scorsa, dopo avere eluso per due volte gli anni precedenti la resa dei conti, fingendo di lasciare loro il denaro che avevano in deposito, e che presagivo l'avessero già speso a mia insaputa?
Interrompevo da allora ogni contatto telefonico con Kailash, che restava invano ad attendermi con Chandu al festival dance, mi facevo aspro con Vimala sua complice, di cui ricusavo ogni servizio, e per strada davo sfogo alla mia ira indignata inveendo contro il venditore di cianfrusaglie che con le sue pretese di rifilargliele assillava l’ulteriore turista in cui incappava, appartandomi al rientro del festival, e i giorni seguenti, nella sola cura dei miei interessi e piaceri culturali, la proposizione scritta degli itinerari di viaggio che avevo appena esperito in Gyaraspur e lungo il circuito buddhista in Sanchi, Satdhara, Sonari, nel tribal art Museum di Bhopal, la riconsiderazione della periodizzazione cronologica dell’edificazione dei templi di Khajuraho, o più sensibilmente, cercavo un sollievo nelle cose belle che mi attorniassero, abbellendo ancor più il mio studio di giocattoli e meravigliosi arredi in giunco e bambu, di nuovi e sempre più costosi dipinti tribali, mentre tra le pareti domestiche o conducendolo al mio seguito per acquistargli un paio nuovo di pantaloncini e riparare quelli già in uso, cercavo conforto d’affetti in un Chandu che baloccavo sempre di più. Finivo così solo per abboccare alla fittizia ingenuità genuina di chi, per il candore apparente dei giocattoli più semplici al mondo che vendeva, il caleidoscopio, l’arco di frecce, la spada di legno foderata di carta stagnola, ero credulo che serbasse in se l innocenza delle cose che vendeva, e quant' ero felice di avere ritrovato nel silpgram di Khajuraho, come l'anno scorso, i venditori di Gwalior che addirittura avevo pensato di raggiungere a domicilio, pur di entrare nell’antro fatato delle loro invenzioni , il cobra che ti insegue, la ballerina che piroetta, l’uccellino che ti dispiega le ali o l’atleta che si esercita alle sbarre, ai loro congegni azionati a mano, e che avrei scoperto, in capo a due giorni, che mi stavano sempre di più derubando ad ogni acquisto ulteriore, vendendomi dapprima per cinquanta rupie, poi ora per cinquanta, ora per cento, quindi soltanto per cento, quanto per gli acquirenti comuni era in vendita a sole venti rupie... L’avrei acclarato del tutto per il tramite di Mohammad, il mio giovane, e solo allievo, dal meraviglioso volto d’incanto, che per il suo ricercarmi assillante, il suo condividere con me le sue serate al festival dance e al silpgram, sotto le mentite spoglie anche a se stesso di chi ricusa di essere un “lapka”, ossia un cacciatore e procacciatore di stranieri, avevo in sospetto che ne stia diventando piuttosto la variante più pericolosa, quella di chi entra nelle tue buone grazie lasciandoti credere e credendo egli stesso di esserti solo discepolo e amico, che nulla lo motivi di meno di ciò a cui solo ambisce , e che è alla riprova invece il solo dio in cui crede e che venera e di cui ha rispetto, in tutto il proprio essere e agire, il money God, o dio Rupia, a cui finisce asservito ogni rapporto con lo straniero ed ogni interesse per il proprio patrimonio di civiltà spirituale.
Per questo ieri sera , ( la sera di lunedì 24 febbraio), prima di incontrarlo mio malgrado al silpgram, nei riguardi di Mohammad avevo interrotto il suo contattarmi al cellulare spegnendolo, in tal modo risolvendo con una cesura la contraddizione interna al nostro rapporto, pur dopo che , solo che sappia sopportare e portare( avere) pazienza, lasciare che gli eventi si dipanino da soli, avevo compreso, nel pomeriggio di ieri, quante prospettive ulteriori di vita qui in India mi si aprono ancora, nel momento stesso in cui tutto sembra finire sommerso nel disincanto più incrudelito, allorché mi sono recato dal principal della mia scuola d'insegnamento ed egli si è detto pienamente disponibile a far insegnare come modellare l’argilla all’artigiano che ho contattato al festival, è parso consenziente a che organizzi visite guidate al museo archeologico e a quello adivart di Khajuraho, e mi ha condotto in automobile a visitare i suoi appezzamenti di terreno in un luogo incantevole,. Forse con l’intento di cedermi alcuni campi in affitto? Lavorare nei campi non sarebbe forse il lavoro ideale per Kailash, che potrebbe regolarvi la veglia e il sonno come meglio crede, limitandosi a guidare l'autorisciò solo per dei giri turistici?
Non era dunque che per la mia immaginativa un evento premonitore, l’incontro Venerdì scorso con la giovane donna italiana , di una dolce mestizia, che risiede qui in Khajuraho con un uomo violento e volgare, cui è accompagnata, da cui ha avuto una splendida bambina e che non fa che tradirla, la quale ricusava anche solo il pensiero, che le vagheggiavo, di potere acquistare dei " Kilona" per la piccola al silpgram, dato che intende lasciare la sua vita in Khajuraho per trasferirsi in Varanasi, e le sono già fin troppo d'intralcio tutte le cose della sua attuale dimora che già deve trasportare con sé.

Mohammad, con il quale mi sono poi inoltrato in gran dispetto e sospetto nel mio paese dei balocchi di un'India acchiappacitrulli, si è invece pur anche sorbito le più male parole volgari della venditrice di giochi che ha smascherato, e dopo l’acquisto da parte mia del meraviglioso dipinto Gondi che vagheggiavo da un intero pomeriggio, mi ha chiesto se poteva tenersi le 100 rupie che aveva intascato dal pittore, non già come procacciatore ma perché è un così bravo ragazzo. Ma nonostante tale riprova, il mio amore per lui è rimasto tuttora di un’austerità severa, perchè egli sia luce, che splenda, del giusto che ho trovato in Sodoma- e che del suo popolo evita la distruzione interiore del mio pensiero giudicante-, come prima delle sue confidenze, nel mio ritorcermi iracondo pur risplendeva l’anziano che distogliendosi dalle sue attività , la settimana scorsa mi è stato compagno di viaggio per un intero pomeriggio lungo le pietraie che recano agli stupa di Sonari e ne discendono scoscese, rimuovendo ogni sasso e sterpo che fosse d’intralcio al mio cammino, sopportando e sorbendosi pur anche la malagrazia con cui mi distoglievo dal supporto del suo braccio ogni volta che il suo aiuto mi era d’intralcio alla ricerca del punto di appoggio del piede, tra i sassi e le rocce, che mi evitasse la storta o la fitta artrosica, e che quando ho inteso ricambiarlo di 200 rupie, only, si è schermito più volte prima di accettarli suo malgrado. O il guardiano degli stupa di Satdhara, che dopo avermi accompagnato nella visita mi ha dissuaso dal fare ritorno a piedi, fino a Salamatpur, per farsi carico, al termine del suo turno di servizio, del mio fardello umano disagevole sulla sua bicicletta, lungo i sette chilometri più ardui dei venti che deve farsi ogni giorno, all’andata e al ritorno, da e fino a Sanchi dove dimora.
 

25 febbraio 2014
 


Last days

 

Quale vista può rallegrarmi di più, che mi rallegri, più che quella di Chandu nel sole mattutino di marzo, che accorre dal lattaio ambulante  a prendere il latte per  le vicine di casa, alla cui porta bussa chiamandole per nome? O che mi raggiunge in stanza e mi chiede " money!", alla mia richiesta di un perché ribadendomi " Mela..", la grande fiera in cui comprare ancora un giocatolo. E quale riscontro per me può essere più intenerente e rattristante nei riguardi di Kailash, che ritrovare il  notes in cui annota giorno per giorno le rupie che può mettere da parte del conto in banca per la dote di Poorti, confidando che fra cinque anni, quando  la bambina di anni ne avrà ancora solo tredici, saranno già due laks e 28.000 rupie.

“ Kailash dobbiamo preoccuparci piuttosto della sua felicità, che sia libera di maritarsi se vuole, e con chi vuole”.

“ Non è possibile qui in Khajuraho”

“ Ed allora  dobbiamo pensare ad andarcene via, visto che non ci offre altro futuro. Tempo due anni”

Sul libercolo vi è annotata anche la ricevuta di 10.000 rupie da parte del brahmino del suo villaggio, grazie ai soldi che ho iniziato a dare a Kailash perchè ripiani i suoi debiti ,  un ammontare chera registrato  nella sua mente nei caratteri cubitali di 47.000 rupie fino a pochi giorni or sono, ora discese già  a 33.000 al netto degli interessi, importi che non lo facevano dormire la notte quanto  la sua insonnia cagionata dalla schizofrenia,  non sapendo egli come altro fare per sanarli, che iniziare a liberarsi dei suoi poveri averi.

E temeva che ad incrementare l’ammanco fosse l’operazione chirurgica  che aveva messo in conto per  rimediare all’ingrossamento di quelle che non dovrebbero essere altro  che emorroidi, per il suo consumo di chilly anche con il latte e chappati

Ma non è venuto con me a Chattarpur,  quando mi ci sono recato martedì scorso, ( 11 marzo), per l’impianto di un ponte dentario, quando era l’occasione  per richiedere nuovi farmaci mentali al Christian Hospital. Dopo mesi aveva fatto ritorno al villaggio di Bhyatal, obbedendo al richiamo del padre che voleva che si celebrasse una puja in comune presso il vicino tempio di Durga, per fugare un triste sogno premonitore. Era stata la circostanza opportuna anche per sanare il debito con il giovane brahmino,  suo compagno di scuola, che a differenza di Kailash che aveva trovato scarsa fortuna al seguito dei turisti in  Khajuraho, si era arricchito con la dabbenaggine della gente locale, particolarmente gli adivasi di Kundharpurah,  i meno avveduti.di cui si era approfittato.

La sera era così sopraggiunta senza che Kailash avesse provveduto a rientrare i  tempo per quel pomeriggio, come si era convenuto , né i bambini che erano rimasti appresso, Poorti o Chandu, volevano saperne di fare ritorno a casa , benchè in Khajuraho da oltre due settimane sia accampata la fiera.

Al ritorno da Chhatarpur avrei così ritrovato in casa solo Ajay e il cugino Baju., entrambi a me carissimi, non fosse per la mia infermità mentale che è astiosa con Ajay perché non ricerca il mio insegnamento, elude e delude ogni intento di porlo al passo con i suoi anni reali, (e) tranne che nel cricket è molle e tardivo in tutto ciò che esegue più che intraprendere. Ciononostante, non ho avvertito l’insidia o l'inopportunità della sua richiesta, quando mi ha domandato se avevo un portafoglio da cedergli, anzi, la mia ottusità pretenziosamente  magnanima è stata tale, che gli ho assicurato per l indomani l'acquisto di un portafoglio nuovo, se non gli fosse piaciuto quello che gli riservavo.

L’apparente malasorte ha voluto che prima che mi recassi a cenare al ristorante,  mi dessi da fare per reperire il portafoglio che intendevo lasciargli, di cui la richiesta di Ajay mi offriva l opportunità di disfarmene, essendo inestetico e di materiale sintetico, e che nel rovistare nel trolley dove ho sistemato quanto dovrò portare con me in Italia, vi poggiassi gli occhiali,  di cui al richiudersi del bagaglio una lente finiva rotta. Andava così in frantumi il compimento stesso  dello sforzo che sostengo da settimane, di riparare ogni cerniera o cintura scucita o incorniciatura,  di  sostituire  lenti o integrare i denti che mi mancanti, di acquistare  occhiali e orologi o portafogli e cinture, sino ad averne collezioni,  perchè i  costi di

tali interventi od accessori si farebbero per me insostenibili al mio rientro sempre più prossimo in Italia.

La rottura della lente, che mi obbligava ad essere l'indomani di ritorno a Chhatarpur, qualora non ci fosse un ottico in grado di sostituirla nella vicina Rajnagar,   mi faceva al contempo infuriare contro Ajay,  mentre non serviva a niente che  mi ripetessi invano che egli non c'entrava affatto,  con che aria da piccolo raja indisponente, inveivo, poteva permettersi di dirmi,  prima che accertassi quel che era successo, che se quello era il portafoglio che gli riservavo domani avrei dovuto acquistargliene uno nuovo?  Eccola di nuovo insorta la mia iracondia schizofrenica, di cui tanto lungamente avevo parlato inutilmente solo poche ore avanti con la dottoressa cristiana di Chhatarpur, la mia violenza distruttiva di tutto quello che di più incantevole mi è stato riservato  in dono,  cui potevo porre rimedio solo andandomene via, al ristorante ancora aperto, dove mi rinsaviva provvisoriamente//temporaneamente la telefonata di Kailash “ Un portafoglio? E perchè mai? Va a scuola e non lavora! Te l'ha forse chiesto per metterci i soldi che ruberebbe di tasca a me, a te, o alla madre Vimala?".

L'indomani, nella luce indiana che invasava i viali e le piante, i bazar e le vie di Rajnagar,  avrei pur retto alla delusione di rinvenire chiuso ogni negozio di oculista od ottico in Rajnagar, erano tutti convenuti alla fiera di Khajuraho, dove certo non disponevano di un laboratorio,  mi sarei avviato senza scalpitare verso  l'autostazione di Khajuraho per essere di rientro in Chhatarpur, non fosse stato che al rientro a casa, avrei trovato Kailash  disteso addormentato nel letto, anzichè al lavoro che aveva disatteso già per un giorno e mezzo.

Dall'autostazione gli avrei telefonato solo per allarmarlo e porlo in cerca delle mie tracce, che avrebbe rinvenuto nella bicicletta che vi avevo lasciata chiusa  a chiave, prima di salire su una camionetta per essere a Chhatarpur quanto prima.

“ Era da mesi che non facevo ritorno al villaggio. I bambini volevano restare fino all''indomani. Ho dormito male e poco durante la notte....”

Non gli ho risposto, per rappacificarmi.

Non gli ho replicato, come avrei voluto, che i medici indiani da cui  ci siamo recati insieme la settimana scorsa,  obbligandoci ad un tour de force perché osservano gli stessi orari  di servizio, lavorano ogni giorno feriale dalle dieci del mattino fino alle due pomeridiane, per riprendere dalle 17, 30 fino alle otto di sera, e che anche di domenica sono al lavoro, sempre dalle dieci del mattino sino alle tre pomeridiane, mentre  la sua condotta era per me una riprova che quanto più gli è dato e concesso, sanandone i debiti dopo che tra le sue mura domestiche mi sono venuti a mancare nuovamente  i soldi in deposito, tanto più ricade nel sonno e meno si da da fare al lavoro.


 

Esageravo la portata degli eventi ancora una volta, ancora una volta l’ira mi aveva reso inconsulto, e  in ogni volto e corpo di indiani che trovassi amabile e bello o caloroso nella gran luce pomeridiana, nell'acquisto per poche centinaia di rupie di altri orologi singolari, cercavo un lenimento sensoriale e consumista alle mie convulsioni interiori che si venivano così lentamente quietando, dopo avermi stremato, una fraternità carnale , anche solo  al sentore, che sanasse  il rigetto del ribrezzo con cui  mi ero allontanato dalla mia famiglia indiana due sere avanti, nel sorprenderli, Kailash, Ajay, Vimala, accovacciati al suolo che tagliavano le verdure del condimento del riso riservatomi, radenti con i loro taglieri il piano di calpestio , su cui Ajay, splendido quanto è sporco, aveva deposto il coltello da cucina...

14 marzo 2014


 

In partenza per Jabalpur

 

Nella mente si confondono i giorni e i ricordi,  nel loro succedersi si accavallano e si fanno oramai remoti eventi recenti,  tutti i successivi acquisti di oggetti e incontri individuali, come i monsoni  cedono alla luce radiosa del  sole di marzo anche i ricordi di conflitti e contrasti insorti dopo il rientro dai miei viaggi in Bhopal,  con Kailash o la gente locale di Khajuraho, tutto ancora cosi recente e sfumato nel tempo, mentre risale alle narici anche il sentore della mia infanzia, nella voglia di un contrasto fisico, di prendere a pugni,  o nel sentore di un ammanco di corpi tra le mie braccia, contro il mio petto... dopo il gelido furore al mancato rinvenimento dei miei contanti in euro lasciati in un trolley, la mia incapacità di  placarmi dopo che avevo cercato di arginare il crollo mentale di Kailash con mitezza gentile, quando mi ha rivelato che a mia insaputa,  aveva già ceduto  alla richiesta di 6.000 rupie del dalit ferito ad un piede nell'incidente del tuk tuk del novembre scorso, e che stava indebitandosi a mie spese per altre quattro mila rupie , ad un’ ulteriore  sollecitazione...quando si era pur convenuto che nessun risarcimento sarebbe dovuto intercorrere se non per ilo tramite di un avvocato.... per poi comprendere e farmi consapevole che non avrei potuto essere l'amico di fiducia di Kailash, se non mi fossi fatto carico dell'annullamento dell’intero ammontare di tutti i suoi debiti, settanta volte sette condonandogli  anche l' appropriazione indebita del denaro affidatogli o lasciato nella sua casa....e  ciononostante sentire la sua ingratitudine farmi franare anche l' accollarmi ogni debito, quando mi ha urlato al telefono se non fossi diventato pazzo, nell’avere io anticipato il pagamento di 2.500 rupie che era convenuto lui inoltrasse  l indomani  a uno dei gestori dell hotel Harmony con cui si era indebitato,  alla persona che mi si era fatta avanti di sua iniziativa e che si era rivelata quella sbagliata”  Qui basta che vedano la tua faccia bianca e si fanno tutti ladri...” sino a quelle più recenti, alla vista che mi cucinava al suolo senza alcun riguardo igienico il riso che mi avrebbe imbandito, al rinvenirlo che letargiva dopo il rientro un giorno dalle vicinanze di Byathal....

E nel frattempo dal mio rientro da Bhopal, con tutto quanto di meraviglioso  vi avevo acquisito, in esperienze e incontri, e meravigliosi oggetti di artigianato, le sere al dance festival, i pomeriggi al mela di Shivaratri, i successivi acquisti di giocattoli e arredi al Silpgram,  di fiori finti incantevoli, di thali e piatti in acciaio, di cinture di cuoio al ground mela, di orologi in  Chattarpur nei miei via e vai oculistico-dentari, i giorni di pioggia in cui scrivevo dei miei viaggi in Gyaraspur, Satdhara, Sonari, e avveniva al silpgram l’incontro finale con Hitendra, venutovi con uno splendido amico che vi aveva in vendita le proprie statuette metalliche, in visita ai templi  di Khajuraho,  recandone la memoria del suo incontro con me, con l'immagine dell'apsara che intenta ella pure al bello nel suo maquillage,  come egli nello scrivere versi,  sembrava dirgli  “che a God life is more than write better...”,

e  oramai due domeniche or sono con il viaggiatore giovane coreano che si è affidato in tutto e per tutto a me ed a Kailash,  nella sua integrità che lo salvaguardava, e la settimana scorsa con il Consigliere di Ambasciata che ieri ho avuto modo così di ringraziare

 

Khajuraho, 14 marzo 2014.

Caro *,
siamo io e Kailash a dovere ugualmente ringraziare lei ed i suoi amici, per averci reso utili e fatto sentire oltre modo importanti. 
Le vostre obiezioni e perplessità sulle ragioni da me espostevi mi hanno inoltre consentito di discernere meglio le cognizioni essenziali sui templi di Khajuraho che era valido trasmettervi, e di chiarire a me stesso di quali di esse fossi effettivamente persuaso, ma soprattutto mi hanno dato modo di esprimervi visioni e ragioni che in mancanza di interlocutori devo tenere per me stesso. 
L’accompagnamento della guida in spagnolo mi è valso inoltre a focalizzare meglio la distorsione interpretativa, quanto mai accomodante, che è la filosofia turistica qui imperante. E’ una voga, non soltanto ermeneutica, secondo la quale non è l’attività sessuale che deve trasformarsi in attività religiosa di ricongiungimento con l’assoluto tramite l’integrazione riconciliatrice delle realtà complementari, esemplificate dal maschile e dal femminile, come esaltano i pannelli splendidamente stilizzati delle giunture dei templi, ma è l’attività religiosa stessa che dovrebbe trasformarsi e risolversi nell’attivismo sessuale più primordialmente sfrenato, giustificando magari anche accoppiamenti -forse poco giudiziosi- con orsi e con cani, secondo la parodia che ne eseguono invece le scene continuative - in modi a dire il vero meravigliosi e più naturalistici- dei fregi delle piattaforme, ed alla quale (parodia) si prestano senza remore filologiche le facete guide di Khajuraho, o gli allestitori senza scrupoli di sorta di book shop e bancarelle, non che gli innumerevoli ragazzi di strada e vitelloni locali motociclizzati, all’ insegna di ciò che si crede che soltanto possano intendere e volere i turisti stranieri qui in Khajuraho.” Di ogni sorta e di ogni età"”.
Quanto al suo portafogli, purtroppo non è stato finora ritrovato. 
Buon fine settimana, ed arrivederci in Delhi al prossimo mese!
Odorico

 

Così ho tracciato anche il plot di ciò che intendo scrivere di Khajuraho e i suoi lapka, mentre sto per lasciarla per Jabalpur, Berhadath, Nota, intanto finalmente in viaggio per alcuni giorni con Kailash, ed il principal ha riallacciato con me i più  cordiali rapporti,  al mio rientro, dopo Holi, tornerò ad insegnare italiano per gli studenti che  hanno già terminato gli esami della  nona e undicesima classe, per  le cui lezioni terminali insieme a Kailash ho patrocinato la cooperazione con un artigiano locale che insegni loro a lavorare l'argilla, o con il direttore del museo archeologico perché vi avvengano visite guidate a gruppi,  e sui suoi terreni potrò iniziare a impratichirmi nel lavoro dei campi, iniziare a impiantarvi alberi, addestrarmi in culture ayurvediche o nell’agricoltura organica.

E se  ho distanziato da me Mohammad, o il giovane che mi ha chiesto di apprendere italiano nel mio ufficio con il più incantevole dei modi deferenti nel suo bellissimo aspetto, mi ha avvicinato a se il magnifico Neelesh ....

Dio provvede a intrecciare fili e destini, la mia sorte nata in un borgo di campagna in Italia con quella di Kailash che ha avuto origine nel villaggio indiano di Byathal, egli mi ha illuminato, certo, gli ho soggiunto, basta sapere attendere che tutto si compia e si adempia... mentre avvertivo nello splendore pomeridiano, al sovvenirmi del clamore di giochi di Chandu, dell’infanzia felice di Chandu, Poorti, dell'amicizia che a tutto sa resistere tra me e Kailash, tutta la pienezza della vita che il divino mi ha concesso, e che basta sia paziente e mite, perchè mi rifulga nel suo splendore vivente...


 

“ dobbiamo saper attendere e accettare” com’io di seguitare a scrivere senza che alcuno mi legga, e colga i frutti di tanta mia profusa bellezza,  come a mia volta di non cogliere il frutto del suo incantevole albero, al limite che ponevo tra noi, nel ricambiargli la stretta di mano e distaccarmi dal suo splendido sguardo.

