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lunedì 5 aprile 2010

Una vita senza

"No, no good, No, non è una buona idea," ha protestato Kallu con veemenza istantanea, come se fosse serrato d'improvviso alla gola da un'angoscia asfissiante, quando gli ho detto che mia madre, ed ero con lei d'accordo, mi aveva consigliato che in futuro abbiamo a vivere separatamente, quando il mio soggiorno in India si farà una permanenza.
" Tu devi dormire e mangiare nella mia stessa casa, devi giocare e fare i compiti con i bambini, Ajay, Purti, Chandu..."
"Kallu possono sorgere problemi, Ajay, Purti, allora non saranno più bambini, sai già che Purti non m'accetta, io dovrò trovare il tempo e il riposo per il mio lavoro, per me stesso, basterà abitare anche solo a centro metri di distanza, e potrò comunque venire a mangiare, a dormire, a stare con i tuoi bambini, con te e Vimala, come e quando tu vorrai, ma i tuoi non mi ritroveranno in casa, senza desiderarlo, se la cosa crea problemi..."
Poi Kaiash se ne è fatta una ragione, si è ricordato come quest'estate io abbia dovuto permanervi in (convivere con) una confusione continua, di cui era ben nel cuore di entrambi l' autore principale, quanto dovervi fare la loro vita, giorni e giorni, mentre avrei voluto andarmene in viaggio lontano, mi fosse diventato insostenibile, se ne è persuaso al punto che ha benedetto che fossi stato per Pasqua, con mia madre, se era stata capace di darmi così preziosi consigli, ricordandomi che i genitori sono come Dio...
" Kailash, pensa, noi ora siamo a sei, settemila chilometri di distanza, ma è come se fossimo l'uno presso all'altro... ricorda quando invece stavo nella tua casa ed era come se non ci fossi...
si è messo addirittura a ridere Kailash " come quando viaggiavamo l'uno accanto all'altro, e non eravamo insieme"
Ma la veemenza angosciata della sua reazione immediata, come se anche solo così dicendogli gli venissi a mancare e gli togliessi il respiro vitale, mi lascia tuttora sconvolto.
Pensavo in seguito, di consigliargli di meditare con un sadu, che l'abituasse a pensare la sua vita senza di me, come anch'io debbo abituarmi a pensare la mia vita senza di lui.
" You know, it's the indian tought. It s the Buddisth conception of the life as dukka..."
Della vita come dukka, anatta, anicca...
Mi ritornava in mente, intanto, la riflessione che Achaan Sumedo usa in monastero
" Tutto ciò che è mio, amato e piacevole, diventerà altrimenti, verrà separato da me".( Il suono del silenzio, pagina 120)
Ma il solo concepire in concreto l'idea, a me innanzittutto( a me stesso) stroncava la mente.
Anche per quest'estate, su quante cose con il mio amico avevo già impegnato il nostro futuro, come se in virtù di ciò che ci ripromettiamo nei giorni a venire, esso fosse vincolato in nostro potere,- di andare inizialmente a Gwalior, con Purti ed Ajay poi io e lui a Bhopal per la questione del suo passaporto, rivedendo Sanchi, quindi a Goa, Hampi, Hyderabad, trascorrendo insieme più notti nel suo villaggio, per andare a vedere giorno dopo giorno il lavoro nei campi( il procedere giorno dopo giorno del lavoro nei campi).
" You should tink your life without me, as (like) I should think my life without you..."
No, può bastare rimeditare insieme i nostri adagi, secondo il dire comune, ripetendoci che è meglio terminare a tal punto di fare progetti, perchè ignoriamo quale sia il nostro futuro.
Tanto più che già insorge il problema della limitazione che prefigura, per i nostri viaggi in comune, il fatto che Kailash ha dovuto rinviare a domani il suo stesso ritorno al villaggio per sollecitare il contadino povero, di cui è socio, a inoltrare le semine delle piante estive, perchè Vimala, tuttora, ha paura a restare e a dormire la notte in casa da sola, da che tra quelle pareti Sumit le è morto davanti agli occhi.

