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11 febbraio 2002 Ieri sera, alla discesa dal
ponte verso il lago, tra le anitre che al mio arrivo e alla diffusione del
grano sono risalite a riva, - gli altri giorni sono già ad attendermi sulla terraferma,
pronte a corrermi incontro infervorate,- non c'era il mio germano adorato, lo
zoppichino che abitualmente è in prima fila, confidando nella mia predilezione
per lui. A invalidarlo è stata una lenza
di pescatore, più di un anno fa, così mi è stato raccontato. Ma se non arrivo troppo tardi,
se indugio ad attenderli, posso ritrovarli ancora pressocché tutti, i miei
amici del lago, che temevo non
scampassero alla glaciazione delle acque in questo lungo inverno arido e freddo,
anitre e cigni, tra gabbiani e folaghe, alcune piccole nutrie che s'attentano
finanche di risalire a riva, a sera tarda quando non c'è più nessun altro. Anche il branco dei cigni che vi
si era stanziato è tornato ad insediarvisi, dopo essersene allontanato per le
acque di fiume che tra il ghiaccio erano ancora correnti. Il loro capo non lo rinvenivo
presso i cigni novelli in prossimità della sponda, dove si nutrivano accuditi
da un altro sorvegliante, ma è bastato
che abbia levato la vista verso il sole che calava all' orizzonte, avvivando
l'azzurro del lago della sua brace morente, per ritrovarlo che stazionava al
largo, oltre i gabbiani, intento a perlustrare implacabile lo spazio lacustre,
da cui si levava in volo a discacciarne i cigni che tornavano a tentare invano
ancora un'altra volta di addentrarvicisi. L'ho rivisto all' opera ancora
più tardi, contro gli stessi che ritentavano la sorte di avventurarsi nelle sue
acque territoriali, secondo il dettame senza tregua della loro natura. E come lungo la costa sono giunto
al parco, ne è uscita dall' acqua con strepito l' oca capitolina, dibattendo le
ali e trascinandosi al seguito le anitre che capeggia, fra le quali rivedevo le
due papere bianche. Restavano invece nell' acqua, i
cigni bianchi che vi convivono con la supremazia aggressiva di quello nero e
del suo compagno agguerrito, comprese tra esse la femmina di cigno che ho
così amorosamente accudito fino all'
estate scorsa, insieme all' altra femmina di cigno con un' ala spezzata, con la
quale si è da allora accompagnata. Certo è confortante, saperlo
ancora vivo chi di loro ravviso, vedere che chi allora stava male si è ripreso
dalle crisi del gelo, come il cigno dalle ali fradice che permaneva a riva
nell' algore dicembrino, quando anche a notte fonda lo ritrovavo insonne e
famelico di mais. Egli è tra quelli che il cigno capobranco seguita a impedire di sfamarsi
dove è di stanza territoriale, precludendogli di condividere il suo
accattonaggio di ciò che recano gli umani agli animali del lago. Ma altri sfollati ne condividono
solo in parte la sorte, fra questi è il cigno in estrema, anche troppa
familiarità con me e gli altri uomini, che è riuscito anche oggi, come ai tempi
grami, a profittare delle risalite a riva del cigno mastro con l'intero branco,
quando vi sparpaglio la semente, per eluderne il blocco e guadagnare anch'egli
la terraferma, dove può contare sulla mia protezione . Ma ogni volta deve indugiarvi
assai oltre quanto vorrebbe, perchè l'altro l'anticipa in acqua per impedirgli
di discendervi, si defila solo per porsi ancor meglio in agguato dietro le
canne palustri, da cui gli muove immediatamente contro non appena intuisce che
fa per avvicinarsi all' acqua... Il nostro temporeggia, cygnus
cunctator, fintantochè non intravede un allentamento dello stato d'assedio, un minimo spiracolo in cui si infila e di
cui profitta per immergersi circospetto, ma è subito incalzato dal
sopraggiungere del capo branco che gli si mette in scia, finchè accelerando in
volo non gli ha fatto raggiungere il largo.
E' stato emozionante, quando il
lago è ghiacciato, vedere come le anitre e i cigni vi si sono adattati
naturalmente, quasi che da una vita fossero bestie polari. Restavano al largo delle distese
ghiacciate, nei flussi d'acqua, o vi sostavano ai bordi, come ai margini di un
secondo litorale, guazzando dentro una piscina nutritizia, negli specchi d'acqua rimasti liberi dai ghiacci,
su cui si avventuravano sopra a passi larghi, in scivolate planate, quando
sulla sua crosta rimbalzavano i chicchi di seme che vi facevo ricadere a
profusione. Oppure vi si acquattavano Ogni tanto la crosta cedeva, vi
si apriva uno squarcio d'acqua, non per
questo erano in apprensione o in allarme, vi scivolavano dentro e col petto allargavano
la falla, aprendo alle altre una rotta nella distesa fino in prossimità della
riva, finchè ritrovavano la solida lastra, vi risalivano e riprendevano a
procedervi o a glissarvi... Ma quanti di essi sono scampati,
ritrovo vivi, che sono rispetto a quanti di loro non sono più, che già
affollavano queste rive, che già erano scomparsi prima del sopravvenire del
rigore dell' inverno? Che ne è delle due famiglie di
anitre che l'altra estate vi stazionavano a riva nel verde del parco? Dei germani senza compagna e prole che ne
erano gli anziani impenitenti, fra i quali figurava il primo mio anitroccolo
diletto? O dell'anitra zoppa con il solo anitroccolino? Che cercava di
convivere con le numerose figliolanze che risalivano d'estate lungo le rive del
parco, lasciandolo accorrere fra esse al loro riparo... Nelle acque prospicienti il
casotto non v'è più animale, dopo lo sterminio
estivo, diserbanti venefici o contaminazione epidemica che ne sia stata
la causa ... Tutto vi è assorto e tranquillo, nello specchio
deserto, che a chi ignora le vicende scorse, appare una silenziosa calma
confortante di limpide acque. Poveri amici perduti,
anitroccolini che mi finivate impertinenti finanche tra i piedi, care anitre
che arrancavate con le ali spezzate, tra le matrone sussiegose con le loro
proli... Con quanti altri non siete più
niente, nel tempo, vi sopravvivete solo nella mia memoria e chissà dove,
altrove, come spero e credo, a seguito del corso delle alterne vicissitudini di
queste rive, dei suoi mutati scenari e popolamenti di vita volatile, tra i
sopraggiunti e i rimasti, gli scampati, che come voi, quando già con voi
convivevano un tempo, ora e ancora vi hanno piena presenza e pretesa di vita. Nonostante tutto, siano inesausti
gli sforzi di provvedere a loro. Continuiamo con essi il cammino.
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