 

14 marzo 2014


 

Undiclosed Nel farmi agente investigatore

 

Finalmente l’altro giorno, martedì 25 marzo, una volta rientrato nelle mie coordinate di vita di Khajuraho- scuotendo la coltre apatica della mia depressione che vi era reinsorta, tra sordidi lapka e procacciatori di avventure ispirate al kamasutra che le guide locali evocano a sproposito rifacendosi alla statuaria nei templi sacri, così trasformandoli in siti pornografici per l’ebetudine dei turisti che vi convengono,- ho ripreso fattivamente in considerazione il caso undisclosed del giovane turista coreano che un sabato e una domenica precedente era stato ospite di me e Kailash, nella nostra casa , al punto in cui era rimasto in sospeso al nostro ritorno da Jabalpur, quando mi è risultato impossibile con il motore di ricerca in internet localizzare con precisione da quali atm di quali filiali di banca al giovane fossero state prelevate fraudolentemente dal conto corrente 70.000 rupie indiane, durante la sua diversione da Kolkata verso Bodhgaya, di un itinerario di viaggio che avrebbe dovuto concludersi invece a Darjeling, prima del suo rientro a Seoul.
Solo dopo averci pensato sopra a lungo, il candido giovane che io e Kailash avevamo fatto di tutto per cautelare da insidie e rischi dell'India, aveva accettato l’invito ad essere ospite della sua casa in Bodhgaya di un cordiale sedicente uomo d’affari, con il quale vi si era diretto in treno. Prima della partenza da un atm della stazione ferroviaria di Howrah aveva prelevato 100 rupie indiane con la sua carta di credito, sollecitato a ciò dal suo accompagnatore, perché verificasse se l’operazione era possible. “ Egli mi stava accanto, e può avere memorizzato i numeri della mia credit card”. Non solo, gli aveva chiesto di riporre la sua credit card più al sicuro nel bagaglio invece che nel portafoglio. “ Credo che il giorno seguente, quando io ero nella sua casa, egli si sia diretto in una vicina banca e abbia prelevato la somma”
Stando ai dati della namecard del suo ospitante, che il giovane coreano era in grado di fornirmi, insieme ad e-mail e numero di telefono, egli risultava essere un certo Richard Gomes residente in Creck Lane 14, un nome ed un indirizzo che ancora non mi dicevano nulla, e che ritenevo dati fasulli, o insufficienti a incastrare l’individuo per la sua fraudolenza, se non si risaliva agli atm dai quali erano stati effettuati i prelievi, tramite le indicazioni reperibili nel suo sito web bancario
Un dato di importanza rilevante a rintracciare l‘uomo sospetto, poteva essere piuttosto l’intestazione del negozio di abbigliamento in New Market, di cui il giovane ricordava il nome, “Eleganence Garment”, che gestiva un suo presunto cugino che gli era stato presentato.
Che dunque egli cercasse di localizzare gli atm in cui era avvenuta l estorsione, trasmettendone una denuncia all’ ambasciata coreana in Delhi, e intanto che non fosse “ low in spirit”. “In India worse misfortunes can happen!”
All’email in risposta, confidando nel mio aiuto, il giovane allegava la riproduzione dei dati bancari dei versamenti fraudolenti, data e filiale dei prelievi, ma la ricerca in internet non sortiva che risultati vaghi e incompleti. Solo il Wazirganj di una branca riconduceva a Gaya.
Così mi risolvevo al compito indigesto di richiedere aiuto al dirigente della filiale locale della State bank of India.
Come supponevo, quando si è degnato di prestarmi ascolto è stato solo per dirmi che non aveva canali speciali per individuare filiali e atm. E solo quando mi sono alzato per andarmene con rassegnazione ha preso in mano e in considerazione le fotocopie delle coordinate bancarie dei prelievi fraudolenti per dimostrarmi che a inserire nel computer il Goulaxmi dell’atm della sua stessa banca non se ne ricavava niente. Ma la dicitura BOI era in grado di tradurmela all’istante in Bank of India.
Uscendo da quel buco nel sole pomeridiano di Khajuraho, avevo l’idea di riprendere la ricerca dall'internet center lì vicino, per accertare se con un altro motore sortivo risultati migliori.
Infatti, Wazirganj si concretava come la sede di una filiale della Bank of India, univocamente localizzabile solo nel distretto di Gaya, cui era riconducibile anche l’atm GFEU000073021/OPP J J COL perchè J J COL risultava essere l’abbreviazione della denominazione del J J College di Gaya, di fronte al quale stava latm da cui ben 6 volte era stato prelevato denaro sino all’ammontare massimo possibile. Quanto a GOULAXMI risultava, tra parentesi la denominazione popolare di un sobborgo Gajran, nei pressi di Sasaram, sempre nel Bihar, meglio conosciuta come il sito della tomba del grande governatore e condottiero afgano Sher Shah Sur, forse il più alto esempio del tipo di mausoleo con deambulatorio ottagonale intorno a un vano a cupola centrale, che invalse in Delhi soprattutto durante il sultanato dei Lodi e fino alla prima fase del dominio Moghul, di cui Sher Shah fu il più rilevate contrastatore.
A un’indagine ulteriore Sasaram risultava distante da Gaya più di 140 chilometri per strada, ma raggiungibile via treno , in un tragitto che si riduceva a un intervallo di 103 chilometri, in non più di un’ora e 23 minuti.
Così circoscritta intorno a Gaya e Bodhgaya l’area dei prelievi fraudolenti, ed escluso ogni possibile sospetto e menomo dubbio nei miei riguardi e di Kailash, in quei giorni di stanza in Khajuraho, come poteva confermare il modulo di richiesta di iscrizione di Chandu alla Sacred Hearth School che avevamo compilato insieme alla presenza della suora addetta al compito, restava da identificare chi potesse corrispondere a quel Richard Gomes, che avrebbe incautamente fornito ogni forma di recapito e di reperibilità per il giovane, all’atto stesso di defraudarlo, se non fossero stati dati falsi e trafugati, e che così semplicemente indicato, benché il cognome fosse portoghese,, in rete era presente sotto ben 115 spoglie per la sola India, innumerevoli solo in Kolkata.
Quale la mia sorpresa, dunque, quando digitando per intero nome e indirizzo Richard Gomes, 14 Creek Lane, Kolkata-700 014, ne sortiva l’intestazione di un post del 2011, che ne parlava come del gestore , insieme alla moglie, i Gomes, appunto, del pensionato in cui era stata trasformata la sua casa divenuta una sede storica, a un indirizzo storico, avendovi vissuto Madre Teresa, nel periodo stesso in cui uscita dall’ordine delle suore di Loreto, era venuta fondando le suore di Carità.
Il vero Richard Gomes vi risultava essere “ a small thin framed man”, di circa anni 60 “ ( “ would put his age around 60”), coniugato a una signora Cecilia che sembrava esserne la figlia, mentre quella reale era uno dei quattro piccolo che l’autrice del blog, Christina , aveva visto giocare intorno alla coppia.
La sera stessa trasmettevo i risultati della mia inquiry al giovane coreano, in questi termini riassuntivi:

Dear friend,
We can communicate you the results of our inquiry
1) the fraudulent drawings of your funds happened 9 march and 10 march 2014
in Bihar, in the area of Gaya , of Bodhgaya and of the tourist city of
Sasaram.
2) The drawings indicated from Wazirganj/ BoI have been made from the Branch Wazirganj/district Gaya of the Bank of India.
3) The drawings indicated from GFEU0000321/OPP J J Col have been made from the atm of the branch of one bank situated opposite the J.J. College of Gaya.
4) The drawing indicated from SBI Goulaxmi has been made from the State Bank of India atm of C/O Baba Hello center of Gajranj( Goulaxmi) in Sasaram ( 103 km far from Gaya by train in 1h 23 m./ 144 km the driving distance). Have You been there? There is the magnificent tomb of Sher Shah Sur.
5) The person that you met in Kolkata and that invited you to his hometown in Bodhgaya isn't Richard Gomes etc etc living in 14 Creek Lane Kolkata. He gave you the personal particulars of another person, the real Richard Gomes being the owner, more than 60 years old, of the famous guesthouse of Kolkata where stayed Mother Teresa.
6) Did you have pictures ( He didn't leave you to take someone, I presume), or some other documents about his person and his false cousin?
The detail of his shop Elegance Garment in New market is very important.
Waiting for your answer and wishing you well

Kailash Sen & Odorico Bergamaschi



L’indomani, avrei invitato il giovane a contattare con le dovute cautele il vero Richard Gomes, facendo bene attenzione a che l'email riconducesse a lui e non ai due suoi derubanti , dato che l’uso fraudolento della sua name card e l’integrità presumibile dell'uomo avrebbe potuto coinvolgerlo nelle ricerche e indurlo ad attivare le autorità di polizia di Kolkata, ben più di quanto fossero mobilitabili le stesse autorità dell'ambasciata coreana in Delhi.
Dear friend,
if you reported In advance, we suggest you to report again to your Embassy in Delhi, with the results of our inquiry, by which you can simplify and facilitate the search of the evildoers by Indian police.
Only at these conditions in fact you can receive help, We suppose.
But now there is an other person that can be interested to the search, the real Richard Gomes, whose data has been used by two criminals.
Did you receive a visit card with his numbers phone? The e-mail address was included in the visit card or they wrote it separately? Did you try to use the numbers phone or the e-mail address?
If you use them you can contact the real Richard Gomes that can be interested to activate the police of Kolkata.
But take care using the e-mail address : or it is without addresses or the
addresses can be the same criminals.
If you use the e mail address we advise you don’t to speak absolutely about the crime of the extorted drawing, if you aren’t sure at the 100% that you are contacting the real Richard Gomes, but “thanks of all “only, and little more.
Take care and have a good day.
Kailash Sen & Odorico Bergamaschi


La risposta felicemente calorosa del giovane, ben più della prima ancor algida, e in stato confusivo, benchè intensamente grata,
( Really thank you for your cooperation.I reported this situation to the Korea embassey in Delhi. I hope the embassey also can help me. I mostly stayed at the man's house, and the first day I went to the Buddist temple in Bodgaya.I guess I didn't go to the Sasaram.I took a picture of the person's cousin but I found that he deleted it. Elegance Garment is in the basement of the new market. They sell various clothes.I'll notice you again when the Korea embassey give me some advice of my situation.Thank you and take care.)
mi faceva certo che l’avevo indirizzato sul sentiero giusto.
I reported again to Korea Embassy with the results you sent to me.
attached is the name card of Mr. Gomes.
I called him and emailed him before and already told my situation to him.
I think he is the real Richard Gomes. I am going to contact him one more time.
Thank you


Importava oramai relativamente risalire ai fraudolenti, e ai loro sportelli bancari, se per risalire ad essi, ad egli, che mi sera professato cristiano, per il mio tramite era dato di risalire a un personaggio e a un luogo storico della vita di Madre Teresa.
E se a me era dato, nel farmi emulo al computer dell’alter ego investigatore di Paul Teroux, in Delitto a Calcutta, di sentirmi un agente undisclosed di una provvidenza invisibile.

 

27 marzo 2014

 


In Jabalpur, per Holi

 

Non uno  screzio,  un  disappunto, non la tensione di un contrasto,  tra me e Kailash, nel viaggio a Jabalpur durante Holi.  Eppure ragioni perchè insorgessero se ne sono presentate tante,  dato che la concomitanza di holi, durante il quale non viaggiavano autobus né  salpavano imbarcazioni per le Marble rocks di Beragat,  ci obbligava a reperire di continuo la scelta che meno pregiudicasse le altre possibilità.

Eccettuata la visita del Madan Mohan fort, eppure, contemperandoci a vicenda nelle rispettive esigenze,  ci è stato possibile  tutto ciò che più ci stava a cuore, finanche di imbarcarci una seconda volta per le Marble rocks, in una Beragat che il primo giorno, durante il quale per consentire che per le strade schiamazzassero i pochi festanti per Holi,  era deserta di gitanti e turisti ed erano chiusi o con le serrande abbassate quasi tutti i negozi.

Visitate con rare altre persone le cascate nebulose e fascinose di dhuandhar,  siamo  rientrati nel villaggio discendendo per le scalinate che recano fino al punto di imbarco, ma ci siamo ritrovati  ai suoi attracchi in piena solitudine, per cui non ci è rimasto,  a ritroso,  che risalire oltre gli stessi scalini anche i gradini che recano  al tempio Kalachuri  in altura delle 64 Yogini, al loro consesso statuario con le aperte bocche  frementi di sangue.

Di ritorno a Jabalpur ho voluto e chiesto a Kailash che con un autoriscio fossimo ricondotti al bacino lacustre del Devtal , dal punto in cui siamo scesi da un pullmino il cui conducente ci aveva concesso in Beragat un passaggio,- di quel talab, rivedendolo di sfuggita ,mi aveva suggestionato, ancor più che all’andata, quel lunedì mattina,  la vista dei villaggi e dei tempietti abbarbicati sugli ammonticellamenti circostanti lo specchio d’acqua.

Era una visione la cui bellezza, nel tramonto, era  contrastata dal traffico e dall’incuria circostante,  ma che mi è risultata ben più appagante di quella, nel cuore della città vecchia di Jabalpur, del più famoso dei suoi talab, l’Hanumantal , costellato di  templi, ai suoi bordi, tra cui primeggiava quello jain , mentre tutt’intorno erano allineate retrostanti le kothis, le case signorili, e casipole, a cui risalivano i vicoli circostanti,  senza che nulla vi divenisse l’approdo del bello a putride acque..

Vi eravamo pervenuti da Kamania gate, la porta di una sua eleganza rococò, surclassata da un orologio postumo commemorativo,che è  l’unica traccia significativa del lungo dominio maratha sulla città,  inoltrandoci lungo una via fascinosa di edifici gravidi di passato nella loro obsolescenza, o fatiscenza, ashram, templi insediati in palazzi, ballatoi di legno e verande sbrecciate, antri ombrosi di negozi più antichi dell ‘indipendenza indiana.

In mattinata avevamo potuto visitare il museo Rani Durgavati, benché fosse ufficialmente ancora chiuso per holi, e ritrovarvi alcuni bellissime rappresentazioni scultoree di Shiva e Parvati, tra le quali è particolarmente celebre, pur se non la più intensa – nell’espressione del reciproco trasporto in cui le due divinità si immedesimano l’una nell’altra-,  quella in cui il dio  gioca a chaupar con la consorte, mentre particolarmente toccante è il  gruppo gatha Saptasati. Aliknidra.

Quel pomeriggio, di martedì, il 18 marzo, giunti all’incrocio dell’Omti ki Masjid e  alla vicina piazza della torre dell’orologio, allorché  Kailash è uscito dal suo riserbo e ha manifestato il parere che della vecchia Jabalpur ce ne eravamo già fatto un’idea più che bastante, abbiamo deciso di comune accordo, dato che erano da tempo passate le tre, e che Holi poteva dirsi già trascorso, di fare ritorno una seconda volta a  Beraghat, nella speranza che ci fosse un concorso di turisti che consentisse l’imbarco per le Marble rocks, ed abbiamo optato su mia proposta per l’autorisciò in luogo dell’autobus, onde evitare di tardare troppo in attesa che fosse di passaggio.

E  tutto si è  reso così  possibile,  prima che il sole volgesse al tramonto sulla  profondità quieta delle verdi acque della Narmada tra le rocce scoscese, pur se l’arresto del funzionamento della macchina fotografica non mi ha consentito di immergermi nel trascorrere in barca tra i dirupi di marmo.

Ci  è stato possibile sulla via del ritorno anche di   recarci al  tempio Tripur sundari, dedicato a un trimurti femminile costituita da Durga, Kali e Saraswati, nel villaggio storico di Tewar, proprio   nell’ora stessa della celebrazione della darshan,  tra festoni di noci di cocco drappeggiate di rosso.

Poco oltre Beraghat una vettura sfasciatasi ai bordi della strada,  era già stata evacuata dei due passeggeri che vi erano morti, secondo quanto aveva appreso il conducente dell’autorisciò in attesa che rientrassimo dall'escursione in barca.

Così  era finita nel frattempo tanta altra esaltazione di vita.

Solo che avessimo sostato in Devtal, come avevo in animo, per riprendere la bellezza del sito  nel pomeriggio solatio, ed avremmo incrociato i nostri destini con tale sventura.

Dopo avere così visitata Beraghat, ed esserci fatta un’idea di come sia la città  vecchia di Jabalpur, l’indomani non abbiamo insistito nella ricognizione  della sua eredità coloniale, il Cantonment e le civil lines, e in autobus ci siamo diretti a Notha lungo la strada per Damoh, per visitarvi l’antico tempio Kalachuri,  differendo il rientro in Khajuraho dal mercoledì al giovedì pomeriggio, ritornandovi in treno lungo la stessa tratta ferroviaria dell’andata, anziché seguitando in autobus da Damoh per Chhatarpur o Panna., avventurando(vici)si di notte.

Inferiore alle aspettative il tempio di Notha, non più che un bell’esempio open to sky di tempio raccordato con eleganti proporzioni in lunghezza più che in altezza, nel dilungarsi del portico  in un arioso mandapa, di analoghe aperture tra i pilastri,-  tra l’uno e l'altro vano si interponeva un  portale d’accesso che anticipava quello del sanctum, alle  cui divinità laterali della trimurti, Brahma e Vishnu,  vera allegata una loro scena sottostante di amoreggiamento della propria consorte, mentre  i navagraha, le nove divinità planetarie vi erano  intercalate rispetto alla centralità dell’immagine di  Shiva.

Nelle nicchie parietali esterne il dio ricorreva quale Shiva Vinadhara,  Nataraja e Andakasurantaka, mentre nei pannelli sottostanti figurava  una Gaya Laxmi, e Chamunda  compariva nella kapili della giuntura volta a sud .

Intanto  Kailash, cui una circumambulazione dei templi è più che bastante visivamente, era  rimasto a lungo in colloquio con il solerte custode, mentr’io mi attardavo a fissare immagini del tempio nessuna delle quali sarebbe stata ripresa, e la gentilezza del giovane uomo così propiziataci ci  avrebbe riservato un tour  conclusivo di grande suggestione, per le vie interne del villaggio le cui case erano in pietrisco integrato da frammenti dei templi che in Notha erano finiti in rovina,- le amalakas usatevi per soglie,- fino all’altura dov’erano i siti dei templi scomparsi, e dove altri frammenti di statue  tra cui primeggiava un integro Ganesha, componevano i luoghi di culto esterni e i santuari dei templi che vi sono stati edificati in tempi più recenti . In lontananza, nel tramonto che già si faceva sera, la vista di un sangam, del confluire a valle di due corsi d'acqua.

L’ indomani, in attesa del treno dell’1,20  ho persuaso Kailash ad essere di ritorno in Beraghat, dove un’altra coppia, ugualmente  frettolosa, ci ha consentito di noleggiare in tempo un’imbarcazione per un altro boating tra le Marble rocks, ma non avremmo avuto modo, al ritorno, che di arrestarci quando erano già le 12, 20 al punto di salita al Madan Mahal., dove il manto stradale termina all’ingresso di un tempio. Dovevamo così arrenderci  al fatto che era assai meno “ close” di quanto lasciasse credere così dicendo la guida di Jabalpur,  alla balanced rock cui ci aveva recato il lunedì sera , il conducente dell’autorisciò con il quale avevamo fatto sosta al Devtal, nelle immediate vicinanze.

Ma ci sarebbe rimasto tutto il tempo per acquistare magliette per i nostri bambini, in un emporio a ridosso dell'hotel, dopo i souvenir e linga e nandi di marmo in Beraghat,


 

Così concludendosi un viaggio da “ golden medal” per Kailash, precipuamente in virtù dell’assenza di dissapori e del clima d’intesa tra noi insorto e rimasto imperturbato sino a Khajuraho.

 

28 marzo 2014

 


"avessi la tua mente, volerei" 10 aprile 2014

 

“Nel primo mattino Kallu si  è avviato con il tuk tuk anzitempo al lavoro, Vimala riordina la casa dopo avermi servito un te al latte corroborante, i bambini dormono ancora nel lettone grande, da cui mi sono risollevato dopo essermi accomodato  accanto al mio Chandu sospeso nel sonno col sederino scoperto, ma il mio cuore è inquieto e diviso, vorrebbe ritrovarsi con i miei cari, nella piena degli affetti e nel costrutto dello studio e della ricerca, ed essere lontano, vagando  per l India, , in Goa, Mamallapuram,  di ritorno a Delhi ,dove ritrovarmi a parlare con  il Consigliere d’ambasciata,  o nel Chattisgarh per la festa cui sono stato invitato del  Lingo Pen”

Cos’ scrivevo ancora due giorni fa, prima che la situazione si facesse particolarmente soffocante e prostrante.

Ieri sera Kailash si è infuriato con la moglie e con  Poorti ed Ajay, esasperato di quanto poco si possa fare in loro affidamento, che cessata la scuola i piccoli avessero già disertato la lezione  pomeridiana,  di non poterli ritrovare mai in casa e che si rendano irreperibili per andare a giocare interminabilmente, quando occorrerebbe fare conto su di loro per lasciare a loro Chandu in custodia ,  che qualcuno l’abbia di nuovo informato che il bambino più grande scommette soldi giocando a cricket.

Io avvertivo la sua stessa disperazione, di fronte ad un Ajay che  non ritrovo  mai con un libro in mano, che ha smesso da tempo di chiedermi di avvalersi di me,  che accumula sempre più ritardo nei tempi di crescita mentale, invasato solo di cricket , mentre avevo di fronte un padre, in Kailash, che incapace di riservare qualsiasi delicatezza e tenerezza gentile  ai suoi figli più grandi, mentre stravede per Chandu come stravedeva per Sumit,  quale rifugio compensatorio  dalle delusioni che gli riservavano gli altri due piccoli,  a seguito anche  dell incidenza in loro dei  suoi stessi modi di fare mortificanti, non poteva che allontanarli  e volgerli ancor più alla fuga dalla loro realtà di vita, talmente si rende orrido e spaventevole quando li affronta

 Così dileguava anche la consolazione che la mia permanenza in questa casa , tra conflitti e sconforto, assicuri almeno un’infanzia felice ai nostri bambini, mentre mi sentivo  incatenato a loro fino alla fine dei miei giorni, se Kailash seguita a trascorrerli con così magri proventi , in attesa, mattino e pomeriggio, dei turisti facoltosi che abbiano bisogno del suo tuk tuk, all’uscita di qualche hotel a cinque stelle, e Ajay, o Porti, rifuggono l’impronta della mia o della sua figura , senza acquisire nulla che possa valere per un loro futuro che non sia quello generale, qui in India, di essere mantenuti nella inedia della disoccupazione senza un  mestiere di sorta.

Ed ora la mia mente si chiede che ci resto a fare ancora in questa casa, ancora qui in India, nella realtà del mondo, se  non so realizzarvi  niente di bello e di utile e importante, e non riesco a ricercare o trovare in alcun sforzo in tal senso rispondenze o sostegno, se non sono capace di arrestarvi la mente in alcuna ricerca fruttuosa, che non siano i miei report minimali che ultimo a stento, fugacemente, e senza più credervi, più che altro per liberarmi dalla loro incombenza, e non  si esprime  più nemmeno in qualche suo balenio la mia voce poetica,   se né so restare felicemente  tra queste mura ed esservi una figura significativa e credibile, di qualche peso e sostegno, che non sia  l’erogatore imprescindibile di ogni sostegno economico, o  l’amoroso pagliaccio con cui gioca Chandu, né ho la forza per affrontare incontri e disagi di un viaggio, con il venir meno di ogni orizzonte di  attesa di alcunché di vero e di bello e di grande che possa ancora riservarmi l’India, di emozionate o sorprendente che ne valga la pena.

Anche la novena di Durga, o il giorno di Rama, sono trascorse senza che mi addentrassi nei rituali che vedevo svolgersi per strada, al seguito delle donne che recavano vasi di miglio ai templi della dea, e solo tardivamente, come al solito, quando tutto era già cessato, o stava finendo, ho lasciato i miei itinerari di ricerca archeologica che mi avevano ricondotto al tempio Duladeo per  recarmi ai luoghi di culto interessati, alle antiche pietre del Chausat yogini mandir che  ne erano state rivivificate, al tempietto della devi sul talab vicino a casa per la darshan serale, talmente avevo ceduto al disgusto che mi avevano suscitato i festeggiamenti motorizzati per strada del dio Rama,  la immedesimazione della manifestazione della fede, islamici o hindu che si sia ,  nell’ identica esplosione identitaria degli schiamazzi danzanti e di  un clamore assordante, al seguito di carri e inneggiando con opposte sciarpe e bandiere.

“ Avessi la tua educazione, la tua mente, mi diceva ieri Kailash, volerei”

“ Sapessi volare, gli ho replicato, non sarei in questa tua casa”.

 Così i giorni dileguano verso la mia partenza dall’India , senza che sappia scuoterne l’ inedia disperante.

 

10 aprile 2014
 


Di quanta felicità non sono all'altezza

 

Eppure, anche in questi giorni di insoddisfazione  insanabile, che bei momenti ho vissuto e mi sono stati riservati, che l’alterazione della mia mente ha disconosciuto per il perdurare della mia permanenza forzosa qui in Khajuraho, mentre ovunque, in India, avrei voluto essere altrove, senza però avere più la forza di affrontare gli inconvenienti e i disagi di un viaggio,  trattenendomici per un insegnamento che sapevo bene che non sarebbe avvenuto, pur di  scrivere in tempo del mio tour in Jabalpur e Beraghat,  della mia escursione in Mahoba, di terminare quanto prima la rivisitazione dei templi sud di Khajuraho

E’ stato una festa del cuore vedere i bambini della scuola modellare l’argilla intorno al giovane artigiano che vi avevo fatto convocare,  senza che ancora il principal si sia fatto un’idea di come sia così possibile educare i bambini facendoli felici di venire a scuola,  per sottrarli ad un avvenire di strada.

E sabato scorso con trepidazione soddisfatta insieme con Kailash ho portato Chandu presso le suore del Kerala, per l’ammissione al corso prescolastico.

La mia mente era ancora confusa per quanto di sconveniente avevo rinvenuto la sera prima nel testo che presumevo impeccabile sui templi orientali di Khajuraho, e non si ritrovava nemmeno nello scrivere in inglese, sul modulo,  la data di nascita di Chandu, sulla base della certificazione, secondo delle nuove leggi, che era costata a Kailash l’andirivieni per due giorni tra Bhyantal a Chadnagar e da Rajnagar a Chattarpur, pagando bakshesh su bakshesh a funzionari, avvocati, pandit, per sveltire la pratica e disporre dell’atto di nascita in tempo utile .

Nessuno dei nostri bambini poteva già avvalersi di tale certificazione che è il presupposto di qualsiasi loro stato civile, e dovrà essere assicurata  anche a Poorti ed Ajay,  con lo sconforto del pensiero, mentre provvedevamo a quella di Chandu, che Sumit sia nato, vissuto e morto senza che la sua esistenza sia mai ufficialmente avvenuta.

Ora invece il nostro Chandu poteva dirsi un bambino ch'è  figlio a tutti gli effetti della madre India, e Kailash dichiararsi ed essere registrato in un atto pubblico come un  padre con un suo ben preciso lavoro privato, oltre al suo stato castale godere di una sua identità civile riconosciuta, 

Ugualmente con le sue sorelle poteva sfavillare di una splendida ricchezza la madre di Mohammad Anas, lunedì sera, quando mi è apparsa radiosa di gioielli e bracciali in tutta la pienezza della sua bellezza, alla cena nuziale cui il ragazzo mi aveva invitato dopo avermi raggiunto in ufficio, e poi a casa perché ne fossi partecipe, la sera stessa del giorno in cui  al mattino avevo contribuito, con 300 rupie, a che potesse finalmente ritirare la bicicletta dal meccanico a cui l'aveva portata il mese scorso ,per un incidente capitatogli durante Shivaratri .

E di ritorno agli stessi templi, se la mia mente non fosse stata guastata dalla fermentazione della mia bramosia di essere altrove,  avrei potuto compiacermi del rinnovato sguardo con cui li visionavo, e di quanto di ulteriore e di appagante vi rilevavo e vi fotografavo, nei fregi dell'antarapatra del Bijamandal, dai ricorsi di elefanti impennati o che irrorano ladies/dame con le loro proboscidi falliche, o di musici e danzanti divertitamente atteggiati, alla vista degli altari di pietre impilate di fronte al tempio di Hanuman,  nel tempio Duladeo al rinvenirvi delle saptamatrikas in luogo delle usuali coppie amorose  nel portale del sanctum, precedute all’ingresso da Shiva Virabadra e Ganesha, com'è di rito nella loro danza cosmica, o nel riscoprire il dio della morte e quello della sfortunata virtù, Yama e Nirriti, a fare da guardiani del tempio con una capigliatura singolarmente arricciata a ventaglio.


