Contemplavo nel tardo pomeriggio la vastitā della valle sottostante dall' alto della Kale di Hasankeyf,  2hasan.jpg (45873 byte)e mi riusciva inimmaginabile che in un futuro prossimo possano colmarle le acque dell' invaso della diga di Ilisu.

Vi dovrebbe calare  d'oltre i monti cui accennavano  i due bambini che mi hanno accompagnato  al ponte del Tigri,  e con i quali sono sceso al greto, poi inoltrandoci ai bagni, sino alla mirabile turba  smaltata di turchese e di blu che č la tomba di Zeynel Bey, figlio del principe Uzun Hasan ( secolo XIV), image004.jpg (55474 byte) che sarebbero i primi monumenti di Hasankeyf a finire sommersi . Della meravigliosa cittā medievale non resterebbe in superficie che l'acropoli, per la delizia dei visitatori che potranno raggiungere in barca le rovine emergenti.

Ed il villaggio, le sue antiche moschee ed i mirabili minareti, finemente istoriati color del miele, sparirebbero dalla vista del genere umano con la scarpata a strapiombo sul corso impigrito del Tigri, le sarebbero sottratti  definitivamente i resti del palazzo della  Kala indistinguibili dal rettifilo delle rocce, le voragini tra le montagne della gravina in cui il borgo si č insinuato a valle, la moltitudine di grotte scavate lungo i dirupi scoscesi.

Resterā la sola consolazione di poterla ritrovare al di lā dei tempi, o in qualche terra di Hurqalya,  nel caleidoscopio divino in cui potremo rivedere salvo in eterno tutto ciō che di bello e di buono č apparso nel tempo e cheil tempo ha trafugato soltanto.

Intanto, in Hasankeyf, gli uomini vivono qui ed ora la stessa vita che altrove, i dolmus risalgono e ridiscendono il paese,  i bimbi giocano e lanciano aquiloni, i visitatori accorrono ed ammirano, si accrescono gli introiti del villaggio con la sua morte annunciata.

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