Harran

 

 

Non immaginavo che il sito di Harran fosse così ampio,  che avessi indugiato troppo nel partire in dolmus da Urfa, per poterlo visitare nel dovuto tempo.

E il conducente ha ritardato ancor più l'arrivo, consentendo agli abitanti di Harran che vi rientravano dalla città,  di fare uno per uno i loro debiti acquisti di ortaggi e verdura nelle botteghe alla periferia di Urfa.

All' arrivo ho dovuto scrollarmi d'intorno i bambini ed i ragazzi che insistevano a volermi fare da guida,  prima di potermi muovere verso la cittadella fortificata .

Solo uno di essi mi è rimasto al seguito, il più ostinato ed intelligente, il viso e gli occhi striati di gatto, non mi avrebbe richiesto compensi, mi ha rassicurato, in quanto mi veniva accompagnando rientrando a casa.

Stavamo risalendo intanto l'erta dell' acropoli, oltre le mura di una vastità resa ancor più impressionante dall' aridità spoglia in cui si situavano all' orizzonte.

Il ragazzo mi ha detto che  studia nelle scuole superiori del villaggio, il quale  è cresciuto in attività ed abitanti, ai piedi della collina dell' acropoli, con l'arrivo delle acque dell' Eufrate invasate dalla diga Ataturk.

E' il loro afflusso irriguo che ha trasformato a valle l'aridità desertica circostante in  verdi distese di coltivi di cotone.

La Matematica è a scuola la vera passione del ragazzo, la cui lingua madre è l'arabo. Ma la soltanto parlare, restavano per lui lettera morta le scritte arabe dei monumenti di Harran.

Solo al di là del culmine mi è apparsa l'enormità delle rovi e della moschea omayade harran.jpg (80007 byte) che vi era sta edificata da  Marwan II , insieme con la medersa cui era unificata dalla cinta muraria.

Vi svettava altissimo il minareto superstite, desunto anch'essa come la generalità delle vestigia della civiltà omayade , dagli archetipi della civiltà bizantina siriaca su cui la dinastia omayade si era sovraimposta come esponente di una minoranza dominatrice.

Il ragazzo mi enumerava intanto quali e quante erano le materie che venivano insegnate nella moschea, mi mostrava come fossero due le grandi porte d'accesso sia alla moschea che alla medersa.

Oltre la china si profilavano ora le case, come tante mammelle di fango e gres, T._Harran.jpg (28349 byte) ( dal Web)

la Kale nella sua vastità ch'era ancor tutta da vedere.

Come sottrarsi all' invito ad entrare a visitarne una, per tardi che fosse, non sostarvi e condiscendere all' accoglienza invitante del suo ospite, in un conversare che avrebbe ritrovato concordi ospitante ed ospitato.

Ah, la convivenza di religioni e etnie che consentivano gli ottomani, mentre ora,al presente...

Erano già le 18,15, dovevamo affrettarci a visitare la Kale,  mi faceva cenno il ragazzo, alle 19 partiva l'ultimo dolmus che consentiva il rientro in Urfa.

Eppure che fare, c'era ancora il rito del te di commiato da osservare...

Sulla kale stavano inerpicati alcuni turisti ch'erano ospiti dello stesso albergo in  cui pernottavo.

Potevano forse consentirmi un passaggio, se l'autista del taxi  che avevano noleggiato , con un piccolo compenso...

May be, forse, con tutta probabilità.

Ma l'uomo era rimasto nel villaggio recente,  ed a me occorreva la certezza assoluta.

Che facessi presto, più presto, seguitava a farmi segno il ragazzo ( Come a giorni e regioni anatoliche di distanza nel vento di Artvin sto affrettandomi a trascrivere, in partenza per Hopa).

Almeno i leoni della porta orientale li volevo vedere, ed alla parola "lyons",  lesto egli capisce dove condurmi.

Un'occhiata, non più, alla loro immagine sullo stipite della porta che non era gravato dalle rovine interranti, e via, di ritorno per davvero.

" But, I' m crazy", confidavo al ragazzo, nell' assoluta certezza che ce l'avrei comunque fatta,  quando deviavo nonostante tutto verso la moschea omayade per un' ultima vista.

C'era comunque un percorso che abbreviava il tragitto dalla moschea verso il paese,  lungo il quale il ragazzo mi sopravanzava, per fare cenno all' autista del minibus che ci aspettasse.

Il mio fido non potevo certo mancare di compensarlo.Gli ripromettevo 3 milioni di lire turche, cinque me ne chiedeva il ragazzo, per i quaderni, per i libri.

gli ricordavo l'intesa pattuita ed elevavo l'offerta a 4 milioni,  

Lo steso autista ci forniva la penna per trascrivere meglio il suo indirizzo.

Al quale non manchero di inviare shure e messaggi .

 

Su Harran, l'antica Carre :

http://www.livius.org/ha-hd/harran/harran.html

http://www.bookahotelinturkey.com/Harran_ita.htm

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