 

Una donna, che accendeva luminarie sulla soglia, di fronte a Ganesha e a Saraswati,  mi richiamava ai festeggiamenti per strada di Rama e di Durga , da cui mi ero distolto con uno strappo interiore, e finivo per esserne partecipe  all'esaurirsi finale e al venir meno, nei lasciti di vasi di miglio nel tempio delle Chausath Yogini, partecipando alla darshan nel santuario della Devi ch'è situato presso il  talab vicino a casa.

 

10 aprile 2014


Di ritorno da Haridwar, Rishikesh

 

Di ritorno da Haridwar, Risikesh, nelle mie regalie non ho ritrovato ad attendermi che Kailash, in una Khajuraho sempre più insostenibile, che  al raffronto mi pare sempre di più un'altra India nella sua modernizzazione incivile, nella  refrattarietà della sua modernizzazione al rispetto della persona e dei valori della cultura,   Vimala e i nostri bambini erano rimasti al villaggio di Bhyantal dovo si erano recati per l ennesimo matrimonio, mentre Kailash, che vi serviva, aveva dovuto anticipare il rientro alla mattina precedente, perché il brahmino Gautam gli aveva telefonato che una perdita d'acqua delle condutture sovrastanti si era infiltrata nel nostro ufficio.

Poorti ed Ajay sarebbero rimasti nel villaggio dove ancora si trovano beatamente, mentre Chandu avrebbe fatto rientro con la mamma la sera stessa, desideroso di vedere il "kilona" della maxi vettura in plastica che gli avevo recato, di sfoggiare gli abiti in stile rajasthani che gli avevo acquistato con vari disegni, o il korta di feltro in stile ghardawali ,  che gli sarà confortevole dopo Diwali al ritorno dell'inverno. Il  mio caro Chandu sarebbe ripartito con la mamma l'indomani per il villaggio da cui ella proviene, a seguito della morte di un'anziana alle cui onoranze funebri.Vimala non poteva sottrarsi. Io sono riuscito a celare il mio malumore, anche quando Kailash , raggiungendomi al madras cafè dove mi veniva approntata per pranzo una dosa al formaggio, mi ha confermato l'inopportunità che presenziassi a quel lutto. Ero timoroso tanto dei rischi di quel viaggio quanto degli influssi nefasti della vita e della mentalità del villaggio, nelle sue mancanze di ogni riguardo per l'educazione e la salute dei bambini.

A Chandu si era parlato del fratellino morto, ed ora doveva assistere alle grida e ai pianti delle manifestazoni del cordoglio per la donna che era deceduta nel villaggio di Vimala. Inoltre il villaggio allontanava Poorti ed Ajay da ogni richiamo e recupero scolastico,  irresponsabilizzandoli del tutto.

Al contempo li allontanava anche dal mio astio interiore per la loro refrattarietà ad ogni studio e lettura personali, e la loro assenza propiziava una convivenza armoniosa  tra Chandu e noi adulti , con cui trascorre questi giorni meravigliosamente disteso e tranquillo, senza che i fratellini lo inaspriscano al litigio o al pianto, o he clo inducano a un viae vai continuo tra la casa e la strada.

Chandu, a differenza di Poorti ed Ajay,  aveva invece voluto essere di ritorno per non perdersi una sola lezione pomeridiana e gli ultimi giorni di prescuola, una premura rivelatasi vana, perché quando il mattino seguente l'abbiamo condotto a scuola, giovedì primo maggio, era ad attenderlo solo l'insegnante, per dirci che con l'ultimo giorno d'aprile le lezioni erano finite, e che riprenderanno solo alla fine di giugno, con l'arrivo dei monsoni..Non restava , insieme a Kailash, che di sollecitarlo a tracciare i percorsi grafici fantasiosi che proponeva  un gran bel libro acquistato a Delhi, il volo di fiore in fiore di un ape, l'erosione interna a una foglia di cui si saziava un catepillar, l'atterraggio di un areo in volo.

la sera stessa ho chiesto a Kalash di fare un bilancio della nostra situazione.

Mi confortava nella diagnosi di quanto da mesi si fosse volta al bello la nostra situazione familiare, senza che insorgessero più tra noi tensioni e conflitti sconvolgenti .

Io avvertivo intanto quale meraviglioso dono mi stesse facendo, mostrandomi quanta fiducia distesa e confidenza più profonda riponesse in me e nel mio aiuto, accreditandomi di una credibilità che è quanto per me vi sia di più benefico e salutare.

Me l ero ottenuta ripagandone il dolo con il ripianamento dei debiti che ne angustiavano le notti, anteponendo il piacere di tranquilllizzarlo/ rasserenarlo  alla asfitticità mentale  di ogni mio avaro calcolo economico, ed alfine anzichè adirarmi ancora una volta, accettando di fronte a ogni sua ricaduta nell'inedia, il giogo che mi imponeva di amarlo sino alla fine.

Intanto il viaggio a Delhi, Haridwar, Risiskesh era stata una riprova di quanto l'India si facesse per me dispendiosa e insostenibile lontano da lui e dalle sue cure, e ne tornavo con nuovi itinerari in Delhi di cui scrivere, che ne contemplassero tanto l'architettura  del passato che quella contemporanea, e grazie ai volumi dell'Archaeological survey che ho portentosamente reperito, mi è possibile con il supporto di Krishna Deva approfondire la conoscenza e l'illustrazione  iconografica dei templi di Khajuraho nei miei scritti, e con un altro prezioso volume mi è dato di rivisitare analiticamente i templi Pratihara che ho già affrontato, e di approntare lo studio e l'escursione in altri loro domini.

Quanto alla situazione economica, la scelta del tuk tuk lo contentava, grazie ad esso non aveva bisogno di ricorrere sempre a me per ogni evenienza, poteva contentare con i suoi guadagni  i minuti bisogni di Chandu, di Vimala, di Poorti, ed Ajay, fare acquisti al mercato di ortaggi e verdura, provvedere ad altre spese di ogni giorno.

non era il caso di fargli presente che  le 6-7 mila rupie di guadagno mensile non ordinario, eccedevano di poco i costi di manutenzione del tuk tuk, che non gli consentivano di fronteggiare né gli affitti né i costi di luce e di gas, della frequentazione della scuola dei bambini e del negozio di casa, che dovevo provvedere anche ai conti del lattaio.

Kailash così ha un lavoro cui tiene ed una sua identità sociale lavorativa, e valeva la pena chiedergli piuttosto, ora che la stagione turistica  è finita e particolarmente al pomeriggio , in una Khajuraho stremata dal caldo  ben pochi scendono in strada ad affrontare un viaggio, come potesse  integrare la sua attività.

al mattino andrà più spesso alla stazione ferroviaria, poiché per la gran calura sempre più muratori fanno stagionalmente rientro da Delhi nei loro villaggi, e potrebbe con l'autorickshaw andare di mercato in mercato, a vendervi riso, o altre derrate che non produce la campagna circostante.

Per avviare tale  commercio dovrà rifornirsi in Chhatarpur, o far pervenire più vantaggiosamente il riso dal Chhattisgarh.

si può fare, gli ho detto, e quanto alla terra?

Mi riconduceva alle considerazioni che finora ce ne avevano dissuaso, se si affittano terreni  è perché non sono riforniti d'acqua, e se vi si volesse impiantare un frutteto, un baghiscia, verrebbe rilevato dai padroni appena i manghi o le papaya diano frutti.

Restavano i suoi due campi che deve ereditare dal padre, ma qualora volessimo anche solo in parte adibirli a frutteti per essi si ripropone il problema che vi  è penuria d'acqua, e che trivellarli può costituire un vano dispendio

Così sia, amico mio caro, intanto, proiezione per proiezione muraria, vengo affrontando ancora una volta  l'iconografia dei templi di Khajuraho , con sotto braccio il libro di Krishna deva , dopo che già ho scritto della sublime Saint martin Garrison Church di Delhi, saggio le corde della mia lira poetica, ho ripreso  la lettura impervia della dottrina della vibrazione del shivaismo tantrico del Kashmir, sono di ritorno sulle care pagine di Vito Mancuso, di Raimon Panikkar, sulla Scienza della croce di Edith Stein.

Solo che qualcuno interloquisse con il mio travaglio mentale,  lo soccorresse, gli fosse di sollecitazione e conforto, e non dovessi sempre e solo confidare nel solo Suo impalpabile mistero...

3 maggio 2014

 


 

Donarsi

 

L’altro ieri, oramai sabato scorso, 10 maggio, avevo richiamato Kailash nel madras Cafe più che per consumare insieme una bibita, nella gran calura estiva di Khajuraho, per dirgli come non ne potessi più  di sentirgli dire che dovevo essergli grato se non  si appropriava dei miei soldi con la carta di credito o non me li sottraeva dal portafoglio, quand’io per lui ho lasciato una famiglia d’origine e , ogni agio di una casa vuota in affitto per finire destinato fino alla fine dei miei giorni a lui ed ai suoi figli, se non rimedia alla sua inedia e non fa prevalere l’amore per i figli a quello  di sé, e dovermi subire per la mia vita  restante tutti gli incomodi e disagi e le sordità mentali dell india  retrograda e in sviluppo, in un distacco che ogni volta  si fa viscerale dalla mia civiltà d’appartenenza e dalle sue manifestazioni artistiche e culturali, quel distacco che sanno affrontare i tanti dalit che vanno  a in Delhi a farsi muratori,  di cui Kailash resta incapace,  da Khajuraho e dai  suoi obblighi castali cui sarebbe piegato il futuro dei figli, di matrimonio in matrimonio cui si presta a partecipare,  dalla sua inciviltà modernizzatrice che tanto ci adonta e ci offende, nel dovere riasciugare un ufficio che ci è così caro e prezioso, per le perdite d’acqua dalle nuove stanze sovrastanti di  un hotel concepito in risparmio di tubature metalliche dal brahmino che ne è  il proprietario,.

 Vi ritrovavo, nelle sue  parole,  l’inconscio sociale orripilante di Khajuraho, dei lapka che smerciano di tutto al turista tranne le sue bellezze naturali e spirituali, per farne una preda il rispetto della quale è funzionale allo scopo di prelevargli quanto è possibile, tutto se si dà il caso, come il mio,  vita natural durante.

E quanto al fatto che non mi abbia mai sottratto nulla, che dire della sua impossibilità di rendere conto per due volte di seguito degli euro che gli avevo lasciato in deposito,  della perdita in casa della loro somma, alcuni mesi or sono, senza che me ne desse ragione o spiegazione, che si desse la pena di alcuna ricerca.

E perché solo due giorni prima, quando si è manifestata ed è presto rientrata l’ ultima crisi della nostra convivenza, non aveva telefonato a Vimala di rendermi le 500 rupie di cui Chandu si era appropriato e che gli avevo ritrovato tra le mani  con sua grande gioia, restando io confuso se provenissero dal mio portafoglio o glieli avesse anticipato per un poco Vimala, traendoli dal loro essere a lei  affidati temporaneamente in custodia, in vista dell’acquisto che gli prospettavano di un abitino? Non capacitandomi che stesse accadendo quanto effettivamente era in corso, di cui lui sapeva benissimo l' effettivo andamento, se quando ho constato l'ammanco delle 500 rupie nel portafoglio, e gli ho gridato al telefono la mia protesta, insultandolo, senza più la luce del cuore a soccorrermi, lui ha intimato a vimala immediatamente di rendermeli.

Ma Kailash era così luminosamente pieno di vita, così radioso dell’amore per i suoi bambini che si erano ritrovati e che avevamo ritrovati di nuovo insieme nella nostra casa, dopo che il giorno avanti eravamo andati a riprendere finalmente Porti ed Ayai in Bhyatal, recedendo dal richiuderci nel culto familiare del solo Chandu, il solo dei nostri piccoli che sia conforme alle nostre aspettative, nella sua richiesta ogni mattina di ritrovarsi con l’insegnante, nel suo riprendere in mano ogni giorno per conto proprio colori e matite e libri e quaderni, per invasivo che sia ritornato ad essere nella sua mente l'universo televisivo, che ho soprasseduto, per tutta la gioia e il piacere dell’essere insieme, senza ulteriori discordie, felice della credibilità che mi riserva Kailash, nonostante .la follia che con me è entrata nella sua casa.

Ma guadagni zero, in giornata, come di solito ogni martedì e sabato,  i giorni del monkey god, Hanuman, per cui  mi prospettava di recarci al suo tempio per propiziarcelo, martedì prossimo,  riservando il lunedì al  suo recarsi  a Rajnagar,  per  reperire tutti i dati che servono per  la certificazione della data di nascita di Ayay e Poorti ,  che risultava falsificata di due anni e di uno in meno per Ajay e Poorti nella loro pagelle, che i giorni avanti eravamo andati a ritirare dal principal della scuola, versando l’importo che rimaneva da corrispondergli ed ottenendone il rinnovo del mio contratto di assunzione, per insegnare ancora italiano a degli eventuali outsiders.

In Rajnagar Kailash avrebbe provveduto anche alla certificazione della propria nascita, per ottenere finalmente un passaporto, come l’avevo sollecitato di nuovo.

Kailash nel madras cafe mi stava di fronte in tutta la sua vitale bellezza di uomo risollevato nei  suoi affanni,  anche perché gli era appena stato possibile con il mio contributo sanare di 6.000 rupie il debito che aveva contratto con un raja di Khajuraho. Poteva attendere ancora una settimana per la quota restante , e le 7.000 rupie che ancora servivano ad estinguere il debito potevano essere riservate ad anticipare alle suore il contributo annuale per  l'istruzione prescolastica di Chandu, il caro Chandu, che da che sono intristito più che mai per la morte  di Sumit, di cui mi si rinnovava la memoria e il dolore agli albori della settimana scorsa, per la sua perdita della possibilità di adempiere la sua natura umana, come se il fratellino in lui vivesse e l ispirasse, a mio conforto,  più che mai mi ricerca per  infliggermi per gioco di tutti con graziosissimi schiaffi e pugnetti, di cui assaporo la felicità e già il rimpianto, nel succedersi sempre più veloce dei giorni verso la fine anche di questa mia permanenza in India.

Ed intanto, sulle preziosissime pagine di Temples di Khajuraho di Krishna Devia, reperito provvidenzialmente le settimane scorse presso l’Asi di Delhi,  con arguzia di stile sono venuto correggendo e dettagliando di dati descrittivi ed ampliando di richiami alle interpretazioni simboliche i miei scritti sui templi orientali e meridionali di Khajuraho, rivisitandoli ancora una volta, nel piacere indescrivibile di farne la riscoperta,  con occhi cosi potenziati ed assottigliati e arricchiti nello sguardo a loro concesso.


 


 

E la valuta che ti affidai e di cui non mi rendesti conto,

le 500 rupie tra le mani di Chandu

di cui mi lasciati confuso,

come ben sapevi,

che la provenienza diretta ne era il mio portafoglio...

 

12 maggio 2014


 

In  Facebook


Per chi è dimentico della lavanda reciproca dei piedi, che il dare frutti conta, non il merito dei pochi eletti agli occhi di questo mondo .


Sottotitolo
Chi ha paura di Virginia Woolf?


Due settimane fa da Delhi a Khajuraho sono rientrato in treno puzzando di sudore ignominiosamente, tra indiani pulitissimi e fragranti , non avendo avuto il tempo di fare una doccia in hotel prima di partire. Ho trovato anche il modo di farmi consigliare di lasciare fuori del corridoio le mie scarpe ginniche- (che portavo indefessamente da due settimane, confidando che il ricambio dei calzini mi evitasse simili redde rattionem o rese dei conti)-, altrimenti il loro lezzo avrebbe tolto la forza di dormire in almeno due comparti.

Ed ora chissà se questo mio post raggiungerà la vetta di 32 mi piace in pochissimo tempo, come il seguente
" Dopo il treno di ieri oggi a Trento ci sono andata con la mia macchinina....sull'autostrada lavori in corso e coda da Ala ad Affi ma almeno niente puzza e la mia musica a botto!!!
Buona serata"
o ben 41 mi piace come il post precedente
Inn treno in questo periodo VEDI signore con piumino e sciarpetta e ragazze in copricostume e ciabattine infradito....e SENTI le puzze di chi una doccia non ce l'ha...davvero i sensi sono messi a dura prova!!!"
post scriptum 
ho trovato la discrezione anche di farmi indicare i tipi di calzini che non trattengono il sudore dei piedi, dal signore indiano che stava nella cuccetta sottostante.
2
facebook, i social network, la seduta meditativa o terapeutica, il confessionale o la preghiera e l'invocazione volta al Divino, la scrittura e la sua espressione artistica, per chi è come me sono dei diversi modi di sanare il debito della vergogna verso il proprio vissuto ( e reintegrarsi nella decenza di un volto).

Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond'io nudriva 'l corein sul mio primo giovenile errore
quand'era in parte altr'uom da quel ch'i' sono,
del vario stile in ch'io piango e ragiono
fra le vane speranze e 'l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
spero trovar pietà, nonché perdono.
Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di me medesmo meco mi vergogno;
e del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto,
e 'l pentersi, e 'l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno.
Petrarca, Canzoniere, 1.
... Altro...

 


 

Mi piace ·  · Promuovi · 

  • Valentina Ransie Rodolfi La seduta terapeutica é l'unica che ha senso (hehehehe)

  • Odorico Bergamaschi Vedo che sei molto perspicace e che hai inteso benissimo chi era il mio destinatario primario del mio post. Ovviamente ti salva il cachinno finale.

  • Valentina Ransie Rodolfi No veramente non ho capito. Il mio commento era dovuto al fatto che come terapeura in formazione sono di parte!

  • Odorico Bergamaschi appunto. Mi riferivo al tuo post indirizzato verso coloro che travasano tutto il loro vissuto in facebook, senza margini residui di riserva intima.

  • Valentina Ransie Rodolfi Il dolore peró non si guarisce...nemmeno con pratiche esibizionistiche facebookiane.

  • Odorico Bergamaschi certamente, per questo non mi ritengo buddhista, se l'esserlo significa credere che il dolore compreso è un dolore accettatto e risolto. Esistono tuttavia sedativi banali e sedativi nobili del dolore, che consentono di protrarre differentemente nel dolore la propria esistenza terrena. Ed ognuno di quelli indicati può essere dell una o dell'altra natura, credo.

  • Odorico Bergamaschi se pensi che nella pratica psicoterapeutica non ci sia autoesibizionismo, nel dire tutte le proprie presunte miserie e vergogne ad una persona che si incarica di sentirle- o di atteggiarsi a stare a sentirle- come se fossero della massima rilevanza, e di suo estremo interesse, mentre si deve tacerle a ogni altro per conservare credibilità e dignità sociale...

    • Valentina Ransie Rodolfi certo. una componente autoesibizionista esiste nella pratica psicoterapeutica come in qualsiasi altra pratica della vita quotidiana. come potrebbe essere diverso dal momento che il setting terapeutico mira a riprodurre il mondo di entrambe le parti coinvolte? quel che sta fuori sta anche dentro, in tutti i sensi. Questa però è una singola componente che per quanto significativa non può e non deve prevalere su tante altre componenti che costituiscono l'essere umano nella sua complessità e peculiarità. Non c'è nulla di male nell'esibizionismo...l'essere visto è un bisogno primario. E' solo quando l'"essere visto" diventa un sostitutivo l'"Essere" che le cose si complicano.circa un'ora fa · Non mi piace più · 1


    •  
    • Odorico Bergamaschi esattamente, l'esibizione deve essere un supporto e una chiarificazione all'essere, un sostegno per non venir meno alla propria vocazione, ai cimenti e alle prove che richiede, agli impegni e alle responsabilità assunte. la resa di una testimonianza di che cosa significa amare, e delle patologie che comporta quando entra in conflitto con l'amore di sè o ne rimane una proiezione idealizzatrice, anzichè farsi effettivo servizio della vocazione altrui.


       

 

13 maggio 2014


 

Nota filosofico-teologica


La struttura dell'essere non duale che si ritrova nel pensiero indiano secondo Panikkar, per cui le realtà in rapporto complementare, padre e figlio, non sono due senza essere uno, è forse diversa dalla struttura bipolare dell'essere secondo Platone e la cultura greca (si confrontino Reale e la scuola di Tubinga), per cui i contrari, innanzitutto l'Uno e la Diade alla radice della molteplicità che l'Uno determina ordinando, , si implicano a vicenda e non possono sussistere l'uno senza l'altro?
La rivelazione cristiana che l' Uno è trino, che significherebbe, in tale identico orizzonte metafisico, se non che l'unità nel molteplice ne è un'unificazione relazionale, che sempre pone gli esseri ponendoli in relazione, e ponendo la loro relazione come realtà ulteriore.

Le Saux-Abishitkananda, si situa all incrocio di due interpretazioni antagoniste nella cultura spirituale italiana, quella di Marco Vannini che vuole farne della mistica l'espressione di un adualismo monistico, secondo il quale il solo essere reale è l'essere divino, la differenziazione di molteplici realtà individuali essendo l'illusione del velo di maia ingenerata dai nostri attaccamenti e dalle loro immedesimazioni, e quella cui consento di Trianni, che riconducendo gli sbocchi dell'esperienza mistica di LeSaux allo shivaismo tantrico, vuole salvaguardare l'essere reale del mondo, e l'esservi di Dio come l'esservi immanente nell'altro di Sè, ( il mondo come l'altro di Dio in Dio di Piero Coda, secondo l'ispirazione teologica di S. Bulgakov ) il mondo essendo l'altro di Dio in Dio per il disordine e caos che l'ordine cosmico implica come il suo necessario contrario, senza il quale non avrebbe consistenza, significato, efficacia, e non ne sarebbe un libero affermarvisi, sino ai vertici della natura morale.
La struttura dell'essere non duale che si ritrova nel pensiero indiano secondo Panikkar, per cui le realtà in rapporto complementare, padre e figlio, non sono due senza essere uno, è forse diversa dalla struttura bipolare dell'essere secondo Platone e la cultura greca ( Reale e la scuola di Tubinga), per cui i contrari, l'Uno e la Diade alla radice della molteplicità da determinare ordinando, innanzitutto, si implicano a vicenda e non possono sussistere l'uno senza l'altro?
La rivelazione cristiana che l Uno è trino, che significherebbe, in tale identico orizzonte metafisico, se non che l'unità nel molteplice ne è un'unificazione relazionale, che sempre pone gli esseri ponendoli in relazione, e ponendo la loro relazione come realtà ulteriore.Le Saux-Abishitkananda, si situa all'incrocio di due interpretazioni antagoniste nella cultura spirituale italiana, quella di Marco Vannini che vuole farne della mistica l'espressione di un adualismo monistico, quella cui consento di Trianni, che riconducendone gli sbocchi alllo shivaismo tantrico, vuole salvaguardare l'essere reale del mondo, e l'esservi di Dio come l'esservi immanente nell'altro di Sè, ( il mondo come l'altro di Dio in Dio di Piero Coda, ) per il disordine e caos che l'ordine cosmico implica come suo necessario contrario senza il quale non avrebbe consistenza, significato, efficacia, per esserne un libero affermarvisi, sino ai vertici della natura morale.

Stesura originaria.
La struttura dell'essere non duale che si ritrova nel pensiero indiano secondo Panikkar, per cui le realtà in rapporto complementare, padre e figlio, non sono due senza essere uno, è forse diversa dalla struttura bipolare dell'essere secondo Platone e la cultura greca ( Reale e la scuola di Tubinga), per cui i contrari, l'Uno e la Diade alla radice della molteplicità da determinare ordinando, innanzitutto, si implicano a vicenda e non possono sussistere l'uno senza l'altro?
La rivelazione cristiana che l Uno è trino, che significherebbe, in tale identico orizzonte metafisico, se non che l'unità nel molteplice ne è un'unificazione relazionale, che sempre pone gli esseri ponendoli in relazione, e ponendo la loro relazione come realtà ulteriore.

Le Saux-Abishitkananda, all incrocio di due interpretazioni antagoniste nella cultura spirituale italiana, quella di Marco Vannini che vuole farne della mistica l'espressione di un adualismo monistico, quella cui consento di Trianni, che riconducendone gli sbocchi dell'esperienza mistica allo shivaismo tantrico, vuole salvaguardare l'essere reale del mondo, e l'esservi di Dio come l'esservi Suo immanente nell'altro di Sè, ( il mondo come l'altro di Dio in Dio di Piero Coda, di Dio quale suo attrattore in-formante ed energia oscura della sua energia materiale secondo Vito Mancuso ) per il disordine e caos che l'ordine cosmico implica come suo necessario contrario senza il quale non avrebbe consistenza, significato, efficacia, per esserne un libero affermarvisi, sino ai vertici della natura morale.

14 maggio 2014

 


Beautiful minds
Khajuraho 17 giugno
 

 

 


“ Batheswar è ancora più bello che l’altra volta”
“ Perché, Kailash?
“ Non ci sono persone, ma è più bello perché ci sono i pavoni”

Ed un pavone gli si è accostato ed è tornato a farglisi vicino quando gli ha offerto biscotti.