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mercoledì 7 aprile 2010

Che gelo astrale (nuova versione)

Che gelo astrale
se ne ascolto la Voce
si fa fuoco d'amore

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lunedì 19 aprile 2010

lenticchie

Sentito il bilancio delle spese di Kailash per mettere a semina di lenticchie due campi, accollandosene le spese in luogo del proprietario che è troppo povero per poterle sostenere, e poi dividere a metà i proventi del raccolto, è stata una temerarietà fare accostare alla nudità desolante della cifre la fiammella della sua speranza:
7.500 rupie le spese- duemila per il trattore, impiegato tre volte, tremila per le sementi, 1.200 per l'allacciamento dell'energia elettrica che aziona la pompa dell irrigazione, traendo l'acqua da un pozzo alimentato da un fiumicello, 1.000 per il concime, a fronte di un profitto che può ridursi a non più di 12.000 rupie a testa, se i campi non produrrranno per la siccità che tre quintali di lenticchie, e con l immissione sempre più cospicua sul mercato della semente, il prezzo scenderà a settanta rupie il chilo, mentre per due mesi resterà(sarà)a da pagare un "watch-man" che protegga i germogli e le spighe dagli animali.
Ma se l'acqua cadrà copiosa un mese prima della raccolta, e non durante il suo svolgersi, rovinandola, come è più probabile, giacchè il taglio avverrà per la stagione monsonica, e se la spiga crescerà dunque rigogliosa, nulla per il mio amico può escludere che il raccolto sia fors'anche di cinquecento chili, per un ricavato alla vendita di più di quarantamila rupie.
Un angelo mi ha trattenuto dal diradarne le fabulazioni fantastiche, dal desolarne le aspettative da cui trae linfa la sua resistenza al dolore. e precipitarlo nello sconforto che come ho deposto il telefono, e staccato la linea, mi ha spinto a non volerne più sapere di brame economiche, in cui soffocare memoria e dolore,e mi ha avventurato nello strazio di andare rivedere le fotografie del nostro bambino, che mi erano riapparse quando stamane mi sono addentrato nella selva delle immagini della scorsa estate, per esaminare quelle del mio viaggio breve nello Srilanka e riscriverne la traccia degli appunti.