L’altra volta era stato in Mitaoli che li avevamo avvistati, sull’alto del muro di cinta del tempio circolare delle 64 yogini., come l'amico ricordava ancor meglio di me.
La sua memoria stupefacente avrebbe avuto modo ancor più di manifestarsi sulla via del rientro in Gwalior, al mio rammarico che non avessimo rivisitato il tempio che precede l’ingresso in Batheswar.
“ Ma non ci sono che i sardula-i mitici leogrifi- di interessante, oltre la porta con le statue tutto è andato perduto”, come mi avrebbero confermato le immagini che vi avevo scattato la volta precedente.
Kailash aveva trovato come strabiliarmi già in Badoh Patari all’ingresso del mirabile tempio Gadharmal , quando ad un solo colpo d’occhio “ricorda il Teli ka-mandir e il tempio di Barwa Sagar” aveva soggiunto, per poi ritirarsi in disparte con il guardiano del tempio, traendo all’istante le stesse conclusioni della ricerca erudita e minutamente dettagliata su cui mi ero protratto i giorni avanti nella lettura delle pagine del grande archeologo Tridevi, che in ragione della forma oblunga anomala del santuario rettangolare di tali templi aveva desunto che fossero destinati ad ospitarvi una pluralità di immagini della Sakti od energia della Dea Madre, e che il tempio Gadarmal, come l’ancor più splendido Teli-ka- mandir, fossero conclusi dalla curvatura di un walabhi o volta a botte..
Certo non è solo per il suo acume che Kailash ha modo di sorprendermi.
Tra le sue delicatezze e gentilezze inusitate nel nostro viaggio tra Sagar, Badari Pathoh, Eran, Udayapur, Gwalior e Naresar, è trasparsa tutta la sua indifferenza alle afflizioni fisiche e mentali della mia vecchiaia, non so di quanto inferiore alla mia per la sua fotofobia.
Non c’è volta quando occupiamo una stanza, che lui non si riservi il letto migliore o non occupi la toilette senza chiedermi conto delle mie predilezioni o se abbia un’urgenza, e quando ci avviamo per strada o ci rialziamo da dove abbiamo pranzato, accade immancabilmente che lui si avvii per strada o verso l’uscita del ristorante con i bagagli più leggeri senza volgersi indietro, mentre io arranco staccato per l’indolenzimento delle ginocchia al solo levarmi.
Così ha incontrato la mia reazione furente, quando in Bina è salito sul treno, al suo arrivo, per occupare dei posti liberi in sleepers class cui senza pagare un supplemento non avevamo diritto con il nostro local ticket, disinteressandosi del fatto che ero fermo alla piattaforma perché l’asta del bagaglio trolley si era scomposta nelle sue parti per la perdita delle vite che ne connette l’appiglio,
E sintomatica è stata la sua risposta “ Devo occuparmi di te o del treno?”’, con l’aggravante che di treni per Gwalior ne potevamo prendere uno ad ogni ora seguente.
In Gwalior, al rientro in hotel per essere di ritorno a Khajuraho, l' incidente che mi ha fatto trascendere è avvenuto a seguito della mia sollecitazione, visto che il distacco precipitoso dal teli-ka mandir ce ne lasciava il tempo, che sostassimo in un negozio per acquistare per Chandu un capo di abbigliamento che fosse di qualità migliore di quello che avevamo prescelto per lui la sera precedente in un bazar economico.
Dapprima Kailash si è ostinato nell’acquisto a mie spese del capo più costoso, una semplice camicetta con t-shirt, in luogo della maglietta con i colori dei fondali marini in cui si avventurava un sub tra pesci rossi, gialli e verdi, che costava la metà ed era assai più ispirata e ispiratrice di gusto per il nostro bambino, adducendo a motivo della sua scelta che la camicetta era preferibile per i matrimoni a cui Chandu fosse stato obbligato a presenziare, una ragione che già di per se stessa mi indisponeva, perché prefigurava tutta la sudditanza del futuro dei nostri bambini ai matrimoni di casta:poi, all’atto del pagamento, si tratteneva le cinquecento ulteriori rupie che porgevo al cassiere per averne il resto di quattrocento, dandogli le cento mancanti
Il treno era “ normaly late” di almeno un’ora, così per sbollirmi sono stato di ritorno al negozio, e vi ho acquistato, per meno del doppio del costo di quella camicetta, la maglietta che non era più il caso di sacrificare, ed un vestitino per Poorti e una magnifica t-shirt per Ajay.
Le piccole tempeste passano, l’amore rimane, ora perseverante, ma nell’angoscia di quanto la mia senilità sia divenuta l’irascibilità sfusa della bestia che ho accovacciato di dentro, collera che si fa impeto violento alla minima mancanza di riguardo, o frapposizione di ostacoli, o come si avverte energia sprecata di una vita che va in fumo.
Così, ieri sera, dopo che era bastato, per farmi andare in escandescenze solitarie, che un indiano avesse accelerato il passo per precedermi al bancomat dove ero arrivato ben prima, profittando delle mie difficoltà motorie, ho sentito montare un furore distruttivo nei riguardi di Ajay, pur nella dolcezza o nella fermezza sconsolata che gli manifestavo, per le sue incapacità ad apprendere di dislessico, che vanificavano ogni mio insegnamento dell’italiano in cui gli dedico da un mese il mio tempo disponibile ogni sera, e non ho trovato di meglio che afferrare per il naso Kailash , quando ci ha accolti rabbioso al nostro rientro tardivo e sconfortato dall’ufficio, digrignando i denti e avventandosi sulla manopola del gas che è finita nuovamente a pezzi, quasi che fossimo colpevoli della sua improvvida scelta di averci voluto cucinare una pizza squisita al tonno e ai peperoni facendo ricorso a un forno che richiedeva tempi inconciliabili con la sua istanza di potere andare a letto proprio ieri sera quanto prima, per poter essere sveglio stamane già sul far del giorno, e portare in escursione sino alle Pandava Watefalls i turisti che gli avevano commissionato il sightseeing.Povere le nostre beautiful minds, così votate alla propria invalidità umana e sociale, l’una di supporto alla catastrofe dell’altra, ma che splendidi giorni, ,anche così, sono quelli dei viaggi da cui ancora una volta stiamo consumando il rientro.Beautiful minds
Khajuraho 17 giugno 2014

 


Tra India ed Italia

 

Al telefono mi sono intrattenuto a lungo con Ajay, il nostro piccolo uomo, in attesa che Kailash avesse finito di fare tatti, le abluzioni e gli espurghi di cui già mi proveniva il rumore.
In India seguita a non piovere e fa un gran caldo , tranne che a Mumbay, e solo in alcune parti della città, dove l'acqua è tracimata dappertutto, come Ajay mi aveva già informato, mentre gli ospedali sono strapieni di malati per il protrarsi della calura, e l'energia elettrica è trasmessa a un basso potenziale, sicché la pompa trae poca acqua nel pozzo del cortile, ed i ventilatori ruotano a bassa frequenza, appena alleviando l'afa imperante nelle stanze. Se solo piove un poco, anziché rinfrescarsi l'aria si fa ancora più umida e pesante. In compenso, la scarsità delle piogge sfavorisce il proliferare di insetti calamitosi, ed i grilli che quando sono partito stavano infittendosi al far della sera, impaurendo il piccolo Chandu quando doveva recarsi alla latrina, non infastidiscono più di tanto.
Il mangiare in famiglia ora è più indiano, mi aveva informato Ayay, e il mango è il frutto che ancora consumano i piccoli.
Da giorni tutti quanti vanno a scuola, all'andata e al ritorno recandovicisi con il tuk tuk del papà, e Chandu, dopo il solito pianto al risveglio anticipato, vorrebbe andarci piuttosto con papà Kallu sulla mia bicicletta, che con altri conducenti di autorickshaw.
I genitori del vicinato hanno offerto a Kailash 300 rupie a bambino, ogni mese, se accompagnerà i loro figli con i nostri piccoli alla scuola ogni mattina, e ne sarà con essi di ritorno, egli vedrà che cosa si renda possibile, quanto al da farsi, visto che il loro trasporto interferirebbe con i giri turistici che gli commissionasse l'hotel presso il quale è impiegato e lo contatta il fratello.
In ogni caso la gran bella notizia, che ho dovuto districare tra le sue parole, è che Chandu ha già conosciuto una piccola promozione, essendo stato immesso nella classe dei piccolissimi che già conoscono le lettere degli alfabeti devanagari ed inglese, e la numerazione fino a cento.
Ayay stesso dapprima era stato rincuorante, quando l'ho sollecitato a parlarmi in italiano.
" Chandu torna da scuola a(lle) 12 e trenta" è stato in grado di dirmi, riprendendo le nostre lezioni di maggio e di giugno.
E quanto ai soldi? Ho chiesto a Kailash.Posso attenderre ad inviarglieli , egli ha insistito , impiegherà quelli restanti per dei nuovi vestiti scolastici per Poorti ed Ajay, che si sono allungati, anche se ne servirebbero altri per rinnovare il permesso di condurre passeggeri con il tuk tuk e per la sua assicurazione. Ovvierà evitando percorsi quali quello che reca alle Pandava Waterfalls lungo il quale ci sono tre postazioni di polizia che potrebbero fermarlo e sequestrargli il tuk tuk, via libera ed assenza di controlli lungo gli altri.
Gli ho allora raccontato che cosa mi è successo nel corso della notte, quando dopo essermi reso conto che avevo perduto l'ultimo treno da Verona per Mantova, per non soccombere alle mie ideazioni suicidarie che erano insorte di nuovo pur nello splendore della Piazza dei Signori, -sfigurato dal senso di colpa e di inadeguatezza per la mia indisponibilità ad aiutare più di quanto già non faccia mia madre, secondo quanto pretendono paritariamente da me mio fratello e mia sorella, non curanti del mio dispendio per Kailash e la moglie ed i nostri bambini , di quanto sia meno abbiente e più precario di loro, in preda al disgusto per la bella vita quotidiana delle orde turistiche per strada e degli attavolati in ristoranti e pizzerie, verso chi si dedicava allo shopping e tutto quanto per loro era allestito nei negozi-, ho allora preso l'autobus per l'aeroporto di Villafranca e da esso mi sono incamminato a piedi nel corso della notte, tra i centri abitati che via via si disanimavano, le loro ville e i loro castelli, i capannoni e i campi di mais che si succedevano sotto le nubi e la luna, fino a raggiungere e a valicare oltre Mozzecane il confine della provincia di Mantova, oltre il quale mi sono arreso alla pericolosità di procedere oltre, lungo i bordi folti d'erba d'una banchina poco più larga della mia persona, prima della scarpata del fosso, mentre gli autocarri mastodontici che avevano ripreso a viaggiare mi passavano accanto in senso contrario quasi sfiorandomi, e ho fatto ritorno verso la stazione ferroviaria dell'ultimo paese del Veronese
" Non farlo mai più ,- mi ha pregato Kailash-, un'altra volta resta in stazione o vai in hotel anche se per te è costoso", invitandomi a riprendere i contatti umani con mia madre, mentre comprendeva appieno in ragione delle sue stesse relazioni familiari, che non volessi più riaffrontare mia sorella e mio fratello.
" E' il kali yuga, sentenziava, e chi è ricco non ha rispetto di chi è povero".Tra India ed Italia 5 luglio 2014

Al telefono mi sono intrattenuto a lungo con Ajay, il nostro piccolo uomo, in attesa che Kailash avesse finito di fare tatti, le abluzioni e gli espurghi di cui già mi proveniva il rumore.
In India seguita a non piovere e fa un gran caldo , tranne che a Mumbay, e solo in alcune parti della città, dove l'acqua è tracimata dappertutto, come Ajay mi aveva già informato, mentre gli ospedali sono strapieni di malati per il protrarsi della calura, e l'energia elettrica è trasmessa a un basso potenziale, sicché la pompa trae poca acqua nel pozzo del cortile, ed i ventilatori ruotano a bassa frequenza, appena alleviando l'afa imperante nelle stanze. Se solo piove un poco, anziché rinfrescarsi l'aria si fa ancora più umida e pesante. In compenso, la scarsità delle piogge sfavorisce il proliferare di insetti calamitosi, ed i grilli che quando sono partito stavano infittendosi al far della sera, impaurendo il piccolo Chandu quando doveva recarsi alla latrina, non infastidiscono più di tanto.
Il mangiare in famiglia ora è più indiano, mi aveva informato Ayay, e il mango è il frutto che ancora consumano i piccoli.
Da giorni tutti quanti vanno a scuola, all'andata e al ritorno recandovicisi con il tuk tuk del papà, e Chandu, dopo il solito pianto al risveglio anticipato, vorrebbe andarci piuttosto con papà Kallu sulla mia bicicletta, che con altri conducenti di autorickshaw.
I genitori del vicinato hanno offerto a Kailash 300 rupie a bambino, ogni mese, se accompagnerà i loro figli con i nostri piccoli alla scuola ogni mattina, e ne sarà con essi di ritorno, egli vedrà che cosa si renda possibile, quanto al da farsi, visto che il loro trasporto interferirebbe con i giri turistici che gli commissionasse l'hotel presso il quale è impiegato e lo contatta il fratello.
In ogni caso la gran bella notizia, che ho dovuto districare tra le sue parole, è che Chandu ha già conosciuto una piccola promozione, essendo stato immesso nella classe dei piccolissimi che già conoscono le lettere degli alfabeti devanagari ed inglese, e la numerazione fino a cento.
Ayay stesso dapprima era stato rincuorante, quando l'ho sollecitato a parlarmi in italiano.
" Chandu torna da scuola a(lle) 12 e trenta" è stato in grado di dirmi, riprendendo le nostre lezioni di maggio e di giugno.
E quanto ai soldi? Ho chiesto a Kailash.Posso attendere ad inviarglieli , egli ha insistito , impiegherà quelli restanti per dei nuovi vestiti scolastici per Poorti ed Ajay, che si sono allungati, anche se ne servirebbero altri per rinnovare il permesso di condurre passeggeri con il tuk tuk e per la sua assicurazione. Ovvierà evitando percorsi quali quello che reca alle Pandava Waterfalls lungo il quale ci sono tre postazioni di polizia che potrebbero fermarlo e sequestrargli il tuk tuk, via libera ed assenza di controlli lungo gli altri.
Gli ho allora raccontato che cosa mi è successo nel corso della notte, quando dopo essermi reso conto che avevo perduto l'ultimo treno da Verona per Mantova, per non soccombere alle mie ideazioni suicidarie che erano insorte di nuovo pur nello splendore della Piazza dei Signori, -sfigurato dalla vergogna per le mie turbe e miserie mentali, dal senso di colpa e di inadeguatezza per la mia indisponibilità ad aiutare più di quanto già non faccia mia madre, secondo quanto pretendono paritariamente da me mio fratello e mia sorella, non curanti del mio dispendio per Kailash e la moglie ed i nostri bambini , di quanto sia meno abbiente e più precario di loro, in preda al disgusto per la bella vita quotidiana delle orde turistiche per strada e degli attavolati in ristoranti e pizzerie, verso chi si dedicava allo shopping e tutto quanto per loro era allestito nei negozi-, ho allora preso l'autobus per l'aeroporto di Villafranca e da esso mi sono incamminato a piedi nel corso della notte, tra i centri abitati che via via si disanimavano, le loro ville e i loro castelli, i capannoni e i campi di mais che si succedevano sotto le nubi e la luna, fino a raggiungere e a valicare oltre Mozzecane il confine della provincia di Mantova, oltre il quale mi sono arreso alla pericolosità di procedere oltre, lungo i bordi folti d'erba d'una banchina poco più larga della mia persona, prima della scarpata del fosso, mentre gli autocarri mastodontici che avevano ripreso a viaggiare mi passavano accanto in senso contrario quasi sfiorandomi, e ho fatto ritorno verso la stazione ferroviaria dell'ultimo paese del Veronese
" Non farlo mai più ,- mi ha pregato Kailash-, un'altra volta resta in stazione o vai in hotel anche se per te è costoso", invitandomi a riprendere i contatti umani con mia madre, mentre comprendeva appieno in ragione delle sue stesse relazioni familiari, che non volessi più riaffrontare mia sorella e mio fratello.
" E' il kali yuga, sentenziava, e chi è ricco non ha rispetto di chi è povero".Tra India ed Italia 5 luglio 2014
Al telefono mi sono intrattenuto a lungo con Ajay, il nostro piccolo uomo, in attesa che Kailash avesse finito di fare tatti, le abluzioni e gli espurghi di cui già mi proveniva il rumore.
In India seguita a non piovere e fa un gran caldo , tranne che a Mumbay, e solo in alcune parti della città, dove l'acqua è tracimata dappertutto, come Ajay mi aveva preavvisato, mentre gli ospedali sono strapieni di malati per il protrarsi della calura, e l'energia elettrica è trasmessa a un basso potenziale, sicché la pompa trae poca acqua nel pozzo del cortile, ed i ventilatori ruotano a bassa frequenza, alleviando di poco l'afa imperante nelle stanze. Se solo piove un poco, anzichè rinfrescarsi l'aria si fa ancora più umida e pesante. In compenso, la scarsità delle piogge sfavorisce il proliferare di insetti calamitosi, ed i grilli che quando sono partito stavano infittendosi al far della sera, impaurendo il piccolo Chandu quando doveva recarsi alla latrina, non infastidiscono più di tanto.
Il mangiare in famiglia ora è più indiano, mi aveva informato Ayay, e il mango è il frutto che ancora consumano i piccoli.
Da giorni tutti quanti vanno a scuola, all'andata e al ritorno recandovicisi con il tuk tuk del papà, e Chandu, dopo il solito pianto al risveglio anticipato, vorrebbe andarci piuttosto con papà Kallu sulla mia bicicletta, che con altri conducenti di autorickshaw.
I genitori del vicinato hanno offerto a Kailash 300 rupie a bambino ogni mese se accompagnerà i loro figli con i nostri piccoli alla scuola ogni mattina, e ne sarà con essi di ritorno, egli vedrà che cosa si renda possibile, quanto al da farsi, visto che il loro trasporto interferirebbe con i giri turistici che gli commissionasse l'hotel presso il quale è impiegato e lo contatta il fratello.
In ogni caso la gran bella notizia, che ho dovuto districare tra le sue parole, è che Chandu ha già conosciuto una piccola promozione, essendo stato immesso nella classe dei piccolissimi che già conoscono le lettere degli alfabeti devanagari ed inglese, e la numerazione fino a cento.
Ayay stesso dapprima era stato rincuorante, quando l'ho sollecitato a parlarmi in italiano.
" Chandu torna da scuola a(lle) 12 e trenta" è stato in grado di dirmi, riprendendo le nostre lezioni di maggio e di giugno.
E quanto ai soldi?posso attendere ad inviarglieli , ha insistito Kallu, impiegherà quelli restanti per dei nuovi vestiti scolastici per Poorti ed Ajay, che si sono allungati, anche se ne servirebbero altri per rinnovare il permesso di condurre passeggeri con il tuk tuk e per la sua assicurazione. Ovvierà evitando percorsi quali quello che reca alle Pandava Waterfalls lungo il quale ci sono tre postazioni di polizia che potrebbero fermarlo e sequestrargli il tuk tuk, via libera e assenza di controlli lungo gli altri.
Gli ho allora raccontato che cosa mi è successo nel corso della notte, quando dopo essermi reso conto che avevo perduto l'ultimo treno da Verona per Mantova, per non soccombere alle mie ideazioni suicidarie che erano insorte di nuovo pur nello splendore della Piazza dei Signori, ho preso l'autobus per l'aeroporto di Villafranca e da esso mi sono incamminato a piedi nel corso della notte, tra i centri abitati che via via si disanimavano, i capannoni e i campi di mais che si succedevano sotto le nubi e la luna, fino a raggiungere e a valicare oltre Mozzecane il confine della provincia di Mantova, oltre il quale mi sono arreso alla pericolosità di procedere oltre, lungo i bordi folti d'erba d'una banchina poco più larga della mia persona, prima della scarpata del fosso, mentre gli autocarri mastodontici che avevano ripreso a viaggiare mi passavano accanto in senso contrario quasi sfiorandomi, e ho fatto ritorno verso la stazione ferroviaria dell'ultimo paese del Veronese
" Non farlo mai più , mi ha pregato Kailash, un'altra volta resta in stazione o vai in hotel anche se per te è costoso", invitandomi a riprendere i contatti umani con mia madre, mentre comprendeva appieno in ragione delle sue stesse relazioni familiari, che non volessi più riaffrontare mia sorella e mio fratello.
" E' il kali yuga, sentenziava, e chi è ricco non ha rispetto di chi è povero

 5 luglio 2014


Volgendo al sereno

Seguita a non piovere in Khajuraho, anche se le prime avvisaglie monsoniche si sono alfine manifestate in Gwalior, a Bhopal, ma il buonumore di Kailash, per il quale finalmente anche solo 120 rupie erano un guadagno di giornata rasserenante, mi prospettava al telefono i rimedi alla calura che ora può approntare. Dorme nella mia stanza, adesso, dove la finestra reca un pò di refrigerio, ed è al riparo del clangore televisivo che imperversa fino ad ora tarda nella stanza dove dormirebbe con i bambini, sul ripiano superiore sono state poste le borse e la seggiolina e il tavolino di giunchi che già in mia presenza erano d'ingombro, per cui ora vi trova posto il nuovo banco di studio di Chandu ed all'occorrenza di Ajay e Poorti, per i quali è disponibile anche quello maggiore che utilizzavo per lavorare al computer. Inoltre a sapere regolarsi, attivando la pompa nelle ore in cui la potenza dell'energia elettrica è maggiore, particolarmente durante la fascia mattutina, si può ottenere l'erogazione di tutta l'acqua che occorre per farsi la doccia almeno due volte al giorno.
" Ho già troppa pasina, e bad smail", Kailash emanava già troppo sentore di sudore, e cattivo odore, per differire ancora a lungo un'altra doccia dopo che al telefono ci fossimo lasciati.
Aveva già fatto riparare la bicicletta di Chandu e tra poco sarebbe stata la volta di quella di Poorti, mentre ritirerà domani i nuovi abiti scolastici della bambina e di Ajay.
A queste sue voci di spesa insistevo di nuovo nel chiedergli se gli occorreva che gli inviassi un anticipo dell'importo di metà luglio, ma egli ha seguitato a declinare l'offerta. Non si presentano emergenze, e poteva ben attendere ancora di poter pagare la licenza e l'assicurazione per l'autoricksaw, non vi sono per ora turisti che possano essere intenzionati a recarsi alle Pandava Waterfalls, lungo un itinerario in cui intercorrono tre postazioni di polizia ove potrebbero controllargli i documenti e ritirargli il tuk tuk, una spiacevole evenienza che non riservano gli altri itinerari.
Quanto a Chandu, la cui disciplina scolastica era un'ulteriore impedimento al libero uso dell'autorickshaw per racimolare rupie, rifiutandosi egli di andare a scuola con altri tuk tuk che non fossero quello di papà, era possibile- gli chiedevo-, ottenere che accettasse almeno di rientrare con un altro conducente, una volta che il fratello Ajay gli avesse comunicato che era indisponibile papà.
Kailash ci aveva già provato, in certa misura, ma quando era venuto a riprenderlo a scuola il solo Ajay, il piccolino non aveva voluto saperne di fare anche solo capolino fuori della scuola, finché non aveva intravisto la faccia del papà.
Ed eccolo, al telefono, che dopo un ciao clamoroso, mi gridava la lista di quanto voleva da me in dono:
" Car! "
"Lal or nila? Rosso o blu?"
"Nila, and Cycle! and Computer!"
E se avesse dovuto scegliere?
" Nila car!" Un'auto blu.
Il " baccià" che così si allontanava senza volerne più sapere di conversare ancora con me, era lo stesso piccolino che ieri, di domenica, alle sei del mattino, stando a quanto mi aveva appena detto Kailash, era già sveglio per i compiti /gli homeworks per l'indomani, e che quand'ero in Khajuraho, in assenza del padre correva finanche da me a denunciare ogni minima tergiversazione di Poorti nel recarsi a lezione dall'insegnante della casa di fronte.
" Ed ora è andata via la luce."
" Pazienza, Kailash."
Una buona ragione per lasciarci a tal punto, e recarsi egli quanto prima al mercato, dove far riparare la bici di Poorti.
Ma a mia volta, che telefonassi alfine a mia madre, dal cuore affranto, come gli assicuravo ed avrei fatto.
 

6 luglio 2014


Talmente la mia mente di sè s'impaura

 

 Non devi picchiarlo mai, per nessuna ragione, gli ho detto, con tale astio che avrei voluto interrompere all’istante la telefonata, tacendogli quello che mi veniva alla mente e alla bocca.

“Che cosa ora non daremmo per avere vivo Sumit che facevi strillare...”

Gli aveva dato una pacca odiosa sul retro, mentre sull’autorickshaw faceva ancora storie per andare a scuola,  non già perché non ne fosse allettato, ma per il risveglio troppo precoce dal sonno.

In lacrime se ne era fuggito in casa, dove era scivolato nel cortile bagnato,  producendosi una ferita lieve all’altezza del  labbro.

“ Ma dopo un quarto d’ora stava già giocando”,  Kailash cercava di minimizzare.

“ Tu non devi picchiarlo , ribadivo di rincalzo, per nessuna ragione”, con la morte nel cuore al ricordo di tutto ciò che la mia immaginazione aveva immaginato di poter commettere a danno del piccolo, quando rimaneva solo e confidente in mia compagnia, ed io  ero sconvolto dalla  ideazione di attentare a ogni  ragione di una  vita fallimentare ,  mia e di Kallu, facendola precipitare nella mostruosità integrale.

“ Ma a volte serve, così capiscono ”,  replicava l’amico , con un tono di voce in cui  l’avvertivo per niente convinto di tali ragioni.” Le suore si lamentano che ogni tanto a scuola s’addormenta...”

“ Come se stesse sbagliando e così potesse imparare la lezione... Non  è forse lui che  ha invece  ragione ? Svegliarlo alle sette perché sia già a scuola alle sette e trenta, per restarvi fino ad oltre mezzogiorno...Sono le suore che esagerano...”

“ Ne ho parlato con l’insegnante. Ma ci sono anche altri bambini che si addormentano...”

“ Appunto”

A tanta rigidità eccessiva, mi è  dato di supporre, può indurle il rigorismo religioso quanto la volontà di  preservarsi  una scuola d’élite,  a dispetto della fannullaggine generale nelle scuole indiane, dove ad addormentarsi in classe sono spesso gli stessi insegnanti, sempre che vi figurino presenti.