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domenica 2 maggio 2010

Come le dita di una mano

"Kallu, ti posso dire una cosa importante?"
"Di, ti sto a sentire."
"Kallu, tu devi pensare che ogni tuo bambino ha una differente bellezza"
"Purti, Ajay, Sumit, Chandu..."
"Si, tutti i tuoi bambini"
"Non uno solo?...
"No e te lo dico Kallu, perchè tu stavi facendo lo stesso mio errore, ti ricordi tra Udayapur e Lalitpur..."
"Quando dentro di te tra Purti e Sumit..."
" Si"
" Vuoi dire che sono come le dita di una stessa mano, che se ne tagli una le altre restano importanti?"
Ho confermato, nell imminenza della mia partenza per recarmi a casa di mia madre, da dove gli avrei ritelefonato.
Ma dovevo anticipargli questo pensiero, ad ogni costo, dopo quanto l'hanno fatto soffrire, i giorni scorsi, i raffronti insorti nella sua mente tra Sumit e i bambini rimastigli.
Già domenica scorsa, quando il suo discorso è approdato a Chandu, ha lasciato il cellulare nelle mani di Ajay troppo tempo, perchè non abbia dovuto supporre che fosse andato ad asciugarsi il pianto dopo avere insistito perchè il mio discorso non accennasse alla loro bellezza, talmente era per lui impareggiabile quella di Sumit, benchè Chandu, nel riso, nel giocare , nel muoversi a quattro zampe, lo ricordasse talmente tanto, anticipasse addirittura i tempi della parola, rispetto a Purti e Sumit.
" Sa già dire papa, e "dedi", che vuol dire " dammi""
Per tre volte, dopo le dieci di notte, e ricordava anche a che precisi minuti, quando me ne ha parlato, due giorni dopo mi aveva contattato invano, perchè non dovesse fronteggiare da solo il dolore del ricordo insorto più che mai atroce del nostro bambino che non è più.
" Mi sono ricordato di lui appena morto, che sembrava ancora dormire..." , quindi ha insistito in tutto ciò che rendeva ineguagliabile Sumit, da ogni altro suo bambino.
"Lui non temeva i sadu e gli uomini vecchi, avvicinava ogni animale, " cows, cocks,"
e a Chattarpur, al mercato, toccava ogni merce e si interessava a ogni cosa, mangiava di tutto, "indian e italian foods", anche Chandu non ha il suo corpo così forte... Ti ricordi quando giucava con te a viso aperto..."
Io ricordavo un bambino trepidante quando uscivo con lui, ho remissivamente osservato.
Eppure tra l uno e l altro di tali discorsi, si ride e si scherza tra me e Kailash, come quando non è riuscito a dirmi quale sia il suo mese di nascita, perchè non sa se l asta del "danda", del bastone che l indica, sia a sinistra o a destra "of the cross", della croce del numero dieci.
Ma al contempo, mentre le lenticchie nei suoi discorsi già schiudono " the mounth", la bocca del loro germoglio, il ricordo sempre più vivo del nostro bambino morto è sempre di più in noi una voragine aperta.

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lunedì 10 maggio 2010

sapienza cristiana, sapienza orientale

Sapienza cristiana e sapienza indiana in questo s'incontrano: la spiritualità è unione e comunione-yoga- con la Via, la Verità, la Vita: la conoscenza ne è una partecipazione integrale, già in questa vita.
La via, la verità, la vita è in noi stessi la nostra intimità più propria, l'autentico sé o atman, e al contempo in sé ci comprende , quale Logos, Verbo, Dharma,- in un rapporto di immanenza reciproca tra un'infinità interiore e un' infinità esteriore- "il castello" di Teresa d'Avila e della Chandogya,- che manifestano il Brahman - Dio Padre- che è trascendente- l'agricoltore della Vite di cui in Cristo siamo i tralci eppure "tutto in tutti"( Paolo, Corinzi)
"Conosciti in me, conoscimi in te", Tat tvam asi " Questo sei tu".
Tale via, verità e vita, è in noi stessi una consapevolezza originaria, alla cui rivelazione profonda dobbiamo risvegliarci,e di cui, in una sequela ,occorre aumentare in noi la presenza mentale illuminante- lo Spirito quale "interior magister". Tale sequela è uno svuotamento del nostro Ego nei suoi attaccamenti, una rinuncia a ogni " possesso geloso",( lettera di Paolo ai Filippesi), il cui esito è il conseguimento della pace della equidistanza interiore- in cui si decanta la singolarità del nome divino di cui siamo espressione, che è il volto che ci fa assumere la vocazione della nostra capacità di amare a Sua immagine e somiglianza
" Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà"( Luca, 9, 23-24)

In tal senso la kenosi è la verità intradivina che si rivela nelle sapienze orientali.
Ma non resta, forse, quale differenza cristiana,- è la domanda residua- che cosa significhi il dimorare in Dio, in quanto dimorare nel suo amore? Da esso inabitati, per farci come Egli amore, dal momento che siamo comandati ad amarci l'un l'altro come egli ci ha amato, e ci ama,fino alla fine ( Giovanni, 13.34, 15.12, 13.1)- "anzi alla morte di croce"- per amore gratuito del nostro nemico?
O in Prajapati, nella Yagina, non c'è la stessa estasi d'amore dell'Agnello sgozzato fin dalla fondazione del mondo?



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Sui criteri cristiani di verità

Sui criteri cristiani di verità
Scambio di vedute tra me e don **



Caro don *.
sono Bergamaschi il professore.