Ma chi meglio di Kailash poteva ravvedersi ed annuire, risvegliarlo dalla cui letargia diurna per le sue turbe psichiche, risvegliarlo, con mio grave errore imperdonabile nelle sue conseguenze scontrose, sino al diverbio fisico,  è stato come stanare nel tremore generale un leone inferocito.

.

Che piuttosto egli  si rivolgesse alla intelligenza già così mirabile del piccolo,  per le altre questioni  che poneva  nel recarsi a scuola,  a causa del suo  stesso attaccamento alla figura del padre.

“ Fagli comprendere che è per il tuo lavoro che non puoi accompagnarlo a scuola ogni volta per il tuo lavoro, che solo se lavori puoi assicurargli nuovi vestiti, cibi buoni, e kilona, i suoi giocattoli”

“ Ho già tentato, - mi ha risposto Kailash,  sorridendone,- lui  mi ha risposto che allora potremmo recarci a scuola entrambi in bicicletta,  io con la tua e lui con quella piccola.

Stamattina non voleva più andare a scuola. Gli ho detto che tu, il baba, avevi già pagato la retta per l'intero anno. mi ha risposto allora di darli indietro...”

Tanta precocità del piccolo si manifestava stupefacentemente nelle stesse parole in cui l'orientava left o right, nella guida del tuk tuk , al rientro da scuola, verso l'ambito ice cream, al gazebo presso il bacino lacustre che  fronteggia il parco di sound and lights.

Ma ogni tono divertito e compiaciuto   dileguava  nella sua preoccupazione di averlo ritrovato a mezzogiorno dentro la vasca dell’acqua del cortile,  che vi si rinfrescava.

“ Sai che può succedere , se  vi cade dentro e batte la testa. L’ho ricoperta quasi  tutta”

“ E Chandu come ha reagito?”

“ Mi ha detto che non si ripeterà”

L’assillo per la sua sorte è riemerso quando ho ritelefonato a Kailash qualche ora dopo, con  il pretesto di  chiedergli quale fosse la taglia delle sue t-shirt., dato che intendo comperargliene profittando dei saldi. Forse, ha supposto Kailash, era perchè Chandu e la piccola Poorti hanno seguitato a lavarsi con l’acqua che ristagna nella vasca,  portandola alla bocca, che recano infezioni alla pelle. Si era  già raccomandato con Vimala che provvedesse a distoglierne i piccoli. Con la moglie aveva parlato a lungo anche di me, in concomitanza con la rottura di una brocca di plastica. Con le sue paure per i miei turbamenti mentali e per le le volte in cui io e Kailash siamo arrivati a scontrarci,  gli ha confidato che per il resto se ne trovano  pochi di baba come me,  che ero un buon baba, per davvero,  che  aveva provveduto e si era preso cura dei bambini e di ogni  cosa che potesse occorrere e che venisse a mancare nella casa,   che in una circostanza del genere avrei  già provveduto  a rimpiazzare la brocca.

“ Kailash, grazie di ciò che pensate di me a te e Vimala, ma te ne prego, dimmelo, se ritieni che sia meglio che io venga e resti restare di meno in  India, se è preferibile  che abbia una mia casa separata dalla vostra.”


 

 Talmente la mia mente di se s’impaura.

8 luglio 2014


Padri e figli

 


E’ dall'inizio della settimana, sino a tutto ieri, che Kailash al telefono l'ho avvertito sempre più sconfortato dalla condotta di Chandu, per il fatto che deludendo ogni nostro aspettativa, ogni mattina si è venuto sempre più ribellando all’idea di essere svegliato anzitempo per andare a scuola.
Alle percosse nel fondo schiena inflittegli da Kailash lunedì scorso, Chandu aveva replicato il giorno seguente morsicando la sua mano e quella di Vimala, al che, sgomento, Kailash non aveva trovato di peggio che malmenarlo nuovamente, sia pure in modo più lieve, e poi lasciarlo a casa, che giocasse.
Gli ho intimato che non lo picchiasse più, per non inselvatichirlo ulteriormente, ma che in alcun modo gliela desse vinta, e che ne parlasse con l’insegnante, auspicando che costei allentasse le rigidità delle pretese scolastiche, che infliggono a un piccolo di nemmeno cinque anni di essere a scuola dalle 7,30 del mattino fino alle 12,30.. Piuttosto egli sanzionasse con delle privazioni concrete ogni ulteriore resistenza aggressiva di Chandu, ne compensasse ogni venir meno delle resistenze con una cioccolata od un gelato, con la promessa mantenuta di un qualche giocattolo.
Ma Kailash era sfiduciato in se stesso come genitore, aveva paura di non farcela, e seguitava ad eccedere e a non risultare per il bambino temibile e credibile.
“ Ho appena detto a Chandu che se non va a scuola, lo mando in prigione”
E lui che ti ha risposto?
“ Accià, che va bene così”
"Si comporta come Poorti, quando piangeva ogni giorno perchè non voleva andare a scuola. Anche lui non ha rispetto per me, per Vimala, per te, in famiglia. Sto crescendo un’altro langur, un’altra piccola scimmia”
La sera stessa aveva poi convenuto con gli altri bambini e con la moglie, di far credere a Chandu che se non avesse mutato atteggiamento avrebbero lasciato che rimanesse a scuola tutta la settimana e per mesi interi come in uno ostello, per un sovrappiù di 10.000 rupie, ed allora niente più di niente dei piaceri familiari, a cominciare dal dudu, dal latte materno che poppa ancora.
I giorni seguenti ancora pianti e resistenze ad oltranza del piccolo, che all’atto di doversi preparare per la scuola aveva seguitato a rifiutarsi di vestirsi e lavarsi e di fare colazione, minacciando di sbrindellare la divisa scolastica.
Ma Kailash che avevo rincuorato, dicendogli quanto sia bravo come papà e caro ai suoi piccoli nonostante i suoi errori, anzi, grazie agli stessi errori, dettati da quanto si prende cura di loro e vuole loro bene, era riuscito a mandarlo a scuola senza picchiarlo, dall'insegnante aveva ottenuto che potesse sopraggiungere ad attività iniziate entro le 8,30, ed oggi pomeriggio poteva dirmi con sollievo che dopo due giorni di duro contrasto, mercoledì e ieri, giovedì, in cui aveva dovuto chiamare in causa Ajay oltre alla moglie, per domare il piccolo, stamane Chandu si era recato a scuola in tutta la tranquillità.
Solo a telefonata conclusa mi sono ricordato che ieri sera reclinando il capo sullo stipite di una porta di casa, mi sono rivolto allo spirito di Sumit, perchè inabitasse il fratellino e gli ispirasse docilità remissiva.
Domani e posdomani saranno giorni di vacanza per Chandu , Kailash potrà recarsi a Rajnagar per ottenere l’’atto di nascita di Poorti ed Ajay che richiede la recente legislazione indiana, ma che dubito che possa regolarizzare in particolare la posizione di Ajay, che nei documenti scolastici risulta avere due anni in meno di quelli reali, almeno tredici-quattordici , se nell’inverno del 2005, il primo che per Natale ho trascorso in India, accompagnandolo insieme a Kallu nel parco di Panna, già aveva almeno cinque anni.
E per parte mia potrò indurre Kailash a riflettere con più cognizione di causa, che possa aver significato per me aver dovuto fronteggiare inutilmente per anni e anni, -almeno sette, un suo comportamento ben più belluino e prostrante di quello di Chandu-, le innumerevoli volte che ho cercato di sottrarlo al sonno, di pomeriggio, perché si prestasse al lavoro ulteriore per i suoi figli.

12 luglio 2012


 

Di ruspe, coccodrilli e ancora Chandu

 

 

 

Ne aveva ieri di cose da dirmi Kailash al telefono, benché ogni giorno venga ripetendomi che Khajuraho è un piccolo villaggio del quale che gli chiedo mai che cosa possa succedervi.

Solo per l’ intervento del raja che ne è il proprietario, il quale era giunto ad assaltare con delle pietre in mano il bulldozer che stava iniziandone lo smantellamento, non era stato abbattuto il negozio di barbiere che abbiamo in affitto, dopo che per far posto all’ampliamento del fondo stradale della Jain temples road erano stati demoliti i vani delle tre botteghe di sua proprietà che lo precedevano.

La ruspa li aveva distrutti mentre il raja, per fermarne l’abbattimento, era corso in Rajnagar con un vakil per recuperare l’atto di proroga che avrebbe obbligato a recedere le autorità stradali.

 E’ valido per tre, sei, al massimo nove mesi” mi chiariva Kailash, al solo fine di consentire a chi avrà abbattuta l’abitazione o i locali di esercizio delle proprie attività per fare posto alla strada, che possa trovare una sistemazione e dislocazione diversa.

Quando il raja è sopraggiunto ed ha visto che nonostante ciò che aveva interposto già tre suoi vani di negozio erano stati distrutti, - gli addetti ai lavori non avevano lasciato che quindici minuti di tempo di sgombero per i negozianti che ne erano gli occupanti , “ e sì, che di scarpe ne aveva al suo interno” il rivenditore della bottega contigua al negozio di barbiere” -, tale è stato il suo furore da salire finanche sulla postazione del manovratore del bulldozer per arrestare il procedere della demolizione pietre alla mano. Ed aveva così ottenuto la sospensione, il nostro negozio era ancora intatto, salvo la jali della grata sovrastante ma Kailash aveva dovuta svuotarlo di tutto, con l’aiuto di Moma che lo gestisce, nella cui casa era finita tutto ciò che era al suo interno

La mia prima preoccupazione era corsa per il destino penale del raja, una gran brava persona .

Non avendo ferito e colpito nessuno, pur essendosi opposto con violenza a pubblici ufficiali , facendo resistenza al loro procedere, Kailash mi ridimensionava che al più avrebbe dovuto presentarsi periodicamente alla stazione di polizia di Chhatarpur, fin che non avesse subito regolare processo.

Ma predominante era la mia inquietudine di sapere quanto fosse segnato il destino del nostro negozio.

E’ talmente insussistente il provento che ne ricava Kailash, dopo averne disatteso l’esercizio ed averlo riposto nelle mani infide di Moma, all’acquisto dell’autorickshaw , che non mi preoccupavo di quanto potessero essere i mancati guadagni, quanto dell insostenibilità del mantenimento in vita dell’esercizio di un negozio di barbiere, se dovessimo trasferirci altrove in Khajuraho, per l’incremento dell’affitto che ne sarebbe immancabilmente conseguito. E che ne sarebbe stato di un arredo che avevo curato a tal punto nel suo allestimento interreligioso, e ancor più, come potevo semplicemente rassegnarmi alla cessazione di un’attività di tale valore affettivo, se l’avevamo intrapresa per fronteggiare l’arrivo in famiglia del nostro compianto Sumit?

Per la dislocazione di nuovo in quel vano del negozio di barbiere, sembrava davvero che non ci fosse più niente da fare, secondo quanto Kailash non poteva che confermarmi, massimo nove mesi e l’abbattimento del negozio sarebbe avvenuto inevitabilmente con il procedere dei lavori stradali, ma l’India è l’India, e il raja avrebbe potuto avvantaggiarsi della proroga per ottenere una deroga, con la corruzione di ispettori e funzionari.

In India trovi sempre qualche “ madar chor “ , che se lo paghi ti consente di fare di tutto.””

 E le strade si allargano e si restringono a piacere..”

 Paghi una bakshesh e tutto diventa possibile”.

In merito poteva farmi l’esempio stringente della famiglia dei brahmini Gautam.

Sono sette, otto, forse già nove anni che la strada che fronteggia il talab vicino ai templi deve essere allargata, dato che non vi passano due autobus alla volta, ma la cosa non avviene perché per ampliarla si dovrebbero abbattere casa ed hotel del brahmino Gautam Balbil , il proprietario del mio bell’ufficio che finora ha avuto il potere di impedirlo

 E un uomo del Congress Party... sono del Congress Party anche gli altri proprietari di hotel vicini al suo... Ma adesso al governo c’è il Bjp.”

 Forse ciò che cambia è che ora deve pagare ancora di più perché si lasci stare...”

Ma con lo spostarsi del discorso dalle adiacenze del negozio di barbiere alla via che fronteggia il talab accanto i templi, un’altra novità veniva in mente di dirmi a Kalash, insorta nelle acque stesse del bacino lacustre.

 Sai ci sono due piccoli coccodrilli ora nel talab!”

La gente accorreva a centinaia a vederli, quando sporgevano dall’acqua ed arrivano finanche ad avvicinarsi ai gradini dei gath.

 Sono lunghi già due piedi”

E come poteva essere successo che vi fossero pervenuti?

Il raja di Khajuraho vi aveva fatto affluire e riversare acque provenienti dal bacino della diga, ed essi potevano essere sopraggiunti con esse.


 

Ora tutto il talab è recintato di cartelli che invitano a non scendere in acqua, a non andarvi a fare il bagno rituale o a lavarvi le stoviglie

L’inconveniente reale, tuttora, e’ il fetore che emanano i pesci che i coccodrilli hanno ucciso senza divorarli.

Sarebbero arrivate prima o poi le guardie forestali, ed essi sarebbero finiti nel Gaviar sanctuary o lungo i fondali del Ken river.

E quanto al nostro piccole alligatore domestico, Chandu adorato?

Seguitava a non piangere più al risveglio mattutino per non andare a scuola, ed era lui a sollecitare Poorti ed Ajay se indugiavano a letto.

Ora devo svegliarmi prima di tutti quanti. Poi è la volta di Chandu. Si alza una due volte, poi fa tutto automaticamente. Poorti e Ajay bisogna richiamarli almeno venti volte. E Vimala se la lasci dormire si sveglia più tardi di tutti. E’ proprio stupida, è davvero una stupida murk lady”

Lunedì scorso Kailash era ancora più persuaso di dovere solo a lei il suo sventurato destino, perché non era nemmeno possibile immaginare che in sua vece, con un tuk tuk d’altri potesse accompagnare a scuola Chandu con Poorti ed Ajay, come vedeva che facevano tante altre madri.

 Kailash , è analfabeta.”

 Ci sono donne analfabete che vanno da sole fino a Delhi”

Avrei dovuto rammemorargli che quando siamo arrivati allo scontro fisico lei sola con la sua moderazione disperata era stata capace di salvaguardare la nostra unione familiare.


 

La cosa che intanto più contava più di ogni altra, è che stava avendo un felice seguito quanto la settimana scorsa aveva confidato Chandu al papà, rivelandogli di avere trovato a scuola un amico. Lo capiva, Kailash, che se il piccolo ne aveva parlato proprio con lui, lui era l’altro suo amico più grande. Da allora, quando accompagna Chandu a scuola, lungo la strada Kailash si ferma puntualmente presso la casa del bambino ch’è suo amico per caricarlo a sua volta. E questi, che prima era accompagnato a scuola dal padre in motocicletta, ora vuole recarcisi solo con il tuk tuk di Kailash e Chandu.

Quando in mattinata Kailash aveva chiesto a Chandu se voleva che gli cucinasse un’omelette per la ricreazione scolastica, Chandu gli aveva chiesto se poteva cuocerne una anche per il suo amico. Al che Kailash si è riservato di farlo un’altra volta, era meglio predisporgli intanto il dhal, la zuppa di lenticchie.

 Il padre è bhahmino, mi ha spiegato, e se è vegetariano rifiuta di sicuro di cibarsi di uova.”

Ma Chandu seguita a rivoltare e ritorcere la promessa di qualche cosa che gli aggradi se non fa più storie quando va a scuola, minacciando di tornare a incapricciarsi se il papà non gli compera questo o quel giocattolo o alimento che vede pubblicizzato o di cui sente parlare in televisione.

 E’ il ciokkò adesso, il ciokkò che vuole... per fortuna mi costa solo 50 rupie e ne ha per due giorni... I dont’go to school, I don’t go to school, Non vado a scuola, non vado a scuola, mi grida se non glielo prendo, e piange, piange...Dovrò fermarmi al mercato per comperarglielo”

 Kailash, Chandu deve capire che deve andare a scuola in ogni caso, Ciokkò o non ciokko..”

 Non voglio e non posso così tanto perdere per questo tempo ed energie, ogni giorno...”

Il bambino chiede spesso anche di me, quando io ritorni.

 Gli ho detto che ora sei lontano, molto più di quanto Delhi sia distante . “Fa che torni in aeroplano”, lui mi ha chiesto”

 Il motivo per cui vuole il mio ritorno lo so bene...”

Kilona e kaprà, i giocattoli e i vestiti che al tuo arrivo gli porterai in dono “, e ne abbiamo riso.

Comunque sia, non mancherò di rivolgermi vagando per la casa a Sumit, perché seguiti ad ispirare al meglio il fratellino Chandu.


 

E mentre così felicemente comunico con Kailash a così grande distanza, e provo per lui talmente tanto amore, compenetrandolo, penso sgomento alla scontrosità litigiosa e alla limitazione dei contatti che subentra in India, senza più niente puntualmente da dirci, quando ci ritroveremo l’uno in prossimità dell’inaffettività dell’altro.

 

23 luglio 2014

 


Che cosa scrivevo un mese or sono lasciando l'India

 


"E’ da mesi che sono venuto prefigurando così tante volte la piccola morte che si ripete ad ogni distacco da Kailash e dai nostri cari, dall' India, che il ritrovarmi ancora tra loro al mio risveglio, il rivedere ancora Chandu, meravigliosamente assopito nel sonno, e carezzarlo e dargli un piccolo bacio, mi sembra il dono gratuito di una vita che si protrae oltre i suoi termini.
Due mesi or sono per visitare in Delhi la Saint Martin Garrison Church viaggiavo sul metro espresso che reca all’aeroporto, lungo la direttrice della mia futura partenza, e mi sentivo preavviato nel tunnel della mia morte.
I giorni che sono passati così velocemente senza che portassi a compimento che ben poco di quanto mi ero prefigurato- lavorare dei campi, riprendere l’insegnamento dell’italiano, viaggiare a lungo termine, propiziare più reddito proprio a Kailash, con un’attività suppletiva,- con all’attivo solo il perfezionamento delle mie cognizioni e ricognizioni archeologiche ed i miei reports di viaggio che ne ho desunto, la felice infanzia e l’istruzione la migliore possibile che vengo assicurando ai nostri piccoli rimediando all’iniziale loro diserzione scolastica, l’eccellenza mentale e la virtù del gioco che ho sprigionato in Chandu facendomi il suo pazzo pagliaccio, in un universo familiare in cui sono venuti scemando i “ drama” di scontri fisici tra me e Kailash, sono il decorrere sempre più rapido della mia intera esistenza verso la sua fine, che il declino della mente prefigura più che quello del corpo.
L’inappetenza per ogni lettura, per ogni fiction dell’immaginazione artistica, la passione per la sola sacralità dell'arte templare hindu, il disinteresse per qualsiasi sorte umana che non sia quella dei miei congiunti indiani, senza che in altri volti avverta il mio prossimo, la mia indisponibilità all’ incontro con chiunque mi cerchi, l'incapacità a perseguire ogni contatto che sia nel mio interesse, nel rattrappirsi di ogni fede e fiducia ed aspettativa, sono la necrosi mentale in cui prende corpo ogni venir meno delle ragion d’essere della mia esistenza residua.
Ho tentato di parlarne con Kailash e di farmi da lui comprendere, lui essendo il mediatore e l’Aronne risolutore di ogni mia difficoltà relazionale qui in India, ma nemmeno il suo viversi soggetto ad un kharma già segnato di uomo di una sotto casta, gli ha consentito di avvertire alcunché dell’impotenza del mio fallire.
"Se è così, ho cercato di fargli intendere, che aiuto posso mai darti scrivendo i miei report di viaggio, se non ho alcuna attitudine a proporli a chi possa pubblicarli come itinerari straordinari."
Intanto è morta del tutto la mia voce poetica , inetta e senza volontà alcuna di attingere nuova linfa dalle più alte voci letterarie.
Ma ho risistemato la mia dentatura, il mio aspetto fisico è sano, e tanto basterà ai miei congiunti e conoscenti al rivedermi.”
Poi la partenza nella mia sola sofferenza, in Delhi il distacco da Kailash che un’altra volta ancora mi trafigge, il suo dileguarsi in autorickshaw, ed in breve la liberazione che sopraggiunge, quando mi ritrovo nella vecchia Delhi islamica presso la Jami Masjd, con il cui clamore notturno sono tutt’uno, più niente mi separa dalle donne lebbrose che si aiutano l’un l’altra nel raccogliere le mie rupie, dagli storpi e i derelitti che raccolti in gruppi ,e distesi per terra, intingono il chappati nel dhal che è distribuito a loro dai ristoranti nei vicoli, dai tanti miserabili che nel lasciare l’hotel per l'aeroporto vedo distesi a dormire sotto i porticati e sui tavolati e i banconi del Nehru bazar.

 

25 luglio 2014


 

Il paradiso alla Porta. Recensione iniziale

 

Il Paradiso, nella rivelazione che Fabrice Hadjadi testimonia e di cui è interprete  ne " Il Paradiso alla Porta" è la destinazione originaria del nostro essere spirito incarnato nella materia, la nostra ragion d'essere finale in quanto è bene e gioia il fondo dell'essere, Dio quale nostra realtà primaria.

  la priorità ontologica, nel suo principio,  del bene, della gioia e dello stupore sul male e sull'angoscia  è il fondamento della nostra vocazione originale e della nostra chiamata a ciò di cui solo la vita eterna del Paradiso è il compimento, e spiega al contempo l'insoddisfazione di ogni nostra pretesa di soddisfazione terrena, l'essere perennemente destinati ad essere ed andare oltre ogni raggiungimento approdo finito.Il Paradiso è la vita già in questa vita  in comunione con Dio, tramite la carità dell'Amore, in tal senso   è trascendente e immanente al contempo,   non  è un altro mondo illusorio generato dal retromondo nell'uomo del sottosuolo della negazione della vita anziché dalla affermazione della sua pienezza effettiva, ma un Cielo che è al contempo l'  entroterra in  cui si prefigura. E' un aldila che non è altrove , un avvenire che non è nel futuro, un al di la che è già qui, un qui in cui siamo già nell'aldilà, avvinti in un tempo e in contingenze che hanno nell'eterno la loro sorgente, quale  principio e  cuore dell'ora, ma  senza che mai in questa vita possiamo vivere altrimenti che sulla soglia, che nel presagio, nella fede e nella speranza  del rinvio  alla sua promessa di ogni esperienza di bene, di cui anticipa l'adempimento,   che il bene  anticipa ma di cui rispetto alla quale resta differita senza fine la sua attualità totale.

 Tale concezione del divino del Paradiso  si fonda fermamente sull'ontologia cristologica del credo calcedoniano, secondo il quale il divino e l umano, la città del cielo e della terra s'interpenetrano nell'unità  di realtà distinte e complementari , che non vanno separate né confuse.

26 luglio 2014

 


Disillusione consapevole

che dire della mia senilità quando preferisco ancora mettermi la corda al collo che rinunciare a ciò a cui sono attaccato e che mi dà sicurezza, se è ciò che richiede anche il solo concederci agli altri o la stessa pietà filiale...

28 luglio 2014


Che di bello ci vanno a fare gli Italiani in India

 

Stasera Kailash aveva di nuovo ragione di essere amareggiato e furente con il turista italiano in coppia con una ragazza che oggi è tornato a fare ricorso ai suoi servizi.

Finanche aveva offerto un pranzo di puri sabzi  in casa sua ad entrambi e ad una coppia di coniugi irlandesi più attempati, prima di condurli al villaggio indiano di  Benj Gangi, al  ritorno dal quale il giovane di Trieste, dopo avere avuto con me al telefono  parole di gratitudine per la  gentilezza di Kailash, che mi avrebbero poi commosso fino alle lacrime, riassaporandole,  perché so quanto sia un bene per il mio amico prodigarsi in spirito di servizio e sentirsi importante, gli avevano elargito solo la miseria di 200 rupie , per rifarsi a suo detrimento di quanto si erano fatti estorcere dall’Agenzia di Delhi e dai lapkas da cui si erano fatti abbindolare in Khajuraho per dei fittizi massaggi ayurvedici, nonostante le nostre inutili avvertenze a starne in guardia . In hotel avevano addirittura preteso che fosse il manager a pagare Kailash, ed ora lo stavano facendo aspettare da oltre due ore per il rientro in hotel dal Raja cafe dove erano andati  a cenare,  quando della lunga attesa e della corsa sarebbe stato ripagato soltanto di 75 rupie. E dire che per essere puntuale e non farsi aspettare quando era andato a prenderli in hotel, aveva interrotto affrettato con me la comunicazione, talmente era preso dall’incarico assunto.

“ Ed io ora sono stanco, e domani devo svegliarmi presto per portare a scuola i bambini, prima di condurre alla stazione ferroviaria la coppia di irlandesi” Essi si sarebbero recati ad Orchha con il treno per Udaypur.

Dunque la cura di Chandu e degli altri nostri bambini non avrebbero interferito con  il suo business mattutino,  come accade sistematicamente, poiché  per portarli a scuola tarda troppo ad appostarsi davanti agli hotel a cinque stelle, aspettando i turisti che ne escono per recarsi ai templi, e finisce puntualmente per ritrovarsi  con un numero  troppo alto nella waiting list, rispetto ai conducenti che vi sono sopraggiunti fin dalle quattro, dalle cinque del mattino.

E soprattutto era mortificato una volta ancora  nella generosità del suoi  intenti nel perseguimento del proprio piccolo utile.

“ Sono stupido ad essere onesto con i turisti, stupido, stupido,,,”

“ Kailash è forse una novità quel che ti sta succedendo? E’ normale, vista tutta  la nostra esperienza.”( E’ il nostro destino comune, ho taciuto di dirgli. Il mio travaglio di ideatore di itinerari e di scrittore di report può aspettarsi di essere ripagato di una moneta diversa?).” E ‘ perché sei così che ti sono accanto e ti sono amico come non mai”.

“ Are you going to the Hotel ? –sentivo intanto rianimarsi già la sua voce, mentre venivo consigliandolo di disimpegnarsi da quella coppia di “maha , very maha madar chor, stando al suo dire iniziale esacerbato.” Hotel Usha Bundela? One hundred rupees, ”

E  sul filo dell’ accordo che veniva concludendo, lo lasciavo risollevandomi anch’io.

 

12 agosto 2014

 


Da che quel grido

niente che sia più vita

"Aah my

Sumit, no more life"

16 agosto 2014

 


"ti sognò, Chandu,

ch'eri qui per la casa"

e in fiore è il giorno.

19 agosto 2014

 

 


 

"Kailash, che cosa mi dici?"

 

 

"Kailash, che cosa mi dici?" Gli chiedevo ieri.
"Che cosa posso dirti? What can I speak? Same day, same business, same hot.. and now also same “pashina” also....
Stesso giorno, stesso guadagno, stesso caldo,… e ora anche lo stesso sudore... All is like“.
"Kailash no new news , good news”
Ma di monsoni, neanche una goccia., questo era l’assillo, per la sorte conseguente dei coltivi e i costi che sarebbero cresciuti di vegetali e cereali..
“Only sun, little dark, clouds, again sun”
E di notte le stelle sono lucenti come a ottobre, come lo sono ancora a novembre, prima di Diwali.

"E Chandu? “, gliel'ho chiesto mentre stavo ancora assaporando la beatitudine di aver appreso dal mio amico che il piccolo Chandu aveva sognato la mia presenza per casa e l'aveva confidato alla mamma.
“ Chandu mi chiede di farti venire immediately, " by train"", perché tu gli porti il computer e l’automobile che ti ha richiesto e che gli hai promesso"
Gli avevo già comperato il computer il giorno avanti, in un impeto d'amore, ed il problema, secondo le stesse parole di Kailash , cui lo dicevo, si faceva quello che sarebbe stato utile per la stessa Poorti, e che Chandu sarebbe stato indisponibile ad accettarne la condivisione.
“ Digli- ho suggerito oggi a Kailash-, che il computer deve ancora arrivare dalla Cina, e che finirà nelle sue mani solo se l’userà a turno”.
Intanto al mango era subentrata la guava come frutto stagionale per i bimbi. Al mercato, di cui oggi era il giorno, ne aveva comperato un chilo per sole 30 rupie, come piaceva tanto a Chandu, ma in modo che di guava , anche l’indomani, nella razione scolastica, ce ne fossero per lui come per Poorti ed Ajay, che in giornata si erano saziati di banane.
Pper Poorti, cui Kailash aveva appena acquistato un nuovo zaino, occorreva ancora una bottiglietta termica, per evitarle a scuola la fila per l’acqua durante la ricreazione.

E che piacere intanto, senza dovere interrompere od affrettarci a concludere , il piacere di parlarci per il solo fatto di parlarci.

21 agosto 2014
 


Care Memorie siriane

 

Più volte sono stato in  Siria, l’ultima  nel 2005, per un rivisitazione fuggevole delle sue più splendide città morte romano-bizantine,- El Bahra, Sergilla,  Jeradeh, prima che da Aleppo, Damasco, via Karachi, la mia vita assumesse la destinazione dell’India. E alla luce della mia esperienza incontroversa, parlandone fugacemente con lo scrittore di viaggi Darlymple, ad un festivaletteratura,  a suo tempo ho avuto modo di condividerne  l’impressione, in entrambi commossa, di quanto il suo popolo fosse generoso ed ospitale.

L'uomo- scrivevo di un siriano che mi soccorse per strada, nel racconto di una mia escursione in Bamuqqa e Baqira- con l'acqua che gli avevo chiesto, mi ha offerto ogni possibilità di conforto di cui ha avvertito il sollievo che poteva recarmi, ogni bene frugale di cui disponeva: dei guanciali sui quali mi ha disposto verso il vento, l'hawa, che proveniva da una finestra schermata,  del the che ha fatto portare via dal fratellino della moglie, per del pane e del miele, ancora dell' acqua e dell' airan di latte di capra, a quanto mi ha fatto intendere con il gesto di mungere, quando è rientrato per vedere se traevo ristoro”

E dal fondo della memoria riaffiorano ragazzi  in motocicletta, uomini in auto solleciti, un’anziana coppia di allevatori di polli, che mi diedero tutti quanti un passaggio rifiutando l’obolo, mentre  mi rivedo ancora, a notte fonda, lungo la strada del ritorno in Aleppo da  Hama ed Homs con l’autostop,  senza timore o rischi di sorta, per tacere dei più toccanti incontri personali.


 

E’ questa la ragione per la quale gli esiti della rivoluzione siriana mi hanno  lasciato attonito e dolente, per quanto la rivoluzione e la guerra civile  hanno fatto dei siriani  un popolo demoniaco, stando anche solo ai  resoconti di Domenico Quirico, quale inviato de La stampa,  che in Siria  è stato catturato e trattenuto prigioniero per mesi prima della liberazione. Penso in particolare a Raqqa, in tal senso, divenuta la roccaforte in cui l’Isis consuma gli orrori più mostruosi, esecuzioni in massa periodiche, crocifissioni e decapitazioni, ed i genitori jihadisti  scattano foto ai loro bimbi con in mano teste mozzate.

Fu la città in cui ebbi un incontro con il grande scrittore Ugiayli, che vi viveva in opposizione al regime, e dove sostai  per recarmi a visitare le vicine splendide rovine di Rusafa.

Rileggo le scarne note di viaggio che concernono la mia permanenza in Raqqa , e più che la rievocazione dei monumenti,  gravidi della memoria storica del grande sultano Harun Al- Rushid, vi ritrovo l'immagine di un bambino, con la testa ustionata, che  vi  giocava e vi viveva nel pattume, di altri piccoli che trascinavano frasche, sollevavano al cielo aquiloni radenti.

“Sempre più, pressoché dappertutto,  lo sciacallo,  -( Assad padre)-, qui appare in effige,  anche sopra le orbite vuote, nel suq dei macellai, delle teste ovine allineate. Ma che me ne importava, nella notte del mio arrivo a Raqqa , se al Rashid Restaurant quanto del pesce diliscato restava nel piatto,  i due micetti mesopotamici se lo erano spartiti dalle mie mani”.

In aggiunta, scrissi il racconto del mio incontro con Ugiayli, dove mi diffondo preliminarmente su  tutta la cortesia con la quale fui avviato alla sua casa da un farmacista, cui chiesi dello scrittore essendo questi innanzitutto dottore, e ben  più conosciuto e beneamato dalla popolazione in quanto tale, e narro quindi il dettaglio di come, essendo io timoroso ed esitante, sul far della sera due ragazzi suonarono per me al campanello della sua porta. Al resoconto del nostro dialogo, che avvenne  in un caffé all'aperto dove egli volle che ci trasferissimo lasciando la sua magnifica casa, prelude l'espressione del mio stupore di come in Raqqa  vivesse solo e senza protezione, un uomo che era stato ministro della Cultura e dell’ Informazione, degli Esteri di un Paese talmente dispotico.

“Dissi ad al 'Ugiayli che sono le Rinascite che mi avvincono, il loro rimpianto solare che volge a un  crepuscolo ... " nelle mie note di viaggio è  l'estratto del racconto circostanziato del nostro dialogo, che mi dilungai a narrare in un testo a se stante.

E poco altro è in grado di  riesumare la memoria, se non  il ricordo di un' avvenente insegnante delle scuole primarie, magnificamente scarmigliata e abbigliata liberamente, che mi invitò ad entrare  nel cortile della sua casa , al riparo del cui recinto si  teneva una festa tra amici in cui rimpiango che non sia riuscito a loro di trattenermi più a lungo,  ella  felice, come tutti loro quanti, di potere incontrarsi con un occidentale.


 

Ed  infine, epilogo mesto, mi sovviene di come telefonai ad Ugiayli dalla stazione degli autobus, il giorno seguente, ed egli abbia lasciato precipitosamente cadere la linea, quando alla richiesta di rivederci allegai le mie mal riposte speranze  nella pace che pareva allora imminente a schiudersi tra la  Siria ed  Israele, non appena feci il nome di tale entità contro la quale egli era stato un combattente agguerrito.

 

27 agosto 2014


Happy birthday, Kallu!


Ieri Kailash aveva una buona ed una cattiva notizia. Entrambe vertevano sul raja che è il proprietario del nostro negozio di barbiere e sul destino di questa nostra attività, l’uomo era uscito dalla latitanza , dopo che dal carcere, in cui era finito per avere preso a sassate il bulldozer che stava abbattendo anche il vano del nostro esercizio per fare largo all’ampliamento stradale della jain temples road, benché egli disponesse della deroga all’abbattimento dei propri locali, Kailash aveva avuto modo di incontrarlo e questi gli aveva confermato che aveva ottenuto l’ assicurazione che il vano del negozio non sarebbe stato coinvolto nella demolizione già intervenuta, non solo, ma dopo aveva ricusato di trasferirlo in affitto a Moma, l’infido subdolo partner di Kailash, che gliel’aveva richiesta, aveva sincerato l'amico che lasciava a me e lui la priorità nell’affittanza. La cattiva notizia, interna alla precedente, era che avremmo dovuto pagare l’affitto del negozietto anche per questo mese, di inagibilità del negozio, mentre il raja avrebbe sostenuto per conto proprio le spese di riparazione del tetto che era stato sbrecciato.
Avesse voluto, fosse stato come il bramino B. , rilevava Kailash, dimentico che il bramino è rimasto fedele alla scelta di confermarci l’ufficio in affitto nonostante le dicerie che aveva udito circolare sul conto del mio amico, il raja non avrebbe dovuto nemmeno attendere chi già era disposto a subentrarci pagando 500 rupie in più,- ora a Khajuraho non si trova alcun buco in affitto per meno di 3.000, 4.000 rupie, eppure era a noi due che egli l’aveva lasciato a disposizione, e ben di cuore.
“ Ora il raja va anche al mercato, non lo ritrovi solo per casa, avrà senz’altro pagato per non avere più storie…”
“Bene, Kailash, va bene così, dici poco la stima da lui in noi riposta?”

Ma Kailash, cui il rendimento di grazie fa non poco difetto, non raccoglieva l’esortazione, e come accade quando ha parecchio di che sbrogliare, che si fa molto affabulatorio prima di venire al dunque, mi è venuto quindi narrando le varie diatribe scoppiate tra i potenti e pezzi grossi del villaggio, in cui il denaro era intervenuto a evitare il ricorso del minacciato e dell’offeso, prima di dirmi come si aggrovigliavano per lui le questioni in denaro, ora che è “ hot, hot, hot”, che fa caldo, caldo, caldo, un gran caldo come a giugno, e vi sono less tourists e meno guadagno, avviandosi essi od essendo avviati dalle agenzie di viaggio verso le più fresche plaghe di Simla, Leh , Manali, che nella caldera torrida della valle del Gange e di quel di Khajuraho.
Il prolungamento dell’estate calda e afosa in luogo della stagione delle piogge, evita, è vero, che l’umidità piovosa favorisca la riproduzione invasiva di insetti malefici, mosche, zanzare, scarafaggi a nugoli, grilli e locuste a legioni, e che apportino epidemie o febbri malariche, ma è foriero di disturbi che stanno affollando gli ospedali e gli ambulatori, “ presso ogni dottore devi attendere, attendere, e attendere, tanta è la gente e sono i bambini che ne hanno bisogno”, a causa di vomito, diarrea, infezioni epidermiche,- malanni, questi ed altri, che possono insorgere repentinamente, per cui in casa occorre disporre delle rupie occorrenti per ogni emergenza.
Vimala cui Kailash confida l’economia domestica benché sia analfabeta, gli aveva detto che in casa non dispone più che di 1.500 rupie Ecco perché sarebbe stato un problema se il raja non avesse accettato di attendere qualche giorno per il pagamento dell’affitto, quando a fine mese invierò a Kailash l’importo che occorre che gli trasmetta per provvedere al pagamento del debito mensile presso il negozio di famiglia, all'importo dovuto al lattaio, per il canone televisivo, la fornitura di un’altra bombola del gas..
Ma a complicare ulteriormente le cose, è oggi proprio la felice ricorrenza del suo compleanno.
“ Voglio comperare dolci per i bambini, una torta in particolare per Chandu, che si lamenta che non abbiamo fatto festa per il suo compleanno”
E come avrebbe fatto a far capire a Chandu che si sarebbe festeggiato in ritardo il suo stesso compleanno?
“ oh, farò scrivere sulla torta il suo nome accanto al mio”.
Se era cosi, perché non anche quello di Poorti e Aiay, se non pure quello della moglie Vimala?
In ogni modo oggi sarebbe andato in banca ed avrebbe prelevato 1.000. 1.500 rupie per rendere possibile la festa salvaguardando del denaro in casa per ogni evenienza.
Quanto a miei anticipi, nemmeno a parlarne.
Happy birthday, buon compleanno dunque Kallu.
Intanto vanno provvedendo i farmaci, a che non mi schiacci il senso di colpa per il differenziale tra il contributo reso a mia madre ed a te te e ai tuoi cari
.E sopraggiunge il ricordo fotografico di Sumit, intento a spegnere sulla torta la candelina del primo dei soli suoi due anni di vita.

28 agosto 2014



Esercizi di Traduzione

Seamus Heaney Human Chain

For Loughanure

In memoria di Colin Middleton , pittore
II

So this is what an afterlife can come to?
A cloud-boil of grey weather on the wall
Like murky crystal, a remembered stare-

This for an answer to Alighieri
And Plato’s Er? Who watched immortal souls
Chose lives to come according as they were

Fulfilled or repelled by existences they d’ known
Or suffered first time round. Saw great far-seeing
Odysseus in the end choose for himself

The destiny of a private man. Saw Orpheus
Because he’d perished at the women’s hands
Choose rebirth as a swan.

Così è in questo che si svela l’oltrevita?
La nebulosa del grigiore del clima su un muro
Dipinta come fosco cristallo, il ricordo della fissità di uno sguardo-

Questo in risposta ad Alighieri
All’Er di Platone? Che osservò anime immortali
Scegliere vita venture in accordo a come fossero

Adempiute o ripugnate dalle esistenze che conobbero
O che soffersero al primo volgere di giro. Vide il grande lungimirante
Odisseo alfine scegliere per se stesso

Il destino di semplice uomo. Vide Orfeo
Poiché ebbe a finire straziato per mani di donne
Scegliere la rinascita in un cigno.

31 agosto 2014



Una similitudine fluviale



“Hai presente due fiumi, uno d’acqua pulita ed uno d’acqua sporca?”- mi evocava Kailash con dire ispirato giorni or sono- "E ( hai presente) che cosa accade se mescolano la loro acqua in un altro fiume? Come l'acqua di questo diventa tutta sporca? Beh, lo stesso accade se ci si mette anche Vimala a educare Chandu”.
Ho interrotto all’istante il corso della similitudine fluviale dell’amico, rammemorandogli che Vimala è la stessa a cui affida il denaro in casa, che la tiene in ordine e gli lava di tutto e si presta in cucina, che accudisce con pazienza i nostri piccoli e che ha tenuto unita la nostra famiglia e non ha perso la testa quando tra noi è stato lo scontro, pur se è analfabeta e non ha cura dell’istruzione dei nostri bambini.
Oggi sono ritornato con Kailash su quest’antefatto, dopo che ieri, sollecitato dal figlio Ajay, quando ha intercettato l’altro giorno la mia telefonata indirizzata al padre, l’ho pregato di smettere di litigare di nuovo con Vimala.
“ L’hai forse visto per televisione?” mi ha risposto allora piccato.
“ L’hai forse sentito o letto in qualche notiziario?”
“ No, Kailash, l’ho inteso da come mi hai parlato di lei “
“ E’ stato solo a parole, non l’ho colpita” ha replicato stavolta, abbassando la voce ad un tono sommesso.
Ed oggi mi ha minimizzato, come gliel’ ho ricordato, il senso spregiativo di quel paragone lutulento.
“ Mi riferivo solo al fatto che Vimala parla bundela “ Tè, tu tè, tu,” e non usa “ Tum o Ap”, l’hindi di rispetto… che Chandu può imparare da lei a parlare male…Anche se per ora lui corregge anche Poorti ed Ajay, quando non usano le parole giuste…”
Di Chandu ieri è stato tutt’uno ricordare come mi ha alfine salutato quando ho lasciato l’India , alla lettura dei versi di Heaney che in Human chain rievocano come il pittore Colin Middleton affrontava i suoi soggetti “ of how he…/ spread his legs, bend low, then look betwen them”, “ di come…allargava le gambe, si piegava giù, vi guardava attraverso” , solo al di sotto del sederino scoperto , Chandu volgendomisi ridente in un “ ciao!” interminabilmente gridatomi.
Mentre ora si rifiuta di venire al telefono per parlarmi, come apprende che per l indomani non sarò di ritorno.

31 agosto 2014


Per il tramite di Anna Musio e Ivano Paolo Todde, che ringrazio

"L’origine dei nostri atti sta nella propensione inconscia a ritenerci il centro, la ragione e l’esito del tempo. I nostri riflessi e il nostro orgoglio trasformano in pianeta la briciola di carne e di coscienza che noi siamo. Se avessimo il giusto senso della nostra posizione nel mondo, se confrontare fosse inseparabile dal vivere, la rivelazione della nostra infima presenza ci schiaccerebbe. Ma vivere significa ingannarsi sulle proprie dimensioni…
Emil Cioran, da Sommario di decomposizione

"L’uomo non è che una canna, la più fragile di tutta la natura; ma è una canna pensante. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo: un vapore, una goccia d’acqua è sufficiente per ucciderlo. Ma quand’anche l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe pur sempre più nobile di chi lo uccide, dal momento che egli sa di morire e il vantaggio che l’universo ha su di lui; l’universo non sa nulla. Tutta la nostra dignità sta dunque nel pensiero. E’ in virtù di esso che dobbiamo elevarci, e non nello spazio e nella durata che non sapremmo riempire. Lavoriamo dunque a ben pensare: ecco il principio della morale”.
Pascal

Commento
Se Dio è " tutto in tutti", o è inteso a farsi tale, l'uomo non può vivere se stesso che come dice - mirabilmente- Cioran-, ossia che come una monade o pars totalis, potrebbe obiettare un credente. Non si dice forse, o non avvertiamo, più comunemente, che quando muore un individuo è un intero universo che con lui è deceduto?

1 settembre  2014





Traduzioni


 

Seamus Heaney Humain Chain Album IV
 

Al ( proprio) padre.
Were I to have embraced him anywhere
It would have been on the riverbank
That summer before college, him in his prime
Me at the time not thinking how he must
Keep coming with me because I’d soon be leaving.
That should have been the first, but it didn’t happen.”
The second did, at New Ferry one night
When he was very drunk and needed help
To do up trouser buttons. And the third
Was on the landing during his last week
Helping him to the bathroom, my rught arm
Taking the webby weight of his underarm.




Dove abbracciarlo
(Avrebbe dovuto) doveva essere sulla riva del fiume
L’estate prima della scuola, lui nel fiore degli anni,
Io che allora non pensavo come si ponesse
di me al seguito perché stavo per lasciarlo,.
La seconda volta, una notte, a New Ferry,
che egli era davvero brillo e gli serviva aiuto
per abbottonarsi i pantaloni. E la terza
fu sul pianerottolo durante l’ultima sua settimana,
aiutandolo a giungere in bagno, il mio braccio destro
sorreggendo il membranoso peso della sua ascella.

3 settembre 2014


Chandu e le sue brame


“Chandu ieri l’ ha detto a me, di averti sognato che arrivavi in autobus a Khajuraho. Ed avrebbe voluto che fossi andato alla stazione ferroviaria per venirti a prendere, quando gli ho risposto che alla stazione degli autobus non ti si era visto e che di solito arrivi con il treno.”
Il piccolo vagava intorno a Kailash, e solo dopo molte resistenze ha accettato di porsi al telefono di me in ascolto, replicando solo tik-è, che tutto andava bene, come gli suggeriva Kailash, alla mia profusione di affetto, prima di ribadirmi i suoi imperativi indefettibili “ car!”, “ computer!”, e di allontanarsi senza fare più parola, quando al suo “ tomorrow!” “ kal!”, non ho potuto dare conferma.
“ Kailash insegnagli , prego, come ci sono la luna e le stelle, i campi , gli animali e i fiori, il suo amico, di più bello…” avrei voluto dire al mio amico, ma le mie parole si sono perse con il farsi irraggiungibile di Chandu, che aveva lasciato la “Babbà” room, la mia stanza, per la television room ed i cartoni animati.
Ed abbiamo poi parlato di tesori, da che Kailash ha trovato come rispondere al mio interrogativo su perché gli abitanti del villaggio di Eran, che era stata una delle mete del nostro ultimo viaggio, mi avesse allora detto che non erano affatto povera gente.
“ I campi erano buoni, e mi è stato confidato che la gente del luogo possiede antiche monete d’oro e d’argento, che alla morte dell’ultimo raja del villaggio hanno trovato il tesoro che teneva nascosto nella qila, nel terreno dove tutto era distrutto, in una prima, una seconda, una terza stanza, e così via.. E’ stata così anche per il 30% della gente di Chandnagar e del mio villaggio di Bhyantal, che si è arricchita di ciò che ha trovato nel palazzo senza custodi di Rajagarh.”
Quella sera, di domenica, dopo Poorti ed Ajay, anche Chandu era sopraggiunto nella festa di compleanno del figlio del proprietario della nostra casa in affitto, dove v’erano danze, musica, dolciumi.
“ E’ una persona ricca, il proprietario, gli invitati erano un centinaio”.
Ed oggi Kailash mi ha detto del seguito della vicenda.
Chandu aveva riscosso l’apprezzamento di un figlio del proprietario per come aveva danzato, ed al ritorno a casa, aveva chiesto al papà , quando fossi stato di ritorno di farmi ripetere la festa del suo compleanno con tanti invitati e musica e danza e cibo per gli ospiti come quella da cui rientrava.
"Pura desh" aperta all'"intero paese" dell'India, - secondo le esatte parole del bimbo-, perchè ogni invitato gli portasse un regalo.
Era una riprova che a cinque anni egli ha già inteso benissimo da chi dipenda il suo tenore di vita, uno stato di fatto che come con Ajay e Poorti Kailash non ha fatto nulla per nascondergli, inducendomi a mostrare ai figli la realtà delle cose, o a fargliela intendere in modo umiliante, come quando la sera di Capodanno del 2012, è bastato che perdendo la testa mi fossi allontanato dal ristorante traendomi in disparte per un bisticcio solo dopo l’ordinazione, perché Poorti, ritrovandosi, se non avessi receduto, nella sola condizione di fare ritorno a casa a piedi con il papà ed il fratello, “ come siamo poveri, papà”, gli avesse detto ancor più mortificandolo.
Ma è anche per questo, che Ajay e Porti chiedono il minimo possibile al padre, od a me per il suo tramite, a volte trovando Ajay altrimenti, purtroppo, il modo di procurarsi quel che vuole.

10 settembre 2014


Tutta la vanità dell' intelligenza del mondo


Volevo oggi dirgli di tutto lo sforzo che mi è costata la pratica del visto, il riprendere per l’ennesima volta la compilazione del modulo, perché all’upload terminale della mia foto identificativa ero rinviato indietro ancora una volta di due pagine di dati da compilare di nuovo, in quanto il numero telefonico comunque fosse esattamente formulato risultava sempre sbagliato, riuscendovi solo verso mezzanotte ma senza che la stampante imprimesse alcun carattere, per poi l’indomani domattina, tramortito al risveglio, prendere la via per la tipografia dove stamparne le copie, avviarmi sul treno sonnolentemente, ma erano già quasi otto minuti che eravamo in linea, e Kailash seguitava a riprendermi puntualizzando che avrei dovuto attendere che mi dicesse “ sto bene”, prima di comunicarglielo a mia volta. Che cos’era mai successo alla sua mente, che non c’era verso di farlo desistere da tali fisime? Erano le regole di buona creanza che gli aveva indicato il turista taiwanese del suo giro turistico quotidiano in tuk tuk , mi replicava. Sentivo vacillare la mia mente, nel dirgli come aveva avuto buon esito ogni disbrigo , come fosse un buon segno che non mi si telefonasse da Milano per dirmi tempestivamente dall’outsourcing centre che fossero insorte difficoltà nell’ottenimento di un visto d’impiego, mentre in stato di anoressia economica così asservivo di nuovo la mia vita e la mia mente e le mie sostanze alla sua incapacità di farne a meno, di dare altrimenti ai nostri bambini una vita dignitosa, temendo al contempo che ogni contatto con i miei familiari rinnovi l’insufficienza colposa di ogni mio contributo per ridurre il differenziale tra l’aiuto che reco a mia madre ed i miei cari in India.
Che mi parlasse della solita Khajuraho, della sua solita vita, delle nuove della nostra famiglia. Ci eravamo lasciati con i pianti di Chandu per il diniego divenuto consueto del gelato da 30 rupie che chiedeva ogni mattina per andare a scuola senza fare storie, al ritornello del babbo “ No kamai, no money”, niente soldi per il gelato in assenza di guadagni. Che i giorni del nostro bambino non fossero solo l’apprendimento dell’impedimento e del limite, ora volevo dirgli, con i soldi appena trasmessigli gli desse pure qualche soddisfazione. Ed infatti in mattinata, quando Ajay era andato a riprenderlo a scuola in bicicletta, con l’indicazione che sostassero pure, al ritorno, presso i banchetti che erano stati allestiti per il convegno in Khajuraho di Murari Bapu, per il cui commento del Ramayana erano accorsi pellegrini dal Gujarat, dal Maharastra, finanche dall’India del Sud, gli aveva messo in tasca cento rupie per il fratellino più piccolo, perché potesse spenderle per qualche acquisto.
“ Chandu ha comperato un’automobilina per ottanta rupie”.
Certamente, ho quindi staccato, io avrei seguitato a tentare di contribuire al nostro futuro con i miei report, attuali e venturi, con la loro eventuale pubblicazione, ma il mio ritorno in India doveva coincidere con la ricerca da parte sua di qualche nuova attività da intraprendere, in Khajuraho o nel resto dell India.
Ci stava pensando, a sua volta, mi confermava, e il divagare della sua mente da una realtà all’altra di cui eravamo venuti a conoscenza, o di cui si era fatta esperienza, mi confidava con fervore che si era appuntato su Bhedhaghat, presso Jabalpur, famosa già ai tempi di Cunningham per le sue Marble rocks lungo il corso della Narmada, ritornate ai suoi tempi visitabili tranquillamente, una volta sterminate qualche decennio prima le bande dei tughs.
“ Avrai notato che ci sono solo negozi di statue di marmo, di Ganesha e linga di Shiva. I tanti turisti che ci vanno sono quasi tutti indiani, bengalesi soprattutto, e ad essi potrebbero interessare
gli stessi articoli che i turisti indiani ricercano qui in Khajuraho, non oro, argento, ma i bamboo (?) sari per 150, 200 rupie “, di cui i mercanti di Khajuraho non rivelavano la provenienza.
L’intelligenza della sua mente indagatrice si era così resa conto che non era il caso di costernarsi perché i turisti stranieri vengono solo a gruppi e sono sempre più rari per la crisi o il declino delle economie occidentali, di sprezzare come turisti “ di non alta qualità” gli indiani sempre più affluenti in Khajuraho, secondo il suo dire malevolo della settimana scorsa, perché sono per lo più di “ media- bassa classe”, come i convenuti per Murari Bapu, dormono spesso negli ashram, circolano a piedi e non entrano negli empori lussuosi o nei ristoranti più cari, ma vanno in trattoria o comperano solo quanto a loro serve, come i “kaprà, i capi di abbigliamento cui ora faceva riferimento come ad una risorsa. Kailash ha così inteso appieno che occorre convenire con i mutamenti, anziché prendersela con i lapka accalappiatori che stanno profittandone competitivamente. E l’ho rinfrancato, dicendogli che mi ripromettevo di fare ritorno entrambi in Bedhagath, una volta che sia di nuovo in India, studiandovi per più giorni i flussi turistici, del resto debbo visitare Tigawa nelle vicinanze, per il suo tempio Gupta , a coronamento di un itinerario inerente Jabalpur ed i suoi dintorni. E con analoghi intenti, in cerca di opportunità,da raffrontare, saremmo stati ancora una volta a Gwalior, o Bhopal.
Ma in cuore disperatamente sentivo intanto vana ogni sua, ogni mia intelligenza delle cose, tale e tanta è l incapacità dei nostri animi infantili a farsi valere nel mondo.