Lei si chiedeva ieri sera, nel corso della lectio divina, come anche un aborigeno australiano, che ignora tutto di Gesù, possa purtuttavia essere partecipe di una volontà divina di salvezza universale. Ora la mia incredula fede è meno incredula se mi anima la convinzione che la realtà di Cristo, nel suo mistero, trascenda lo stesso Gesù, che non si possa identificare solo in Gesù, e si sia rivelata e si riveli anche altrimenti, in questo e in altri mondi ove trovi attuazione l'idea di uomo.

Credo assolutamente che un Cristiano che abbia incontrato Cristo in e attraverso Gesù sia tenuto a credere che ogni altra rivelazione a lui sconosciuta del Cristo debba essere assolutamente conforme alla Sua Parola che si è professata in Gesù, e che non possa contraddirla in nulla, e per nulla, ma anche oggi , insieme con la splendida celebrazione paolina del Dio ignoto allo stesso ateo che lo venera nella sua idea di bene, avevo modo di ritrovare nel Vangelo di Giovanni la proclamazione da parte di Gesù che la Sua Parola consegnata ai Vangeli non esaurisce tutta la verità dello Spirito. “ Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso: quando verrà lui, lo Spirito della Verità, vi guiderà a tutta la verità, perchè non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future”.
Per dirgliela tutta, caro don *, mi chiedo infine, per sentirmi meno incredulo, nel mio spirito di adesione attraverso la chiesa Cattolica ad una ecclesialità che per me è cosmica,, se la stessa resurrezione di Gesù sia unica perchè è il compimento perfetto di ogni altro accesso spirituale alla vita eterna.

Con gratitudine

Odorico Bergamaschi


Caro Odorico,
i temi che Lei affronta sono davvero abissali e insondabili. Anch’io credo che Gesù e il suo mistero siano più ampi di quanto noi pensiamo e crediamo e abbraccino il cosmo intero. Tuttavia non nel senso di mettere Gesù tra parentesi, quanto piuttosto che la sua centralità e unicità rappresentino il punto di convergenza e il compimento di ogni percorso. Mi pare che su questo siamo in sintonia.
La ringrazio della sua benevola fraternità,
d.*

Caro don *,
solo un seguito, concorde.
Credo che si permanga concordi finchè si eviti come cristofanica "ogni ispirazione che dissolve Gesù", e che ci può indurre a sconfessare " Gesù Cristo venuto nella carne", quasi che l'ascolto stesso della sua Parola fosse la sola pratica pragmatica di un messaggio di regole, e non già l'attinenza al Senso della Sua Parola, il farsi carne del verbo fino a morire per noi, la sua umanizzazione fino alla morte di croce per la nostra theosis, la nostra divinizzazione a stirpe divina nella Gloria del Padre.
Solo in Tal senso, e attraverso tale Senso,l'ascolto della sua Parola si fa criterio di verità di ogni altra verità.
Con una duplice avvertenza: a) di quale rimanga, nel frutto, il criterio per riconoscere i falsi profeti. " Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?" ( Matteo 7, 15-16); b) con l'attinenza larga della sua risposta ai discepoli, quando " Giovanni prese la parola dicendo: " " Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demoni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perchè non è con noi tra i tuoi seguaci". Ma Gesù gli rispose : " Non glielo impedite, perchè chi non è contro di voi, è per voi"( Luca 9, 49-50).
Personalmente nelle discipline spirituali indiane ho trovato un grande aiuto nell incentrarmi, anzichè nella mondanità dell Io, nel Nome che può essere la mia vocazione, la mia espressione unica e irripetibile delle mie capacità di amare a sua immagine e somiglianza.
Con fraternità di piccolo figlio
Odorico