18 agosto 2014


Come dare ancora vita al tempo dei propri giorni, quando non dà più gioia il semplice esserci, e si è così stremati dall' idea della propria morte, che si ha stupore e meraviglia del solo fatto angosciato e annoiato di esistere ancora.

18 agosto 2014




 

Egloghe  indiane


Egloghe indiane



Prima Ecloga Indiana ( 2012)
 
Riscrittura (2013)


 
Qui dove la tigre che ti fronteggia

è il pupazzo di stoffa di Chandu,

e nel dolce lume il gioco e il canto

sono la felicità di bimbi tra l’immondo,

che lieve brezza ti riconduce,

trattiene i tuoi giorni tra sibili e incanto,

prima che cedano al sonno ed ai silenzi,

inquietati dai ladri ,

della luna sui terrazzi e gli orti di Sevagram,


cum complexa sui corpus miserabile nati,

lo stesso colpo di tosse nell'ultimo nato

e già è il tremendo del sereno

di cui i muri sono assorti nei giorni,

tu vi schiudi il cuore e le braccia

e quanta delicatezza tenera

discopri nel morso

ch’è il calore della schiusa di piccoli cobra,


mentre non hai più altra vita, che questa,

che ti adempia o ti smentisca per sempre,

tra gli strilli e il pianto o il crollo di schianto

deus nobis haec otia fecit

dove il villaggio riposa all’ombra dei neem,

nell’attesa del rientro al tramonto

dalla giungla di bufali ed ox,


e tutto, per la tua remissività ad ogni oltraggio,

da che cedendo la gola per il taglio a Kali Bhairavi

potesti lasciare il tormento delle aule

dove chi è rimasto rimarrà ancora più a lungo


ed altrove, qui in India,

eccoti di già sulla via del ritorno

con l’amico sotto le stesse fronde ospitali dell’himli,

quando di febbraio è già estate

e la senape già ingiallisce i campi,

in lontananza sfumando i declivi

dove alle acque del Ken discendono i boschi,

“Vedi, come il fiume senza farne uso e ricevere offerte

dona la sua acqua a pecore e cervi,

così l’albero ci dà la sua ombra”,

sotto la quale possiamo ancora indugiare

disvelandoci che cosa sia tra noi paro upkar,


è nelle vicinanze il tempio di Chattarbuja

che preannuncia la nostra antica città,

poi conterà solo andare avanti,

e sarà questo il nostro canto più alto




Seconda ecloga indiana



 Seconda Egloga Indiana (2012)
(riscrittura 2014)


Nota preliminare

I pani di sterco che brillano nel primo mattino preannunciano l’imminenza della festa di Holi, durante la cui notte serviranno per bruciare i fantocci del demone femminile di Holika, il cui rogo celebra la vittoria del bene sul male. Holi è la festa indiana primaverile dei colori che si celebra soprattutto nei luoghi in cui che sia vissuto Krishna, tra Matura e Vrindavan, e dove scorre il fiume Yamuna.
In Delhi ho rievocato il Life Insurance Center dell’Architetto Charles Correa






Brillano i pani di sterco poi dei roghi di Holika

nella prima luce del giorno sui muri e i terrazzi,

la mangusta riappare nei coltivi degli orti,

si schiudono le membra dai giacigli terreni,

con i lavacri delle stoviglie

iniziano nei cortili le abluzioni e gli spurghi,

“ India was enslaved by the British”

la lezione che ripete il fanciullo

prima di andare a scuola,

ripetendola, ora che l’India è indipendente,

nella lingua del British  che gli è ancora più d'obbligo, ora che è senior,

per non  dovere cinque rupie alle suore

se usa l'hindi.

“India was poor and weak at that time”

ripete, ora che i suoi stessi panni di ogni giorno

non sono più quelli di quel paese, debole e povero,



“ Every man will be thy friend

Whilst thou hast wherewith to spend”,

quando il vero amico "he stands by us

through thick and thin,"

lo è nella buona e nella cattiva sorte,





“Hello, rupees…hello, pens…”



nel mercato dove cerchi il coriandolo fresco

puoi ritrovare più ancora il maldicente di turno

“L’amico, che la fa da padrone sull’uscio del negozio,

spende tutto nel bere e gli trema la mano,

nessuno vuole lui come barbiere… "




Ed ora chi mi riscatterà questo corpo di morte,

dove il grano già si schiude al calore di marzo,

se non, ancora di più,

la follia di un docile cuore






lontanandoci con l’amico

nelle valli dove ancora risuona il canto di Krishna,

ed è il clamore della pioggia di fiori e colori

che assorda il dolore che invasa la mente,

la luna quel tocco di sandalo

sul volto vergine del cielo,


amore, giocando il gioco della tigre,

sulla Yamuna tu,  Yama,  Dio di morte,


quando di nuovo tra le forme d’incanto

cade la mente con l’escremento,


ed accade il distacco tra i cieli di Delhi,

non più, nella lontananza, lo sguardo amato 
 
ma con le nuvole in disfacimento

tremulo liquido l’acciaio nelle trame di vetro,

 

finché il treno già ti riconduce tra i cortili e i terrazzi

cui nello sfolgorarvi del giorno sei di ritorno,



di nuovo dove chi ama non infinge soltanto,

e qualcosa comunque succede.

“E’ troppo povero l’inglese di Ashesh ed Ajay" -

il verdetto delle suore, come per Poorti,

come pappagalli li hanno addestrati

solo a ripetere quello che non capiscono.

 Ripareremo, comunque, ripartiremo.

Li abbevereremo, i piccoli, al nostro soccorso,

come tra i campi, dalla riarsa giungla,

si abbeverano gli armenti al Kuddhar,

aprendosi il varco dove il fiume intesse le sue rive

delle canne che ora graticciano il nostro avviato negozio.



E da queste sponde anche voi a casa, ben pasciute capre
Ite domum saturae, venit Hesperum, ite capellae


Egloga terza







“Oracolo del Signore.
Quanto il cielo si sopraeleva su tutta quanta la Terra,
cosi le mie vie si sopraelevano
sulle vostre vie,
e i miei pensieri sui vostri pensieri”
Isaia



Tra le foglie riarse della fersa
d’aprile si fondevano desolazione ed ardore
dove di giorno fulgevano i fiori di chheola,
nel chiarore dei pleniluni le traversate notturne
 tra le stregate mahua
che al padre riconducevano il cuore dei piccoli

sulle biciclette, in fila indiana,
al di là dei coltivi dove in cerca invano dell’acqua della Devi
si perse il cammino delle donne con le giare di javari
Era la domenica delle Palme e il Natale di Rama,
e con che amorosa violenza io ed il padre
incamminavamo i bambini alla menzogna educativa, cui i giorni seguenti
li riallineavano in coro i testi scolastici,
“ Ministers, Politicians, Judges
Occupy their posts because they studied hard “

poi abbandonandoli per che intorti tormenti, come nodi di rami,
nella megacity di ladri in cui stuprata per strada
la vita vorrà appendersi ad un cavo in stanza,
chiederà all’amico sgomento una qualsiasi morte,
senza che altri che il Dio nostro
in Delhi possa anche di questo perdonarmi.-


“Ma ora non farti più del male, siamo tutti qui”
cantavano le loro anime di nuovo ad accogliermi,
nel loro sollievo che alfine il Monkey God
sia stato placato dalla puja nel tempio,
che  non accadrà di Chandu ciò che ne fu di Sumit,
come tra i raggi della ruota
 lasciò presagire il sanguinante piedino


Ed ora al distacco del rientro
odora del basilico la fragranza nel vaso,
con l'employment letter che nella nuova scuola dei bimbi
mi farà maestro d’italiano


Né più dica l’eunuco “ Ecco,
Che albero secco io sono”
da che il patrio scarto ne ha fatto una pietra d'angolo
sotto questo sole ,

pur nel dolore, al poterli ancora carezzare,
che ad ogni ora che passi l’indomani si faranno
a cinquemila,
seimila, settemila chilometri distanti,

a che la meta di ogni meta
sia il ritorno che feconda
nell’unità, Sumit, dell’invisibile vivo più ancora tra noi.


Ecloga Quarta











"Cosi dal retro del suo tempio la Sibilla di Cuma

Cantava ambigue parole tremende nell'eco dell'antro",

e volgi all'uscita, sul retro,

che dà nel cortile che fu la tua aia di casa,

ne ritrovi la distesa deserta

più ancora arida invasata dal sole,

trasalendo, sui tuoi passi,

ai ragazzi che vi sopraggiungono,

sono indiani e non ti occorre

che nemmeno lo dicano,

l'uno nell'attendamento al riparo dal sisma,

l'altro con la madre accampato in giardino,

al tuo timido accenno

si scambiano un sorriso e già ti annientano,



sarà così anche laggiù,

come di nuovo entrerò in un'aula?,

la madre resta in ombra

e ricambia mesta il tuo namastè,

come piccolo è l'orbe del mondo,

e l’intonaco grezzo ha raccorciato
 
i muri dintorno,

quanto più breve, senza più grida animali

il retro di rustici ed orti,

spiantata la vigna

per i ranghi infoltiti di steli di mais,

dove quante tue anelanti corse,

quanti tuoi sogni controvento,

scoloritesi con le memorie porte e finestre,

rinserrata ad ogni accesso ulteriore

la tua casa ceduta e ora inagibile,





nel refolo d'aria

tra i vasi ascolti il silenzio,

erano allora fragranti di gerani ed oleandri,

ed ora è il conforto, con lo sgomento,

che tutto sia cosi svanito e ammutolito,

lo sciame che avverti

un sopito tumulto di vergogna e lacrime,

inutile cercare altri volti che quelli

che già salutasti,

già li ritrovasti

nelle schiere sparse delle loro lapidi ,







“ And the bird, did it fly away again?

in Khajuraho ti chiede  l'amico
del rondoncino, che ponesti in salvo,

quando, al rientro in città,

tu vuoi sapere di Ashesh come ha preso il volo,

“Sì, ma solo dal campo vicino alla fattoria

dove vive un uomo che cura gli animali,

è un uccellino, “ the swift”,
che se perde il volo non si solleva più,

quell'uomo, l’avessi visto,

prima di spingerlo a viva forza in alto

l'  ha baciato lieve, chiedendogli scusa.

Solo così dopo che è ridisceso un poco

 è volato via libero nel cielo,

ciò di cui si nutre, aerei insetti, lo cattura in volo,

rasenta l'acqua quando la beve.”

“He will be bad student, He will lose his mind...

but what we can do...” ripete l'amico,

che possiamo più fare per il nipote Ashesh

se a rapirlo è stato il padre

per un'ottava classe carpita con la corruzione,

-senza che mettesse piede nella sua aula

mille rupie si tenne il maestro pubblico

in cambio della bicicletta e della promozione certe-

l’amico tutta la settimana l'ha richiamato invano,

e domani da lui andrà di persona,

“ non agitarti, “ keep quiet mind ”, gli raccomando,

"I know, only if I speak him sweet He speaks me true..."

" Lo so, che solo se gli parlo dolce lui mi dice il vero"

“Vai, sì, ma tu ricordati:

di Ashesh è come ti ho detto del rondone:

anch'egli, se perde il volo non si risolleva più”.
 




Egloga Quinta

SABATO 21 SETTEMBRE 2013
Quinta Ecloga riscrittura

(Omnia vincit Amor: et nos cedamus Amori)




Ma ora per Chandu, Kailash ed io,

lungo le strade dirupate di negozi deserti
che alcova di amore

è la cappotta del ciclo-risciò sotto le piogge di Chhatarpur,

la delizia del nostro bambino

il cuore giocoso del nostro bene,

tracimi pure l’immondo monsonico,

cali la caligine più tetra tra gli scrosci a dirotto,


il riso di Chandu è già la sfera di sole
come la luce ripercorre la rigogliosa verzura,

nelle pozze lutulente
lustrando i bufali  a ristorarsi ammusando,

........................................................................................................

finché invitto il sole ritorna
 tra le foglie sfagliantesi del saagaun in fiore
 e s'intenebra nella disperazione il nostro amore,
nel mio grembo l'amico reclino
di che dolorosa madre eviscerante,

con egli ancora di nuovo,

dove il cuore appena infranto per il nostro Sumit 
incantava Vishnu Ananta Shayana ,

l’ascesa a Shiva Bhairava,

dove il Dio vinse il tempo e gli fu la gola bruciante,

alle rovine dei templi di Ajaigarh invase dal sole,

di altri, ancora più remoti ed ignoti,
alla riscoperta del loro abbandono,


e lasci i banchi dove di Darmendra , Pyush, Pratap

sono i nuovi volti che stanno in ascolto,

è pura menzogna il complain

che il principal ti chiede di sottoscrivere

contro i suoi detrattori,


in che luce di gioia, di Dusshera,

dalla Dea riattinta la vita per la Sua morte per acqua,

prima della notte di che freddi fuochi celesti
sul crepitio di lacrime di che doloroso Diwali,

reca la mia testa mozza Nirriti l'atroce,
e nessuna frenesia di danza
può sventare che sia il rullio della sentenza,

hai maledetto i tuoi passi ulteriori nell'ingiuria del dio,
funestando il tuo passato ogni nuovo inizio mancato,

eppure non cede l'amico al veleno
che s'insinua nello strazio mentale
“E perché mai lo tieni ancora in casa tua

se ti lascia lo stesso così povero,
e non hai fatto tuo il suo denaro…”




al che, credendo e sperando,
al linga inesorabile si prosterna
la fronte segnata,
per Agni è offerto lo sterco
 fumante di ghee,
al passaggio aureo di Laxmì
crepitando ciotole di luce


nella notte, ancora insonne,
chiedendo lenimento,
e ancora cedendo al Dio che è Amore.



Sesta Ecloga Indiana Prima versione/


Cede il sole la sua luce di sangue al fiume che scorre,
cala l’ombra dei monti sui casolari fumanti,
di sterpi  e sterco sui bracieri esalanti
s’annida la luna tra le mahua ritorte
la successione dei mesi volgendo alla fine dell’anno
 anche il Natale,
la vigilia di quando nell’albero al limitare del colle
vedevi il ramo a cui appenderti al sole,
con la notte dell'amico scosso dal pianto,
per la bufala morta cercando conforto
nel calore dei figli  cui s’accosta nel sonno,
e ora chi è stato ospite sverna già al Sud,
 in Irlanda urla di nuovo contro i ritrovati  snackers,
radica nel Bangladesh  la coltura del neem,
in tutti con un curry speziato
infuso un nostro lascito di folli speranze,
quando è stato solo ieri che l’uccelletto Ashesh, di ritorno furtivo,
 ci ha già lasciato e derubato di nuovo,
come se nulla fosse stato dell’incanto nel parco,
dell’ appostarci alla vista di antilopi e cervi,
del viaggio, di piccoli uomini,
intrapreso con Ajay al villaggio dei nonni
per le forniture del negozio e la riscossione dei crediti ,

seguitando, tra le nebbie,
la crescita dei germogli infestati di grano,
il confondersi ,  intenti ad apprendere,
dei  bei volti amici con gli  inquisitori di turno,
ogni fumido  mattino Kailash infreddolendosi all’arrivo dei treni
per intercettare nel flusso l’occasionale turista,
Vimalan al risospingere , l’infinitesima volta,
il riflusso d’acqua nel cortile,
tra i bambini che pettinati e rilavati
si avviano a scuola in tuktuk
 Chandu che intanto può dormire più a lungo sotto le coltri
ora che a tutti è provveduto un giaciglio.
Ma pur se il verde miglio delle suore ravviva la  grotta,
è la nostra mangiatoia il pagliericcio di un morto bambino
al cui astringerci crepita il fuoco.


Ecloga indiana settima frammenti spersi


E quando le opere parevano morte,
che solo fosse protratta la resa,
un nuovo splendore illumina i giorni,
la vacca tra la pula che lecca il vitello,
e la sera non è tenebra  di sventura
quando cala dai colli sui fumi  dei fuochi,
velami dell’aria che imbruna
 le aie e i coltivi,
nel volgere a un nuovo mattino ch’ è di luce anche nell’ombra
agli armenti che vi pascono quieti,
solo  l’ incanto benedicesse anche i letamai di maiali e bambini,
solo il canto degli uccelli sovrastasse
il pigolio degli “hello, rupees” dei piccoli
come esci per strada,

 e non andasse perduto
 quanto sia stato il dolore dei giorni,
ora che l’amico ha forse preso il passo
di chi sa essere e spezzarsi per gli altri,

prima che tutto s’intorbidi ancora nel gorgo,
 e l’amarezza sia il flutto di quanto è trascorso,

ma come Vimala lascia le coltri
che dolce tepore
prenderne il posto accanto al mio Chàndu,
delicatamente accarezzarlo nel sonno,
presagendo nella fitta che il dono di grazia
sia il sopravvivere anche alla sua perdita,

mentre lente le nuvole gonfiano l’arco dei cieli,
altro di tremendo e risorto ancora ci attende
( 18 marzo 2013)
... ( gennaio febbraio 2013)
..............................................
ECLOGA VIII

Come potei, già una volta,
levare su di te la mano,
serrarti la gola,
dirti di volerti morto, anima mia,

quando tu sei la mia vita e l’amor mio,
e così di lontano
non so pensarti che con viscere trepide
 al tuo impigliarti ogni giorno nell’afflizione che stride,

mi squarcia il tuo “ bad Karma”
sentendo la tua vita senza scampo,
anche ora che con il tuo nuovo tuk tuk, alla sua guida sicura,
a prezzo che follia di lacrime e sangue
hai la dignità di un lavoro se non di un guadagno,

“Whats’ news? it s raining, raining, raining,
only raining..”
mi ripeti allora al mio ripetermi,
“ In Khajuraho everyday are the same things,
the same market, the same business with the tourists,…
You know, “lo sai,
(that )t hey don’t respect me, if I speak true,
paying money, money, money to the lapkas,
-a chi li accalappia -
and don’t see nothing, nothing, nothing,..”
finché, radura di luce,
trovi un po' di contento nel nuovo tran tran
“ I lose fuel, time, going every day slowly to the railway station
but I safe my life, my autoricksaw”

“And Chandu, my love?”
He’ s asking you cycle,..”
“ Cycle!”, come mi grida la sua voce al telefono,
prima di non volerne
già più sapere di me, che sono il suo baba che non fa ritorno,
alla terra dove straniero
oramai avrei ucciso un uomo per una scalfittura,
un ragazzo per un mio livido,

di nuovo da voi lontano, dove anche ogni mite ha voce di lupo,
all'arrivo per mare di chi cerca scampo tra resti cadaveri,
in infelici tempi di agonie di satrapi
che prima che le tasche svuotano l'anima.

Ma solo che risenta la tua voce accorata
e quanta vita ritrovo nella tua di stenti,

ed allora tu parlami ancora
di come al sesamo si apre la bocca che schiude il seme
nel tuo timore che si perda nel fango se la pioggia continua,
di come la luce si è spenta di nuovo sulle nostre parole,
sulla tua cena di solo mango pickle e un pò di chappati,
ch'io approdi ancora ai tuoi lidi d'amore
quando sento nei tuoi accenti inumidirsi la lingua
della tua bufala che lecca il suo nuovo Lalosha,

e lo sbadiglio lenisce la tua ruvidità di modi,
” For other things we speak more tomorrow,

“See you later, Kallu, “
“See you later”.

Egloga IX

Sulle rive del Brahmaputra,
in un gothul,
in quale India mai
sprofondare in un sogno,
dove non sia più,
tra la fangosa gente, 
che fattomi io stesso pien di fango
settanta volte sette
per l’ammanco infertomi io ne sani il debito,

dal fondo ancestrale
come da un’infanzia eppur viva
dove sopraggiunge chi vagheggia l’apsara che ad uno specchio
sembra usi a scrivere un pennello,
e pur intenta ella al bello gli rammemori 
che vivere bene è più che scrivere meglio-
Come i sovrastanti picchi
ed è un’ascesa, un precipizio, una rinnovata ascesa,
sono i frantumi di un’impervia quiete,
sempre, mio Dio,
che la colluttazione tra le nostre follie non sia
la fine di tutto,
dove che squarci di luce infinita
 al farmi il mastro Geppetto del mio incantevole Chandu,

“Tiger ! Tiger “ egli additandomi
nel gioco continuo di farmi paura,

a lui di ritorno, al loro conforto di voci,
dall'impeto del Gange alla schiusa dei monti,
non una delle aarti,
intrepide luci,
superstite al varco dei flutti,
alla loro fede nella mia luce del cuore
sentendo che  l'amarli sino alla fine
e ciò che mi resta di cui sono ancora capace.



 



 

The Door Was open and the House Was Dark - In memory of David Hammond" by SEAMUS HEANEY


 

"The door was open and the house was dark

Wherefore I called his name, although I knew

The answer this time would be silence


 

That kept me standing listening while it grew

Backwards and down and out into the street

Where as I'd entered (I remember now)


 

The streetlamps too were out.

I felt, for the first time there and then, a

stranger,

Intruder almost, wanting to take flight


 

Yet well aware that here there was no danger,

Only withdrawal, a not unwelcoming

Emptiness, as in a midnight hangar


 

On an overgrown airfield in late summer.


 

Traduzione personale


 

La porta era aperta e la casa oscura

Perciò lo chiamai per nome, pur sapendo

Il silenzio questa volta la risposta


 

Che mi lasciò in ascolto, mentre esso cresceva

Nel retro, sottostante e fuori nella strada

Dove alla mia entrata ( ora ricordo)


 

Anche i lampioni erano spenti.

Mi sentii, per la prima volta lì ed allora, un’estraneità,

Quasi un intruso, precipitoso di involarmi


 

Ma  ben conscio che (co)là non v’era alcun pericolo,

Un ritrarsi soltanto, un vuoto

Non inospite,  come in un hangar a mezzanotte


 

Su un aerodromo infestato a tarda estate. 