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l'indurimento e la puja ritrovata






l'indurimento e la puja ritrovata

Ieri Kailash si è recato a venticinque chilometri di distanza da Khajuraho, per tornare a rendere onore di sabato con la puja al Monkey God, Hanumah, che è il suo Dio personale.
Teme che altrimenti il Dio possa diventare "angry" con lui , irato per il suo indurimento di cuore dopo la perdita del nostro( amore di) bambino.
Io gli ho auspicato il pellegrinaggio, nelle attuali contingenze, perchè la fede possa purificare la sua mente da ciò che può insinuarvi il suicidio atroce che ha commesso l' altro giorno una donna del suo villaggio, da anni costretta a fronteggiare la miseria dei suoi bambini dopo la morte prematura del marito.
La sua fede si era oramai ridotta al solo articolo di angoscia del convincimento nel suo "bad Karma", della inesorabilità della sua povertà, della sua mancanza di successo nelle cose della vita, convinto, anche ora che più che mai soffre di qual è mai la nostra vera sventura, la nostra insanabile desolazione, che il karma negativo si misuri da quanto un uomo è povero, che arricchirsi possa servire ad arricchirsi ancora di più in una futura vita migliore, quasi che nella pena che ci unisce e ci gravita dentro,io stesso debba sconfortarmi innanzitutto per la rovina attuale dell' euro al cambio stesso con la rupia indiana, che per me rende tutto più costoso e difficiltoso, ritarda il mio pensionamento, restringe i margini e le prospettive di vita che posso offrirmi e che posso concedere ad altri.
Eppure Kailash seguita a darsi da fare per ogni margine utile, e lasciato l'hotel senza più clienti, ora che in India fa così caldo , ogni giorno va avanti e indietro dal suo villaggio per dare l acqua alle lenticchie che crescono,
costretto a una peripezia continua dalla penuria dell energia elettrica che serve ad attivare la pompa dell'acqua del pozzo.
"L' energia elettrica viene dall'acqua, mi diceva giorni or sono, riferendosi alla energia di natura idroelettrica cui si fa ricorso nel Madhya Pradesh," qui non è come nel Tamil Nadu, dove usano,ti ricordi, i " big fans" che abbiamo visto lungo la strada per Kanyakumari. E se c'è poca acqua , e poco " Electric power", è difficile con l' energia l'acqua prenderla dai pozzi"
Egli tra l'altro deve attendere che l'energia venga erogata alle ore più calde, è pericoloso altrimenti andare per i campi di sera, e deve essere sul campo quando e come l'elettricità arriva, in conformità o meno con gli orari previsti nei tabellari.
Intanto sono le nostre parole al telefono, che ci scambiamo oramai ogni sera,la nostra indispendsabile acqua di vita, che non possono venir meno nel recargli conforto, nel recarmi non meno conforto se in lui suscito allegria, la stessa che ai miei occhi rianima Sumit, che mi appare sempre più nel vuoto di stanza in stanza.

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domenica 16 maggio 2010


cercando ancora di resistere

"Io sto ora cercando di resistere, e di sopravvivere a tutto, ultimando al meglio il mio lavoro di insegnante- che incubo spettrale sarebbe altrimenti il protrarmi verso un pensionamento che si sta allontanando a seguito dell'euro-crisi- finendo di scrivere il poco che mi resta da scrivere, per liberarmi così di ogni progetto e sentimento di fallimento e successo, e consegnarmi anima e cuore al destino di dolore e di amore che mi lega alla mia famiglia indiana, incenerendomi in monaco e sadhu quando di me essi non abbiano più bisogno alcuno"
dall'ultima mia lettera a Valentino Giacomin e Luigina De Biasi

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lunedì 17 maggio 2010





lunedì 17 maggio 2010

solo se è amore


Caro Valentino,
sono Odorico.
Ti ringrazio della considerazione in cui tieni il mio blog, se intendi usarlo per i corsi di aggiornamento delle suore che operano nella tua scuola.
Io credo di potere esservi fecondo in quanto posso situarmi, più di altri, dove s'incontrano o confluiscono realmente cristianesimo e sapienza indiana , in ragione di un ascolto reale della vera Parola dei testi del cristianesimo, messa a confronto almeno con le vulgate più attendibili del buddismo e dell'induismo,
Cerco di evitare di abbracciare l'induismo od il buddismo in ragione di una recezione e di un rifiuto di versioni del Cristianesimo che non sono all'altezza della verità della Parola che vi è incarnata, come è accaduto per tanti induisti o buddisti occidentali, pur di grande altezza di ingegno quali Achaan Sumedo, nè voglio permanere ritroso di farmi anche buddista, o hindu, per gli accreditamenti più fantasmatic della sapienza delle fedi orientali. Per farmi intendere meglio, prima che cali per me il silenzio definitivo, secondo me non è incompatibile essere di duplice e triplice fede , perchè Cristo, il Verbo, non si è manifestato solo incarnandosi in Gesù.
Se è vero,- Giovanni, lettera prima, cui farò costante riferimento,- che "Chi confessa che Gesù è il figlio di Dio/ Dio dimora in lui e lui in Dio," secondo la rivelazione e l'umanizzazione del Logos in Gesù di Nazaret, - confessando che lo spirito abita la carne e che anima la polvere sino a farle risorgere a vita eterna,-è altresì vero che è comunque in Dio, - mediante un Cristo sconosciuto a chi crede alla sua manifestazione in Gesù, o a chi è uomo terrestre, e non d'altri mondi,-, chiunque ama l'un l'altro di amore vero- di gratuita donazione reciproca disinteressata- e pratica così la giustizia, poichè
" chiunque pratica la giustizia è nato da Dio",
" e chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio".
Ubi charitas est vera, Deus ibi est.
In tal senso le beatitudini cristiane e l'ottuplice sentiero buddista o i percorsi e le comunioni spirituali delle varie marg e yoga hindu possono adempiersi nella stessa pienezza di vita, non mondana, se non si incorre nei reciproci travisamenti - i principali dei quali mi sembrano che siano, rispetto al buddismo, la credenza che la beatitudine del risveglio che il buddismo consente già in questa vita, sia l'assicurazione, nel raggiungimento del samadhi, di uno stato permanente di non sofferenza indifferente e irresponsabile, la quieta vuota di un adualismo perpetuo, laddove l'alienazione più diffusa nei riguardi del cristianesimo è la credenza che la vita buona sia secondo Gesù Cristo una vita di obbedienza legalistica a dei comandamenti impostici, in ragione dell'attesa interessata di un frutto salvifico, oppure per il timore del castigo divino,- laddove, secondo la Sua Parola, non vale ad essere in Dio il timore che si ha di Lui, " perchè chi teme non è giunto a pienezza d'amore", e la vera obbedienza può avvenire solo per amore, solo se si acquisisce lo stesso "sentire" che fu in Gesù Cristo- Lettera di Paolo ai Filippesi-, amandoci l' un l'altro come Egli ci ha amato, dello stesso Amore che il Padre aveva per lui, in Lui il Padre facendoci dono di se stesso.
Caro Valentino, ma tutto quello che in precedenza ho scritto è vero, se si tiene ben presente ciò che scrisse il grande teologo ortodosso Pavel Florenskij: " Si, la vita è fatta in modo che si può dare qualcosa al mondo solo pagandone poi il fio con sofferenze e persecuzioni. E più il dono è disinteressato, più crudeli sono le persecuzioni, e dure le sofferenze".
Questo volevo scriverti, fintanto che trovo parole, e gioia, nella sofferenza più dolorosa per la sorte del mio amico indiano.
Oggi era sconvolto perchè è stato derubato delle 2.000 rupie che gli occorrevano per i vestiti nuovi dei suoi bambini, nella concomitanza di un marriage party e della puja rituale.
Nemmeno il mio invio riparatore di un quantitativo minimo di euro è bastato a calmargli la mente.
Che cosa ho da darti in cambio, si doleva, se non i miei principi?
Puoi darmi di essermi amico, gli ho ribadito.
Che tu sai, per me è infinitamente (tanto) di più di ciò che per lui vale il mio contante.