30 settembre 2014


 



Ecloga decima, abbozzo originario


Ora ogni mattina
solo se è il papà che guida il tuk tuk
va Chandu con il farfallino alla scuola delle suore,
di Ajay la voce nuova,
Poorti più di casa,
Vimala che ancora scalpita e sbraita/ e non capisce
che da allora è amore,
non più sesso che Kailash vuole,
“ nel letto comune furono i miei piedi, non Io,
che fecero l’errore di scalciarla “,
"Amico mio, lo so,
è lo stesso/ così anche per me”
Qui dove il continuo privarmi/ negarmi è il mio servizio d’amore,
“ Lo so, ma che almeno comperi per i bimbi
bengali per Diwali"
ignorando l’amico/ che il sacrificio estremo
che fa differire l’emissione del ticket
è trovare in loro la misura,
(il limite) l'irrevocabile che adempie.
" “Tu scrivi a Narendra Modi,
e ti darà un visto for all your life…
Neanche Indhira Gandhi, Nehru,
in America furono accolti con così tanto onore …
/ in America furono accolti come lui…/”
,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,

1 ottobre 2014



 

Già quest’estate mi ero cimentato in una mia riscrittura mentale dell’Odissea in una Renzeide, provocatovi dall’autoproclamarsi un novello Telemaco ( di calco recalcatiano) del Matteo nazionale , allo scatto di suo selfie di gruppo inserito sullo sfondo di quello della stessa Europa, quando ne assunse la Presidenza della Commissione. Solo che ne è sortita una trama a rovescio, alquanto breve da riassumere in sintesi: in luogo del fare tesoro di esperienze ed errori e valori del padre, propiziandone il ritorno, l'andata in scena della rottamazione anche del suo solo nome e della sua sola memoria, con ogni agguato e brutalità di sorta da parte del novello fasullo Telemaco e dei suoi servizievoli compagni di viaggio,-al successo del padre meno vittorioso del previsto, perpetrando, grazie alla dispersione della gloria di Ulisse, la spartizione della sua eredità con i Proci infestanti, riabilitati alla grande con il loro Papi della patria in testa, ed ora, che sono ancora più in auge, ben liberi di spadroneggiare sale alte e profonde di un palazzo trasformato nella reggia della loro prepotenza condivisa, Penelope, poveretta la Finocchiaro, a suo tempo già svillaneggiata dal figlioccio spurio, indotta a tessere e ritessere la tela con l’autore dello loro nequizie più brave, fiero padre di una Mer(di)na senatoriale dopo avere dato vita ad un Porcellum elettorale, per stare ai termini con i quali il genitore stesso ha ignominiosamente soprannominato i suoi figliastri traviati.
Poi il seguito del job act ha conferito un andamento tragico alla parodia in corso del poema omerico, per come in una Repubblica fondata sul lavoro si è carpita la fiducia assoluta , con il ricorso ad una delega in bianco, per togliere ai lavoratori diritti vitali senza che alcuna tutela sociale compensativa sia loro garantita. Ed ora a ripetermi in finzioni analoghe sono stato appena indotto dalle vicende fresche di cronaca del mancato disarcionamento del Sindaco di Mantova, finendo tentato, dal loro decorso buffonesco, ad attagliare a quanto è successo il nostrano immortale Rigoletto: ma l’accaduto mi è parso di un tenore così infimo, che tra le parti maggiori ho trovato un equivalente omologo solo a Gilda, sequestrata e stuprata nelle tramutate spoglie del leghista Simeoni, mentre per le parti destinate a delle mere comparse, il Marullo di corte mi è parso del tutto calzante con Longfils, all’apparenza franco di lingua e di pensiero, nei suoi gran bei marameo e birignao, in vero dedito ai più servili servigi, in tronfio sfregio, all’occorrenza, del suo dover essere “super partes”, mentre a Sodano ben si configuravano i panni di un nuovo signor di Ceprano, che per scornarsi delle vicendevoli cornificazioni amministrative fino all’estremo vulnus, si è prestato di buon grado ad ogni ammoina e abbozzo di buon viso condiscendente verso i prestatori di soccorso, pur di restare senza più alcuna dignità istituzionale il primo cortigiano in lizza del Ducato,.
Morale dell’ una e dell’altra favola, così è in Italia, anche se non ci pare e piace affatto,al tempo in cui per Grillo come per ambo i Matteo, il Salvini quanto il Renzi nazionale, costui in ottemperanza al Patto del Nazareno con il tramortito Berlusconi, eccezion fatta per i testimonial del Sel, che qui non sto per questo a glorificare, i rappresentanti del popolo hanno da essere dei nominati di Partito che devono rispondere solo alla ditta, secondo la voce del vero dal seno bersaniano fuggita, e non già a chi è affidato alle loro responsabilità dal mandato assunto, con l’esito di un dispregio sommo delle nostre istituzioni Da cui, in compenso, non è per questo finora sortita alcuna crescita o ripresa dell’economia e società nazionale.

                                                                                15 0ttobre 2014



Kali yuga ( prima stesura)


"Come sarebbe bello, Kailash, se al mio rientro potessimo vivere soltanto del nostro lavoro, tu alla guida del tuo autorickshaw, io del Bapuculturaltours, viaggiando insieme e poi io scrivendo dei nostri viaggi… la nostra attività è meravigliosa..."
"Ma non ci dà (ne abbiamo) abbastanza denaro! -la conclusione delle mie parole da parte di Kailash, in un lamento che era un sospiro amaro,- Il mondo è dei ladri e di chi dice il falso …se dici il vero tutti pensano che tu sia stupido e non chiedono di te… qui in Khajuraho, come in Europa ed in America, anche se così puoi diventare ricco in poco tempo, ma in poco tempo cadere giù e ritrovarti in prigione …. Come in Chennai una lady che era un potente leader--- è così dappertutto perché siamo nel Kali yuga, e solo una pralaya in cui tutto questo finisce può fare succedere un nuovo Satya yuga… Anche sadu, pujari, sono tutti madarchor…tutti solo a chiedere in elemosina e a rubare…"
"Kallu ma noi dobbiamo seguire la nostra via, vivendo come se fossimo nell’età dell’oro, non possiamo lasciarla…"
“Si, e lo so che per noi le cose non possono andare meglio che lentamente, passo dopo passo, nel rispetto del karma e della paroup khara…
E alla sola evocazione di tali termini, il suo dire si è fatto ispirato,
“ Ci ho pensato e ci penso a lungo , a queste cose. Ci sono tre parole che cominciano in hindi con la lettera p come parupkara, : "per", che significa piante, i grandi alberi come lo sono mahua, mango, guava, neem, papaia, pipal, non gli spinaci, o il tulsi, o il (tuo) rosmarino, "paksci", che significa uccelli, "patu" che significa gli animali, antilopi, cervi, tigri…E di piante, uccelli, animali la vita è paroupkara, perché non usano la loro vita solo per se stessi, they dont’use life only for themselves, ma piante, uccelli, animali, sono vita anche per gli altri. Gli alberi ci danno frutti di cui non si nutrono, le bufale latte che non bevono, come il fiume le sue acque," people use the water of river , but river don't drink its water , that people make dirty... Alberi, uccelli, piante, non sono come i sadu che sanno andare solo di casa in casa a chiedere farina…ma ora almeno non si pensa solo ad abbattere ed uccidere piante ed animali, come facevano un tempo quei madarchor dei raja con le tigri… “
Si, dovevamo seguitare a vivere di karma e parupkara, come i nostri bufali si cibano solo della vegetazione della giungla.
Ed a proposito, dopo che alcune settimane or sono solo alla mia domanda sullo stato delle nostre bestie Kailash si è ricordato di darmi la bella notizia, recatagli dal padre, che la nostra bufala aveva appena dato alla luce una bufalina, egli aveva da aggiornarmi con un dato a suo giudizio al 70 % buono e per il restante 30% negativo. Siccome la linea telefonica era disturbata, per chiarirsi meglio l’amico ha pensato bene di rapportare la condotta della bufala a quella di un lady.
“ Devo così parlarti della vita sessuale di una donna, anche se non mi va” ha aggiunto tramutando nel riso il suo imbarazzo- "Quando una bufala, come una donna, riceve una buona alimentazione, ha più energia, e più vita sessuale. Mio padre alimenta al meglio le nostre bestie, solo il maschio Lalosha ora che è grande, e perché non dà latte, deve provvedere nella giungla in gran parte da sé, ma così ora la bufala vecchia ne è piena d’energia e vuole fare già sesso, solo che se tra poco avrà un nuovo baby dentro il suo corpo farà sempre di meno del latte da cui ottenere del burro, e ne avrà sempre di meno per la sua bufala piccola che crescerà debole. Vedi, per gli animali è come per i nostri bambini, se dai loro del buon cibo quando sono piccoli, poi quando diventano giovani diventano forti, ma se dai del cibo scarso ai nostri Chandu, Poorti e Ajay, poi avranno da grandi un corpo debole e piccolo…"
Già Kallu, la cui voce calda e assonnata mi sembrava che sciogliesse le parole contro il palato con la lingua rosea e morbida di una sua bufala.
“ But something more we speak tomorrow”
"Good bye till tomorrow, my dear friend”.

14-15 ottobre 2013


Lettere

Lettere

Caro B.
sono Odorico.
Ti scrivo durante la mia permanenza in Italia al mio rientro dall’India, dove risiedo ora 
prevalentemente, da che sono in quiescenza, presso la mia cara famiglia di adozione. 
Spero di ritrovarti in una situazione migliore di quella che mi affligge, mentalmente, nel 
chiederti se puoi indirizzarmi a qualche editore che possa interessarsi ai miei reports di 
viaggio in un'India archeologica ed architettonica sconosciuta ai più, dove i loro itinerari 
propositivi spaziano dalle pitture rupestri all’architettura contemporanea,in particolare 
grazie a mie conoscenze inusuali dell'induismo templare.
In sintesi, ciò di cui avrei bisogno è che un editore mi assicurasse una loro pubblicazione 
futura, magari anticipando su una rivista quella dei singoli scritti, in modo che mi sia dato 
di attendere con calma e lucidità mentale alla revisione e al completamento che ancora 
richiedono. Allego intanto due soltanto dei miei reports, che ho prescelto non perché siano i 
migliori, ma in quanto più d’altri nelle loro infinite imperfezioni residue sono pervenuti ad 
essere adeguati. Spero che il formato Pdf non tradisca più di tanto quello originario.




Con affetto
Odorico. 
E stammi sereno, almeno tu...
On Fri, 29 Aug 2014 14:34:56 +0530 "Baldissera Di Mauro" <bdimauro@regione.umbria.it> wrote
>


Caro B.
Grazie di tutte le cose care e belle che mi scrivi. Purtroppo su di te quanto mi dici è 
sconfortante. Eppure bisogna vivere, per quel che vivere può ancora significare o si è ridotto 
ad essere per noi. 
Mi ha fatto davvero piacere che i miei report tu li abbia trovati molti belli, refusi a 
parte. Fosse solo un problema di distrazione...E’ che nella mia esistenza sottovuoto di 
scrittore sono quanto mai intempestivo, nella duplice accezione opposta del termine, che mi 
vuole al tempo stesso ancora precoce ed in ritardo.
Mi va benissimo come intendi darti da fare. Mi sento solo di anticiparti che potrà essere un 
problema il corredo fotografico. Un ampio supporto di immagini- e di qualità- mi sembra 
imprescindibile, soprattutto per i templi hindu.
Non ho ancora rinnovato il visto – turistico o di lavoro-, né tanto meno ho acquistato il 
biglietto aereo. 
Con il mio amico Kailash Sen ho preventivato di non fare ritorno prima di ottobre, in 
previsione di un settembre piovoso in India, dato che la stagione dei monsoni è ancora di là 
da venire nel Madhya Pradesh.
Inoltre devo prolungare il più a lungo possibile il mio soggiorno in Italia, per ritrovarmi 
altre volte con mia madre.
I soli termini certi sono che il visto deve consentirmi l'ingresso ad iniziare dai primi di 
ottobre, disponendo di un contratto di assunzione come insegnante che decorre dalla metà del 
mese, e che vorrei essere in India per Diwali, tra il 23 ed il 27 ottobre.
Intanto il bambino più piccolo del mio amico seguita a chiedere quando io torni, e si rifiuta 
di parlarmi al telefono quando gli dico che non sarà l’indomani. Questo è il problema.
In India ho un’ esistenza elettronica più ridotta che in Italia, per le limitazioni impostemi 
dall’uso della chiave elettronica. La posta e le informazioni le posso ricevere quasi sempre 
regolarmente, e per Skype in Khajuraho ci sono ottimi internet center. Mi è invece sempre 
possibilissimo, via internet, in tempo utile pagare il canone televisivo e tasse odiose come 
la Tasi in quanto inquilino. 


Con rinnovato affetto e gratitudine 
Odorico




Mantova 25 settembre 2013
Caro B.
qualora il documento che tu intendi inviarmi sia un dattiloscritto stampato puoi spedirmelo al 
seguente recapito
Odorico Bergamaschi
Piazza d’Arco 6 f
Mantova 46100 
Se invece è un testo elettronico, quale che sia il formato, puoi inviarmelo ai seguenti 
indirizzi e-mail:
odoricob@yahoo.it
o bapuculturaltours@rediffmail.com
In merito alle cose che ci siamo detti, è vero che la mamma di Arundhati Roy era cattolica e 
del Kerala, mentre il padre era un bramino del Bengala, per cui entrambi non erano di madre 
lingua hindi. Credo che in un’ intervista Arundhati Roy abbia detto di quanto sia spiacente di 
ritrovarsi nello scrivere solo usando l’ inglese..
Quanto alla "Grande Bellezza" comprendo le tue perplessità. e se ne fossi stato sceneggiatore 
avrei diversamente e con più spessore culturale caratterizzato la figura del cardinale , 
facendone un elargitore della “grazia a buon mercato”, di cui scrisse Bonhoeffer, tramite 
formule quali quella famigerata che “dove abbonda il peccato sovrabbonda la grazia”, o che 
“anche una bestemmia va contestualizzata”, un giusto mix tra Tarcisio Bertone e mons. 
Fisichella, ma resta vero che ci sono prelati anche più spregevoli di quello inscenato nel 
film.
Nella mia città la curia ha allestito una mostra nel Museo Diocesano celebrativa del Gonzaga 
più dissoluto di tutti, quello di “ una Vergine per il Principe”, Vincenzo I che mise al rogo 
una vecchia ebrea, ed altri sette ebrei fece morire appesi a testa in giù solo per avere 
dileggiato dei francescani. Ne ho scritto a suo tempo sulla Gazzetta di Mantova come di uno 
scandalo, nel silenzio generale.
Quanto ad India ed Occidente mi attengo nella mia “reincarnazione” indiana all’"ibridazione 
reciproca" di cui parlava Panikkar. Non mi va di lasciare la speranza cristiana.
Tieni conto di me anche come eventuale reporter. In India socialmente sto diventando troppo 
familistico. Ed ho referenti interni possibili anche in Iran o in Cina, dove vorrei ritrovare 
margini per fare ritorno.


Ciao.
Odorico 





Mantova, 2 ottobre 2014



Caro B.


Complimenti per la tua bravura finanche eccelsa di scrittore, nonostante le riserve che pur 
suscita- un conto è saper scrivere di tutto, un conto è scrivere di tutto, in un unico testo, 
magari con il rischio o sortendo l’esito di trasformare la scrittura stessa, estenuante, nel 
corpo del giudizio ipocrita di condanna da parte del proprio lettore


E grazie, di cuore, per le cose belle e delicate che scrivi sul mio conto. 
Mi limito per ora a formulare solo alcune osservazioni, alcune solo apparentemente minimali, 
talmente mi coinvolge quello che scrivi, soprattutto in quello che sembra non riguardarmi
direttamente, e cui qui non faccio riferimento.


Non c’è stato alcun furto di appunti, caso mai, preterintenzionalmente, si è verificato il 
dono subdolo di un amico cui accenni più volte.
Un furto del genere è avvenuto invece successivamente, quando un certo Giuliano Bergamaschi, 
dopo avermi conosciuto per l’ omonimia che ci accomunava negli esami dei concorsi
abilitanti all’insegnamento, ed essersi trattenuto la mia tesi di Laurea su Spinoza, mai più 
restituita, che gli avevo concesso in lettura, pubblicò l'anno seguente un saggio su alcuni 
degli argomenti che vi si trattavano, da cui ha avuto inizio la sua fortuna e carriera 
universitaria, che lo vede ora docente di Filosofia della mente presso l’università di Verona. 
Ma non ho mai concepito un mio futuro eminentemente filosofico. Mi sarei iscritto a storia 
dell’arte , in Firenze, cui ero stato ammesso, se dopo il servizio militare non avessi potuto 
incominciare subito a insegnare.
b) Mi fa un gran piacere che tu abbia citato La trasparenza e l’ostacolo di Jean Starobinskij. 
Mi dispiace invece il riferimento esplicito al “ Marx secondo Marx” di Luporini, nel contesto 
demolitorio in cui si colloca.


c) Al di là delle schermaglie di allora che rientrano in tutto quanto ho rimosso- inclusa 
tutta la mia vita tormentata di insegnante - non mi è mai intimamente appartenuto tradurre la 
mia sessualità nelle categorie filosofiche del pensiero dei padri, quali Hegel o Croce.


d) La stanchezza cui ti riferisci è forse il fatto che sono sempre in debito di senso con la 
vita, psicoastenia a parte, o altrimenti è da intendersi come il mio limite di fondo per il 
quale non so sostenere letture e scritture di mole ingente, sono capace solo di piccole forme, 
nelle mie composizioni tendendo ad avviarmi quanto prima ad una fine


e) E non so di trionfo nell’umiliazione, ma di mortificazione nello spazio-tempo di questa 
valle di lacrime. 
Anelli mancanti? Tutto è relativo, in tal senso.


Ma non è questo che ti ho riferito ciò che mi ha più coinvolto del tuo discorso. E ciò che ora 
mi preme, è la vita dignitosa che voglio assicurare al mio amico indiano e a sua moglie e ai 
nostri tre amati meravigliosi bambini, il tesoro del mio cuore che non avrei rinvenuto se il 
mio destino fosse stato glorioso.


Con affetto 
Odorico.


Mantova, 14 ottobre 2014


Caro B., 
in assenza di una tua risposta ho deciso la mia partenza per l’India il 20 ottobre.
Quanto al tuo testo, consentimi un commento ulteriore delle tue considerazioni teologico- 
filosofiche. Di esse le più penetranti sono per me quelle inerenti il destino della nostra 
reincarnazione nel corpo di gloria spirituale la cui figura è secondo le tue parole il 
compimento di ciò che in vita abbiamo fatto del dono della nostra individualità 
insostituibile, o le riflessioni concernenti la croce iscritta nella nascita e nella 
fondazione del mondo, che è il principio del valore assoluto anche della vita precocemente 
finita, della bellezza salvifica del dolore innocente, Ciò che invece mi appare una 
superfetazione non motivata è la ribellione sulla croce del Figlio al Padre. “ Padre, nelle 
tue mani consegno il mio spirito” sono tra le sette ultime parole di Gesù in croce” , insieme 
al consensuale “ Padre perdona loro perché non sanno quel che fanno. ”Per dirla con i termini 
del commento di Pietro Citati alla Rivelazione greca di Simone Weil “ La creazione del mondo 
non è stata — secondo la Weil — un atto di pienezza, di espansione e dilatazione di Dio, come 
racconta la Genesi. È stata una follia. Per darci spazio, Dio ha rinunciato a se stesso; si è 
limitato; si è nascosto negli abissi più remoti; si è ritirato dall’universo, come diceva 
Itzhak Luria. Nel luogo vuoto, che prima della creazione occupava, egli ha lasciato lo schermo 
tremendo della necessità: le leggi meccaniche dell’universo, il male, la miseria, l’angoscia, 
il lavoro, la guerra e la forza dell’Iliade, la morte violenta, la malattia, l’oggettività 
mostruosa della fabbrica moderna. Come uno schiavo, Dio si è incatenato con le catene della 
necessità, sulla quale non interviene”.
E di fronte a tale incatenamento Gesù si è ritrovato in croce solo uomo, per l’ inattività 
della sua sostanza divina, mentre l’altra rimaneva in vigore, secondo il sommo teologo 
ortodosso Sergej Bulgakov, che sullo stato agonico di Gesù ha svolto vertiginose meditazion 
(in Sofiologia della morte, ad esempio, che si può ritrovare in appendice a L’altro di Dio di 
Piero Coda).
Quanto alle tue personali riflessioni cruciali, per ora non mi sento che di consigliarti il 
raffronto con la disanima di Ted Hughes delle sue responsabilità, quale “her husband”, nei 
riguardi di Silvia Plath. 
Con affetto
Odorico


2


Caro professore,
 sono Odorico
Bergamaschi.




Spero che sia agibile quanto di suo gradimento il sito web di
cui le ho consegnato una copia,  che
include  il commento integrale di ben cinque
raccolte poetiche di Seamus Heaney. E' difficoltoso e lento nel suo avviamento,
nel duplice index, ma poi dovrebbe risultare di
alquanto agevole consultazione.
Per ogni evenienza l'’indirizzo del sito web  è il seguente:




www.fawbie.com




 Colgo l’occasione di tale appuramento per inviarle, come si sono premurato di chiederle preventivamente, la
seconda delle mie Ecloghe Indiane, cui allego il minimo di note utili alla sua
comprensione. Non mi taccia le sue perplessità, riguardo a  ciò in cui dovesse
dispiacerle.




Con stima profonda ed intensa simpatia umana




Augurando un’infinità di cose belle a lei ed ai suoi cari




Odorico.




3

Grazie degli auguri in ricambio, cara L..
Sto bene, al pari di tutti quanti i miei famigliari, depressione a parte.
Ora sono a Mantova, essendo rientrato in Italia il 24 giugno, e farò ritorno in India le 
prossime settimane.
I miei cari in India credo che facciano una buona vita, tutti quanti i bambini ora vanno a 
scuola, anche il più piccolo che frequenta la pre-scuola delle suore, ed il mio amico ora alla 
guida del tuk tuk -autorickshaw ha un vero lavoro dignitoso che assolve con impegno e bravura, 
per quanto sia assai poco redditizio. Io in Italia ho seguitato mentalmente i miei viaggi 
indiani, lungo meravigliosi itinerari templari sconosciuti, scrivendone e illustrandone i 
report, in vista di una loro assai ipotetica pubblicazione, come di altri miei scritti, che mi 
consentano di non vivere più in stato di continua perdita e di anoressia economica, per tener 
fede al mio impegno di vita, tanto più che con mio fratello e mia sorella devo provvedere 
anche al sostentamento di mia madre. Ritrovarmi con lei resta la principale ragione del mio 
rientro in Italia, dove per l’ansia e l’assillo materiale che mi attanaglia, benché non sia 
affatto al lumicino, non mi consento gran che, tranne che un aggiornamento culturale su quali 
siano stati i libri e i film eccellenti delle ultime stagioni. In viaggio mi sono recato solo 
nella vicinissima e bellissima Verona, che ho rivisitato puntualmente. Purtroppo come sai bene 
non sono un uomo di relazioni, e anche i contatti che ho ricercato non sono stati fruttuosi, 
come tutti i precedenti. Resta però la gran soddisfazione che tutti coloro che mi hanno 
rivisto o che ho risentito, intellettuali, ex colleghi e studenti, mi hanno attestato stima ed 
affetto. “ A Odorico ritrovato “ mi ha scritto Claudio Magris in una dedica, ed il professor 
Bernardi-Perini, della mia città, già docente di latino nell’Università di Padova, magnifica 
persona, ha accolto di buon grado che mi appresti ad inviargli qualche altra mia poesia. 
Mi fa vivo piacere, Luigina, che tu continui i tuoi preziosi corsi di formazione in Italia. 
Per il resto va tutto bene? Ed in India quando ritorni? Con quali nuove prospettive od 
approfondimenti della ricerca del Progetto Alice? Purtroppo con Valentino non c’è niente da 
fare. Qualsiasi minimo rilievo per lui si trasforma in un’offesa personale imperdonabile. La 
mia ultima derubricazione è stata al rango di “ provocatore”. Mah. Mica era un infingimento la 
mia adesione al progetto Alice originario. Del resto io e te sappiano benissimo come la 
pensiamo. I miei rilievi sono sempre stati improntati non a pur lecite divergenze di opinioni, 
ma soltanto all’esigenza del rispetto e dell’inclusione effettivi della pluralità dei punti di 
vista di donatori, collaboratori, e scolari e studenti delle scuole del Progetto Alice.
E sono convinto di non pensarla in merito diversamente dal Dalai Lama, secondo quanto ebbe a 
dire nell'ultima visita in Sarnath.
Con affetto 
Odorico.






On Mon, 06 Oct 2014 00:16:10 +0530 "Luigina De Biasi" <luiginadebiasi@libero.it> wrote
> 






Ciao Odorico e grazie per il tuo augurio che ricambio.
Come stai? Il tuo vivere in India, il lavoro...tutto bene?
Io continuo con i corsi di formazione in Italia. E tu , sei rientrato 
durante l’ estate?
Ti auguro ogni bene, un abbraccio,


L.


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 Caro Magris,
sono Odorico ( Bergamaschi).
 

Sono ben felice che ci siamo alfine ritrovati, un mese orsono, al festivaletteratura della mia città, e di essermi ritrovato anche in un suo recente articolo sulle tentazioni- e propensioni- populiste della nostra classe politica.  

Spero di rivederci ancora più volte , nel ripetersi di evenienze simili.

Anch’io al pari di lei, per tornare a quello che allora lei disse così fervidamente e lucidamente, seguito a tenere dei miei differenti tavoli di scrittura, sia pure al computer in differenti cartelle, finché la scrittura seguiti ad essere una mia necessità espressiva.

Ma a differenza di lei seguito a curare da sempre solo piccole forme, le poesie che in me ancora sopravvengono, in forma di ecloga o di haiku, le mie pagine di diario- blog sul mio discernimento della verità dell’amore attraverso le cure che mi assumo della mia cara famiglia indiana d’adozione, con la quale, ora che ho potuto ritirarmi in pensione dall’insegnamento, vivo la maggior parte dell’anno in Khajuraho, o i rari interventi che invio alla Gazzetta o alla Voce di Mantova, nonché i miei report archeologici di viaggio in una splendida India sconosciuta ai main streams, e post e commenti in facebook, che sarà pura una fiera della vanità ed un ambito di coltivazione di integralismi di gruppo, ma che può essere un’utile palestra per pervenire all’essenzialità delle proprie forme di interlocuzione, taglienti o sferzanti o calorosamente condivisive e confortanti.

Sarò in partenza il 20 di ottobre per Delhi.

Qualora prima di allora mi raggiungesse una sua e-mail od un suo biglietto, in Italia o in India, preferibilmente, data l imminenza della mia partenza per un soggiorno prolungato, al mio indirizzo di posta elettronica o al recapito domiciliare, ne sarei estremamente felice.

Essi sono i seguenti


 


 

 

Bergamaschi Odorico

Piazza d’Arco 6 f 46100 Mantova


 

Odorico Bergamaschi

with Kailash Sen family

Khajuraho Sewagram

N phone ( 0091) 9893089843

Chhatarpur district

Madhya Pradesh

India

 

Alla mia lettera ho allegato la mia prima Ecloga indiana.


 

Infinite cose belle


 

Odorico Bergamaschi.

 

 




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