Love
Odorico




--- Mer 12/5/10, valentino o ha scritto:


Da: valentino o
Oggetto: Re: valentino
A: odoricob@yahoo.it
Data: Mercoledì 12 maggio 2010, 22:41


Ciao Odorico. Grazie per la tua generosita'. Ripareremo il tetto e i bambini torneranno a fare yoga e recitare mantra, sperando nella clemenza del prossimo ciclone. I danni avrebbero potuto essere molto piu' seri, vista la potenza del vento. L'insegnante di yoga ha invitato gli studenti a recitare mantra e preghiere per tutta la durata del ciclone. Credo che le preghiere abbiano pacificato il dio della pioggia e del vento che ha risparmiato altre strutture fragili della scuola e, soprattutto, non ha ferito alcun studente.
I bambini delle elementari erano nelle aule piu' a rschio (con tetto di paglia). Se un albero fosse caduto su un'aula, chissa' che cosa sarebbe accaduto.
Insomma, la nostra buona stella continua a proteggerci.
Ho letto il tuo blog. Lo usero' per i prossimi corsi di aggiornamento, ammesso che le suore siano ancora presenti.
Grazie per l'invito a visitare la famigliA del tuo amico. Me l'avevi gia' fatto questo invito, quando mi trovavo in uno stato psicologico non molto, come dire?, equilibrato. Terro' presente anche questa "via di fuga" dal quotidiano e dai problemi...
Grazie e un abbraccio
Valentino

Ps. Se hai tempo, dai un'occhiata ai contenuti del blog nelle nostre pagine web e anche a quelli del nuovo progetto
bodhgayanews.org
Ti segnalo, in particolare, una notizia e un commento, che ti invio...Non e' ancora corretto e, come puoi vedere, alcune didascalie sono incomplete...

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domenica 20 giugno 2010

In partenza

L'altro sabato avevo appena fatto il biglietto per l India, deprimendo le mie risorse finanziarie, e già ricercavo in internet un occasione che mi consenta di farvi ritorno a Natale, animandomi più che la felicità di rivedere a giorni Kailash, Purti ed Ajay,Vimala e Chandu, l'angoscia della morte interiore di quando dovrò separarmi di nuovo da loro, e mi si ergerà davanti il muro dei giorni che costituiscono i dieci mesi di lontananza che si frapporranno al poterli avere di nuovo di fronte ai miei occhi.
E ieri nuovamente , mentre accumulavo la sofferenza della consapevolezza che le mie ristrettezze economiche rendono già arduo essere di nuovo con Kailash e la mia famigliolina indiana la prossima e le estati venture, la telefonata imminente al mio amico che me ne anticipava un incontro che mi si fa sempre più difficoltoso e me lo rendeva in pochi istanti vivo e presente, l'affrontavo come un'incombenza tra le altre incombenze da sbrigare penosamente.
Singolarità del cuore, o riconfermata natura dell'amore che è attaccamento, che soffre dell'assenza quando è indisponibilità, inaccessibile, più di quanto goda e sia felice della amata presenza che è assicurata?
Al telefono l'allegria del mio amico convocava Chandù, il nostro ultimo bambino, che ridendo articolava i primi suoni di cui è capace, mentre la mia bocca silenziosamente urlava al vuoto, per non farsi udire da Kailash, la sua disperazione che a dirmi le sue prime parole non potesse esservi in linea Sumit.
Ma ciò che più conta, a rianimare speranze,- ribadisco a me stesso-, è la fedeltà del cuore in cui si raccoglie il mio essere, che dia ancora linfe a uno sforzo solidale che in queste ore e in questi giorni, giacchè in India mi predispongo a dover vivere come un rifugiato in casa del mio amico, e suppongo che potrò impiegare le mie risorse solo per essergli di aiuto- sempre più, mentre Dio mi si fa vago ed astruso, solo per fede e per amore mi si fa sostenibile.

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venerdì 27 agosto 2010

tra me e Fabio, l'ultima corrispondenza prima della partenza

Caro Fabio,

sono Odorico. Eccoti quanto mi ha detto il mio amico sulle questioni che mi hai posto, con il suo caro linguaggio di inventiva concretezza evocativa.. In India il bufalo maschio è impiegato per fecondare e come animale da traino, particolarmente per il trasporto di carichi pesanti, per i quali si fa generalmente preferire all'ox, il bue gibbuto indiano, -o zebu-, essendo più vigoroso. Si presta particolarmente per i lavori nelle risaie, data la sua predilezione per gli ambienti umidi, di cui necessita e dove ama stare in ammollo. Non è commestibile per la popolazione hindu, neanche quando muore di morte naturale, a differenza di quanto ti ho vagamente riferito. Viene allora abbandonato nella boscaglia della giungla vicino al villaggio, dove se ne nutrono gli animali. Alla sua morte i suoi resti vengono utilizzati solo dai dalit, i fuori casta intoccabili che ne conciano le pelli, ad esempio per ricavarne la membrana tesa dei tamburi, oppure se ne polverizzano le ossa per fertilizzare i campi.

I bufali vengono macellati solo nelle grandi città, e le loro carni vengono mangiate dagli indiani islamici, ai quali sovente sono spacciate come carni di montone, Ma non in tutti gli Stati sono commercializzate. Al mio amico non è mai capitato di ritrovarle in vendita nelle macellerie del suo Stato, il Madhya Pradesh.
quanto ai maiali, se ne nutre scarsamente solo la popolazione non islamica, con il distinguo che gli hindu si cibano solo dei maiali che vivono nella giungla e che non si nutrono dei loro escrementi, come quelli allevati o in circolazione presso gli abitati, di cui si nutrono i soli dalit.

Quanto al sistema pensionistico indiano, Kailash mi ha detto che eroga pensioni - “ very good, good,good pensions”, a suo dire-, solo ai lavoratori pubblici e dei grandi gruppi, con limitazioni crescenti per chi ne può usufruire.

Recentemente l'età pensionistica del pubblico impiego è stata elevata da sessanta a sessantacinque anni. Nello stato del mio amico, per i giovani insegnanti ultimamente assunti nelle scuole primarie, è previsto uno stipendio di 3.000 rupie mensili - l' equivalente di una sessantina di euro-, senza più contributi pensionistici.

Caro Fabio, riflettendoci ulteriormente, nei giorni scorsi, mi è parso che il passo del Vangelo che ricorre nella odierna messa domenicale e che ti avevo citato l ultimo giorno che a scuola ci siamo visti, quando hai prontamente avvertito l' attaccamento che pregiudica la mia salvezza spirituale, dove il Cristo afferma che “Chi vuol salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà”, abbia felicemente risolto il mio sforzo di tradurti dal vivo il senso della religiosità indiana, e che esprima quanto di più profondo immedesima la spiritualità del Cristianesimo e delle fedi indiane, di induismo e buddismo

In partenza per l India ti rendo nuovamente grazie di essermi solidale in uno sforzo umano che per le limitazioni a cui mi obbliga- giacchè in India suppongo di dover vivere come un rifugiato in casa del mio amico, e che potrò impiegare le mie risorse solo per essergli di aiuto- sempre più mi appare sostenibile solo per fede e per amore .

Potrai seguirmi, spero, sul mio blog .

Felici vacanze a te ed ai tuoi cari

Odorico

Fa buon viaggio, allora, nella fede e nell'amore.
Grazie per la premura
nel rispondermi. Ti seguirò sul blog.

Ciao,
Fabio

Pubblicato da odorico a 13:48






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